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17/06/25
DEFTONES
CARROPONTE, VIA LUIGI GRANELLI 1 - SESTO SAN GIOVANNI (MI)
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The Haunted - Songs of Last Resort
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29/05/2025
( 1400 letture )
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Era da un bel pezzo che i The Haunted non si facevano più sentire. Più precisamente dal lontanissimo 2017 (sembra davvero una vita fa), data di uscita del loro ultimo full-lenght, Strength in Numbers. Mai così tanto tempo era trascorso tra un'uscita e l'altra della band di Göteborg, malgrado una carriera non sempre lineare, ma costellata da pause e avvicendamenti della line-up. Eppure, gli svedesi sembrano avere la ferma intenzione di dimostrare che nulla è cambiato. È, almeno, la sensazione che traspare dall'ascolto del nuovo Songs of Last Resort, disco numero dieci della creatura svedese.
I Nostri si ripresentano con la stessa formazione degli ultimi due lavori, nella quale troviamo ben tre membri originali su cinque, il rodato singer Marco Aro e il chitarrista e youtuber Ola Englund. Come anticipato, gli otto anni di silenzio vengono spazzati via sin dai primi secondi del platter. Il singolo Warhead apre le danze, mettendo subito in chiaro che il tempo non ha minimamente scalfito la macchina da guerra svedese. Massiccio, rasposo e dannatamente potente, il brano restituisce un gruppo in piena forma e sprigiona una buona dose di energia. L'inconfondibile miscuglio di thrash, groove e melodic death svedese brucia con intensità anche nelle successive In Fire Reborn e Death to the Crown, due brani brevi e semplici e, proprio per questo, decisamente riusciti. Il primo si distingue per una progressione dal sapore melodeath, mentre il secondo non concede nessuno spiraglio alla melodia, pestando dall'inizio alla fine. Un po' il contrario di To Bleed Out, prima "apertura" del disco; il gruppo opta in quest'occasione per un approccio ampio e avvolgente, sciogliendo parzialmente la forza d'urto dei primi episodi, senza rinunciare al consueto substrato roccioso. Anche la breve Blood Clots sceglie una via leggermente più elaborata, grazie ad un riffing dilatato e inquietante, che potremmo quasi definire atmosferico. Si tratta comunque di eccezioni; il resto della tracklist segue la via indicata dai primi brani in scaletta -ovvero un attacco frontale continuo, veloce e parecchio incazzato. Ne sono esempio l'ottima Unbound, tutta attraversata da gelidi afflati chitarristici, probabilmente uno dei migliori episodi del disco, così come Through the Fire, ritmata e furibonda, o ancora Salvation Recalled, che mette nuovamente in luce il retaggio gotemburghese del Quintetto. Collateral Carnage rallenta invece parzialmente i ritmi, in favore di un granitico andamento controllato. I due ultimi episodi del lavoro, Labyrinth of Lies e la title-track, portano questo discorso all'estremo, abbandonando completamente la velocità in favore di un incedere lento e soffocante, groovy nel primo caso quanto malsano -e un po' sfilacciato- nel secondo. Una conclusione un po' sottotono per un disco globalmente schietto ed impattante.
Gli episodi più cadenzai sono, in effetti, i più deboli dell'album, il quale si dimostra davvero efficace quando la velocità di crociera resta elevata. Per nostra fortuna, il Quintetto si mantiene su questi territori per la maggior parte del lavoro. Questo si lascia ascoltare d'un fiato, grazie a durate ristrette, perfette per incanalare la furia e l'energia, alquanto notevoli, evocate dal gruppo. Spicca la coesione tra membri, la cui prestazione si rivela chirurgica ma mai sopra le righe, sempre posta al servizio dell'insieme. In effetti, la band non perde mai di vista la forma-canzone, limitando gli orpelli e puntando tutto sull'impatto, ciò che rappresenta un altro grande punto positivo del platter. Merita infine una menzione la prestazione vocale di Marco Aro, che aggredisce la pulsante strumentale con convinzione e parecchio carisma. Certo, Songs of Last Resort non aggiunge molto a quanto già espresso dai The Haunted, ma fa ottimamente il suo lavoro e mostra che i Nostri hanno ancor qualcosa da dire. In altri termini, il disco non delude affatto le aspettative.
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3
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Gruppo che con i primi due album, a mio parere, ha scritto pezzi di storia del death/thrash, vette mai più raggiunte...tra l\'altro due album eccezionali con due singer diversi. Sempre nel cuore i The Haunted, un ascolto mi sembra d\'obbligo |
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2
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@velvetanubi: Sì, è Ola \"Will It Chug?\" Englund, fondatore del brand di chitarre Solar Guitars, ex endorser di Washburn. |
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1
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ma il chitarrista è quello che posta una fraccata di video su youtube dove prova chitarre e ampli a profusione??? |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Warhead 2. In Fire Reborn 3. Death to the Crown 4. To Bleed Out 5. Unbound 6. Hell is Wasted on the Dead 7. Through the Fire 8. Collateral Carnage 9. Blood Clots 10. Salvation Recalled 11. Labyrinth of Lies 12. Letters of Last Resort
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Line Up
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Marco Aro (Voce) Patrik Jensen (Chitarra) Ola Englund (Chitarra) Jonas Björler (Basso) Adrian Erlandsson (Batteria)
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