|
19/09/24
GIANCANE
ARCI BELLEZZA - MILANO
|
|
|
( 3962 letture )
|
Li avevamo lasciati all'indomani del debut album Entering Darkness alle prese con uno sludge/doom realmente estremo e claustrofobico ed oggi, dopo circa un anno dal debutto, siamo tornati a tastare lo stato di salute di questa all star band transalpina che vede tra le proprie fila membri ed ex membri di Drowning, Garden Of Silence ed Astral Rising. Col nuovo capitolo -intitolato semplicemente II- i nostri amici Eibon mostrano i muscoli e soprattutto i denti, difatti le nuove composizioni sono ancor più grezze e cattive rispetto al passato, la produzione è più spigolosa ed essenziale, mettendo in risalto le parti più dure e violente dei brani, oggi molto più frequenti rispetto al debutto. Solo due tracce per un totale di 42 minuti durante i quali il comune denominatore è la pesantezza, che spazia tra sfuriate in pieno stile black metal, rallentamenti da arresto cardiaco e divagazioni sludge estremamente alienanti, tutti accomunati per un'attitudine estrema che dona ai brani un appeal veramente magico. The Void Settlers si apre con un riffone tipicamente sludge che si innesta in una struttura prevalentemente ancorata agli stilemi del doom, ma che risente delle fortissime influenze black, special modo per lo stile vocale del bravo Balafas, molto abile a passare da momenti cattivissimi tipicamente black a contesti più acidi e dilatati. Il brano dopo un inizio abbastanza duro subisce una virata verso territori psichedelici per certi versi accomunabili a certi passaggi dei mastodontici Esoteric degli esordi, i quali ci hanno sempre deliziato con lunghissime suites strumentali dal forte sapore vintage psichedelico. Dai fumi allucinogeni generati dalle note di The Void Settlers prendono forma i fantasmi del passato in un turbinio di doom, stoner, psichedelia e hard rock anni '70, uniti e compressi in un brano che, nonostante la durata decisamente impegnativa, scorre via piacevolmente. Discorso diverso per la seconda traccia intitolata Elements of Doom, anch'essa inizialmente in bilico tra partiture doom abbastanza dilatate e black metal ferale, ma decisamente più strutturata ed articolata con diversi cambi di tempo ed atmosfere, regalandoci anche un bel passaggio in blast beat, col risultato di rendere maggiormente fruibili gli oltre 23 minuti di durata del brano. Inutile sottolineare che -nonostante le influenze black abbiano il loro peso- questa band si muove su sentieri cari al popolo doom e che difficilmente un'incallito black metaller potrà appassionarsi a questa creatura, fin troppo pesante e soffocante per i classici stilemi black. La bellezza dei brani degli Eibon sta proprio nella loro capacità di saper spaziare sapientemente tra vari generi, alternando atmosfere ed umori spesso anche contrastanti in modo del tutto naturale, con risultati ancor migliori del seppur ottimo debutto. Una piccola nota di merito va anche alla Aesthetic Death Rec. che ormai vanta un catalogo di primissima scelta con nomi illustri come Esoteric, Fleurety, Endvra, Fatum Elisum, Wreck Of The Hesperus e tanti altri progetti lontani dal mainstream ma con classe da vendere, che non mancheranno di far breccia nei cuori degli appassionati di certe sonorità oscure.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. The Void Settlers 2. Elements of Doom
|
|
Line Up
|
Georges Balafas (voce) Max Hedin (chitarre) Guillaume Taliercio (chitarre) Stefhane Riviere (basso) Jerome Lachaud (batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|