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26/06/2025
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Passato a testa alta ed in ottima forma fisica l’impressionante traguardo dei 40 anni di carriera, era tempo per i Sodom di dare in pasto ai fan qualcosa di più di una pur solida compilation -rilasciata per celebrare il succitato anniversario- e un paio di EP più o meno trascurabili. A maggior ragione vista la qualità dell’ultimo Genesis XIX, il quale dimostrava che la band non si era adagiata sugli allori, ma era ancora capace di mordere e di entusiasmare. Un exploit che ha sicuramente ingrandito le aspettative, nutrite dalla lunga attesa -quasi cinque anni sono passati da allora- e dal fatto che, comunque la si giri, un nuovo album inedito dei Sodom resta un piccolo evento.
The Arsonist si presenta dietro ad una copertina inquietante e di sicuro effetto, che richiama immediatamente alla memoria quella del notevole M-16. Non è un caso: così come l’album del 2001, anche il nuovo nato esplora il tema della guerra del Vietnam, anche se solo parzialmente. Il disco si ripresenta con la stessa line-up sfoggiata sull’ultimo, nella quale spicca il redivivo chitarrista Frank Blackfire, affiancato dai più giovani Yorck Segatz (chitarra) e Toni Merkel (batteria). Tutti i musicisti hanno partecipato alla stesura dei brani, indica la nota stampa, ma ciò non ha particolarmente influito sul risultato finale. D'altronde, nessuno si aspetta grandi novità dai Sodom, specialmente in questo ultimo periodo e dopo quarantatré anni di onorata carriera. Da questo punto di vista, The Arsonist non riserva -per fortuna- nessunissima sorpresa.
Dopo la breve title-track, che fa maggiormente pensare a Dune che al Vietnam, Battle of Harvest Moon apre le danze nel migliore dei modi. Il brano attacca a testa bassa, tenendo i battiti relativamente altri prima di concedersi un lento stacco centrale. Spicca la sanguinosa produzione, la potente sezione ritmica e la voce del frontman, più acida e ruvida che mai -un vero marchio di fabbrica. C'è poco da dire, il tutto suona innegabilmente Sodom al 100%: quel thrash metal squadrato e potente, diretto e senza fronzoli che abbiamo imparato ad amare negli ultimi quattro decenni. La seguente Trigger Discipline ricalca la ricetta della precedente dopo un breve ed ingannevole avvio atmosferico, così come The Spirit That I Called, Sane Insanity o ancora Witchhunter, dedicata all'omonimo batterista (all'anagrafe Christian Dudek), deceduto nel 2008. Il disco non vive però solo di velocità; malgrado la cadenza globale alquanto elevata, la varietà trova comunque il suo spazio tra i solchi del lavoro. Scavenger abbassa per esempio nettamente i tempi, optando per un approccio malsano e avvolgente, ed anche A.W.T.F. -volta ad omaggiare il defunto fondatore dei Tank, Algy Ward- mantiene un andamento tutto sommato controllato. Si può dire la stessa cosa di Twilight Void, aperta da velenose progressioni chitarristiche armonizzate (sembra a tratti di sentire l'inizio di South of Heaven), o di Obliteration of the Aeons, brano cadenzato e marziale capace di generare una buona dose di groove. In Gun Without Groom pulsano al contrario le piacevoli influenze hardcore sempre in agguato nel sound dei Nostri, e che caratterizzano anche il singolo Taphephobia, il quale alterna sapientemente momenti a briglia sciolta a passaggi più cadenzati. Vale infine la pena citare la conclusiva Return to God in Parts, brano solidissimo e piuttosto ispirato che permette di mostrare tutta la possanza di cui il combo tedesco è capace.
Nel corso dell'ascolto, la band esplora dunque le diverse dimensioni che caratterizzano il proprio sound, senza strafare né mai uscire dal seminato. Se, come detto, nessuno si aspettava o si augurava sorprese, i brani del disco scorrono via quasi troppo facilmente, faticando a lasciare il segno. In altri termini, manca la forza dirompente presente su Genesis XIX, ancora capace di riproporre un sound collaudatissimo in maniera fresca ed efficace. Intendiamoci, i brani di The Arsonist sono ben congegnati ed ottimamente eseguiti, in alcuni passaggi anche piuttosto esaltanti. Nessuno può negare il tocco e il savoir-faire dei musicisti coinvolti, ma l'opera nel suo insieme suona un po' troppo manierista, scolastica. Come se i Sodom avessero voluto scrivere un album dei Sodom, ma senza metterci davvero il cuore e la passione necessari. The Arsonist non è un brutto disco, ma i Nostri hanno saputo fare molto meglio, anche in tempi recenti. La scelta di prendersi una pausa dai tour, confermata dallo stesso Angelripper in queste settimane, può far planare un'ombra sul futuro del gruppo. Speriamo che la band possa sferrare un colpo di coda di diverso calibro quando si tratterà di porre definitivamente fine alla sua leggendaria carriera.
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buon disco di thrash teutonico, qualche caduta di stile, ma in generale si difendono ancora bene. come per i kreator le migliori cartucce ormai sono andate, ma respect, picchiano ancora duro ...Sara\' ma a me piacciono di piu con una guitar |
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Nah, io non l\'avrei buttata sulla nostalgia, li avrei asfaltati e basta Vabbè, cazzate a parte, lascio lo spazio agli altri. Scusate l\'OT. |
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Però come stile il #17 poteva anche starci  |
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Nemmeno il #17, no fun. I Sodom non mi sono mai piaciuti. |
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chiudete tutti il culo |
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Credo il Carmine dei commenti 28 e 34, @Lisa, non sia Carmine. Credo. Non mi sembra il suo stile. |
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Oh Carmine, sarai tu che giochi a Barbie, lavati la bocca prima di nominare i Sodom.. Vai ad ascoltare Tony Effe, vai.. vai.. |
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Diego 75 vai ad ascoltare Cristina D\'Avena fallito |
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concordo con il lrecensore, compitino poco ispirato, superiore solamente ai tre dischi punk |
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Lascialteo stare che lui è esperto di trash... |
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Carmine la figura del bimbominchia la stai facendo appena te...tu che sai tutto alla tua maniera prima di utilizzare termini offensivi nei confronti di chi scrive una propria opinione ti ricordo che prima di esprimere un giudizio su una persona bisogna conoscerla bene.... sennò si dà aria solo alla bocca. |
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In riferimento al commento n° 19: Ahah... Che ridere, guarda... |
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@Diego75: Qui non é questione di fare Thrash vecchia scuola che ai giovani può non piacere, perché comunque stiamo parlando di una musica (del Metal in generale) che sono ormai 20 anni che é ferma su stessa o quasi (e attenzione al Quasi).
In questo specifico caso poi sembrano veramente gli Slayer copiati male e i Sodom nemmeno nei loro anni migliori sembravano gli Slayer.
Senza contare poi che dal primo Ep e dal primo Disco fino a Till death Do us Unite i Sodom hanno sempre cercato di stare attenti a ciò che c\'era in giro e che potesse adattarsi al loro stile, facendo centro almeno 4 volte con 4 album.
Forse lo riscoprirò in futuro rivalutandolo ma per ora é un NO. |
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Troppi gruppi rovinano la loro immagine con lavori impresentabili. Probabilmente quelli a cui piace questo album non sanno cosa e\' stato il trash metal degli anni 80 e sono dei bimbiminchia come lisablackche gioca ancora con la barbie |
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Non è male è il classico disco thrash vecchia maniera martellante dall inizio alla fine....in effetti dal 1984 ad oggi non si può pretendere molto da band come sodom e tankard....a me personalmente he ho 50 anni piace forse perché con questo tipo di thrash metal vecchio stampo ci sono cresciuto...i più giovani forse no....per me\' 75 |
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magari un\'pò di melodia tipo m16, sodom, in war and pieces? u un pò di varietà tipo better of death? |
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Ma infatti Epicmetal. LAGNOSI! Questo mi piace anche più del precedente. Le tracce che preferisco sono: \"The Spirits That I Called\", \"Gun Without Groom\", \"Sane Insanity\". Per me 75! |
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Tutte queste lagne...non so cosa vi aspettavate di diverso. Come per tutti gli altri loro dischi, se ti piacciono i Sodom ti piace anche quest\'album. Non è tra i loro migliori ma non lo erano nemmeno gli ultimi 4 o 5, ma rimangono sopra alla maggior parte dei gruppi thrash. Fossero tutti invecchiati così... |
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Anche per me parecchio piatto. 50 |
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l\'ha prodotto Toni Merkel che è anche il batterista. Detto tutto. |
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a me fa schifo la produzione ma chi lo ha prodotto e mixato? di sicuro non Harris Jones |
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Concordo del tutto con quanto detto negli ultimi paragrafi della recensione. Un album 100% Sodom, ma che risulta un po’ scolastico; a me, essendo loro fan, alla fin fine non dispiace, ma effettivamente Genesis XIX aveva due marce in più e questo The Arsonist finisce con molta probabilità tra gli album “minori” della band. Però non è un brutto album. Voto 72 |
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Enormi nel senso che non entrano nello stereo? |
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Spazzatura? Ma per favore... |
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Spazzatura. Produzione orrenda e pezzi uno più brutto e noioso dell\' Altro.
Ecco un altro gruppo che vuole guastare l\' immagine leggendaria di dischi enormi come Agente Orange e Persecution Mania.
Quanti ne dobbiamo ancora vedere? |
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Non male dai, sembrano gli Slayer ma con un brutto accento, il voto mi sembra in linea  |
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Credo che, all\'uscita di dischi di gruppi ultradecennali (in questo caso, addirittura quarantennali), ci si trovi sempre dinnanzi al medesimo dilemma: se il disco ripropone le sonorità precedenti, lo si accusa di ripetitività, mancanza di ispirazione e manierismo; se invece percorre strade nuove, di tradimento, commercializzazione, imperizia a causa dell\'inesperienza in quel nuovo genere.
Cerchiamo di essere più lucidi: constateremmo che pressoché qualsiasi artista, in qualsivoglia forma si sia espresso, dopo il lustro, decennio di apogeo creativo e formale non sia stato capace di permanere a tale livello di eccellenza. |
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zero melodia mi ricorda code red |
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Il disco non l\'ho ancora ascoltato ma... continuo a pensare che la copertina sia fatta molto bene e che sia spaventosamente rappresentativa degli attuali conflitti bellici in corso. |
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...il solito disco fotocopia...in questo modo...hanno un fondo pensione assicurato....voto 50... |
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Non ho ancora ascoltato il disco per intero, comunque in varie interviste Angelripper ha detto che si prenderà una pausa per andare a caccia, sua grande passione. Mi sa che ho aperto un dibattito su favorevoli / contrari  |
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Non al livello del predecessore, ma va giù che è un piacere |
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molto slayer stile in alcuni brani (Gun Without Groom, Trigger Discipline, Twilight Void) |
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grezzo grezzo grezzo piacerà ai nostalgici ps bella l\'intro con voce femminile stile mgs |
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E\' esattamente cio\' che un fan della prima ora si aspetta oggi da una cult band come questa. Tom sei un mito, per me vale 85 ! |
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dopo due ascolti mi sembra il peggiore da Masquerade in Blood, brutta produzione, pessimo suono |
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Sodom...e abbiamo detto tutto. Appena finisco il nuovo dei inhuman condition, uscito oggi, mi dedicherò a loro e non credo di rimanere deluso |
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Sono in ascolto e non mi sembra affatto male.. tipico disco dei sodom e a me va bene così. Speriamo non sia l\' ultimo |
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che delusione un piattume unico, i singoli erano ancora le meno peggio |
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