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08/10/24
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Visions of Atlantis - Maria Magdalena
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( 3441 letture )
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Il mito di Atlantide affascina l’uomo da millenni: l’affascinante e suggestiva storia di un grande continente perduto, sprofondato a causa d’immani cataclismi, è del resto presente nelle leggende di mezzo mondo e non riguarda neppure la sola Atlantide, contemplando anche l’ipotesi dell’esistenza di una terra ancor più grande, la preistorica Mu. E’ chiaro che un argomento tanto misterioso e particolare non poteva che influenzare l’arte in tutte le sue forme e naturalmente anche la nostra musica preferita: abbiamo così i Visions of Atlantis, band symphonic metal austriaca i cui membri hanno scelto questo evocativo nome proprio in omaggio alla loro passione per la misteriosa storia del continente citato per la prima volta da Platone. A dire il vero, tuttavia, il primo pensiero che accompagnò la nascita della band, indipendentemente dal nome e dall’interesse per la mitologia, fu “Oddio, un’altra band symphonic metal no!”. L’evidente saturazione del genere, difatti, faceva presagire un’altra band clone delle capostipiti del symphonic metal; in poche parole, faceva temere il peggio.
Invece i nostri amici austriaci, benché non facciano dell’originalità il loro cavallo di battaglia, sono riusciti ad imporsi come una delle migliori realtà symphonic del nuovo millennio e, adesso, ci offrono un EP di 6 tracce incentrato sulla figura di Maria Maddalena, intitolato per l’appunto Maria Magdalena. Il breve lavoro si apre con la title-track, che è inaspettatamente una cover dell’artista pop tedesca Sandra: il brano in sé è ovviamente orecchiabile ed incentrato sul ritornello, giostrato sul confronto fra la voce femminile di Maxi Nil ed il controcanto del resto della band. La prima traccia che sia farina del sacco della band è dunque Melancholia, introdotta da un malinconico sottofondo di pianoforte, al di sotto del quale udiamo brevemente una pioggia scrosciante. L’espediente, per quanto ultra-abusato (lo crearono i maestri Black Sabbath e fu poi copiato a mani basse da un mare di band, fra cui gli Slayer di Raining Blood), mette sempre i brividi. La canzone in sé, poi, è abbastanza godibile, sorretta com’è da robusti riff, e scivola via senza particolari sbavature. Certo, scivola via anche senza lasciare particolarmente impressionati. Change of Tides inizia col cantato sussurrato di Mario Plank, per poi sfociare in un brano nuovamente sorretto da un riff di matrice semi-thrash ed incentrato naturalmente sul confronto fra voce maschile e voce femminile. Ancora una volta la canzone si lascia ascoltare, ma non regala emozioni particolari. Distant Shores va un po’ meglio, grazie ad una convincente parte strumentale nella seconda parte, mentre la prima metà soffre nuovamente di scarso pathos, che per quanto mi riguarda (ma credo sia così anche per voi lettori) è una pecca di gran lunga peggiore della scarsa originalità. Last Shut of Your Eyes inizia come una ballad per poi accelerare e si configura tranquillamente come il pezzo migliore del lotto, dato che finalmente sentiamo un po’ di quell’impalpabile qualità che potremmo definire feeling. Chiude questo EP Beyond Horizon, una sorta di monologo recitato dai due bravi cantanti su una base musicale che si mantiene stabile, ma che entra in testa, con un breve ma emozionante assolo finale.
Insomma, come avrete capito il lavoro in questione non è certo un capolavoro: per carità, è un EP e quindi, come dicevamo ad inizio recensione, è certamente servito per far tirare il fiato alla band (che peraltro dopo la registrazione ha visto l’abbandono di chitarrista e bassista) in vista di un futuro e più impegnativo lavoro in studio, ma è innegabile che la prima metà delle canzoni non funzioni al 100%: si tratta infatti di brani ben eseguiti nella loro semplicità, ma che non lasciano nulla se non un vago sentore di già sentito. Fortunatamente la seconda metà ci regala canzoni meglio strutturate e che offrono finalmente delle emozioni, innalzando la qualità di un EP che, altrimenti, sarebbe certamente stato insufficiente, ma che anche così rimane comunque soltanto appena sufficiente. I nostri amici austriaci sono dunque rimandati al prossimo album in studio, sperando che ci offrano un lavoro più convincente.
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7
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Io li ho visti all'Alcatraz di supporto ai Rhapsody of Fire, e mi sono piaciuti molto, e secondo me questo EP non è per niente male, anzi! |
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6
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...io ho ascoltato questo EP e lo trovo davvero molto interessante, non sono d'accordo con la recensione...sopratutto perchè a mio parere è stata fatta da una persona che potrà avere qualsiasi tipo di conoscenza meno che quella in questione. Forse preferivo "Delta", però sono certo che questa band sta crescendo sempre di più, e resto nella speranza che il prossimo album farà cambiare idea anche a voi! inoltre vorrei aggiungere che nella classifica bestseller hardorock e metal di Amazon.de sono arrivati in cima surclassando pure il nuovo singolo dei Nightwish...quindi presumo che valgano qualcosa ;P |
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5
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quoto Volutamente Anonimo , a me questo genere piace un sacco ma le recensioni le fa sempre qualcuno che odia il genere e non sono obiettive. |
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4
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Dubito di ascoltarlo, mi era bastato già Delta che mi ha trasmesso solamente tanta noia e la solita minestra riscaldata. L'unica cosa che era riuscito a valorizzare il gruppo in passato è stata la voce di Melissa ma sicuramente non il proprio sound... Un gruppo a parer mio inutile... Poi, gusti son gusti! |
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3
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Su For Whom The Bell Tolls non piove , c'è bel tempo e suonano le campane... |
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2
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@ Volutamente Anonimo: tu però sei di parte comunque grazie. Ti sei esposto in maniera molto educata e la cosa ti fa onore. |
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1
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Mi fa sempre piacere leggre queste recensioni, alquanto anomale per uno che nel profilo indica tra le preferenza tutto forchè symphonic metal o gothic metal, e che nel redigere tale recensione mette in luce pesanti lacune in termini conoscitivi della band che sta valutando. La song "Last Shut Of Your Eyes" è un cavallo di battaglia già dal tempo dell'album Cast Away del 2004, in questa sede rifatta dalla cantante Maxi Nil in una versione non troppo alternativa, ma decisamente godibile. la critica che faccio io è che dischi di symphonic metal, dove purtroppo la maggior parte delle band non merita citazione, dovrebbero essere recensiti da chi si riempe le orecchi di questo genere, che non è ne semplice ne soft, anzi probabilmente è uno dei generi più complicati e meno easy-listening. Per il resto condivido il voto della recesnione. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Maria Magdalena (Sandra cover) 2. Melancholia 3. Change of Tides 4. Distant Shores 5. Last Shut of Your Eyes 6. Beyond Horizon
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Line Up
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Maxi Nil (Voce) Mario Plank (Voce) Werner Fiedler (Chitarra) Martin Harb (Tastiere) Mario Lochert (Basso) Thomas Caser (Batteria)
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