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Coheed and Cambria - The Afterman I: Ascension
05/07/2025
( 376 letture )
She gave her heart to a falling star / When news filtered through of his tragedy / All the walls went up / Around a world, she declines / As the tears from her eyes fall / No one understands and no one will / All she has lost…

In palese stato di grazia, i Coheed and Cambria arrivano in punta dei piedi al sesto album con una grazia fantascientifica che ha dell’incredibile. Pianificato il nuovo corso delle ''Amory Wars'', la band americana capitanata dal lungo crinito Claudio Sanchez divide la nuova opera in due parti, frammentando il prog-meteorite nei rispettivi The Afterman I: Ascension (2012) e The Afterman II: Descension (2013), garantendo un alto tasso di dettaglio e attenzione con un lavoro di snellimento complessivo. Il risultato? Un altro centro assoluto forgiato nella polvere interstellare della saga sci-fi più amata e seguita del prog. Complici trame avvincenti, citazioni classic rock e una serie di fumetti di alto livello pubblicati dalla Evil Ink, l’arco narrativo dei Coheed si amplia con classe parlando un linguaggio nerd universale. Senza indugio nasce The Afterman I: Ascension, battezzando un eccitante 2012 con una fragorosa doppia “C” in copertina.

The Hollow, introspettiva introduzione che apre il viaggio iper-luce richiama il passato e prepara i toni con un dialogo emotivo tra Sirius e il computer Mother. Largo a tastiere e synth per quello che forse è il miglior incipit di casa Coheed dai tempi di Good Apollo, I’m Burning Star IV, che trascina scatenando brividi su brividi grazie all’epica di Key Entity Extraction I: Domino the Destitute, un lungo brano heavy-prog che porta con sé tutta l’esperienza, la tecnica e la creatività maturata dalla band nel corso del tempo. Il brano è un’opener con gli attributi muscolari, e coniuga chitarre pesanti e intricate all’anima narrativa dei Nostri, risultando in linea con capolavori intramontabili come Welcome Home e In Keeping Secret of Silent Earth. Lavoro da dieci e lode anche da parte dei fedelissimi Travis Stever e Josh Eppard, che mantengono elevato il tasso tecnico senza stancare mai. Il breve bridge richiama l’atmosfera live per un effetto conglobante assicurato grazie ai contro-cori e ai riff stratificati. Con un inizio che giudicare altisonante sarebbe riduttivo, The Afterman I: Ascension prosegue efficacemente sui binari introspettivi e sospesi della title-track: The Afterman è breve e “pizzicata” e suona come un’incredibile poesia spaziale. Un arco sospeso fatto di chitarre pulite e batteria accennata, mentre viene a galla il lato sicuro e caldo della band, con quel tocco pop che da sempre accompagna le loro composizioni. La voce lontana e filtrata di Claudio Sanchez -accompagnata dalle piccole orchestrazioni- è super azzeccata e funge da ciliegina sulla torta. Il finale, leggermente in levare, spiana la strada a Mothers of Men, con il suo intro/riff dal gusto rock. Cristallina e lineare, la canzone è una mini spremuta progressiva condensata in poco più di 4 minuti. Ancora una prova maiuscola di Claudio Sanchez che trascina la canzone verso il traguardo, creando l’ennesima sfumatura astrale di The Afterman I: Ascension. Album variegato, subito vario e dannatamente interessante grazie al suo contenitore sonoro praticamente inesauribile. Una caratteristica questa (forse un po’ persa nei tempi recenti) che marchia a fuoco ogni uscita dei C&C almeno fino al caleidoscopico outsider The Color Before The Sun.
La freschezza compositiva di Goodbye, Fair Lady chiama in causa piccoli classici come The Suffering disegnando un brano snello e poppeggiante con alcune interessanti variazioni sul tema, come la stupenda ed emozionante accelerazione che anticipa il bridge e il codino di pianoforte. Goodbye, Fair Lady è stato proposto diverse volte anche in sede live, mentre la successiva Key Entity Extraction II: Holly Wood the Cracked riprende e prosegue la suite suddivisa in quattro parti. La canzone, che gioca con il titolo “Hollywood” si apre arcigna con un duello basso/batteria e un’acida solista. Brano sinceramente un po’ fuori contesto, Holly Wood the Cracked è industriale e buffamente vicina ai lavori di Manson e NIN durante le strofe. Il refrain evocativo cambia le carte in tavole portando una stramba asimmetria. Un divertissement non richiesto che spezza l’atmosfera in modo trasversale, traghettandoci direttamente a Key Entity Extraction III: Vic the Butcher, ampia e battagliera. La canzone numero 7 è un dondolante compendio del Coheed - sound, con una bella alternanza di parti heavy-prog, aggressione e aperture melodiche. Condita da effettistica e gustosi riff e assoli, Vic the Butcher conduce la navicella di Sirius verso la parte finale di questa prima parte.
Key Entity Extraction IV: Evagria the Faithful slabbra la struttura e amplia il concept nel modo tanto caro ai Coheed and Cambria: vettore di classe imprevedibile, il penultimo tassello inizia in sordina con un mood orientaleggiante. Come in un mercato improvvisato su Tatooine, il brano è ricco, sinuoso e caldo. Corredato da fanta-spezie e da un Claudio Sanchez in modalità camaleontica, Key Entity Extraction IV: Evagria the Faithful è sexy prog galattico. Le note di pianoforte e gli stacchi di Eppard rendono il tutto più esotico e distante mentre ci avviciniamo al codino tribale e alla conclusiva Subtraction. Breve e diretto, il “finto” finale della faccenda ci appare come lo specchio della title-track. Chitarre acustiche, tastiere e una narrazione dolce-amara da ballata emotiva elevano la chiusura verso la supernova dispersa.

La prima parte del doppio-album si chiude con dolcezza tra andature medio-alte e qualche mancanza perdonabile. Poco male, The Afterman I: Ascension è un buon centro che anticipa di dodici mesi l’eccellente focus di The Afterman II: Descension.

If you had the courage to stop me from turning into what would be the worst in everybody's eyes / Hey, I'm no angel or the devil of your conscience / To tell you who to be, good, bad, ugly, or otherwise / If you had good common sense / Your choices would be gleaming, flawless / I want no part in this self-deprecating - Worthless chemistry…



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
54 su 2 voti [ VOTA]
Korgull
Domenica 6 Luglio 2025, 13.09.53
1
Bellissimo! La sola Domino the destitute vale il disco ma é pieno di canzoni spaziali
INFORMAZIONI
2012
Hundred Handed/Everything Evil
Prog Rock
Tracklist
1. The Hollow
2. Key Entity Extraction I: Domino the Destitute
3. The Afterman
4. Mothers of Men
5. Goodnight, Fair Lady
6. Key Entity Extraction II: Holly Wood the Cracked
7. Key Entity Extraction III: Vic the Butcher
8. Key Entity Extraction IV: Evagria the Faithful
9. Subtraction
Line Up
Claudio Sanchez (Voce, Chitarra)
Travis Stever (Chitarra, Tastiere)
Zach Cooper (Basso)
Josh Eppard (Batteria)
 
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