|
|
07/12/25
ECLIPSE + REACH + ANDY AND THE ROCKETS
LEGEND CLUB - MILANO
|
|
Michael Schenker Group - Don’t Sell Your Soul
|
07/10/2025
( 1213 letture )
|
Poche figure incarnano lo spirito più puro e viscerale dell’hard rock come Michael Schenker. Dalla sua apparizione fulminea negli Scorpions a soli diciassette anni, passando per la straordinaria parabola con gli UFO, con album immortali come Phenomenon (1974), Force It (1975), No Heavy Petting (1976) e il leggendario live Strangers in the Night (1979), fino all’avventura solista con il Michael Schenker Group, la carriera del chitarrista tedesco è un monumento alla coerenza e all’amore per la musica. Dischi come MSG (1981), Assault Attack (1982) e Built to Destroy (1983) hanno consolidato il suo status di vero guitar hero, riconosciuto per il tocco elegante, l’inconfondibile suono Gibson Flying V e la sua visione melodica unica. Negli anni Novanta, con lavori come Written in the Sand (1996) e The Unforgiven (1999), Schenker dimostrò di saper adattare il suo stile alla nuova epoca mantenendo intatta la propria identità, confermandosi come uno dei pochi artisti capaci di restare fedele all’essenza dell’hard rock senza mai snaturarsi.
Con Don’t Sell Your Soul, Michael Schenker prosegue la rinascita iniziata negli anni più recenti. È un album che guarda indietro con orgoglio e avanti con convinzione, fortemente intriso di spirito vintage. L’opener omonima colpisce immediatamente per energia e costruzione classica, con riff che sembrano usciti da Assault Attack o Built to Destroy, mentre Danger Zone e Eye of the Storm offrono un hard rock melodico e diretto, impreziosito da arrangiamenti puliti e una produzione moderna ma rispettosa del passato. Janey the Fox mostra il lato più groovy del disco, mentre Sign of the Times e It’s You sfoderano linee vocali orecchiabili e cori efficaci con il sound inconfondibile di chi ha finito per ispirare negli anni esponenti dell’hard rock melodico come Europe, Mr. Big e Talisman. Nella seconda parte, Sixstring Shotgun e Flesh & Bone riportano la chitarra al centro, con assoli fluidi e una precisione quasi chirurgica che conferma la mano ispirata di Schenker. La produzione, curata come nei più recenti lavori insieme a Michael Voss, mette bene in risalto la potenza delle ritmiche e l’equilibrio tra vintage e moderno: un mix che suona autentico, denso, privo di artifici superflui. Tra i protagonisti, spicca la prova vocale di Erik Grönwall, ormai una certezza del panorama hard rock contemporaneo. Nonostante la ancora giovane età, il cantante svedese vanta già esperienze importanti con H.E.A.T e Skid Row, e qui offre una prestazione solida, potente e centrata. La sua voce, duttile e incisiva, sa muoversi tra aggressività e melodia con una sicurezza che lo rende partner ideale del chitarrista tedesco. L’artwork, dal canto suo, richiama con forza le copertine degli UFO e dei primi MSG: immagini e colori che riportano immediatamente ai gloriosi anni Settanta e Ottanta, quando Schenker ridefiniva l’estetica e il suono dell’hard rock europeo.
Don’t Sell Your Soul è dunque un lavoro gradevole e coerente, capace di intrattenere con classe senza tentare rivoluzioni. È un disco di mestiere, elegante e sincero, che gioca sul sicuro e preferisce consolidare piuttosto che sorprendere. Nella sua classicità, resta una prova onesta e ben costruita, testimonianza di un artista che, pur con decenni alle spalle, continua a suonare con la stessa passione di un tempo.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
|
Sono anni che schenker vive sugli allori...anche lui bollito come lo svedese... c\'è anche da capirlo dopo 50 anni di carriera non c\'è da aspettarsi un black album. |
|
|
|
|
|
|
7
|
|
La copertina ê bella. Temo che il contenuto non ne sia all\'altezza. Devi trovare la forza di ascoltarlo bene per una valutazione più matura |
|
|
|
|
|
|
6
|
|
Il precedente album aveva qualcosa in più, ma trovo comunque anche quest’ultima prova certamente piacevole. C’è qualche brano un po’ spento, in particolar modo nella prima parte, ma rialzano il livello pezzi decisamente più riusciti come I Can’t Stand Waiting, Sixstring Shotgun o Flesh and Bone. Arrotondo a 75 |
|
|
|
|
|
|
5
|
|
Perche’ rovinare un glorioso passato co sta roba ?
Mi dispiace ma è No |
|
|
|
|
|
|
4
|
|
Assolutamente discreto/buono e volutamente vintage, da Schenker non possiamo chiedere di piu’ ad oggi |
|
|
|
|
|
|
3
|
|
Grande cagata ... Purtroppo |
|
|
|
|
|
|
2
|
|
Grande era per Schenker
il disco buono al primo ascolto |
|
|
|
|
|
|
1
|
|
una delle più belle chitarre da sempre...Grande
disco al primo ascolto sembra buono nei suoi standard |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Don’t Sell Your Soul 2. Danger Zone 3. Eye of the Storm 4. Janey the Fox 5. I Can’t Stand Waiting 6. Sign of the Times 7. The Chosen One 8. It’s You 9. Sixstring Shotgun 10. Flesh & Bone 11. Surrender
|
|
|
Line Up
|
Erik Grönwall (Voce) Michael Schenker (Chitarra) Steve Mann (Chitarra, Tastiere) Barend Courbois (Basso) Bodo Schopf (Batteria)
Musicisti Ospiti: Robin McAuley (Voce) Dimitri “Lia” Liapakis (Voce) Michael Voss (Voce)
|
|
|
| |
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
| |
|