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LEGEND CLUB, VIALE ENRICO FERMI 98 - MILANO

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HALL , VIA NONA STRADA 11 B - PADOVA

Benediction - Ravage of Empires
06/05/2025
( 1421 letture )
L’inspettata riapparizione dei Benediction con Scriptures aveva stupito in positivo i fan dei britannici. Il quintetto di Brimingham, forte del rientro di Dave Ingram al microfono, si era ripresentato con il proprio trademark sound fatto di death metal crudo e diretto con venature crust/punk, senza dunque cambiare di una virgola la formula che li aveva consolidati tra le migliori realtà del death britannico, ma facendolo in maniera assolutamente convincente. La band infatti sembrava in una forma migliore rispetto a quanto mostrato nelle ultime uscite prima del silenzio discografico, soprattutto Organized Chaos ma anche Killing Fields che era un buon disco ma tutt’altro che esaltante.

A cinque anni da quel fortunato comeback i Benediction ritornano sulle scene con Ravage of Empires, ormai nono disco pubblicato sotto questo monicker.
Tuttavia, sembrerebbe che quella fiamma riaccesa con Scriptures si sia già affievolita.
Lo stile, ancora una volta, rimane quello che ci si aspetterebbe da Rew e soci: pezzi dalla struttura semplice, riffing diretto e cattivo, buona alternanza di up-tempos thrasheggianti e mid-tempos. Quello che manca rispetto al predecessore invece è un po’ di freschezza nel songwriting, che risulta un po’ generico, di mestiere ma non eccessivamente ispirato: in Ravage of Empires infatti si faticano anche a trovare quegli highlight che spicchino e rendano l’ascolto più coinvolgente, come potevano fare Stormcrow e Iterations of I sul precedente lavoro.
Il tutto è poi confezionato in una produzione molto meno convincente rispetto a quanto apprezzato su Scriptures, che invece poteva vantare un sound molto organico, in cui le chitarre soprattutto emergevano grazie al loro sound analogico, aggressivo e pesante che contribuiva a conferire quel feeling vagamente crust. Nonostante la band si sia affidata agli stessi studi e allo stesso ingegnere del suono che si era occupato di Scriptures (Scott Atkins dei Grindstone Studios, gli stessi in cui registrano anche i Cradle of Filth, tra gli altri), Ravage of Empires suona invece un po’ più anonimo, con quella patina digitale che lo rende meno incisivo, tagliente. Il resto chiaramente lo fa la musica stessa: la durata complessiva eccessiva è un fattore ormai costante da Grind Bastard in poi e qui non si fa eccezione alla regola; la band infatti si ostina a mettere insieme dischi da dodici canzoni per quasi cinquanta minuti di ascolto complessivo, mentre il loro format si presterebbe chiaramente a prove più concise. Non è un caso che i loro migliori album, i primi della discografia, contengano meno brani e stiano sotto i quaranta minuti di durata. I brani in sé non sarebbero neanche malvagi: la thrasheggiante A Carrion Harvest in apertura è convincente e trascinante, costruita su un riff portante veloce, immediato e un breve ma ben piazzato intermezzo in mid-tempo, mentre la successiva Beyond the Veil (of the Grey Mare) ha un inizio interessante con un riff malvagio che evolve poi nel classico death veloce e simil-thrash. Se questo è però il meglio che ci può offrire il disco ci si rende conto subito che paghino un certo gap rispetto ai migliori brani di Scriptures e ci si chiede come possa procedere il disco per altri quaranta minuti. Genesis Chamber già infatti ricalca più o meno le strutture della precedente, mentre Deviant Spine tenta un tutto sommato trascurabile mid-tempo. Esperimento che riesce decisamente meglio invece con Engines of War, che rende il tutto più dinamico grazie ad un bel riff nel ritornello e qualche accelerazione qua e là. Poco particolarmente degno di nota accade nei brani successivi: buoni riffoni in tremolo, up-tempos e doppia cassa e sporadici rallentamenti, ma niente che faccia saltare dalla sedia, con momenti anche poco riusciti come il ritornello di Psychosister. La chiusura affidata alla title-track invece risolleva un po’ le sorti non esaltanti del platter grazie a ritmiche variegate e coinvolgenti, un riffing più efficace e una struttura più complessa ed interessante.

In sostanza, Ravage of Empires, pur ricalcando la formula del predecessore, spesso non è riuscito ad eguagliarne la qualità complessiva, offrendo mediamente brani meno ispirati e meno spunti che risaltassero rispetto al resto e fornendo in generale una prova di mestiere, certamente non insufficiente, ma anche abbastanza anonima e che difficilmente si trascina fino a fine ascolto con lo stesso trasporto con cui inizia. Un disco che probabilmente accontenterà ancora una volta i fan più legati alla band ma che non ha troppo da offrire per tutti gli altri, e che può andare benissimo per godersi tre quarti d’ora di death metal duro e senza troppi orpelli in macchina, ma che difficilmente tornerà spesso nel vostro stereo.



VOTO RECENSORE
65
VOTO LETTORI
80.16 su 77 voti [ VOTA]
Immolazione
Lunedì 12 Maggio 2025, 13.57.36
17
Discreto ma nulla più, il voto ci sta
Masterburner
Sabato 10 Maggio 2025, 20.01.45
16
Non amo molto la voce ma disco piacevolissimo, buon riffing e ritmiche vecchio stile. Il voto ci può anche stare
Il Rude
Venerdì 9 Maggio 2025, 14.43.29
15
Disco \"di mestiere\", certo non fa\' gridare al miracolo, ma cosa ci si può aspettare da una death band se non un cazzo di album di death metal?? Questo disco lo è, e tanto basta! Voto un po\' troppo spietato, un 75 sarebbe stato più giusto.
Aceshigh
Venerdì 9 Maggio 2025, 14.29.36
14
Anche per me il precedente aveva qualcosa in più, ma mi sembra buona pure quest’ultima release. C’è qualche pezzo forse un po’ troppo di routine, ma anche altri assolutamente validi, tipo l’opener, Deviant Spine o Psychosister. Voto 75
Ivan75
Giovedì 8 Maggio 2025, 21.59.19
13
Per me in questo disco mancano pezzi come \"they must die screaming\": brani che sapevano sbatterti in faccia un muro sonoro, riff arroganti, un Ingram maestro assoluto del flow e degli accenti. Manca questo. È un album da sufficienza, ma i tempi della grandezza sono distanti.
LAMBRUSCORE
Giovedì 8 Maggio 2025, 20.25.04
12
Per me -e lo dico da sempre- hanno bisogno di un buon chitarrista solista. Per il resto il loro genere lo sanno fare bene, come in ogni loro album ci sono pezzi che mi piacciono ed altri che mi dicono poco.
Salvo
Giovedì 8 Maggio 2025, 19.17.47
11
No. Il disco merita molto di più. Ascoltatelo più vuolte. Cresce molto con gli ascolti.
Turbozauro
Giovedì 8 Maggio 2025, 13.50.49
10
voto più che giusto. questi ragazzi sanno fare decisamente di meglio.
Skydancer
Giovedì 8 Maggio 2025, 13.46.59
9
Concordo pienamente con la chiusura della recensione. L\'ho ascoltato, ho scapocciato? Sì. Mi sono divertito? Sì. Lo rimetterò su? Boh.
DaveHC
Giovedì 8 Maggio 2025, 12.56.10
8
Da fan, a me piace.... Ma effettivamente rispetto al precedente qualcosa in meno c\'è...
Franco Baresi
Mercoledì 7 Maggio 2025, 23.28.54
7
DISCO BOSIO!!!
Ivan75
Mercoledì 7 Maggio 2025, 22.01.16
6
Sostanzialmente d\'accordo con la recensione. Ho trovato ben pochi passaggi significativi. Sarà che non sono più di primo pelo e nella mia vita ho ascoltato vagonate di dischi, ma ormai album come questi mi lasciano piuttosto indifferente. Solo per die hard fans della band.
Typhon
Mercoledì 7 Maggio 2025, 17.15.08
5
@Saahg le motivazioni della valutazione sono nella recensione, se tu hai argomentazioni e compentenze migliori sei liberissimo di esprimerle e di dimostrarcele. Se il massimo dell\'argomentazione è che dovremmo esaltare alcuni dischi (mediocri) perché siamo circondati da molto peggio, mi sembra pochino. Peraltro mi chiedo, se questo disco vale 75 o persino 80, per i primi tre dischi della band (che sono grandi dischi ma non esattamente capisaldi del genere) dovremmo muoverci oltre il 90? Per me scriptures era da 70/75, questo lo trovo inferiore e tra il 65/70, non vedo dove sia l\'assurdità di questa valutazione, ben motivata nello scritto. Mi concedo anche una polemica: fin quando la community si accontenterà dei compitini, grandi band e major saranno ben contente di offrircene. Fra poco un disco così generico e poco ispirato lo potrà tranquillamente scrivere l\'AI e a molti andrà ancora bene così. Per il resto attendo che mi indichi le lacune che evinci dalla recensione : )
Saahg
Mercoledì 7 Maggio 2025, 16.41.39
4
Con il mare di merda che c\'è in giro, dare 65 a questo album denota gravi lacune in campo musicale per non dire altro.
Tatore
Mercoledì 7 Maggio 2025, 15.23.31
3
Io lo sto ascoltando con grande regolarità da qualche settimana e non mi pare proprio debole come descritto in recensione. Anche il voto lo trovo un bel po\' ingeneroso. Per me si becca almeno un 75
Psycroptic
Martedì 6 Maggio 2025, 22.51.18
2
Ma infatti. Non sarà un capolavoro, ma di certo è un buonissimo album, coerente e potente!
Necrot99
Martedì 6 Maggio 2025, 18.41.57
1
65??? 8 pieno!
INFORMAZIONI
2025
Nuclear Blast
Death
Tracklist
1. A Carrion Harvest
2. Beyond the Veil (of the Grey Mare)
3. Genesis Chamber
4. Deviant Spine
5. Engines of War
6. The Finality of Perpetuation
7. Crawling over Corpses
8. In the Dread of the Night
9. Drought of Mercy
10. Psychosister
11. Ravage of Empires
Line Up
Dave Ingram (Voce)
Peter Rew (Chitarra)
Darren Brookes (Chitarra)
Nik Sampson (Basso)
Giovanni Durst (Batteria)
 
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