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17/06/25
DEFTONES
CARROPONTE, VIA LUIGI GRANELLI 1 - SESTO SAN GIOVANNI (MI)
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13/05/2025
( 3471 letture )
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Un vecchio adagio racconta che non esiste pubblicità cattiva, ma solo pubblicità in senso lato, per cui a prescindere dal modo in cui se ne parla, l’importante è che se ne parli; Tobias Forge deve aver fatto sua questa massima tanto tempo fa, anzi deve averne fatto un vero e proprio stile di vita, in quanto ad ogni nuova uscita discografica della sua creatura, segue un codazzo di odi sperticate e critiche selvagge, dalle quali l’unico che ne esce vincitore è lui in primis ed il nome Ghost subito a seguito. Se volessimo essere oltranzisti a prescindere o semplicemente dei puristi del genere, obiettivamente tante potrebbero essere le critiche da fare al buon Tobias, ma certo non quella di non saper scrivere ottimi brani (pop) e di non saper gestire il marketing necessario, soprattutto in un’epoca social dove l’immagine è tutto. Infatti, da scaltro business man quale è, per ogni uscita discografica, prepara una puntualissima campagna marketing dedicata, che partendo dal rinnovamento visivo del suo personaggio e dei suoi ghouls, fino alle varie immagini e fanart più o meno ufficiali, tiene alto l’interesse verso i Ghost. Anche dal punto di vista della musica il nostro è un attento pianificatore, in quanto ogni uscita discografica nuova (attualmente siamo alla sesta), viene intervallata inevitabilmente con degli EP contenenti cover "ghostizzate", oltre a qualche chicca inedita che spesso avrebbe meritato maggiore dignità su disco, con l’obiettivo, naturalmente, di mantenere alto il livello di attenzione sulla band.
Fatte queste doverose precisazioni, è giunto il tempo di passare a parlare del nuovo nato in casa Ghost, quello Skeletà che di fatto completa la trasformazione della band da fenomeno musicale del nuovo heavy classico (nell’ormai lontano 2010 con l’uscita del debut Opus Eponymous) a gruppo smaccatamente AOR con sonorità che più Eighties non si può; per fare un paragone potete immaginare una splendida falena notturna dalle varie scalature di grigio che piano piano riesce ad andare oltre alla sua natura ed un passo alla volta diventa una splendida e sgargiante farfalla multicolore. Quale sia la migliore delle forme e quale dovesse essere quella giusta al posto di quella attuale, ovviamente non sta a noi dirlo nella misura in cui nonostante la suddetta mutazione, la resa complessiva delle canzoni non è mai venuta meno, quanto meno fino ad oggi. Chiariamo subito un punto, Skeletà è un disco apprezzabilissimo, ben composto, ben arrangiato ed ottimamente suonato e prodotto, ma forse per la prima volta mostra una stabilizzazione sonora e di approccio che nei precedenti dischi non c’era, in quanto si notava sempre una certa progressione rispetto al disco precedente. Certo non mancano i pezzi di livello, tipo l’opener Peacefield, gran pezzo AOR decisamente debitore ai migliori Journey anni 80, oppure la ruffianissima Lachryma, scelta scaltramente come secondo singolo, ma la sensazione generale sembra essere quella di una scelta di mantenimento invece che di progressione, come se per la prima volta Forge avesse deciso di giocare sul sicuro e limitarsi a fare il compitino, consolidando contemporaneamente anche il conto in banca della band. Sia chiaro, i Ghost non hanno mai inventato niente, ma negli anni hanno saputo ben riutilizzare spunti ed idee altrui (nda. qualcuno ha detto Blue Öyster Cult?!) creando ottime canzoni con alcuni picchi di beltà soprattutto nel terzo disco, l’ottimo Meliora uscito ormai due lustri or sono, disco che tra l’altro segnò anche la fine della prima fase della band, in quanto a seguito della sua uscita, ci furono una serie di questioni legali che costrinsero poi Forge a rivelare la sua identità, fino ad allora rimasta nel più assoluto mistero. Detto ciò, i brani apprezzabili (anche se fondamentalmente innocui) sono decisamente tanti, come ad esempio la ballad Guiding Lights, la cadenzata Missilia Amori, la canzone più tipicamente Ghost del lotto, oppure la settantiana Cenotaph, il cui riff iniziale omaggia il sabba nero, per poi aprire alle tipiche melodie ariose della band svedese; da citare anche la più quadrata Umbra, dalla matrice prettamente hard rock e dall’ottimo break centrale con tanto di sfida tra chitarre e hammond, oltre alla supercatchy Marks of the Evil One che ha dalla sua un ritornello super orecchiabile che farà sicuramente sfaceli in sede live. Al di là di quanto sopra riportato, una doverosa menzione va fatta relativamente agli ottimi musicisti di cui da sempre Forge si circonda, capaci di rendere al massimo le idee del mastermind e di arrangiare e colorare ogni brano in maniera decisamente efficace; menzione d’onore va certo ai ghouls addetti alle chitarre, che durante tutta la durata del disco ci regalano soli di ottima fattura, sempre ricercati nelle melodie e sempre ottimamente posizionati, oltre che squisitamente suonati!
Tirando le somme, Skeletà è sicuramente un disco apprezzabile, ma non sarà certo il disco dei Ghost che farà gridare al miracolo (posto che ne esista uno che lo possa fare) e certo non sarà il disco che vi farà cambiare idea sulla band, qualsiasi essa sia: se non li avete mai sopportati, continuerete ad odiarli, se li amavate, troverete plausibilmente tutto quello che cercavate per soddisfare i vostri gusti. Tobias Forge avrebbe potuto osare di più e continuare il lavoro di affinamento ed equilibrio tra luminose melodie easy listening e oscura attitudine rock/metal?Assolutamente sì, ma per onestà intellettuale va pure ricordato che gli stessi ultimi due capitoli della band (Prequelle e Impera) si stavano già allontanando da questo approccio, per cui ciò che abbiamo oggi è semplicemente il seguito di un percorso già consolidato e pianificato, che, con buona pace di tutti, sta comunque portando alla band ed al suo deus ex machina esattamente quello che cercava, ovvero il successo commerciale e radiofonico.
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A me piacciono al pari di tutta la scena svedese odierna, che seguo e apprezzo, ovvero Hard rock e AOR e lì gli inquadro, anche se hanno quel pizzico di doom che gli rende più originali, ma non mi fanno gridare al miracolo. Tolto il carnevale sono una delle tante band svedesi in auge al momento. Carini, interessanti, ascoltabili, come un album dei treat, nestor, heat, europe, insomma musica fatta con maestria. |
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@HeroofSand: concordo, e aggiungo una cosa: il disco cresce in maniera pazzesca, quando ai primi ascolti lo avrei giudicato solo carino. Quando leggo che dal terzo album in poi la sostanza è poca giuro che mi vengono i brividi (senza giudicare i gusti eh, ci mancherebbe), come se scrivere pezzi arrangiati divinamente, ruffiani e al contempo MAI banali fosse più facile che fare suite di 20 minuti o comporre collage di riff intricati. Poi se non piace il genere è un altro paio di maniche, ma io sono anni e anni che non sento un\'abilità del genere in questo ambito, come accaduto da Meliora in su. Per me rimangono una band per cui baciarsi i gomiti |
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Niente da ridire sull\'impatto scenico, il merito che ha Forge è proprio quello di aver creato un immaginario con una narrativa tutta sua e averla resa sempre più accessibile. Come sempre c\'è tanto hype (e lui è stato sempre moooooolto bravo a gestirlo)... ma è dal terzo album che la sostanza è veramente poca con tutte queste derivazioni e ruffianerie a gogo, un approccio diventato anche abbastanza ridondante da parte loro. Nel complesso li trovo abbastanza sopravvalutati. |
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Sono contento di leggere, per la maggior parte, commenti positivi, ergo la gente non si è basata solo sulla solita apparenza ma ha ascoltato il disco piu a fondo. Questo perché, secondo me, questo album cresce ad ogni ascolto e sono molto contento di cio. Meno diretto in alcuni brani come Umbra o la conclusiva (che non mi ha preso), senza una hit assoluta come Rats, Spillways o Life Eternal, ma pieno di canzoni di assoluto livello che sfiorano il melodic rock e fanno centro. Forse, nel complesso, uno dei loro dischi meno impattanti per chi ha amato i vecchi Ghost, anche perché si sentono delle auto citazioni che non avevo mai sentito. Però per chi, come me, ha amato anche i dischi post Meliora, sará difficile non canticchiare certi ritornelli. Per me Peacefields, Satanized, Cenotaph e la splendida Guiding Lights apici del disco. Menzione d\'onore come sempre agli strumentisti pazzeschi ed al batterista, amo sempre il lavoro che fanno i batteristi dei Ghost sia in studio che live, con soluzione varie e splendide all\'orecchio |
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Sono anche io della parrocchia che ritiene gli album da Meliora in poi superiori per songrwiting ai precedenti. Penso che Meliora e Prequellle siano stati gli apci compositivi della band, Impera e Skeletà sono godibili ma li ritengo un poco ripetitivi..si è persa un pò la profondità dei testi a favore di una ripetizione di strofe sicuramente catchy ma senza grnde impatto emotivo. Ero presente a Milano, per la terza volta, e l\'esperiena senza telefoni è stata meravigliosa. Ogni loro pezzo live, rende 100 volte di più. |
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@Christian Princeps, totalmente d accordo.
La particolarità che caratterizzava davvero i Ghost dei primi 3 dischi si è persa, a questo punto è chiaro quanto fosse importante l vecchia band per determinare quello stilo.
Come è anche chiaro,purtroppo, che se avessero continuato così nn avrebbero le arene piene di ragazzine ,
Quindi i numeri danno ragione a loro,o meglio, al solo Tobias, a giudicare anche dai commenti qui. |
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I primi tre dischi sono meravigliosi, oscuri e fascinosi. Uno dei momenti più alti (musicalmente parlando) del decennio scorso ; \"Prequelle \" ha rappresentato un punto di non ritorno, la musica è diventata troppo semplice e non particolarmente originale. Naturalmente sia \"Prequelle \" che \"Impera\" rimangono dischi discreti, ma rimane l\'amaro in bocca visto le premesse. Questo \"Skeleta\" è sulla scia degli ultimi due dischi, ma meno ispirato, quindi direi che sia la cosa peggiore incisa da loro finora.
Ovvio , il mio è solo un parere, sono consapevole che si tratti di un gruppo molto divisivo, non ho la pretesa di essere portatore di verità assolute , rispetto anche i giudizi agli antipodi rispetto ai miei. |
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Confermo le ottime impressioni, gran bel disco |
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È più un\'imprecazione che una bestemmia... |
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...il commento 25 andrebbe cancellato...un celebroleso.. .dai..... |
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Che Cristo é sto schifo? |
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I soliti virtuosismi del ca... 😀 |
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Comunque, per la cronaca, i soli di chitarra sono di un certo Fredrik Åkesson (Opeth)... |
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La sagra dello sterco continua. |
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@brus: ci mancherebbe, buon per te come dice Franco Baresi, per me il livello di songwriting da Meliora in su non ha proprio paragoni rispetto alle canzonette dei primi due. A ognuno il suo! |
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X me è un bel disco da 80 ,molto meno heavy e più sonorità anni 80 ,ma lo si ascolta con piacere , forse l\'ultima track non mi piace |
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@brus: beh, ognuno ha la sua visione delle cose no? Per te i migliori sono i primi due, per (molti) altri sono i più deboli. Non ci vedo niente di strano né niente di male. |
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I migliori sono proprio i primi 2 album più Meliora, la vecchia band in sostanza, i veri Ghost dell\'inizio, poi sono diventati un progetto solista di Tobias.
I pezzi crack sono Year zero, monstrance clock,con clavi,ritual,he is, cirice e del nuovo corso potrei mettere square hammer, rats, miasma e poco altro.
se missilia amori e marks sono delle hit,mah. |
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Lo ascolto da 3 settimane, e continua a crescere. Non sarà al livello dei tre precedenti (i primi due neanche li paragono perche vengono schiacciati da tutto quello che è venuto dopo) ma è quello che sto ascoltando di più in assoluto dei loro dischi. Boh, chi dice che mancano pezzi \"crack\" forse non ha sentito Missilia Amori o Marks of the Evil One, che sono hit semplicemente perfette. Penso proprio che non accantonerò un bel nulla, perché è l\'ennesimo disco bellissimo della band. Complimenti veramente. |
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Se leggo rock penso agli U2 i ai Litfiba, qua ci sta davanti un hard grosso come una casa, le chitarre sono prettamente metal assoli compresi, anzi mi sembrano pure induriti tipo in guiding lights dove sembrano le galoppate maideniane. Per il resto mi accodo ai giudizi positivi, disco ottimo |
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È il disco più consumabile che abbiano fatto, belle melodie ecc. ma dopo un po di ascolti sembra tutto troppo \"facilone\".
Passata la sbronza del nuovo disco vi ritroverete poi ad accantonarlo e a tirare fuori Meliora o prequelle.
Chi li considera POP oggi hanno ragione a dirlo, non che sia importante .
Peccato perché i primi 3 album erano originali e freschi ma ora sono pieni di cliché hard and heavy anni 80 .
Una volta non mi sarebbero mai venuti in mente,ascoltandoli, i bon jovi o i journey, anzi tutt\'altro e se mi avessero detto che un giorno ai loro lives ci sarebbero state delle 15enni con le madri a intonare \"hail satan\" su year zero con il peluche di cardinal copia in braccio lo avrei preso per pazzo.
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Passo indietro rispetto ai due album precedenti. |
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Da fan dei Ghost devo dire con dispiacere ma onestamente che questo disco mi ha deluso. Non è questione di Aor o meno, a me piace l\'aor, ma Skeletá è un brutto album a prescindere dal genere. Se Prequelle era stato l\'apice di un certo modo di intendere il progetto Ghost, iniziato con Meliora, e Impera un passo indietro, (per me ,si intende) qui siamo di fronte ad uno scivolone. Inutile dire che il \"confezionamento\" è ottimo: la produzione e tutto il contorno funzionano sempre, ma mancano i pezzi crack. Salvo i primi tre estratti: Peacefield (grazie Journey), Lachryma, supercatchy ma vincente (quel ritornello non si stacca dalla testa) e Satanized, che ho rivalutato con gli ascolti. Poi il duetto chitarra/tastiera in Umbra e qualche assolo di chitarra qua e là. Le due ballad sono stucchevoli , lontane anni luce dal fascino oscuro di He is e Life eternal. Discorso diverso per il live : li ho visti per la quarta volta il 4 maggio ed è stato
bellissimo (azzeccato l\'esperimento senza telefoni). Per me 58 |
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Io lo sto aspettando nel suo formato fisico. Quindi mi limito agli ascolti in rete. E mi piace. Al momento non so dire in che misura rispetto agli altri che l\'hanno preceduto. E continuo a pensare che siano gli unici eredi dei Blue Oyster Cult |
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Per me, un passo di lato rispetto al precedente: senza particolare evoluzione, senza doppi sensi malefici e senza rinunciare a melodie sfacciate, si affranca comunque da qualche passaggio troppo solare e quasi stucchevole di Impera. Strepitosa Umbra, davvero ben riuscite Cenotaph e De Profundis Borealis che recupera il mood dei primi album. Forse il peggiore disco dei Ghost, ma comunque un altro centro. Voto 76. |
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piú vicino all\'80 che al 70, va giú come acqua fresca, e la pacchianissima Lachryma non mi esce dalla testa. bravi. |
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Concordo con i vari commenti di Lux, Shock e hard n\' heavy, disco splendido che cresce ad ogni ascolto e anche se inizlamente non sembra resta serenamente sul livello dei 3 splendidi predecessori. Non solo non è il loro peggior disco, ma uno dei loro migliori in assoluto. Ancora applausi per Forge |
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All\'inizio ero perplesso riguardo questo album, non mi aveva preso come tutti gli altri. Invece a forza di ascoltarlo è venuta fuori la bellezza di un disco in cui, come al solito Tobias, riesce a scrivere una serie di canzoni che dopo un pò ti trovi a cantare e non ti escono più dalla testa. Per me il top sono Marks of the Evil One e Umbra, quest\'ultima con una parte strumentale assolutamente straordinaria. Non sarà il loro miglior disco, ma cavoli se è bello. |
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Premettendo che i gusti son gusti per me Ghost - Skeletá è un capolavoro dall\'inizio fino alla fine, tutte canzoni bellissime e nessun filler. Il mio voto è 90 su 100, Tobias Forge è un genio!!!! |
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5
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Indubbiamente il loro peggior album |
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A differenza degli sleep token, sono meno odiati e molto più apprezzati dai metallari, rappresentano quell\'ascolto disimpegnato ma con caratteristiche che possono apprezzare. |
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Concordo pienamente con i due commenti precedenti. Al netto delle inutili polemiche, è una band che merita tutto il successo che sta avendo. Visti live due settimane fa all\'Unipol di Assago ed è stato un grande evento. |
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Mi aspettavo un voto sul discreto andante, e lo posso comprendere. Per quanto mi riguarda ai primi ascolti lo ritenevo inferiore ai due/tre splendidi precedenti (si, per me i Ghost migliori iniziano da Meliora), poi devo dire che con passaggi ripetuti l\'apprezzamento sta salendo tantissimo ed è l\'ennesimo disco splendido. Delle questioni metal/non metal, pop/non pop me ne frego altamente, anzi da grande estimatore di melodic rock della golden age non posso che riconoscere che pochissimi sanno scrivere hit devastanti che trasportano quel mood anni 80 (perché i Ghost non fanno a.o.r., sia chiaro) nei tempi odierni senza farlo puzzare ne di vecchio ne di eccessivamente moderno come il fenomenale Forge. Songwriting devastante, arrangiamenti perfetti come sempre. Per me ennesimo disco che non riesco da una settimana a togliere dallo stereo. Il mio consiglio, gusti permettendo ovviamente, è di dedicargli del tempo: crescerà moltissimo. Band di serie A che merita tutto il successo che sta avendo: i detrattori si mettano il cuore in pace. |
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C\'è poco da fare. Al netto della confezione, il contenuto è sempre stato apprezzabile. Tobias sarà pure il campione indiscusso della fiera del paraculo, ma, cavolo, sa scrivere e come! Questo disco è pieno di belle canzoni, ben strutturate e coinvolgenti...non è Metal? Ma quando mai lo sono stati i Ghost?! Non hanno inventato nulla, prendono a badilate da gruppi di 50 e 40 anni fa (ma lo fanno anche colleghi molto più blasonati), ma lo fanno bene, e a me basta quando ho voglio di ascolti leggeri ma non banali. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Peacefield 2. Lachryma 3. Satanized 4. Guiding Lights 5. De Profundis Borealis 6. Cenotaph 7. Missilia Amori 8. Marks of the Evil One 9. Umbra 10. Excelsis
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Line Up
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Papa V Perpetua (Voce) Nameless Ghoul Fire (Chitarra Solista) Nameless Ghoul Phantom (Chitarra Ritmica) Nameless Ghoul Wind (Tastiera) Nameless Ghoul Water (Basso) Nameless Ghoul Earth (Batteria) Nameless Ghoul Male & Female (Cori, Tastiera)
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