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27/05/25
BORN OF OSIRIS + INGESTED + ENTHEOS + THE VOYNICH CODE
TRAFFIC LIVE, VIA PRENESTINA 738 - ROMA
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Honeymoon Suite - The Big Prize
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03/05/2025
( 384 letture )
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Anno 1986: arriva la seconda prova discografica dei canadesi Honeymoon Suite, band di immenso valore. Il gruppo proveniente dal paese della foglia d’acero si forma nel 1981 a Niagara Falls, grazie al singer Johnnie Dee che in due anni riuscirà a cambiare alcune situazioni in formazione, assumendo in pianta stabile il talentuoso guitar man Derry Grehan e definendo così la line up. Il quintetto debutta con il disco eponimo nel 1984, che in madrepatria ottiene buon successo e il triplo disco di platino, stimolando curiosità anche negli States. È per questo motivo che in vista del secondo capitolo da studio, la label mette in piedi un cast di grande importanza, cercando di ottenere grandi riscontri negli USA. Registrato nel 1985, tra Long Island e Vancouver, il disco vede come produttore Bruce Fairbairn con Bob Rock coinvolto come engineer, mentre il mitologico Ian AndersonJethro Tull, appare come ospite al flauto in un brano: insomma tante fiches puntate sui ragazzi delle cascate del Niagara. Oltre 44 minuti di ottima musica distribuita in 10 brani, scritti perlopiù dal chitarrista Derry Grehan e un forte e potente mix tra AOR, hard rock vigoroso, finiture cromate e melodie a cascata. Dal long playing vengono estrapolati 4 singoli, con Feel It Again che raggiunge la posizione più alta negli States, arrampicandosi fino al gradino numero 34.
Copertina che ritrae un matrimonio celebratosi alle Niagara Falls, su versante rigorosamente canadese, poi si parte con il dar fuoco alle polveri. Il singolo Bad Attitude, brano più lungo del lotto, apre i giochi con un plettro che gratta sulle corde, un up tempo che slalomeggia tra porzioni smisurate di feeling e melodie curvilinee che costruiscono un anthemico chorus di ottimo lignaggio, le key cospargono il timing penetrato da chitarre raspose, con i cori chiamati a fare la differenza: partenza stupenda. La già citata Feel It Again, single edit di maggior esposizione nelle chart a stelle e strisce, è una grande steccata creata, in bilico, tra potenza e melodiosità, con la voce del singer prepotentemente in auge, un controcanto magnifico e un solo liquido della guitar di grande pregevolezza. Ciò che traspare sin dalle prime note di questa release è l’innegabile eleganza e la raffinatezza nella scrittura e nella perizia esecutiva; altro brano fantastico dove ogni momento sfiora la perfezione assoluta. Lost and Found vede le tastiere in perenne spolvero su un ritmo deciso, schiudendo una grande anima AOR, What Does It Take è altra grande proposta di hard melodico dal feeling setoso, intarsiato con filamenti di paradiso, mentre One by One si rivela una traccia bella sostenuta, grazie ad un basso pulsante e una sezione ritmica robusta, sulla quale si innesta un ritornello facilmente memorizzabile, ma a guai a pensare ad arrangiamenti semplici o scontati. Wounded innesca una bella raffica carica di entusiasmo che si estrinseca sul ritornello, la batteria picchia e il classico rullante a sparo di quei tempi esplode forte, la voce comanda a bacchetta l’intelaiatura del brano che distilla anche un mini solo incrociato tra key e chitarra, poi Words in the Wind scocca con un afflato elettronico che ricorda qualcosa del fantastico album di debutto dei grandiosi Giant, che verrà pubblicato però solo due anni più tardi, l’impasto musicale si amalgama benissimo alla voce e alle code strumentali create ad hoc per questa canzone: risultato eccellente. All Along You Knew è il quarto brano lanciato in pasto alle classifiche, facendo spuntare il flauto ammantato di storia di Ian Anderson, che disegna un brano rock molto nordamericano, dove l’inseguimento tra lo strumento a fiato e il resto della truppa accompagna uno scenario convincente e saltellante, con il solismo della chitarra che lascia spazio ad un intervento flautistico brillante, poi Once the Feeling spacca con il suo riff pesante, tipicamente hard, rivelando un cuore AORistico nel bel mezzo del ritornello, che richiama alla mente alcuni grandi nomi del genere. Infine, Take My Hand innalza lo striscione di termine lavoro, distillando un ritaglio effettato dall’ottimo impatto, quasi al rallenty, ma con un gusto aureo, per una ballad conclusiva che sa di dolcezza mixata ad ombre inquietanti e dissonanze che predicano disperazione: brano stranissimo ma di piacevolezza indubbia.
Un long playing stupendo, di gran classe e gusto, ricco di mille sfumature e con tantissima e pregiata qualità al suo interno, che avrebbe meritato molta fortuna in più di quella ricevuta. L’assalto alle classifiche yankee non andò benissimo e peggiorerà ancor di più negli anni e nei dischi a venire, ergo, questo rimane il risultato più alto e degno di nota che i ragazzi canadesi otterranno dalla vicina America. Nel 2008 in un’intervista il talentuoso chitarrista Derry Grehan, a tal domanda rilasciò una risposta sibillina: "Penso che Big Prize sia il nostro miglior album di sempre". E se lo dice lui, c’è sicuramente da credergli. Disco assolutamente da rispolverare o da scoprire a seconda dei casi, scommettiamo che nessuno rimarrà deluso da questi splendidi e attuali 10 frammenti musicali?
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2
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Semplicemente bellissimo, il mio preferito assieme a Racing After Midnight |
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1
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Disco da antologia mid eighties dell\'aor, la produzione di Bruce Fairbairn è galattica e il suono che ne scaturisce fantastico, ovattato ma non troppo, dinamico e cromato. Evidenti i richiami ai Loverboy ( di cui spero Frankiss recuperi Wildside ), forse per merito dello stesso Bruce. Su tutte Feel It Again. 85 stra meritato, il migliore del gruppo |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Bad Attitude 2. Feel It Again 3. Lost and Found 4. What Does It Take 5. One by One 6. Wounded 7. Words in the Wind 8. All Along You Knew 9. Once the Feeling 10. Take My Hand
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Line Up
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Johnnie Dee (Voce) Derry Grehan (Chitarra, Cori) Ray Coburn (Tastiera) Gary Lalonde (Basso) Dave Betts (Batteria)
Musicisti Ospiti: Ian Anderson (Flauto su traccia 8) Mickey Curry (Percussioni) Chris Taylor (Percussioni)
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RECENSIONI |
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