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16/07/25
SATCHVAI BAND
ARENA SANTA GIULIANA - PERUGIA
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Cammie Beverly - House of Grief
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24/06/2025
( 813 letture )
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A un solo anno dall’uscita di Where Gods Fear to Speak a nome Oceans of Slumber, si riaffacciano sulle scene discografiche i coniugi Beverly, questa volta per la pubblicazione dell’album solista di Cammie Gilbert che, dal 2021, anno del matrimonio, ha adottato il cognome del marito Dobber Beverly, membro fondatore della band madre. L’idea di dare ulteriore spazio e risalto alla splendida voce di Cammie Beverly in ambiti diversi dal metal non era certo nuova, ma con l’intensa attività sia discografica (cinque album in nove anni) che dal vivo degli Oceans of Slumber, solo nel 2025 è stato possibile dare alla luce il debutto della cantante, intitolato House of Grief. Eppure, le sette canzoni che lo compongono erano già state scritte e registrate addirittura nel 2018, ma solo nella seconda metà del 2024, con la gravidanza di Cammie Beverly e la conseguente pausa dell’attività dal vivo, si è trovato il tempo per poter rielaborare e ripulire i brani di House of Grief e infine pubblicarli tramite la label indipendente Icon Creating Evil Arts. Un lavoro introspettivo che vede i coniugi occuparsi di tutti gli strumenti in un’atmosfera intima e raccolta, senza interazione alcuna con altri musicisti.
Già nella sua durata di soli ventisette minuti, è chiaro come House of Grief miri all’essenziale, ad una struttura delle composizioni scarna con arrangiamenti lo fi ridotti al minimo, nei quali la voce di Cammie dev’essere l’unica ed indiscussa protagonista. Chi si avvicina all’album avendo in mente il prog metal sontuoso e ricco di influenze e derive degli Oceans of Slumber, non può che rimanere deluso, perché troverà al suo interno brevi e soffuse perle pop, tinte di soul e blues. Una prima sezione, con la title track in apertura e la successiva For the Sake of Being, riesce a far convergere il trip hop dei Portishead e il blues intriso di sangue e dolore degli stati del sud degli Stati Uniti; i testi scelgono la via della poesia, della metafora, evitando accuse e slogan diretti e brutali. La musica di House of Grief non cerca il confronto e non punta mai il dito, rifugiandosi in una vibrante narrazione di quegli eventi e quelle trame che colmano nel tempo l’animo umano di dolore, risentimento e rimpianto. Addirittura, nelle centrali Running e Parafin si arriva ad una destrutturazione quasi totale delle composizioni; gli accompagnamenti strumentali spariscono quasi in toto, lasciando sospese nell’aria tenui note di pianoforte, mentre la voce di Cammie Beverly mostra quella versatilità assoluta che ha reso grandi e significativi gli Oceans of Slumber. A volte soave, a volte potente, il canto colpisce dritto al cuore, andando ad infrangere quelle barriere emotive erette nel tempo e arrivando a parlare direttamente al nucleo più emozionale e primigenio di chi ascolta. In alcuni momenti non servono nemmeno le parole, quando la cantante texana si lancia in vocalizzi e modulazioni che affondano nel gospel e nel canto religioso degli schiavi degli Stati Confederati. C’è spazio per un elegante dream pop più canonico in Another Room e nella conclusiva soffusa Kiss the Moon, mentre Rivers, si distingue per l’uso della chitarra folk ad introdurre una canzone crepuscolare figlia illegittima del delta blues e del southern gothic. Come dichiarato dalla stessa Cammie Beverly, l’House of Grief del titolo, la casa del dolore, non è che il corpo e l’animo umani, colmati e a volte profanati dagli eventi traumatici e dolorosi che segnano l’esistenza. Pur adottando una poetica fortemente simbolica, l’album è pieno di riferimenti mai espliciti alla vita della cantante: l’essere neri in uno stato come il Texas, non certo famoso per tolleranza e apertura culturale, la famiglia fortemente religiosa e le diverse confessioni cristiane dei due genitori, una vita imbavagliata da dogmi e doveri dettati da una fede oltranzista e infine la morte del padre nel 2014, allo stesso tempo trauma doloroso e inizio di un’esistenza più libera e indipendente. House of Grief è un album potente perché mette a nudo l’animo di una donna che ad un certo punto ha deciso, attraverso la propria arte, di dare voce a tutte quelle sfumature di dolore e lutto che ne hanno segnato e condizionato i primi anni di vita, ma che allo stesso tempo sono stati l’elemento scatenante della propria musica ed arte. Cammie Beverly ha ammesso che è stato necessaria una buona dose di coraggio per pubblicare canzoni così profonde ed introspettive, ma a spingerla a compiere questo passo è stata la volontà di condividere ricordi ed esperienze con chi, vivendo situazioni simili, non ha la voce né la capacità di esternarli. La catarsi attraverso la musica chiude un ideale cerchio benefico che lega indissolubilmente artista e ascoltatore nel reciproco sollievo.
House of Grief, nonostante strutture solo accennate e una musicalità sfumata e cangiante, colpisce con suadente dolcezza e rievoca ricordi e sentimenti che si credevano sopiti. Nonostante un’intrinseca semplicità, è un album che necessita di attenzione e dedizione per andare oltre a canzoni comunque tutte di buonissimo livello, e naufragare in un mare di emozioni primigenie e veementi. Il limite e contemporaneamente il pregio di House of Grief è che non è un album per tutti, e sicuramente una schiera dei fan degli Oceans of Slumber storcerà il naso e passerà oltre, senza dargli nemmeno un’occasione, nemmeno un ascolto. In questo senso colpisce un’osservazione della stessa Cammie Beverly riferendosi ad un album così diverso nella discografia degli Oceans of Slumber come Starlight and Ash, caratterizzato proprio da un deciso allontanamento dai suoni progressive e metal preponderanti nella produzione discografica precedente: sia i dirigenti della Century Media che una parte della critica faticarono infatti a collocare un album con quelle determinate caratteristiche, quasi in panico nel non trovarsi tra le mani un prodotto prevedibile e “marketabile”. House of Grief è al contrario un’opera pura e incondizionata, libera dalle leggi di mercato e dalle mode del momento in ambito musicale, una creazione artistica che nasce dalle ombre più profonde e inquiete dell’animo umano. E ci piace pensare che sia stato un primo e coraggioso passo verso la guarigione spirituale, che abbia condotto Cammie Beverly ad una ritrovata serenità, per poter infine compiere quel passo così meraviglioso e spaventoso allo stesso tempo: diventare madre di una bambina, Amber Ruth Beverly.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. House of Grief 2. For the Sake of Being 3. Running 4. Parafin 5. Another Room 6. Rivers 7. Kiss of the Moon
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Line Up
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Cammie Beverly (Voce) Dobber Beverly (Batteria, Chitarra, Pianoforte, Tastiera)
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RECENSIONI |
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