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Visions of Atlantis - Delta
( 3376 letture )
Conoscete la teoria dell'errore del giusto mezzo? Facciamo un esempio pratico: secondo tale teoria se una posizione estrema vuole che 2+2=6 mentre l'altra estrema sostiene che 2+2=4, non ne consegue che la posizione più moderata, ossia 2+2=5, sia necessariamente quella più giusta.
Dico ciò perchè ritrovandomi ultimamente ad ascoltare un genere, il power, che avevo abbandonato ormai da anni (oltre Kai Hansen in tutte le sue incarnazioni e ad un paio di album degli Stratovarius non sono mai andato oltre) ho dovuto soffermarmi un attimo su alcune considerazioni che molto spesso agitano le acque intorno a questa “maniera” di suonare metal.
Ok. Dunque, se una posizione estrema vorrebbe che il power sia oramai un genere morto e stramorto in virtù della mole di band con poco o nulla oramai da dire e l'altra posizione sosterrebbe che finchè esiste un valido gruppo rappresentante della categoria allora il siffatto genere sarebbe degno ed apprezzabile, allora non è che abbia per forza ragione colui che si pone a metà, sostenendo che sia sicuro affidarsi al fatto che il genere sia vivo e vegeto in quanto un gran numero di band vi ripone passioni e speranze.
Ma a quanto pare, invece, il bisogno di apparire moderati prevale sempre su tutto (e ciò io la considero una forma anch'essa di estremismo). E così, senza grande entusiasmo ma con un pizzico di sana curiosità, mi ritrovo tra le mani questo quarto capitolo dei Visions of Atlantis, gruppo austriaco attivo dal 2000 nato sull'onda della ribalta power sinfonica di quei tempi (Nightwish, of course). Pur senza rappresentare una svolta per il genere i Visions of Atlantis si sono dimostrati, se non altro, dei discreti followers della scena finlandese.
Perchè incaponirsi nel ruolo di cloni (o giù di lì)? Tecnicamente è un banale problema di matematica: si moltiplica la probabilità del rischio per l'ampiezza dei suoi effetti. Così si può valutare la “convenienza” di questo tipo di approccio. In questo modo si scopre che è più conveniente suonare un certo tipo di musica che in quel momento “tira” quand'anche fallendo l'obiettivo l'oblio artistico è pressochè certo.
E dato che alla Napalm dell'oblio artistico delle sue band non interessa più di tanto ecco che...

…che anche Delta purtroppo non si discosta granchè da queste valutazioni: è un album che si porta appresso gli abiti un po' (tanto) posticci di quel power molto scolastico e poppy che tenta maldestramente di guadagnare punti in coinvolgimento ed epicità riempiendosi di arrangiamenti sinfonici. Con lo sguardo sempre rivolto alla melodia gli Austriaci confenzionano il classico dischetto di facile presa ed orecchiabilità ma che, al di là dello sfavillio effimero del lusso e della magniloquenza orchestrali, si richiude su se stesso nel rimpianto di ciò che non riesce ad essere, delle emozioni che non riesce in questo modo a comprare. E della vita media nei nostri lettori tendente a zero.
Non voglio addentrarmi nell'analisi dei singoli componenti perchè, come già detto, si tratta di pura accademia, niente di più e niente di meno (sezione ritmica poco fantasiosa, chitarra ritmica monocorde, chitarra solista poco più che di contorno). Sottolineo però come sia malriuscito, in generale, l'utilizzo della doppia voce maschile/femminile, con le colpe maggiori gravanti dalla parte del cromosoma Y: Mario Plank si arrabatta in una prova del tutto insoddisfacente, alla costante ricerca di una sintesi vocale tra un pulito nasale piuttosto fastidioso ed uno stile che vorrebbe essere rabbioso e cattivo; un cantato, insomma, disdicevole ed incolore.
Prepotente nella sua sensualità è invece la new entry Maxi Nil, divisa tra il rispetto della forma che la vuole banale interprete e la passione che traspare quando si cimenta in ruoli a lei probabilmente più congeniali (la ballad Reflection). Mi dà appunto l'impressione di essere un po' sottodimensionata rispetto alle sue reali capacità, costretta in un ruolo che le impedisca di spiccare il volo (ricordo che ha accompagnato i Moonspell nel tour 2008/09).
Ho apprezzato, inoltre, la scelta di lasciare parecchio sullo sfondo (a livello di mixing) la componente sinfonica, così da dare un'impronta più “powerosa” al sound. Non so, l'ho trovato come un gesto di grande umiltà da parte dei ragazzi austriaci, ed in quanto tale ho gradito molto.

Per rispetto nei confronti di Delta bisogna comunque ammettere che, pur nella sua accademica incapacità di graffiare, risulti a più riprese un ascolto gradevole. Merito forse dell'esperienza dei nostri che oramai sanno come piazzare il ritornello, il bridge o ancora l'apertura orchestrale azzeccati e con i giusti tempi. Ovvio che non si tratta di un disco per tormentarvi la carne o lacerarvi il cuore, ma se ascoltato senza pretese potrebbe fornire dei piacevoli risvolti melodici.
Se l'ingombro dei ricordi di un genere che ha raggiunto l'apice oramai tempo fa (sì, io sono uno di quegli estremisti) non ci ruba troppo spazio, allora si potrebbe prendere in considerazione un ascolto di questo Delta. Ma personalmente la mia curiosità non è poi sfociata nell'entusiasmo che, a quanto pare, fa durare tuttora la passione di questi Austriaci.
Poiché la vita stessa è una malattia inevitabile a trasmissione sessuale, viverla pienamente richiede la capacità di dosare rischi ragionevoli e rischi irragionevoli. E di questi rischi, ecco, qua non c'è nemmeno l'ombra.



VOTO RECENSORE
60
VOTO LETTORI
49.66 su 39 voti [ VOTA]
Legalisedrugsandmurder
Martedì 3 Settembre 2019, 16.12.02
15
Originalità e personalità pari a zero. Formalmente bravini ma di gruppi migliori in questo filone ce ne sono parecchi.
Isa
Lunedì 28 Marzo 2011, 23.46.58
14
Ho sempre amato i Visions of Atlantis, e sempre li amerò.
Paolo
Martedì 22 Marzo 2011, 20.08.07
13
Trovo i VoA uno tra i migliori gruppi Symphonic-Metal del momento. Non trovo giusta la recensione (ovviamente è un mio gusto personale), in quanto il disco è davvero forte e di grande impatto. La loro formazione attuale è la migliore, e nel loro piccolo sono riusciti a ritagliarsi uno spazio in questo genere musicale ormai sovraffollato di band tutte uguali. Senza ombra di dubbio i migliori resteranno sempre i Nightwish, gli Epica, i Within Temptation e indubbiamente i Visions of Atlantis. Delta: un disco eccellente, e secondo me il meglio deve ancora arrivare.
Lughia
Lunedì 21 Marzo 2011, 14.01.45
12
A mio parere ho trovato il disco davvero FANTASTICO. Non mi ha annoiato minimamente, e le canzoni sono molto orecchiabili e dirette. La ex vocalist Melissa era SOLO tecnica, per il resto era la brutta imitazione di Tarja. Maxi Nil non ha sicuramente la sua stessa tecnica vocale, ma a differenza di Melissa è in grado di trasmettere emozioni nelle canzoni. E' una band del tutto STIMABILE, che nonostante tutti i loro problemi, sono riusciti ad andare avanti senza mai fermarsi un'attimo. Troppo semplice giudicare/criticare senza conoscere bene i fatti. Non sono minimamente d'accordo con la recensione. Forse avrebbe dovuto recensirlo qualcuno che è un pò più pratico e/o specifico del genere.
Salvo
Domenica 20 Marzo 2011, 9.41.11
11
a me sembra un lavoro piuttosto piatto e noioso. insufficiente.
Stefano
Sabato 19 Marzo 2011, 22.13.56
10
Strappa la sufficienza a mio parere c'è molto di meglio!
Marco
Sabato 19 Marzo 2011, 12.48.50
9
A me invece è piaciuto molto, trovo che Maxi Nil dia un tocco di originalità in più rispetto a Melissa, che comunque risulta più dotata della greca ma meno colorata e originale. Il disco lo reputo da 7,5, ci sono brani carichi di emozioni, basta ascoltarli più volte. Per quanto riguarda la sede live, c'era da aspettarselo che avrebbero combinato poco, sono ancora freschi del cambio di line-up, ma io sono ottimista, miglioreranno le performance data dopo data e il prossimo disco sarà sicuramente più accurato e incisivo, nonostanete ritenga che per questo Delta in fase di mixaggio si sia fatto un lavoro da certosino. Inoltre reputo la voce di Plank molto originale e che sa ancorarsi perfettamente con quella di Maxi, la quale, come ho già detto, mi pare bellissima.
Straisand
Venerdì 18 Marzo 2011, 21.24.39
8
Terribile. Il punto forte dei VoA ormai, era diventato Melissa, in quanto non hanno mai brillato di originalità a ei tecnica. Ma questo album, lo trovo veramente inascoltabile. Brani piatti e ripetitivi e la stessa prova vocale di Maxi Nil è insufficente, priva di tecnica e di interpretazione. Insufficente.
andrea
Venerdì 18 Marzo 2011, 15.54.36
7
bè, devo ammettere pure io che non sono mai stati un gruppone. ricordo che il primo album era praticamente un tributo (un eufemismo, c'era una canzone similissima a nightquest, secondo me) ai nightwish, anche il loro sito al tempo ricalcava quasi esattamente quello dei finlandesi. però non hanno nemmeno mai fatto schifo, dai. io li ho visti nel 2009 in uno dei primi concerti con questa formazione (meno uno) ed erano stati piuttosto bravi.
Rob
Venerdì 18 Marzo 2011, 14.43.41
6
Confermo il giudizio in sede live coi Rhapsody. Il chitarrista era bravissimo però. L'album ancora non l'ho sentito....
Room 101
Venerdì 18 Marzo 2011, 14.34.30
5
Non ho sentito Delta ma di spalla ai Rhapsody non erano stati eccezionali..molta accademia
Ste2239
Venerdì 18 Marzo 2011, 14.33.05
4
Visti con i Rhapsody, totalmente senza tiro, oltre al fatto che la donna ha una funzione all'interno delle canzoni che mi è ancora ignota xD
Giaxomo
Venerdì 18 Marzo 2011, 14.24.49
3
Visti con i Rhapsody...a me hanno detto poco niente, tranne il chitarrista. Il disco secondo me non prende la sufficienza.
andrea
Venerdì 18 Marzo 2011, 14.18.36
2
anche a me è piaciuto un sacco, soprattutto perché è un pochino più "power" del precedente e non ultrapieno di orchestre. recensendolo per una webzine io gli ho dato 72.
PowerMaiden
Venerdì 18 Marzo 2011, 13.49.02
1
Disco che cresce dopo parecchi ascolti questo nuovo lavoro dei VOA...promosso!!!
INFORMAZIONI
2011
Napalm Records
Power
Tracklist
1. Black River Delta
2. Memento
3. New Dawn
4. Where Daylight Fails
5. Conquest of Others
6. Twist of Fate
7. Elegy of Existence
8. Reflection
9. Sonar
10. Gravitate Towards Fatality
Line Up
Maxi Nil - Vocals
Mario Plank - Vocals
Wener Fiedler - Guitars
Mario Lochert - Bass
Martin Harb - Keys
Thomas Caser – Drums
 
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