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07/12/25
BATTLE BEAST + DOMINUM + MAJESTICA
LIVE CLUB - TREZZO SULL\'ADDA (MI)
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11/10/2025
( 1741 letture )
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Ecco il sesto disco da studio degli Halestorm, band statunitense proveniente da Red Lion, Pennsylvania. Il gruppo vede la luce per volontà dei fratelli Hale, nel 1997, quando erano poco più che bambini, Arejay 10 e Lzzy 13 anni, ma già vogliosi di creare musica propria, forti di una carica inarrestabile costituita da tantissima voglia di sfondare e di farcela. Everest è il nuovo capitolo dell’ensemble con alle spalle una carriera di oltre un quarto di secolo, e l’ordine programmatico del nuovo disco sta tutto nelle parole della grintosissima frontwoman:
Questo album siamo noi, più forti e coraggiosi, più brutalmente onesti che mai, in piedi di fronte alla tempesta. Gli ultimi mesi hanno alzato ancora di più le aspettative per questo nuovo capitolo discografico, Lzzy è salita sul palco nello show finale di Ozzy e dei Black Sabbath a Birmingham, mentre la band ha supportato, come spalla, il tour europeo in primavera degli Iron Maiden ed è in giro per portare la propria musica live negli States; insomma un bel biglietto da visita stampigliato a lettere di fuoco. Il quartetto appare in forma, e anche la bellissima singer lo è, lei che per anni ha combattuto contro alcol e depressione, i componenti hanno mutato approccio e metodologia per scrivere questo nuovo album: il gruppo si è rintanato in studio con il produttore Dave Cobb, componendo e registrando ogni nota tra le mura della sala d’incisione, per cercare di imprigionare, al meglio, le sensazioni e le emozioni che trapelavano in quei precisi momenti, senza attingere a demo o pre-produzione. Tutto live, tutto in your face. I risultati sono decisamente buoni e la release appare sicuramente immediata, variegata e grintosa.
Si parte con l’opener Fallen Star che è tirata il giusto, con la voce della singer che esce fuori pura e armoniosa, in una composizione che avvicenda alternative metal furioso a frangenti assai evocativi, una traccia perfettamente riuscita sempre in bilico, ma con uno sviluppo compiuto e marmoreo. La titletrack, ennesimo singolo estratto, parte con una nenia per poi trasformarsi in una steccata granulosa, arricchita da un convincente cantato cantilenante che sfocia in un chorus incalzante e melodico, brano di assoluto livello con la grinta della cantante polistrumentista, a sottolineare alcune impuntature musicali. Shiver, invece, parte come una ballata soffice per poi immettere alcune classiche caratteristiche della band: ispidezza e tratti duri che completano la proposta con un inciso soave, sottolineato dalla vocalità eclettica della frontwoman. Il piano compare in apertura di Like a Woman Can, batteria molto sintetica e vena pop rock da classifica con alcuni inserti blues e soul, su tutto spicca e comanda la vocalità abrasiva e senza fronzoli, ma anche il guitar solo si merita menzione, anche se questa è, per eccellenza, la vetrina di Lzzy Hale. Rain Your Blood on Me ha pathos e non si fa scrupoli nel mostrarlo, gustose le accelerazioni nella seconda parte del pezzo e il solo della chitarra che pesca nel passato maideniano, e quei cori magniloquenti che accompagnano schizoidi cambi di tempo. Darkness Always Wins, primo single edit diffuso, scaturisce da un pianoforte minimale, sfoggiando un andamento da power ballad che aumenta i giri con una chitarra che richiama l’epic, con tanto di rintocchi di campana e un assolo dell’ascia dissonante: il tutto racchiuso in un video con cotta e spadoni. Gather the Lambs accarezza lidi gotici e rimembra nei fraseggi alcune cose alla Marilyn Manson, ottimo l’assolo stordente e protratto della lead guitar, mentre WATCH OUT! invece è urlo selvaggio, manifesto terremotante, senza mistificazioni o sdolcinature, una dichiarazione di guerra pura che strilla a squarciapolmoni: Watch out, that bitch is out for blood!. Broken Doll è tipica song alternative mostrando toni soffusi e buone strisce melodiche, anche asprigne, che completano il ritaglio, assai piacevole da spararsi. Se K-I-L-L-I-N-G è in modalità System of a Down tra riff alienanti, cantato forsennato e atmosfere claustrofobiche, I Gave You Everything battezza nuovamente il lato puro dell’alternative, quello ficcante, duro e incazzato, inframezzato da atmosfere proprie da filastrocca deviata e con spunti horrorifici, mentre il tassello finale sfodera un titolo azzeccatissimo e fascinoso, una di quelle domande che tutti noi un giorno ci porremo, vero quesito esistenziale. How Will You Remember Me? respira sul tessuto di una ballad, con tocchi delicati e soffici, e anche l’interpretazione vocale trova una sua dimensione puramente melodica, lasciando da parte ruvidezza e asperità, un solo limpido della chitarra, arrangiamenti rotondi e levigati e coralità in tinta con la scrittura.
Ottima chiusura di un platter che sa spaziare tra i generi, anche se l’anima alternative è sempre riferimento costante, ben presente nelle radici della band, e non fatica certamente ad uscire. Lzzy come sempre rappresenta il faro dell’espressività dell’ensemble, la sacerdotessa del sound e dei messaggi che gli Halestorm vogliono veicolare, ma tutti i componenti sanno il fatto loro e la miscela va che è un piacere, funzionando a mille: sicuramente un’esperienza da fare è quella di osservare il gruppo in sede live, dove spaccano di brutto. Everest è un’altra lastra importante e infrangibile, posata lungo l’itinerario che la band prosegue senza sosta, un capitolo di rilievo, da ascoltarsi con attenzione e sommo godimento. Pollice alto girls and boys!
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17
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Correzione automatica non vista, sono contento per te, ci mancherebbe |
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16
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@Vascomistaisulcazzo: tolta la frase contorta, qual\'è il problema? |
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15
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Per te questo è il disco dell’anno, l’anno serve aggiungere altro |
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@Vascomistaisulcazzo: io solitamente il disco lo ascolto con le cuffie. |
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13
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Io vorrei sapere come riuscite ad ascoltare un album dove la voce nel mixing è avanti kilometri rispetto agli strumenti, la prima cosa, la più evidente di una serie di cafonate che riguardano questa proposta |
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12
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Arrivato e ascoltato un paio di volte. Ottimo disco, molto raffinato, quasi intimista. A Parte un paio di pezzi leggermente minori e un singolo dal chorus che mi pare , ma potrei sbagliarmi, rubato da una canzone di Lady Gaga, il resto è puro godimento. Il tutto guidato dalla voce di una Lizzy che trova sempre soluzioni melodiche efficaci , diversificate e mai banali. Bravi Halestorm |
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11
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Album musicalmente inutile, tutto già sentito e veramente piatto. Purtroppo non basta una bella voce per fare un buon album. Se proprio dovete, ascoltate i primi due..... |
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9
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Era da The strange case of... che aspettavo un disco così dagli Halestorm. Negli ultimi dieci anni li ho seguiti ma con sempre meno entusiasmo, perché mancava quella scintilla. Con Everest invece sembra che abbiano ritrovato se stessi: canzoni scritte davvero bene, energia pura, feeling e una Hale che mi ricorda perché mi ero innamorato di questa band. Contrariamente a @Rob i miei pezzi preferiti sono quelli urlati , in cui Lzzy tira fuori il suo lato bestiale. Per me 83 |
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8
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La penso esattamente come Rob al #6, quoto anche le virgole del suo commento. |
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7
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Li ho persi con il secondo album. Ho però appena ascoltato il blusaccio Soul likes a Woman can, da lacrime. Il disco sarà mio per forza. |
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6
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Mi sono più volte approcciato al gruppo, ma c\'era sempre qualcosa che non mi convinceva. Al di là dei singoli, non mi prendevano. Qua è diverso. Secondo me nettamente il loro disco più bello, completo, omogeneo nella qualità. Da quando l\'ho preso non smetto di ascoltarlo. I primi sette pezzi sono perfetti. Per come son fatto io avrei tolto i due/tre brani eccessivamente urlati (Watch out, Killing e I gave you everything - rimandi alla IGYEIH dei Linkin Park?). Ma mi rendo conto che nell\'economia del cd e della proposta estremamente varia anche loro ci stanno e offrono il lato cattivo del gruppo. Su di lei non scrivo niente. Sarei banale e non aggiungerei nulla a quanto scritto da @Shock che condivido in tutto compreso il podio (se escludiamo il live a Pompei dei Pink Floyd non è detto che non finisca sul gradino più alto) |
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5
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Parte Fallen star, rimango di stucco, praticamente un pezzo metal. Dall\'altro lato Darkness always wins, malinconica come pochi. E tutto il resto del disco alterna pezzi più hard a ballate malinconiche ed oscure. Il trait-d\'union? La pazzesca voce di Lzzy, probabilmente la migliore cantante oggi in circolazione. Un disco che si candida tranquillamente al podio dell\'anno e certifica il gruppo come tra i migliori del genere oggi in circolazione, alla faccia di chi ritiene il genere morto. |
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4
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90 bello pieno. Il loro album più prestigioso e rappresentativo. Attualmente sono la migliore band hard rock moderno in circolazione, meglio degli Alter Bridge, Greta Van Vleet, Shinedown, eccetera. Lzzy prestazione vocale perfetta, maestosa, molto sentita. C\'è molto di biografico nelle canzoni, dei suoi recenti anni oscuri fatti di alcolismo, droghe, dipendenza dal sesso in cui si scopava qualsiasi cosa respirasse (è dichiaratamente bisex) e turbe mentali, periodo da cui ha trovato la forza di uscire. Album consigliato a tutti. |
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3
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Il loro disco piú complesso e maturo. Sicuramente meno immediato rispetto ai predecessori, ma una volta metabolizzato la classe viene fuori. Mi accodo anche io all\'80 pieno, in attesa di vederli live tra qualche settimana! |
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2
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Assolutamente il miglior album sì confermo anche io. |
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1
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Forse il loro album migliore. Rece perfetta: sono una rodata macchina da guerra con un songwriting che gli altri si sognano. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Fallen Star 2. Everest 3. Shiver 4. Like a Woman Can 5. Rain Your Blood on Me 6. Darkness Always Wins 7. Gather the Lambs 8. WATCH OUT! 9. Broken Doll 10. K-I-L-L-I-N-G 11. I Gave You Everything 12. How Will You Remember Me?
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Line Up
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Lzzy Hale (Voce, chitarra, piano, synth) Joe Hottinger (Chitarra solista, synth, cori) Josh Smith (Basso, piano, synth, cori) Arejay Hale (Batteria, percussioni, voce)
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