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07/12/25
BATTLE BEAST + DOMINUM + MAJESTICA
LIVE CLUB - TREZZO SULL\'ADDA (MI)
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Slyther - Chronicles of Despair
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21/10/2025
( 657 letture )
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Hanno tra i 18 e i 20 anni i membri di questi Slyther, ma non si può dire che non abbiano le idee in chiaro. Il Quartetto, nato a Pescara nel 2020, giunge oggi all'agognato traguardo del primo album in studio, distribuito dalla sempre attenta Time to Kill Records.
Viene facile indovinare la musica che scorre tra i solchi dell'esordio: come il logo e la copertina lasciano presagire, i Nostri sono infatti dediti al thrash metal, del quale restituiscono una versione particolarmente "pulita", quasi "beneducata". Più che le influenze crossover citate dalla nota stampa -e che onestamente facciamo fatica a trovare-, gli otto brani del disco guardano infatti con decisione al primo thrash americano, in special modo ai Metallica. Le influenze del gruppo di James Hetfield sono molto presenti, ad iniziare dalla voce del frontman Marco Aquino, autore di una prova meno aggressiva rispetto a quanto proposto da diversi colleghi, ma comunque piuttosto riuscita e carismatica. Gli altri musicisti non sono da meno: la band crea una pasta strumentale rocciosa e a tratti affilata, messa in valore dall'ottima produzione. I brani si muovono generalmente su potenti tempi medi, senza mai pigiare per davvero sul pedale del gas. Chronicles of Despair mette infatti l'accento sulla possanza generale, e lo fa con buoni risultati. Si veda a tal senso il singolo Visions, davvero massiccio, così come Violent Fist, che acquista progressivamente vigore dopo l'ingannevole intro acustico, o ancora l'iniziale Flask N' Bone, dotata di un refrain alquanto catchy. In alcuni casi, fanno anche la loro comparsa fugaci influenze hard rock, come si evince da Shut the Fuck Up, tutta costruita attorno ad un riff molto trascinante ed abbellita da un assolo finale infradiciato di wah. Vale la pena citare Madness, veramente vicina ai Metallica, ma che si distingue soprattutto per alcuni azzeccatissimi stacchi strumentali, a metà strada tra il surf rock e la musica d'ascensore. L'album conta inoltre due strumentali, la fugace Awake - 4 e Memories, ben più interessante: la song inizia in maniera sorprendentemente leggera e gradevole, prima di appesantirsi parzialmente. Chiude il cerchio The Sleepwalker, che tenta di inasprire il discorso, ma che si rivela fin troppo tributaria della lezione degli Slayer, in special modo nel riffing.
Il giudizio finale non può in ogni caso che essere positivo. Malgrado la giovane età, gli Slyther dimostrano di palleggiare la materia e di aver motivazione da vendere. Come detto, la prova tecnica dei musicisti è ottima, così come la produzione, e il disco mette in campo una buona diversità di fondo. D'altro canto, i brani si rivelano forse un po' scolastici, tranne quando la band tira in ballo influenze meno scontate, come nel caso di Memories e Madness, che rappresentano non a caso i migliori momenti del platter. Si tratta però di un difetto più che comprensibile vista la poca esperienza del combo, che firma un esordio già ampiamente degno di nota.
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4
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Buon debutto. Gruppo molto metallic-ish, questo va sottolineato, ma alla fine gira molto bene il disco. Flask and bones grande opener. Bravi |
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3
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...disco onesto.....ma non lo comprerei....troppo derivato.... |
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2
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Dai che ci sono ancora ragazzi che non si fanno influenzare dalla merda trap e da cagate tipo numerda e merdacore... Metal fino alla fine! |
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1
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L\'ho ascoltato. Buona la produzione. I ragazzi ci sanno fare. Per i miei gusti dovrebbero premere il piede più spesso sull\'acceleratore. Come influenze ci vedo anche i Megadeth di Symphony, nei pezzi meno tirati. Un ascolto lo consiglio anch\'io. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Flask N’ Bone 2. Madness 3. Shut the Fuck Up 4. Violent Fist 5. Visions 6. Memories 7. Awake - 4 8. The Sleepwalker
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Line Up
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Marco Aquino (Voce, Chitarra) Federico Pistilli (Chitarra) Giovanni De Bonis (Basso) Federico Pavese (Batteria)
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RECENSIONI |
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