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07/12/25
ECLIPSE + REACH + ANDY AND THE ROCKETS
LEGEND CLUB - MILANO
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Blut Aus Nord - 777 - Sect(s)
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( 7246 letture )
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Quando si comincia a disquisire sulle più grandi e recenti sperimentazioni in campo black metal si cinge tempestivamente, con la corona d'alloro, la testa dei Deathspell Omega. Io per primo, preso da un grande impeto e travolto da improvvise sensazioni associate alle atmosfere e alle composizioni di Hasjarl, non ci penserei due volte a urlare il loro nome sopra quello di tutti gli altri, come esponenti della più sopraffine arte oscura del nuovo millennio. Ciò che però tendo a scordarmi inconsciamente è che un'altra band, sempre francese, può vantarsi di aver tagliato questo traguardo virtuale (fornendo anche notevole materiale di spunto ai cugini riguardo al loro futuro songwriting) non ricevendo però altrettanti tributi. La band in questione è senza ombra di dubbio Blut Aus Nord, formazione firmataria di quel tremendo capolavoro che risponde al nome di The Work Which Transforms God e che risale al lontano 2003 (un anno prima della svolta apocalittico-psichedelica di Si Monumentum dei Deathspell): pionieri insomma - anche negli anni successivi - di interessanti sperimentazioni che non hanno nulla da invidiare a tante altre band "estreme". Se però il corso dei Deathspell è stato un lungo cammino escatologico che finisce irrimediabilmente con una sorta di non-salvifica apocalisse, la via intrapresa dai Blut Aus Nord è costellata da tante mosse azzardate ma riuscite tremendamente bene. Il notevole esperimento strumentale-industrial targato Thematic Emanation Of Archetypal Multiplicity si fonde all'industrial-black di MoRT per poi rifluire su Odinist - il quale pare stimolare di nuovo le stesse corde di The Work. Poi il clamoroso balzo all'indietro (cronologicamente parlando, non certo qualitativamente) con Memoria Vetusta II che fa guadagnare alla nostra band la bellezza di due premi: uno per una sorta di contentino dato ai fan di vecchia data, e il secondo grazie alle proprie qualità di suonare black "classico", sempre esistenti ma sepolte sotto la nuova tipologia di songwriting.
Questo nuovo 777 - Sect(s) (che si preannuncia il primo di un trittico che dovrebbe vedere il suo completamento entro la fine di questo anno) si pone in modo incredibile al di sopra dei lavori precedenti, non tanto per superiorità o per una disarmante differenza, ma semplicemente per la propria capacità di realizzare una summa di ciò che sono stati i Blut Aus Nord negli ultimi 10 anni, mixando perfettamente tutti i vari punti di riconoscibilità ed aggiungendoci una specie di fattore simbolico-ermetico. L'impressione dell'incombenza della fine del mondo è sempre presente durante tutto l'ascolto dell'album; ascolto durissimo e difficilissimo che mette a dura prova la resistenza dell'ascoltatore, a causa della sua mole titanica e insostenibile. Ma tutto ciò è un terribile pregio: non si può non rimanere estasiati da tanta potenza incontrollata. I riff sono dissonanti e sembrano uscire da un groviglio di serpenti, la batteria è un'intricata macchina robotica apparentemente senza una metrica concreta, mentre le parti dedicate ai sintetizzatori non fanno altro che accrescere questo senso di nausea e di malattia cerebrale. I dieci minuti di Epitome 4 ne sono la prova: le chitarre di Vindsval emettono dei rintocchi sludge-black - che possiamo ricondurre alle parti più lente e atmosfere degli ultimi Deathspell Omega - che si fondono con il suo stesso, disorientante cantato al contrario. Quando le parti di batteria accelerano, le sei-corde si trasformano in un modo unico e irripetibile; diventano una sorta di slide-guitar dagli arpeggi caotici e stonati (Epitome 3). In Epitome 5 il senso di estraniamento aumenta grazie al raddoppio delle chitarre che si riflettono all'infinito come in mezzo a due specchi; e l'ingranaggio ruota senza sosta al ritmo tribale dei tamburi e del basso, sempre più potente e puntuale. È proprio in questi momenti che compare anche l'eco degli AmenRa e delle altre più malate band sludge contemporanee. Ma i momenti più rappresentativi di questo album coincidono con gli epitomi numero 2 e 6. Nel secondo capitolo è come se ci trovassimo di fronte allo sguardo di questa intricata macchina e, fissando all'interno delle sue torbide e vuote orbite, ci rendessimo conto che questo assemblaggio è pulsante di vita, è scorso da una sconosciuta linfa vitale ed è inarrestabile. I synth creano le atmosfere principali, sovrapponendosi a semplici ma rimarcanti riff a-melodici, creando un epico e tragico pathos apocalittico. Nell'ultimo capitolo, questo compito sembra essere riservato alle chitarre che tessono, piano piano, la loro trama; geometrica e matematica che si trasforma continuamente e in modo impercettibile verso l'oblio.
Ci troviamo, in realtà, di fronte all'ennesimo manifesto dell'irripetibilità e dell'impossibilità di esplicazione, in quanto la terrificante e completa visione del divino, in tutta la sua incandescenza, ne comporta la totale cecità.
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15
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L' inizio di una trilogia agghiacciante, condivido tutti i commenti qui sotto.. Che dire, qui c'è solo oscurità senza fine, la colonna sonora per un'altro mondo.. Da paura 95.
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13
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epitome 6 è una delle cose + incredibili ke abbia mai ascoltato... purà genialità black... Cazzo da brividi |
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12
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eccellenza black... io ke amo i Tool sento nei BAN la stessa esotericità... 99 |
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11
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Pazzesco. Non riesco a dire altro,sembra che non ci sia logica dietro a tutto,ma invece è tutto pianificato nei minimi dettagli.Mi è piaciuto anche l'utilizzo del Backwards per le parti cantate,che secondo me aumenta il senso di "nausea".La mia preferita è sicuramente Epitome 4,che mentre l'ascoltavo in cuffia pareva ci fosse un terremoto(!) a causa delle vibrazioni.Aspetto impazientemente il secondo capitolo,ma questo sect si è rivelato un capolavoro degno di tale nome.95 |
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10
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Più è complesso e piu mi piace...quest'album rispecchia proprio i miei gusti....epitome 1 mi piace un sacco!! |
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9
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Gran bel disco, senza ombra di dubbio... Blut Aus Nord sempre all'avanguardia. 85 |
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8
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Boh, a me fa abbastanza schifo. |
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7
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incredibile... cioè: ci ho messo più di un mese a immagazzinarlo. |
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6
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Me lo godo da tempo, continuo a pensare che siano una delle poche band che non ha toppato nulla. |
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4
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e parecchio impegnativo da ascoltare |
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3
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e parecchio impegnativo da ascoltare |
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2
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Senza parole. So che un ascolto e' troppo poco, ma quest'album non sembra fatto da esseri umani. Perfetto. 99/100. |
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1
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son 10 anni che fanno il culo a mezzo mondo |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Epitome 1 2. Epitome 2 3. Epitome 3 4. Epitome 4 5. Epitome 5 6. Epitome 6
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Line Up
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Vindsval - all instruments
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