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08/10/24
SIBERIAN MEAT GRINDER + GUESTS
FREAKOUT CLUB - BOLOGNA
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Dark Tranquillity - Construct
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( 10652 letture )
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Per i loro vent’anni di carriera, i Dark Tranquillity donano ai fan un altro gioiello della loro sempre convincente discografia, Construct, decimo album della formazione di Gothenburg, la stessa del precedente We Are the Void con in meno il bassista Daniel Antonsson che lascia il suo strumento nelle mani del chitarrista Martin Henriksson. Per ogni uscita dei Dark Tranquillity c’è sempre un fremito d’attesa che fa impazzire, l’aria si carica di elettricità e i fan della band scalpitano come cavalli prima di una gara. Questo perché, dal lontano 1993, anno di pubblicazione dell’esordio Skydancer, il gruppo in questione non ha mai smesso di stupire, evolvendo il proprio sound in quello che adesso è conosciuto con lo stile che porta il loro nome.
Ascoltando l’opener Broken Words, l’ascoltatore viene messo subito davanti alle intenzioni dei Dark Tranquillity e alle loro scelte stilistiche per questo nuovo lavoro. Se We Are the Void iniziava con Shadows in Our Blood, veloce e propriamente death sin dai primi secondi, Construct ci riporta invece alle lontane atmosfere di Character e Fiction, all’energia condensata in ritmiche lente e fraseggi più espressivi, dove la tastiera torna ad assumere un ruolo determinante. La stessa linea teorica è seguita da The Science of Noise (molto in stile DT) e Uniformity, del quale è stato girato un video, dove l’atmosfera primeggia assoluta e trova sfogo in un ritornello con voce in clean di Stanne, bella quanto il suo particolare scream per me, tipico come quelli di Character, oserei dire alla Depeche Mode (e spero di non far storcere il naso a nessuno). Fortunatamente, le parti lente vengono subito accantonate con le potenti The Silence In Between e Apathetic, veloci e coinvolgenti. Proprio quest’ultima, l’avrei scelta come opener al posto di Broken Words (con essa l’album, a mio parere, ha avuto una falsa partenza). L’album continua con questo ibrido fra atmosfere e potenza death con What Only You Know e la massiccia Endtime Hearts, con il riff principale pesante attorno al quale basso, batteria e tastiera costruiscono un’ottima melodia e lo scream lacerante di Stanne ne enfatizza la potenza (in forma come sempre, tra l’altro). Le tonalità pseudo-pop alla Depeche Mode vengono riprese in State of Trust, canzone che dall’intro lasciava presagire l’inizio di una ballad, cambiando totalmente pochi secondi dopo, tornando al melodic death tipico dei Dark Tranquillity, enfatizzato dal mid tempo. La canzone serve a smorzare un poco i toni, che poi riprendono il loro normale corso con Weight of the End e None Becoming, adatte a chiudere un album che non lascia niente a desiderare.
Construct si aggiunge alla variopinta discografia dei Dark Tranquillity e, come la maggior parte degli altri nove, ne diventa una perla preziosa, un anello forte con canzoni riuscitissime da proporre nel vasto repertorio live. E’ solo questione di tempo prima che le dieci tracce di Construct divengano famose e apprezzate al pari dei capolavori della band. L’album non brilla, non spicca sugli altri, sicuramente, ma al contempo non segna un’involuzione stilistica nella band. I cinque di Gothenburg hanno continuato quanto fatto in We Are the Void senza sbilanciarsi più di tanto, rischiando forse di usare troppo le parti di tastiera ma rifacendosi con riff di chitarra all’altezza della band e sfoggiando un Mikael Stanne che è come il vino: più invecchia e più migliora. Construct merita di essere ascoltato, soprattutto dai fan del gruppo e da chi, come me, li segue da tanto, tanto tempo, aspettandosi sempre qualcosa di nuovo. Per chi ama i Dark Tranquillity.
VOTO Prima Recensione: 76
Uno dei momenti più belli quando si fa il "recensore per diletto" è quello di poter scrivere di band storiche, che hanno plasmato con i loro album la musica che tanto si ama; i Dark Tranquillity rientrano a pieno diritto in questa cerchia.
Il gruppo non ha bisogno di presentazioni a meno che, per paura della guerra fredda, non vi siate rinchiusi in qualche bunker anti-atomico fino all'altro ieri. Formati nel lontano 1989, i nostri sono attivi su disco con il celebre monicker dal 1993 e dal seminale Skydancer sono passati miliardi di ettolitri d'acqua sotto i famosi ponti. Costante degli svedesi è stata un'evoluzione continua che ha impedito loro di rimanere chiusi in dettami arcinoti, cosa che ha portato elogi e qualche critica alla band, con risultati ora ottimi, ora più incerti, ma sempre coraggiosi e personali. D'altronde, cambiare per un gruppo non è mai semplice, vuoi per la ricerca in sé che deve trovare un suo equilibrio onde non snaturare la propria identità, vuoi per la critica del proprio pubblico, sempre imprevedibile nel giudizio finale.
Ed è quindi emblematico il titolo dato all'album, Construct; infatti - semplificando - in psicologia il costrutto è la formazione di un criterio di base dato dalle nostre percezioni, che applicato su ciò che vogliamo osservare, ci permetta di giungere alla valutazione finale, alla nostra verità. Semplificando ancora di più (non me ne vogliano gli psicologi, N.d.R.), potremmo quindi dire che i Dark Tranquillity tentando di giungere al concetto di musica, lo hanno infarcito delle proprie percezioni, con la loro visione della musica stessa, ossia il loro costrutto, arrivando al suono finale dell'album. Ecco quindi che diventa così più chiaro il credo dei nostri, che melodie malinconiche si fondono a sferzate veloci, potenti ed un sottile strato di angoscia unisce momenti più calmi ma inquieti a momenti maggiormente frenetici. Anche in Construct è facilmente rilevabile il marchio di fabbrica del combo: la voce di Stanne sugli scudi, legato indissolubilmente all'atmosfera creata dalle melodie della sei corde di Sundin, al tappeto armonioso delle tastiere di Brändström mai invadenti ma sempre presenti ed alla sezione ritmica di Henriksson ed Jivarp cadenzati ed indemoniati a seconda delle necessità.
Significativa è quindi l'opener For Broken Words: Il ritmo è lento, quasi compassato, ma l'alone angoscioso del brano riesce a mantenere viva la nostra concentrazione, nonostante si riveli poi l'episodio meno riuscito del disco. Dopo i ritmi lenti, si riparte con The Science Of Noise che trasuda Dark Tranquillity in tutto e per tutto; inizia veloce con batteria e chitarra in primo piano, i tempi si assestano e il solito frontman si prende il suo doveroso spazio, per un brano che convince e fa ben sperare per il proseguo. Uniformity rivela da subito la sua inclinazione synth-pop, amore mai celato dai nostri svedesi, ed il ritornello dove esplode la voce pulita rimanda facilmente ai Depeche Mode, ma l'orecchiabilità della canzone, sebbene deluderà chi ancora si aspetta un The Gallery/The Mind's I Part 2, riesce nel suo intento, facendo ben presa. La doppietta The Silence In Between ed Apathetic ci rituffa nei vecchi Dark Tranquillity alzando i tempi e rifondendoci di energia, mentre What Only You Know, dopo la partenza veloce ed armonica, rallenta improvvisamente con il clean di Stanne, crescendo poi in velocità e pathos. Endtime ci riporta in bilico tra potenza e melodia, fino al ritornello catchy dove immancabilmente prevale l'armonia sulla violenza, ma anche qui il risultato è più che buono, grazie al solito lavoro Sundin/Brändström. State Of Trust ritorna sulla falsariga di Uniformity, ma accentuando la presa sulla componente pop, mentre Weight Of The End riassume benissimo gli elementi presenti in questo Construct con parti ora veloci e potenti, ora malinconiche e melodiose, con un occhio al motivo facile, ma non scontato o semplice. None Becoming chiude infine il tutto, adagiandosi su ritmi pacati ed in linea con l'aura melanconica ed inquieta che permea il disco. La produzione della Century Media è ovviamente al solito pulita e professionale, in modo da favorire la miglior comprensione possibile degli strumenti (su tutti chitarra e tastiere, oltre al cantato), sebbene si giunga anche a depotenziare la sezione ritmica, riducendo così la vena death, che seppur sempre presente quando si parla di Dark Tranquillity, passa lievemente in secondo piano.
Ciò non toglie però che Construct sia una creatura dei maestri svedesi, ma sicuramente non è così immediato come altri lavori e gli ascolti necessari a far propria la nuova proposta di Stanne e soci non saranno pochi. Certo, l'album può lasciare in un primo momento disorientati, ma pian piano diviene evidente come il sound appartenga al nostro beneamato gruppo. D'accordo, l'ispirazione non è più quella di un tempo, e forse non lo sarà più, ma il gruppo evita di ripiegarsi su se stesso, evolvendo ancora e rimettendosi al giudizio dei fan, seppur proseguendo sempre per la propria strada, proponendo musica comunque valida che si basa su costrutti - appunto - autentici, pensati, sentiti e sinceri. Quindi, a tutti coloro che muoiono dalla voglia di sapere se gli svedesi sono tornati, si può rispondere tranquillamente che i Dark Tranquillity in fondo, ci son sempre stati, e continuano ad esserci.
VOTO Seconda Recensione: 76
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VOTO LETTORI
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74.18 su 132 voti [
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70
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Questi sono i Dark Tranquillity odierni, non c\'è da aspettarsi di più. L\'ultimo ottimo album è stato Fiction, poi si sono adagiati su livelli discreti, Construct è il più riuscito. Ma c\'è ancora qualcuno che si aspettava un ritorno alle sonorità di The Gallery? Ma siete seri? |
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69
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Ma il senso di una recensione doppia in cui le valutazioni sono neanche simili, ma proprio identiche, almeno come valutazione numerica... mi sa non avete capito bene il senso delle rece doppie, che giustamente di solito confrontano due opinioni e valutazioni più o meno diverse sullo stesso disco. |
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66
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Edohard, Tommy, Spiderman, metallo, unknown, lemmy, Mario... mi mancate... dove siete finiti? |
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65
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Album che mi è piaciuto abbastanza sin da subito a differenza di We are the Void che mi risultava indigesto (ma che ora preferisco a questo). qui mi ha spiazzato l’inizio più tranquillo ma poi il disco va in crescendo con Apathetic e Endtime hearts le mie preferite. Stanne uno dei migliori cantanti metal in circolazione e lo dimostra anche qui. purtroppo noto con dispiacere che le parti solistiche sono sempre meno e mi dispiace del fatto che i DT sono effettivamente diventati molto più malinconici e angosciosi che in passato. non è sempre un male ma certe melodie di projector o haven un po’ mi mancano. Ho la versione con due bonus che sono sulla stessa linea dell’album. Concordo con il voto. 76 |
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...QUANTO SO' BRAVI |
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è il loro album che ascolto più spesso, mi piace e non mi annoia mai. lasciando stare i paragoni un po' inutili col passato, voto almeno 80 |
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62
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Dai tempi di Haven che non facevano un disco interessante. |
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fate come ve pare ma a me il ritornello di Uniformity fa impazzire, le clean di Stanne sono migliorate veramente tanto! L'album in generale è molto bello, in particolar modo ho apprezzato l'opener e la già citata uniformity... il tutto regge ascolti reiterati (grande prerogativa dei Dark tranquillity quest'ultima).... concludendo voglio esprimere il mio accordo con Macca: anche a me Constructor ricorda parecchio Projector, album meraviglioso "nella sua diversità"... voto 80 |
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60
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cresce con gli ascolti quest album di gran classe...nella top ten dell anno... |
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Lo ascoltavo proprio stamattina e l'ho molto rivalutato con il tempo. Il piglio è maggiormente melodico rispetto agli immediati predecessori e per me è una bella novità, l'album scorre molto omogeneo e sebbene non sia un contenitore di capolavori fatico a trovare una canzone brutta. Adoro i suoi numerosi rimandi a Projector che nella sua diversità mi è sempre piaciuto tantissimo. Ottimo come sempre il growl di Stanne, ma anche le linee vocali pulite sono bellissime e finalmente trovano un pò più spazio. Un disco che da loro non mi aspettavo, ma è stata una gradita sorpresa. Alzo il mio precedente voto a 77. |
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Non si possono paragonare al passato, ma e' un ottimo disco. L'eccesso melodico e' ben supportato dall'eleganza dei suoni. Io un 75 glielo do tutto! |
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io l'ho trovato molto bello, andando a ripescare molte cose dall'era projector/haven ma sviluppate partendo soprattutto da Fiction a mio parere.. sicuramente migliore di WATV e poi adoro endtime hearts.. |
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@blackenedgore che significa è migliore l ultimo degli orphaned land? ovvio che nell arco di un annata ci possono essere uscite migliori di questa ma di certo non è mediocre anzi...uno degli album più attesi che alla fine credo non abbia deluso quasi nessuno...io da ignorante in tema dark tranquillity l ho trovato un album molto curato e ispirato poi il fatto che preferisca altre cose di certo non me lo fa giudicare male... |
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@taste piace molto anche a me... è stato il brano assieme a uniformity che mi ha fatto acquistare l album peraltro non ascoltato moltissimo ma cmq apprezzato...menzione d onore per uniformity a mio avviso ad oggi fra migliori brani del 2013 da me ascoltati... |
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54
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Gran disco...non un capolavoro....ma ripeto gran disco e gradito ritorno sui loro livelli..... |
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53
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sono l'unico fesso a cui For Broken Words gusta assai? |
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Il mio preferito continua a rimanere haven forse mi odieranno tutti ma io la penso cosi sinceramente trovo che questa nuova fatica lasci la bofca amara a parecchi deathster che si aspettavano non un ritorno alle prigini ma almeno un po di parti tirate non di certo un disco che sembra uscito direttamente dalla discografia dei peggio in flames o dei meglio kamelot asd e di certo non si merita piu della mediocre attenzione. Molto ma molto meglio l'ultimo degli orphaned land |
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Alla fine voto 78, ma le prime 3 tracce valgono 90 minimo! |
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for broken words è un capolavoro all'album do un 82 |
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Il primo album dei DT che ho ascoltato, e non mi è dispiaciuto per niente. Ci sento anche io atmosfere dal sapore gothic, ma non è necessariamente un male, anzi rende il loro sound originale e riconoscibile. Avrei preferito qualche parte tirata in più, però questo è il loro stile attuale e non me ne lamento! L'ho ascoltato poco e non do un voto, ripasserò tra qualche ascolto... Per adesso sono d'accordo con i voti dei recensori |
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Per me meglio di Fiction e molto meglio di We are the Void. A tratti si eccede in melodia ma questa volta c'è più gusto e, almeno in studio, Stanne mi pare migliorato nel clean (nello scream resta sempre fra i migliori). Brani preferiti The Science of Noise, The Silence in Between e l'ottima Apathetic, a mio avviso la top song del disco. Un buon ritorno tutto sommato, anche se i fasti di un tempo non credo torneranno più. |
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solo io nei passaggi più lenti (e nel suono delle chitarre) sento echi di atmosfere simil - ultimi Paradise Lost e Katatonia? o.O ( in particolar modo: "night is the new day" album) comunque ottimo album che finalmente smuove le acque da una situazione stagnante che perdurava da molti album. un 80 pieno & strameritato! |
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decisa ripresa da we are the void, voto 72 ovvero un 7+ |
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Sì, alla fine tutto si riduce a quello. |
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@Undercover: che Exposures sia una grande uscita, è un'esternazione che condivido, però alla fine ammetti che The New Build tira di più . E' proprio questa differenza che, secondo me, rende Character superiore a Damage Done. Concordo sul fatto che le strutture delle canzoni non è che varino poi tanto fra i due album in questione, però Character è dannatamente più aggressivo e questo pende a suo favore. Ad ogni modo, penso di aver espresso in maniera più o meno ecente il mio punto di vista e, a questo punto, ritengo che si tratti di una questione di gusti. |
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Disco che parte bene (le prime tre sono le migliori del disco), ma si protrae su livelli altalenanti, presentando alcune tracce buone ma alcune dimenticabili. Prodotto senza dubbio sufficiente, ma speravo in qualcosa di più. Voto: 68 |
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Al solito sorry per il mio italiano che è sempre sgangheratissimo e il sonno avanza |
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@piggod, io capisco ciò che vuoi dire, però quello che tu dici di "Character" lo noto invece in "Damage Done", non tenendo conto che questi qui han messo fra le b-sides negli anni passati pezzi fra i migliori che han prodotto tipo "Cornered" atmosfericamente e melodicamente veramente, ma veramente bella, un'appassionante "Poison Well" o la semi-mazzate "Exposure" che di aggressività ne ha da vendere, ok "The New Build" tira di più, ma lo schema con apertura a favore del cambio di passo ambientale non è poi così dissimile come struttura, che ti vien da chiedere, ma al posto di infilarle come bonus track perché non ci facevano un disco davvero? E infatti le hanno racchiuse in "Exposures - In Retrospect And Denial" che tralasciando i pezzi dei primissimi demo, quindi tenendo in considerazione la tracklist fatta di soli 7 brani se avessero inserito un paio di canzoni che sarebbero finite su "Character" o "Fiction" ne sarebbe venuto fuori un disco della madonna, almeno per come la vedo io, molto più vario e interessante di quanto prodotto dal 2002 a oggi. |
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@Undercover: Boh, secondo me il loro culmine evolutivo è Character, perché riesce a coniugare il tipico death metal di Gothenburg con le sperimentazioni di cui si sono avvalsi da Projector in poi. Dopo, effettivamente, si sono adagiati relizzando due dischi fotocopia (che tuttora considero di buona qualità - anche il bistrattato We are the void) per darsi infine una mossa con l'ultimo lavoro, specialmente perché la base inizava a criticare la loro staticità compositiva. A scanso di equivoci considero Damage Done un buon lavoro e concordo con la tua analisi quando lo definisci un disco catchy con ottime melodie, però il culmine finale è Character, perché ci aggiunge un'aggressività che fino a quel punto sembrava dimenticata (forse The New Build è la canzone che più incarna quello che voglio dire). |
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Concordo con Undercover, Damage Done è l'ultimo disco con un minimo di originalità (anche se troppo pop per i miei gusti).. poi non hanno fatto altro che album fotocopia. E questo non fa eccezione. Penso di essere arrivato ad un giudizio definitivo, lo considero comunque meglio di We are the void e Fiction. Voto 68 |
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@piggod ciao, mah, "Character" stilisticamente non è poi così lontano da "Damage Done", il percorso evolutivo lì era ancora in fase statica per quanto mi riguarda, non ho trovato nulla che mi facesse pensare a dei Dark Tranquillity finalmente usciti al di fuori dai ranghi come loro solito, è un buon dischetto, ha buone tracce, ma le caratteristiche che hanno fatto di "Damage Done" l'ultimo loro lavoro di classe vi sono tutte in versione alquanto diluita o moscia. Perché "Damage Done" è idolatrato? E' catchy, ha ottime melodie, Sundin dopo aver regalato assoli a chiunque finalmente mette due note fuori ("Single Part Of Two") e la scaletta non ha filler veri e propri a meno che non si tenga conto della finale "Ex Nihilo". Secondo me invece "Damage Done" non è una transizione, è il culmine finale raggiunto dalla band, di lì in poi è stato un discendere costante, qualche spallata, ma nulla più. |
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Io trovo questo CD stupendo e ritengo basso il 76...un 85 sarebbe perfetto...era tanto che non si sentiva un CD cosi vario. |
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@Undercover: no dai, Character non è la copia di Damage Done. Sono d'accordo che Fiction e We are the Void sono stilisticamente identici a Character, ma Damage Done l'ho sempre reputato il disco di transizione fra Haven e Character (preferendo nettamente quest'ultimo) e il preludio di quello che, fino a Construct, era la nuova fase dei Dark Tranquillity. Tra l'altro Damage Done, pur reputandolo un buon disco, no ho mai compreso perché fosse tanto idolatrato. |
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Mi sta rapendo...wow...e il nuovo logo mi piace un casino, voglio anch'io il logo disegnato così! Ora cerco tutte le lettere e metterò l'Ø |
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non posso darti contro perchè non conosco la storia della band ma solo ciò che ho sentito di quest album...e ciò è molto bello raffinato e mille altri aggettivi...gli amorphis fanno ottima musica ma più semplice nelle strutture e non solo a mio parere...il moniker fa sempre la differenza comunque sia...chi compone grandi dischi li "paga" poi con le produzioni successive sempre sottovaluitate... |
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Se gli Amorphis sono scontati, loro che più o meno variando si clonano dal 2002 direi che son messi peggio, anche perché gli album normali degli Amorphis massacrano robetta tipo "Character" e "Fiction" che sono due versioni sbiadite di "Damage Done", e "We Are The Void", e io remo contro, meglio quest'ultimo che i primi due, almeno in quest'ultimo provarono a fare qualcosa di leggermente diverso. Poi oh, se la minestra riscaldata e pure insipida piace, a ognuno la sua, ma sto disco è un passo in avanti dopo un mare di nulla, quindi che impressione positiva dovrebbe lasciarmi dopo che li seguo da una vita? |
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d accordo...mah forse perchè è un doppio album un lavoro ambizioso ed alla fine ben riuscito...a me non ha detto quas nulla ma forse sono io che non gli ho dato il tempo ma i brani di construct mi hanno rapito al primo ascolto...anzi al primo riff di for broken words...il sito è zeppo di album con un voto analogo ma credo che la maggior parte di fronte a questo forse sfigurino alla grande..forse...la chiave di lettura corretta credo sia il condizionamento ed il peso del passato di una band...chi recensisce lo paragona ai lavori precedenti e ne esce il voto con un altro moniker questo disco avrebbe ricevuto almeno 10 punti in più... |
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Sì l'ho pensato anche io, però direi che con un minimo di senso critico, (i criteri alla fine non sono mai oggettivi), capisci che su una scala da uno a cento, né questo né l'altro si meritano un voto del genere... Tra l'altro The Living Infinite è stato davvero osannato e non capisco il perché, mentre i giudizi sui Dark Tranquillity li vedo sempre molto duri, sarà che magari ci si aspetta di più, almeno io li ho sempre ritenuti più validi. |
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ERREstromblad ho notato anche io troppe differenze di voto fra album più di una volta...il fatto è che essendo i recensori diversi è normale che succeda...però forse certi album vengono troppo facilmente osannati ed altri il contrario... |
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@undercover gli amorphis? songwriting? saran pur bravi ma scontatissimi...ma stiamo scherzando? la sola uniformity vale più di tutto circle...e ci tengo a precisare che il resto di construct a parte le anteprime devo ancora approfondirlo a dovere...ma ripeto basta il singolo a spazzar via l ultimo amorphis... |
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76 è un voto più che perfetto secondo me, ma trovo vergognoso che, mettendoli a confronto, "The Living Infinite" dei Soilwork abbia ricevuto 90... |
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Mi è piaciuto veramente tanto tanto tanto tanto. In particolare Uniformity e State of Trust. Per me è 80. |
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quoto il commento di salvo (24). |
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Disco nella media, nulla di che, ma neanche brutto, alla fine siam sempre lì ed è questo che un po' mi scoccia, non riescono più a cambiare marcia, sono proprio impantanati in un ripetersi stagnante che non dispiace, lo stesso discorso che ha colpito gli Amorphis con la differenza che a livello di songwriting quest'ultimi sono nettamente migliori di Stanne e soci. |
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ogni volta che esce un album dei dt mi fiondo a comprarlo ad occhi chiusi, sapendo che, se non sarà un capolavoro, sarà comunque un lavoro di classe. purtroppo è da un pò che non beccano il capolavoro, ma va bdne anche così. bell'album. 75 per me. |
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Fnalmente delle recensioni veritiere; non siamo di fronte a un capolavoro ma nemmeno a una schifezza. We Are The Void era decisamente mediocre, questo ne riprende le atmosfere e sonorità ma il songwriting è decisamente più ispirato. Per me viaggia tra il 70 e il 75. |
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Mah.......Non sò che dire,devo ascoltarlo ancora,non mi convince al momento. |
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parlare di grandissimo album mi sembra un insulto ai veri grandissimi album dei dt..sinceramente, prima di ascoltarlo, avevo molte aspettative dato che si tratta di una delle mie band preferite, però, poi, devo dire che sono rimasto davvero deluso..certo fare peggio di watv era difficile e per fortuna sono riusciti ad evitarlo...come valutazione, direi poco più della sufficienza |
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WATV a me è piaciuto un sacco! Questo devo sentirrlo ma voglio prenderlo, vinile o limited cd? |
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I Dark Tranquillity sono tornati con un album davvero ottimo, portando secondo me a compimento un percorso stilistico che non erano riusciti a concretizzare con We Are The Void. Un album che punta sulla melodia mettendo più grinta nei punti giusti. che i nosti non facevano un lavoro così buono. Non è un album di immediatissima assimilazione , ne un lavoro osticissimo da assimilare. Tralasciando alcuni momenti deboli (Weight of end, Photon dreams), questo è un grandissimo album |
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a mio avviso davvero un bell'album, per me un 80 secco ci sta tutto |
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Non è un capolavoro, non è una porcata. Sono al settimo ascolto: non ci ho ancora trovato nulla di tanto buono da risvegliare la mia attenzione, mi sembra la solita minestra riscaldata easy listening, che stanca dopo un paio di ascolti. Non esprimo ancora un voto, chissà che con qualche ascolto in più.. |
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boh io lo sto ascoltando da una settimana, ma onestamente non dice molto...forse un pochino meglio dell'ultimo lavoro...ma mi lascia piuttsto freddino... |
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Come scritto sul forum qualche giorno fa: "dopo ripetuti ascolti non mi dispiace, l'unica pecca è che secondo me cala parecchio con le ultime due canzoni, forse arrivati a quel punto si sente un pò di ripetitività e considerando che l'album dura in tutto 42 minuti circa, un pò di inventiva in più non avrebbe guastato. Per me è da 73." |
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Grande album...veramente!!Hanno capito che se avessero continuato a fare del "semplice" death melodico molti fans sarebbero rimasti delusi!Mi piacciono molto le nuove atmosfere dark e alcune parti progressive (Immemorial)!Rispetto i fans che sono rimasti delusi da questo album, ma non credo ci siano molte band in grado di spaziare in molti generi diversi tra loro! |
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A me l'album è piaciuto molto e me lo aspettavo, dal momento che le numerose anteprime me lo avevano fatto presagire.Sono contento perché We Are The Void mi aveva alquanto deluso data la sua piattezza.Concordo con la prima recensione sui rimandi a Character e Fiction, difatti sono 2 album che ho molto apprezzato(anche se Character non me lo ricordo perché è troppo tempo che non lo ascolto, ma ricordo che mi era piaciuto).E' un peccato che una canzone come Immemorial sia stata relegata alle bonus track, secondo me è uno dei migliori episodi dell album ! |
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12
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Per me il cambio di ritmo con le clean voice in State of Trust è da lacrime... |
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Bien sûr, mi è piaciuto molto e senz'altro meglio di We Are the Void. Malgrado la mole notevole di album, hanno un songwriting che è ancora accattivante. Mi piace anche quello strizzare l'occhio ai Depeche Mode o al "pop" che se usato in piccole dosi, esalta alcuni dei loro pezzi. Anch'io, come Monsieur Red Rainbow non ci vedo molto di novità o evoluzione, ma contrariamente a lui e rispetto agli In Flames, qui le canzono sono belle. Purtroppo, pour moi, al momento è affossato, negli ascolti, dall'ultimo dei Summoning. Au revoir. |
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10
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Mah, gli ho concesso quattro o cinque ascolti e proprio non riesco a farmelo decollare, troppo "già sentito", "già solcato", "già percorso". Non che sia perennemente a caccia della novità a tutti i costi, ma il melodic death è uno dei generi a più alto rischio di ripetizione di clichè (fossero anche di successo), e mi pare che i DT da tempo non passino l'esame.... O forse non ho semplicemente capito l'album, visto che le uniche due tracce che mi hanno trasmesso qualche vibrazione sono What Only You Know e la (vedo...) bistrattatissima For Broken Words. Voto appena, ma proprio appena appena, sopra la sufficienza... |
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8
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Premetto che a mio avviso il disco è più che buono. Condivido appieno il voto, del resto la classe non è acqua, Stanne&co. si son sempre mantenuti su alti standard qualitativi (recentemente ho rivalutato di molto anche il bistrattato WATV) non rifilandoci mai "porcate" tipo gli ultimi due InFlames..e questo album non fa eccezione. Devo dire però che tutta sta novità e tentativo di reinventarsi che dichiarano nelle interviste, al punto da motivare pure il cambio di logo, non li colgo, a me pare un classicissimo disco dei Dark Tranquillity post 2000, l'ultima evoluzione è stata con Haven secondo me, da lì tanti bei pezzi, variazioni sul tema ma sostanzialmente pilota automatico. Questo Construct, ha in comune proprio con Haven un certo rallentamento delle ritmiche, al contrario di un Damage Done o We Are The Void..ma stilisticamente siamo fermi da quasi 15 anni. Comunque ripeto, non mi lamento affatto, visto che le canzoni sono belle e distinguibili dalle precedenti e questo è ciò che più conta! |
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7
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Mi piacciono molto The Silence In Between, What Only You Know e State Of Trust, carina Uniformity mentre le altre le trovo un pò "impersonali". E' un disco strano, con buoni contenuti ma per me è stato un pò difficile da ascoltare nonostante il piglio melodico alla Projector....Solo io penso che sia un'occasione non sfruttata appieno? In ogni caso un plauso ai DT per essersi rimessi in gioco al contrario di quanto fatto in We Are The Void, che proprio non mi piace. Buone le recensioni, voto 72 anche se ritengo si tratti di un disco che crescerà con gli ascolti. |
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6
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Meglio di we are the void sicuramente, a mio parere siamo però un po' lontani dai livelli più alti raggiunti dagli svedesi. Un disco però che soddisfa e si fa riascoltare con piacere. 73. |
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5
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Sicuramente meglio di We are the void, su questo non ci piove. |
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4
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Avevo paura di quest'album, mi sono saltato tutte le anticipazioni perchè volevo sentirmelo tutto d'un botto all'uscita. Che dire, mi ha lasciato così tanto a bocca aperta da slogarmi la mascella, era dai tempi di Damage Done che non mi piaceva così tanto un album dei DT, ogni canzone ha una sua propria identità e influenze diverse, mi ha completamente stregato! Per me è un 85 per ora : ) |
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3
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Ho letto le recensioni senza ancora averlo ascoltato, appena uscito l'ho comprato subito in edizione deluxe, ma lo tengo ancora a scatola chiusa perchè lo devo regalare alla mia ragazza per l'anniversario, ahahahah! Fremo dalla voglia di aprirlo però, e dalle recensioni sono sicuro che mi piacerà. |
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2
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D'accordo con le recensioni. Buon disco, merita almeno un 75. |
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1
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Dagli antipodi dell'Italia, due recensioni sviluppate in maniera indipendente, due giudizi incredibilmente simili (uguali) persino sotto l'aspetto numerico. Una valutazione su cui peraltro sinceramente concordo. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. For Broken Words 2. The Science of Noise 3. Uniformity 4. The Silence in Between 5. Apathetic 6. What Only You Know 7. Endtime Hearts 8. State of Trust 9. Weight of the End 10. None Becoming
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Line Up
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Mikael Stanne (Voce) Niklas Sundin (Chitarra Solista) Martin Henriksson (Chitarra Ritmica, Basso) Martin Brändström (Tastiera) Anders Jivarp (Batteria)
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