|
27/05/25
BORN OF OSIRIS + INGESTED + ENTHEOS + THE VOYNICH CODE
TRAFFIC LIVE, VIA PRENESTINA 738 - ROMA
|
|
Robin McAuley - Soulbound
|
02/05/2025
( 747 letture )
|
Nuovo lavoro solista del singer irlandese Robin McAuley, sempre sotto l’egida della nostrana Frontiers. Il vocalist, salito agli onori della cronaca e della popolarità, con i suoi lavori a fianco del mitologico Michael Schenker, sul finire degli anni ottanta, ha però dei precedenti importanti con i Grand Prix e altre realtà con cui ha performato negli anni (Survivor-Far Corporation). Da parecchie decadi è sempre presente sulle scene, con buon profitto, cimentandosi in soddisfacenti album solisti e con il progetto Black Swan che lo ha visto al fianco di grandi nomi come Reb Beach-Matt Starr-Jeff Pilson in una vera e propria superband. Il nostro ha abbondantemente superato la settantina d’anni d’età ma non ha alcuna intenzione di mollare il colpo, il suo registro vocale appare sano e maturo e allora eccolo qui a gettare in pasto ai propri fan il suo nuovo parto discografico, registrato presso l’Institute Of Noise di L.A., durante il 2024. Il cantante viene supportato interamente da una line-up tricolore, e vede dietro i cursori della produzione Aldo Lonobile, presente in formazione con il ruolo di bassista. 11 brani per una miscela improntata al puro hard rock con alcuni spunti AORistici, melodie ora serene ora ispide e alcune composizioni, magari un po’ di maniera, per un coacervo interessante da origliare.
Si parte dall’opener ‘Til I Die, una bella saetta satura di hard rock, con piglio deciso e un ritornello melodico, supportato da chitarre pressanti nei riff, e il nostro dietro al microfono in forma e pronto a lanciare strali vocali. Buona partenza, subito seguita dalla titletrack, che sbotta da un basso muscoloso, subito investito da una cascata di tastiere, per una track che mette in evidenza la salute vocale del frontman, melodie brillanti e una rimica solida e pietrosa; bello il solismo della guitar, vivace e suggestivo. The Best of Me è una composizione di rock duro grintosa, oscura, bella sparata, con effluvi sospesi tra i settanta e gli eighties, mentre Crazy è una luminosa traccia intrisa di melodia e con il sole di Los Angeles che ne impregna ogni secondo di atmosfera racchiusa, sicuramente più leggerina ma decisamente riuscita anche per il refrain immediato che cattura. Se Let It Go sfodera big guitar e un riff selvatico e corrosivo che convince al primo ascolto, lo sviluppo confluisce in un buon ritornello e in ricami nervosi delle sei corde; Wonders of the World appare compatta e scalciante anche grazie ad un ottimale lavoro delle chitarre e della batteria secca, con fascinose armonizzazioni vocali nel centro del brano. One Good Reason sfoggia rallentamenti e ampie vedute su un certo hard iperfruttato da moltissime band e non lascia sicuramente il segno. Bloody Bruised and Beautiful ha un incedere marziale con delle seconde voci ben architettate e un basso sferragliante; l’up tempo di Paradise abbraccia il rock melodico, irrorato da chitarre aguzze, colpendo per la freschezza della proposta. Born to Die invece si presenta più battagliera, ostentando atmosfere ariose in alcuni saliscendi ma pregne di hard d’annata tra bridge e ritornello, mentre si arriva al termine del disco con There Was a Man, song melodica e che fa parte della saga ispirativa del nostro, mentre chitarre slameggianti lo contornano.
Soulbound, in definitiva, è un buon disco con una base strumentale moderna e pungente, una sorta di parata in grado di ripercorrere le tendenze heavy e hard da sempre proprie del singer, senza mai disdegnare ispirazioni melodiche e qualche spizzico più leggero, il tutto retto benissimo da una voce che pervade tutto il timing, restando espressiva e solida senza alcun segno di cedimento. Release sicuramente da ascoltare e che i fan di Robin McAuley sapranno apprezzare per genuinità e resa sonora finale.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
3
|
Nessuna emozione, album davvero scarso, nel senso che non lascia niente. Per me voto: 40 |
|
|
|
|
|
|
2
|
x iommi: vorrei anche vedere, mica puoi paragonare il songwriting di Schenker con questi della frontiers |
|
|
|
|
|
|
1
|
non l\'ho ancora ascoltato, ma tutte le sue recenti uscite non mi emozionano mentre lo faceva con michael shenker |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. ‘Til I Die 2. Soulbound 3. The Best of Me 4. Crazy 5. Let It Go 6. Wonders of the World 7. One Good Reason 8. Bloody Bruised and Beautiful 9. Paradise 10. Born to Die 11. There Was a Man
|
|
Line Up
|
Robin McAuley (Voce) Andrea Seveso (Chitarre) Alessandro Mammola (Chitarre) Aldo Lonobile (Basso) Alfonso Mocerino (Batteria)
Antonio Agate (Tastiere aggiuntive)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|