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I Prevail - Violent Nature
13/10/2025
( 633 letture )
Definibili come i Linkin Park del nu-metalcore, gli I Prevail da Southfield (Michigan) hanno costruito le loro fortune sull’alchimia vocale tra Brian Burkheiser ed Eric Vanlerberghe, in scia alla coppia Chester Bennington/Mike Shinoda nel mettere a punto schemi alternanti metriche rappate, percentuali harsh, il valore della melodia e la confezione aurea dei ritornelli.

Dal boom virale della cover di Blank Space nel 2014, il gruppo si fa rapidamente largo nel mainstream inanellando un successo dietro l’altro (ne siano testimoni i giganteschi numeri delle rotazioni in streaming), eppure quella che sembrava una macchina perfetta inizia a corrodersi nel maggio 2024 quando Burkheiser, oppresso da una rara patologia (sindrome di Eagle), è costretto a sospendere l’attività live. In attesa del suo recupero vengono pubblicati due singoli (Can U See Me in the Dark? con gli Halestorm, Hate This Song insieme agli All Time Low) ma, ad un anno esatto dallo stop forzato, arriva la notizia dell’addio ufficiale del cantante per motivi di salute e non meglio specificati problemi di comunicazione.

Il classico dubbio in merito ad un potenziale avvicendamento nei ranghi viene fugato dalla subitanea promozione di Vanlerberghe ad unico frontman (alle backing vocals lo aiuta Dylan Bowman), tuttavia l’assenza della colonna portante melodica determina un obbligatorio “revisionismo” della matrice sonora, privata a livello strumentale del coefficiente nu metal e sul piano vocale non più adottante fraseggi rap né quella spensieratezza pop-punk che emergeva nei tre lavori antecedenti. Dal nu-metalcore guarnito di varie scale elettroniche e hook memorabili si passa dunque ad una forma di melodic metalcore se non impersonale quantomeno generica, zelante nel rispettare i canoni mainstream attuali sebbene incapace di lasciare un segno distintivo in un panorama abbondantemente inflazionato.

All’interno della tracklist di Violent Nature soffia dunque aria di transizione e la necessità di stare a galla porta la band a tentare strade ambivalenti ricalcando la formula dei nomi più caldi del momento oppure spingendo il pedale su una veemenza mai tanto esplicita.
Alla prima categoria si riferiscono brani pop-metalcore quali Pray, Rain e Annihilate Me, all’ombra degli Architects e soprattutto dei Bad Omens nel voler seguire il canovaccio “inizio pop + harsh vocals e breakdown nel bridge”. Se lo zuccheroso romanticismo di Into Hell non prova nemmeno ad inserire una benché minima componente metal e Crimson & Clover punta tutto sul calore dell’unplugged, Synthetic Soul al contrario assembla meglio le direttive commerciali disegnando una cyber-preghiera (God save my synthetic soul, leave my flesh and blood behind) ritmata in modo impeccabile dalla spinta elettronica e dai breakdown glitchati. Nell’ambiguità di una fosca e sinuosa atmosfera, l’intrigante Stay Away media tra l’approccio pop/synth-core e il temperamento aggressivo riconoscibile nelle canzoni più heavy come l’industrial-core di NWO (vicino ad Artificial Suicide dei Bad Omens), la nerissima God e quella cruda scheggia di Violent Nature, title-track dissonante e incarognita sull’onda del metallic hardcore alla Knocked Loose.

La solita produzione bombastica e digitale mantiene integra la facciata ma non riesce a nascondere il “conformismo” di Violent Nature, un disco di metalcore omologato nel quale si avverte il cambiamento in atto da una proposta ben consolidata ad una ancora migliorabile e alla ricerca di una nuova identità.
Come accaduto ai We Came As Romans (in circostanze molto più tragiche), la mancanza dello “yang melodico” e la rinuncia al doppio vocalist hanno inevitabilmente snaturato l’equilibrio delle parti e, nonostante un album/playlist corretto a livello formale, questo non è lo standard a cui i “veri” I Prevail avevano abituato il loro pubblico e in generale la scena -core mainstream.




VOTO RECENSORE
69
VOTO LETTORI
66.33 su 6 voti [ VOTA]
Francesco
Martedì 14 Ottobre 2025, 11.02.09
1
Io ho dato 60, è un album senza infamia e senza lode. Troppo troppo troppo generico e insipido. Almeno quello precedente, nel suo essere \"tamarro\", aveva un\'identità precisa, subito capivi che erano loro.
INFORMAZIONI
2025
Fearless Records
Metal Core
Tracklist
1. Synthetic Soul
2. NWO
3. Pray
4. Annihilate Me
5. Violent Nature
6. Rain
7. Into Hell
8. Crimson & Clover
9. God
10. Stay Away
Line Up
Eric Vanlerberghe (Voce)
Steve Menoian (Chitarra, Basso)
Dylan Bowman (Chitarra, Cori)
Jon Eberhard (Basso, Tastiere)
Gabe Helguera (Batteria)
 
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