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Ci sono gruppi che la reunion in pompa magna, con tanto di formazione originale o quasi, l’hanno provata. Ma poi non se ne è fatto nulla. Questione di feeling, mutamenti e radicali trasformazioni che in una vita artistica capitano, e anche spesso. Gli Accept fanno parte di questa categoria. Inutile pensare ad una line-up con Udo nuovamente in cabina di comando, non sarà mai più possibile, un po’ come è accaduto ai Kiss con Ace e Peter, ai Metallica con Dave Mustaine o agli Scorpions con Francis Buchholz. Evoluzioni e cambiamenti anche quando gran parte della formazione storica risponde: presente! Per fare un breve salto a ritroso, ricordo che nel 2005, dopo molti anni di inattività in cui Stefan Kaufmann e Udo Dirkschneider si erano esibiti con gli U.D.O., gli Accept decidono di riunirsi per partecipare ad una serie di concerti europei con la formazione di Balls to the Wall. Ogni concerto viene seguito da moltissimi fan, con il tour che si conclude con un'ultima esibizione al Monsters of Rock. Quella è stata l'ultima volta in cui si esibì l’ensemble storico, troppe le differenze stilistiche tra Udo e gli altri componenti: tanto evidenti da rendere impossibile una prosecuzione. Nel 2009 Wolf Hoffmann e Peter Baltes decidono di riformare un'altra volta la band ma stavolta senza “il nano malefico” Udo Dirkschneider alla voce. Viene così selezionato, come nuovo cantante, Mark Tornillo dei TT Quick; i primi demo pubblicati su web di alcuni brani storici, rieseguiti da Tornillo, lasciarono perplessi i seguaci. La nuova formazione fa il suo debutto live nel maggio 2010, mese in cui viene anche pubblicato il video del singolo Teutonic Terror, tratto dal loro nuovo album Blood of the Nations dove invece, il cantante, appare decisamente a proprio agio. I fan hanno modo di tastarlo e vederlo in concerto e dopo qualche scetticismo, lo eleggono come degno componente atto a calcare le scene con i fidi compagni di metallo. Nasce un legame, se così possiamo dire, fatto di rispetto e apprezzamenti.
Oggi esce il secondo lavoro degli Accept era recente, con alla voce il nuovo singer, e le premesse sono energicamente degne di attenzione. Stalingrad, questo il titolo, è nuovamente prodotto da Andy Sneap e mostra una nuova giovinezza che supera l’effetto sorpresa del precedente lavoro Blood Of The Nations, collocandosi su livelli decisamente apprezzabili nell’olimpo della musica che i teutonici sanno fare da sempre e anche bene: heavy metal a manetta!!! Nessuno si aspettava un altro colpo grosso del quintetto tedesco che, invece, è andato avanti per la propria strada facendo semplicemente la cosa che sa fare meglio. 51 minuti di musica martellante e incalzante, effetto avvolgente forgiato nella fucina da dove esce metallo rovente classico, privo di modernismi o aperture stilistiche, ma tremendamente efficace, anche se gli anni ‘80 sono trascorsi da un po’ di tempo.
Sin dalle iniziali Hung, Drawn And Quartered e Stalingrad il motore del quintetto esplode di note ad alto tasso di rocciosità e ugola che slametta alla grande, notare le attinenze dello stile vocale di Mike con il suo prestigioso predecessore: band in forma pronta a versare litri di sudore sullo stage con tanto di condizione ammirabile. Ottimo il solo di Wolf Hoffman nell’opener, grande gusto heavy e cori indimenticati nella seconda traccia, insomma per chi avesse ancora dei dubbi: gli Accept sono tornati e intendono rimanerci in questo carrozzone sfonda amplificatori. I sibili di Hellfire conducono su binari ben conosciuti della tradizione Acceptiana, stacchi e sovrapposizioni delle due guitar e un ritmo duro senza compromessi, velocità e compattezza in Flash To Bang Time dove si spinge a tavoletta sugli strumenti e la voce diviene stregonesca e cattiva; chitarre a palla che braccano una drum impazzita, lasciano l’ascoltatore spossato benevolmente. Alla faccia dei vecchietti, questi menano alla grande! Una nota positiva va spesa per Wolf, invecchiando migliora come il buon whisky, rimanendo sempre efficace con la sua sei corde ispirata da trame classiche: il solo di questa song è spettacolare. Shadow Soldiers appare emozionante nella sua trama slow iniziale attutendo i toni accalorati e divenendo poi uno spaccato corale e anthemico, Revolution, invece, innesta la marcia alla nitroglicerina e deflagra sradicando ogni ostacolo che si para innanzi: metallo travolgente al fulmicotone. La cavalcata di Against The World rinfresca la memoria degli anni d’oro con un chorus tipico, Twist Of Fate, con un guitar solo magnifico, risulta più melodica e meno forsennata come traccia, ma non molla un grammo di classe, mentre il rettilineo finale su cui si incastonano le ultime due song è lastricato di randellate metalliche senza ritegno. The Quick And The Dead è da godersi tutta all’insegna di ritmi anfetaminici e consistenza granitica da spaccare i denti tramite gli speaker, mentre il gran finale di The Galley è un melting pot di oltre sette minuti in cui i tedeschi sfoderano le proprie armi, mostrandole fieri all’audience, una sorta di suite metallica che mette in evidenza un risultato davvero apprezzabile e multi sfaccettato con decelerazioni e pagine toccanti ed emotive. Complimenti a questi ex ragazzi borchiati, comporre ancora a certe velocità senza perdere un minimo di compattezza non è certamente da tutti. Agli Accept va il mio personale plauso di stima incondizionata, Stalingrad è una release di puro heavy metal, inciso con passione vera fregandosene di mode e condizionamenti. Ciò che una vera band dovrebbe sempre fare. Accept is back, do you want some?
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@Massimo.Almeno fino a questo album ls band ha dimostrato di essrre tornata piu' in forma che mai,gia' dall'album successivo si imiziera' ad avvertire un po' di stanchezza e manierismo.Gli ultimi due album,infatti pur essendo validi sono inferiori ai precedenti. |
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Sono un affezionato dell'era UDO e sono partito scettico. Nei primi ascolti mi è piaciuto ed ero contento ma senza entusiasmi. Ascoltandolo e riscoltandolo mi ha convinto sempre più considerandolo uno dei migliori album della loro storia UDO generation compresa.
Sonorità massicce come già indicato, una timbrica vocale che ricorda quella di UDO quindi un sound riconoscibile ma molto granitico.
Bello tutto, senza punti particolarmente deboli, ma anzi con vette particolarmente alte e convincenti:
Stalingrad - Hellfire - The Galley e la meravigliosa Shadow Soldiers da sole rendono questo album imperdibile. |
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Bel disco! Il precedente mi piace di più, ma anche questo a distanza di 8 anni ancora me lo sento ogni tanto, il che è prova del suo valore (ovviamente per le mie orecchie). Bastonate come Revolution, Hung Drawn and Quartered o The Quick and the Dead fanno sempre piacevolmente scapocciare! Voto 82 |
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Disco ok ma senza guizzi e senza sorprese. Imparagonabile con i suoi illustri predecessori! Il pezzo migliore per me è Against the World che è anche molto banale ma ha un bel chorus. |
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Bel disco, heavy metal puro e duro senza tanti fronzoli |
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Grandissimo disco. Unico piccolo difetto mi ricorda il mostruoso Metal heart |
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Tornillo non fa rimpiangere l'ugola di Udo, e la sua voce unita agli effervescendi e affilatissimi assoli di Hoffman sono una garanzia di eccellenza.Album spaccaossa, heavy metal sincero, duro, massiccio, un fottuto heavy che ti entra da subito in circolo nelle vene e arriva dritto al cuore.Capolavoro.93. |
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Grandissimo disco questo qui, forse anche meglio del giustamente acclamato predecessore!!! Grandissimi Accept, senza limiti. Probabilmente la più grande band vivente per continuità, insieme ai Black Sabbath! |
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Ragazzi ma che assolo è quello di Stalingrad: meraviglioso. Evviva! |
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....volevo aggiungere una considerazione ulteriore..: .trovo Stalingrad un platter decisamente " ACCEPT " un lavoro davvero straordinario...un lavoro nato per esaltare completamente ed indiscutibilmente le potenzialità di un Mark Tornillo come mai in precedenza lo si era mai visto.....che coniuga il proverbiale “ tiro “ delle top band anni 80 \ 90 con l'innovazione contemporanea che solo poche...pochissime band riescono ancora oggi ad offrire . UDO è stato il motore degli " ACCEPT " per una vita....la linfa vitale che li ha elevati sino all'eccellenza : oggi , però....l'accoppiata Mark Tornillo & Wolf Hoffmann in Stalingrad risulta decisamente irrangiungibile . All right....well done... Voto : 90 |
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Ho voluto sempre voluto commentare questa realizzazione degli strepitosi ACCEPT con Mark Tornillo , ma solo dopo due anni e centinaia di ascolti mi sono reso conto davvero che è un vero CAPOLAVORO questo " STALINGRAD " . |
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Direiche è un album fantastico e la mancanza di Udo non si sente minimamente anche se rimarrà cmq uno dei migliori cantanti Heavy. Ottimo album di puro heavy metal. Mitici Accept |
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Meno male che ci sono ancora band che si ricordano chi sono e come si suona del sano Heavy Metal....cosa che i Maiden,evidentemente,non si ricordano piu'..... |
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A chi spara chiacchere a vanvera, dicendo che Tornillo è meglio di Udo o addirittura lo polverizza andate a vedervi su you tube il concerto di Waken 2012 . Udo è la storia del metal, Tornillo è un semplice ( bravissimo ) imitatore. Stalingrad è un grande album ma con Udo sarebbe stato un capolavoro. |
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Grandissimo album e Mike Tornillo è un degno sostituto di Udo, d'altra parte l'aveva già dimostrato in Blood of the Nations. Heavy potente e melodico. |
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A questo punto io mi chiedo anche se non ce ne hanno paradossalmente guadagnato con Mark Tornillo. Io l'ho sentito live per ben due volte negli ultimi anni ed davvero un trascinatore con delle prestazioni dal vivo notevoli - come tutta la band per la verità. |
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Ho avuto occasione di ascoltare l'album per intero ed ammetto, nonostante lo scetticismo iniziale, di esserne rimasto entusiasta: non avrei immaginato che la nuova voce avrebbe sostituito così bene lo storico Udo, ma soprattutto a sorprendermi è stata l'ispirazione della band, la quale si mentiene nell'arco dell'intera durata (pittusto elevata, ma l'album scorre che è un piacere). Sono stati tra i padri dello speed nei primi anni ottanta ed a distanza di tempo si confermano efficacissimi nel proporre heavy metal potentissimo! |
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Gran bel disco questo , Tornillo riesce a non far rimpiangere quel grande panzer di Udo , inoltre le dieci tracce sono veramente di buona qualità , un bel 85 se lo meritano proprio . |
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un album da paura!!gloria agli Accept |
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discone coi controcazziquadratipelosi nulla da dire. e qui posso fianlemtne dire che Tornillo ha esorcizzato in via definitiva il fantasma Udo che resterà quello che è ma per come ridotto oggi non lo rivoglio negli Accept. voto giusto ma io gli do 90 perché come pochi altri riesce a ripendermi dopo un abbiocco e a farmi esaltare! |
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lo sto ascoltando sul tubo!!!! fino ad ora...veramente un bel disco!!!! bello potente e il vocalist è veramente meritevole! |
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Dopo il bellissimo Blood of the Nation Stalingrad non ha di certo deluso le aspettative...mi sta venendo una voglia pazzesca di vederli live...aggiunta alla lista di cose da fare assolutamente |
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Che ne so io! Ah! È vero! Ho comprato anche 4 dischi degli exodus! |
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@waste....se questo è thrash tempo of the damned chell'è? |
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Ps: o è heavy? Boh, quello! |
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Questo è ufficialmente il terzo disco thrash che ho comprato in 30 anni di vita (gli altri sono rust in peace e hordes of chaos), bellissimo. |
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In tutta sincerità dopo Blood of the nation ero titubante, perchè proprio non mi piaceva, ma dopo questo disco devo dire che gli Accept sono tornati. Disco ruvido, duro, cattivo proprio puro Heavy Metal. Forse Udo graffiava di più ma Tornillo non lo fa rimpiangere mentre Wolf è una certezza. Dei veri panzer. Anche per ma "stalingrad" con l'inno dell'URSS è meravigliosa. Recensione perfetta, voto idem. Bravo Frankiss |
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L'inno dell' URSS dopo l'assolo in "Stalingrad" è EPICO come pochi... |
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Me lo sto ascoltando proprio ora dopo essermi riscaldato con Blood of the nation...non posso far altro che confermare l'ottima rece di Frankiss e confermare il voto al 100 %! Stiamo parlando di heavy / power teutonico con i cazzi e controcazzi, una potenza e una grinta che ti entra dentro dalle casse del mashall a cui ho attaccato lo stereo direttamente nel cervello! Hung, Drawn And Quartered e Stalingrad sono un muro sonoro incredibile dove la voce dell'ottimo Tornillo polverizza in un istante l'ombra di Udo; stupenda poi la traccia 4 Flash To Bang Time un pezzo heavy speed sparato a palla con un cantato maligno ed evocativo; Shadow Soldiers è una traccia che crea un grande pathos, con un inizio lento per poi esplodere in chorus straordinari e molto power; Against The World ci porta alle cavalcate degli eighties ed è il classicissimo brano di matrice power / heavy degli Accept, forse la più classica di questo album; Twist Of Fate una sorta mid time, la meno speed ma molto tecnica e con una sezione solista da applausi! Evito il resto del track by track anche perchè sono tutte veramente belle e mostrano una band che disco dopo disco sembra migliorare. Già con Blood of nations il cambio di marcia fu degno delle migliori manovre di Fast and furious, con questo album la band con Tornillo si è amalgamata ancor di più e oltre che andare forte fa davvero grandi numeri alla Tokio drift sempre di Fast and furious...SPETTACOLARI!!!! Voto 89 |
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(Ri)visti dal vivo qualche giorno fa, dopo l'anno scorso, di nuovo con Tornillo... Sono fantastici - riandrei al concerto domani mattina!!! Viva gli Accept. Meritano tutto il successo che stanno avendo!!! SIgn of Victory - SIGN OF VICTORY! |
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SPETTACOLO. Spettacolo in 10 tracce. Nulla da dire, hanno rifilato un secondo colpo da maestri dopo BoTN, Tornillo riesce nell'impresa titanica di non far rimpiangere Udo (ANZI, per come è conciato oggi, c'è da gioire che non sia più lui la voce degli Accept) e gli altri membri rokkeggiano come ragazzini, un piacere ascoltarli. 88/100 voto giustissimo. |
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Senza Udo è tutt'altra musica...in meglio! |
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Sono a pochi ascolti ma rispetto a blood ci vedo molto più mestiere....forse un po troppa fretta di far uscire materiale nuovo? Cmq sia sempre grandissimi, e sempre grande Tornillo...per ora più che discreto, 70! |
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Sempre grandi al contrario di altri vecchi gruppi che dovrebbero appendere le chitarre al chiodo. Tornillo meglio di Udo e Wolf Hoffmann è sempre il numero 1. |
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.... premesso che chi scrive è un dinosauro devoto degli Accept fino a Russian Roulette e che da quel 1986 si rifiuta di comprare un loro cd per non insultarne la memoria.... stikazzi, che album ! Intendiamoci, Udo resterà sempre l'architrave e senza di lui mancherà sempre il tocco di classe finale, ma questo Tornillo va ben oltre la "dignitosità" e mi strappa un "apperò" di ammirazione... Ottima rece, condivido tutto tranne l'apprezzamento per Revolution, secondo me il pezzo meno riuscito della compagnia... insomma, è ora di tornare a spendere per un loro parto, accetteranno pagamenti in lire dai vecchi fans ? |
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ragazzi...che disco mammamia...neanche un momento di stanca....pezzi uno più ispirati dell' altro e un tornillo che non fa minimamente rimpiangere udo....grandissimi accept |
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Bello, bello davvero...Ed è un piacere constatare che molto del merito va a Tornillo... |
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