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16/07/25
SATCHVAI BAND
ARENA SANTA GIULIANA - PERUGIA
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Snapcase - Designs for Automotion
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29/06/2025
( 409 letture )
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Dopo il seminale Progression Through Unlearning, album del 1997, gli Snapcase, band statunitense di Buffalo, New York, registrano nell'estate del 1999 il loro quarto LP, Designs for Automotion, che verrà poi rilasciato nel gennaio del 2000 per la Victory Records.
Temi come l'autodeterminazione dell'individuo, la consapevolezza delle proprie capacità e il rifiuto dei valori della moderna società capitalistica, sono da sempre il carburante che alimenta la musica degli Snapcase che, con Designs for Automotion, riprendono il discorso da dove lo avevano lasciato. L'album è, infatti, per stile e temi trattati un vero e proprio sequel di Progression Through Unlearning, anche se sono presenti piccole ma significative differenze nel sound generale e nel songwriting di alcuni pezzi. D'altronde Taberski e soci hanno sempre amato sperimentare, cercando di aggiornare il rude ed intransigente punk/hardcore delle origini attraverso un approccio aperto alle nuove sonorità, senza paura di contaminare la propria musica, che rimane ben piantata nel solco dell'hardcore possente e moderno della scena newyorkese. Le suddette differenze sonore sono da subito evidenti nella traccia d'apertura di questo quarto LP, Target. Le chitarre di Frank Vicario e Jon Salemi hanno infatti un suono più "morbido" e non roboante, compresso e pastoso come nell'album precedente e il brano risulta molto orecchiabile, energico, ma non troppo ruvido. Ma niente paura: la forza d'urto della musica del team di Buffalo esplode subito dopo con Disconnector, traccia caratterizzata dai classici riff pachidermici ed epici che sono marchio di fabbrica del combo americano. Gli Snapcase non hanno perso dunque la rabbia e l'abilità di costruire muri di chitarre attraversati dalle grida di Daryl Taberski che, come al solito, chiama alle armi il suo popolo attraverso parole di fuoco. Ma la furia distruttrice della band viene in questo nuovo lavoro incanalata in composizioni che flirtano con una ricerca melodica più mirata rispetto al passato, almeno nella parte strumentale, come evidenziano tracce quali Typecast Modulator o Ambition Now. L'hardcore arrembante e roccioso del passato non perde comunque terreno ed emerge nella massiccia Energy Dome, in Break the Static e nell'esaltante set di riff di Blemish. Gli Snapcase alleggeriscono i loro soliti assalti all'arma bianca, filtrandoli con suoni più abbordabili e meno taglienti, senza rinunciare alla potenza della loro musica ma, indubbiamente, strizzando anche l'occhio all'hardcore melodico e all'alternative metal. È un esperimento azzardato, ma decisamente riuscito. Possiamo dire che con Designs for Automotion gli Snapcase picchiano sempre duro, ma lasciano ogni tanto un po' di respiro all'ascoltatore, come invece non avveniva in Progression Through Unlearning, in cui l'assalto delle chitarre e delle ritmiche martellanti era costante e spietato. In questo caso la band propone saltuariamente fraseggi chitarristici meno aspri e catchy, e non teme di avventurarsi in rare (ma incisive) aperture melodiche che rendono i brani meno cupi. Il bello è che tutto avviene senza snaturare minimamente la proposta musicale dei Nostri.
Designs for Automotion non ha l'asciuttezza stilistica ed il sound mostruoso e terrificante dell'album che lo ha preceduto, ma rimane un lavoro perfettamente calibrato e moderno, che suona a meraviglia ancora oggi. È un passo importante in un'evoluzione sonora che troverà pieno compimento nell'album successivo della band di Buffalo, End Transmission, evoluzione che purtroppo si interromperà con lo scioglimento del gruppo nel 2005.
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6
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Buon Album, però secondo me, la potenza deflagrante di Progression, prestazione vocale in primis, non ha eguali. |
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5
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Ho provato a riascoltare qualche pezzo degli inizi. Mo mama...veramente scarsi all\'epoca. Negli anni sono sicuramente migliorati ,anche come songwriting, gruppo che comunque non fa per me. Li abbandono definitivamente  |
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4
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@lambruscore
Per quanto sia un utente piuttosto silente, leggo sempre i tuoi commenti e praticamente sempre mi trovo in sintonia con te. Anche stavolta non fa eccezione…. |
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3
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....la loro bravura non si discute.....ottimo disco.... |
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2
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Altro discone degli Snapcase... Veramente da ascoltare a tutto volume fino all\'ultimo secondo |
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1
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Band che ho sempre cagato poco. Dovrò riascoltarli dagli inizi per poter dire la mia  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Target 2. Disconnector 3. Bleeding Orange 4. Typecast Modulator 5. Are You Tuned in? 6. Twentieth Nervous Breakdown 7. Energy Dome 8. Ambition Now 9. Break the Static 10. Blemish 11. Box Seat
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Line Up
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Daryl Taberski (Voce) Jon Salemi (Chitarra) Frank Vicario (Chitarra) Dustin Perry (Basso) Tim Redmond (Batteria)
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RECENSIONI |
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