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16/07/25
SATCHVAI BAND
ARENA SANTA GIULIANA - PERUGIA
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Yngwie Malmsteen - Tokyo Live
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22/06/2025
( 2457 letture )
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Pochi chitarristi viventi possono considerarsi delle vere e proprie leggende, a prescindere dai gusti musicali e Yngwie Malmsteen sicuramente occupa un posto nell’Olimpo degli dei della sei corde assieme a , Al Di Meola, Michael Schenker, Steve Vai e Joe Satriani. Tra questi grandi nomi Malmsteen è sempre stato il più ingombrante, dato l’ego smisurato e la vita sopra le righe che ne ha contraddistinto specialmente la prima parte di carriera tra stravizi e una collezione molto ampia di macchine di lusso e mogli, passioni che non hanno tuttavia mai superato quella smodata per la chitarra e per uno stile inconfondibile e neoclassico, capace negli anni di mescolare le influenze hard rock da Jimi Hendrix>, e Rainbow con la musica classica, specialmente la più barocca dei maestri Antonio Vivaldi, Niccolò Paganini e Johan Sebastian Bach. Vero prodigio sin da ragazzino, Yngwie lasciò Stoccolma per gli States da teenager dove si fece subito notare per tecnica e personalità con i primi lavori con Steeler e Alcatrazz, prima di intraprendere una lunga e prolifica carriera, con moltissimi alti nella prima parte e più di un’ombra nella seconda, come confermato dalla serie di capolavori sciorinati negli anni Ottanta e Novanta, accompagnato da musicisti e soprattutto cantanti di prim’ordine come Jeff Scott Soto, Joe Lynn Turner, Mark Boals, Goran Edman, Mats Leven, Mike Vescera e Doogie White, seguiti poi da una serie sempre meno convincente e a tratti stucchevoli di lavori solisti in cui la vena accentratrice e dispotica di Yngwie ha preso definitivamente il sopravvento.
Questo Tokyo Live è un album dal vivo (il quarto dell’ampia discografia del maestro dopo Trial By Fire del 1989, Double Live del 1998 e Spellbound del 2014), tratto dal tour celebrativo dei quarant’anni di carriera solista e registrato l’11 maggio 2024 allo Zepp DiverCity di Tokyo. La versione LP e quella CD riportano la stessa sequenza di brani: 17 tracce sul primo disco e 13 sul secondo, per un totale di 30 brani dal vivo e oltre un’ora e mezza di musica ininterrotta, in cui la scelta è ricaduta prevalentemente sull’inclusione di brani strumentali o brevi estratti da classici, estrapolati solo per alcuni frangenti, anche per l’assenza voluta di un singer di ruolo in formazione, con le parti vocali direttamente interpretate da Malmsteen, dotato di un timbro aggressivo e piuttosto sgraziato, o dal tastierista Nick Marino, specialmente per le partiture che richiedono tonalità più alte. Se Malmsteen infatti appare in grande forma, sia fisica (molto meglio di quando aveva trent’anni grazie a uno stile di vita più sano e moderato imposto dall’attuale moglie April) sia strumentale grazie a una tecnica fluidissima e raffinata negli anni, l’assenza di un grande vocalist limita il repertorio offerto in questo live e lo focalizza volutamente su virtuosismi in cui le innumerevoli Stratocaster e il muro di Marshall portati in tour sono messi a fuoco e fiamme in un vero assalto alla chitarra! L’album attraversa bene l’ampia discografia da un punto di vista prevalentemente strumentale, con i classicissimi Far Beyond the Sun, Evil Eye, Trilogy e Brothers in grado di emozionare, così come gli omaggi a (Paganini’s 4th) e Albinoni (il celebre Adagio) mostrano come il vibrato di Malmsteen sia superlativo ancora oggi. Non mancano anche episodi più recenti e musicalmente meno convincenti rispetto ai classici del passato, come Rentless Fury, Wolves at the Door e (Si Vis Pacem) Parabellum, e brevi estratti cantati da brani come l’iconica Risin’ Force, l’esplosiva Seventh Sign, la dolce ballad Like an Angel, la straordinaria You Don’t Remember, I’ll Never Forget o la conclusiva - sparatissima - I’ll See the Light Tonight, che mettono in mostra alcune difficoltà vocali ma che tuttavia confermano come il live sia diretto e davvero poco ritoccato e che l’energia emanata è davvero tanta. Nota di menzione anche per due cover sparate nella scaletta a iniettare ulteriori dosi di hard rock incontaminato, vale a dire Hiroshima Mon Amour dal periodo e una tirata versione di Smoke on the Water dei Deep Purple, in cui Yngwie gioca nel doppio ruolo vocalist e funambolico asso della sei corde, così come un applauso lo merita la sezione ritmica precisa, pulita e pulsante di Emilio Martinez al basso e Kevin Klingenschmid alla batteria, che costruiscono una solida cornice per gli interminabili virtuosismi di Malmsteen e, a tratti, anche Marino alle tastiere. Ben riuscito anche il breve ma intenso sipario acustico, da sempre punto di forza esecutivo di Yngwie, che con Acoustic Cadenza e la strepitosa Black Star tiene molto alta l’attenzione del pubblico nipponico.
Tokyo Live è un manifesto oggettivo, intenso e senza ritocchi di quello che è Yngwie Malmsteen dal vivo oggi, un eroe del virtuosismo e della performance tecnicamente mozzafiato. Un disco potente e a tratti spettacolare, consigliatissimo ai fan di Yngwie e agli amanti dei guitar heroes e della musica neoclassica, da avere se non altro per rendere omaggio a una carriera così lunga e tenace, oltre che una spanna sopra alle ultime deludenti uscite in studio. E a sessantadue anni l’energia sprigionata è davvero sorprendente e coinvolgente.
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16
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Ma perché, i voti servono? |
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Sarò fissato, ma 77 a questo schifo e solo 75/80 a Eclipse/Fire & Ice mi fa capire che ormai tutto vale tutto e non riesco a starci più dietro.
Bleah.... |
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14
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Non fa più album come si deve , manca di fantasia, purtroppo non lo ascolto più. |
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13
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Ormai obsoleto... E con una band di supporto vomitevole |
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Da quando decise d autoprodursi il suono dei suoi dischi é quasi sempre stato penoso, al limite del criminale. Com’è questo? Per il resto, dischi validi ne ha fatti fino ad un certo punto, diciamo fino ad attack!, forse unleash the fury, poi per me si é attestato sulle mediocrità totale. Senza cantante poi….e che cantanti che ha avuto…. |
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11
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mi piace tutto fino a relentless. da quando ha abbandonato i cantanti i suoi live mi annoiano a morte e i dischi pure e la registrazione di questo penso di non recuperarla nemmeno
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10
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Sicuramente piacerà a chi suona la chitarra....ma per i comuni mortali come me stufa parecchio ...sempre le solite scale e i soliti assoli che ripete dal 1985 |
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9
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Della sua produzione per me l\'unico disco piacevole è Rising Force, all\'epoca fu innovativo, e poi l\'EP con gli Steeler, ma x collezionismo. |
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Figa il Maestro - ancora oggi grande |
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In realtà il problema è stato da quando ha deciso di autorprodursi e di fare tutto da solo. Poi certo non si è mai osato minimamente a cambiare un pò la sua proposta. |
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Dimenticavo Owens  |
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@Enzo, quindi per te i dischi con Soto, Boals, Vescera, Levèn, White, sono da buttare? |
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4
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Quando aveva i cantanti bravi (Joe Lynn Turner,Goran Edman)ha fatto dischi di ottimo spessore , poi per quanto mi riguarda sempre le stesse cose.Adesso si è messo anche a cantare , gran pessima idea.Gli unici dischi da avere sono quelli con i cantanti di cui sopra. |
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Il disco e’ notevole, praticamente quasi tutto strumentale e visto che non ha un cantante ci sta - sonato alla grande |
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@d.r.i. Sì non è male ma stava meglio senza i basettoni. |
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1
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A me lui piace che devo dire, voto corretto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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CD 1
1. Rising Force 2. Top Down Foot Down 3. No Rest For The Wicked 4. Soldier 5. Into Valhalla 6. Baroque & Roll 7. Like An Angel 8. Relentless Fury 9. Now Your Ships Are Burned 10. Wolves At The Door 11. Hiroshima Mon Amour 12. (Si Vis Pacem) Parabellum 13. Badinere 14. Paganini’s 4th 15. Adagio 16. Far Beyond The Sun 17. Arpeggios From Hell
CD 2
18. Seventh Sign 19. Toccata 20. Evil Eye 21. Smoke On The Water 22. Trilogy‑Vengeance 23. Cadenza 1 24. Brothers 25. Fugue 26. Cadenza 2 – Grand Finale 27. You Don’t Remember I’ll Never Forget 28. Acoustic Cadenza 29. Black Star 30. I’ll See The Light Tonight
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Line Up
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Yngwie Malmsteen (Chitarra, Voce) Nick Z. Marino (Tastiere, Voce) Emilio Martinez (Basso) Kevin Klingenschmid (Batteria)
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RECENSIONI |
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