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07/02/25
LITTLE TIL AND THE GANGBUSTERS
CIRCOLO MAGNOLIA, VIA CIRCONVALLAZIONE IDROSCALO 41 SEGRATE (MI)
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Deicide - In the Minds of Evil
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( 7311 letture )
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Sdoganato il “Glenny ti lovvo” ecco che il vice caporedattore mi dice Ira vuoi fare i nuovi Deicide, io mi dico oh sì i nuovi Deicide sì assolutamente sì, pur consapevolmente pronta ad affrontare un album a rischio, eh sì a rischio perché dai, si sa, i Deicide puoi amarli per la musica e odiarli per l’impatto commerciale oppure viceversa puoi detestarli per la musica e sorridere di questo frontman istrione, ma sai che c’è, sai che ti dico, che io sono schifosamente di parte, li sento suonare e mi dico dannazione questo sì che è death, lo vedo muoversi sul palco e mi gaso tutta perché è un personaggio che ridicolo quanto vuoi ma sa far parlare di sé, e allora penso ok Ila, devi parlare di quest’album e sai già che i ragazzi si divideranno in due fazioni completamente opposte e quindi tanto ne vale, di’ quello che è per te quest’album, sì, devo fare così, dire com’è per me questo lavoro, anche perché come suonano i Deicide già lo si sa, come canta il Glen è cosa nota, e il loro sound è talmente appiccicato sulle pareti del metal estremo da esserne una delle tappezzerie più conosciute e sempre in auge, però che compito delicato mi dico, aggiungere qualcosa al già detto senza risultare noiosa e ripetitiva sì è qualcosa di spinoso ma alternative non ne ho mi continuo a ripetere, posso indugiare e ripensare ma alternative non ne ho, e allora avanti, si parte, si parte con questa traversata death, di buon death, innegabile, dai, si tratta di un buon death, certo, ok, se lo vuoi paragonare a Legion chiaro che non regge il confronto, l’irraggiungibile tecnicità di quell’album rispetto a tutta la loro produzione lo rende inarrivabile, se lo vuoi paragonare a Deicide peggio ancora, l’efferatezza di quel lavoro non sono mai più riusciti ad esprimerla, o ancora al mio amato Once Upon the Cross, per me il vertice massimo della loro carriera ma grazie all’ovvio, ma che c’entra, sto provando solo a valutare l’album cercando di decontestualizzarlo da tutta la loro storia, capisco che la cosa possa farti storcere il naso ma dai inutile che ci giriamo attorno, come ho appena detto la trilogia Deicide – Legion – Once Upon the Cross rimarrà qualcosa di unico e irripetibile, e continuare a confrontarli con loro stessi è dannoso e sterile, onesto dai, oggettivamente questo è un buon album death che concretizza tutti gli stilemi death, come dicevo suona un’ottima aggressività soprattutto alle corde, gli assoli spiccano e ti rimangono impressi grazie a una perfetta intesa dei due axe-man Owen e Quirion, sì, ok, c’è chi rimpiangerà lo stile degli Hoffman, appagante e ghiozzo, ma Owen e Quirion sanno difendersi più che bene, non tradendo mai la coerenza dei Deicide, che dopo oltre vent’anni tu puoi chiamarla pure ripetitività, ci può stare, liberissimo di farlo, ma noi, quelli che stanno dalla loro parte, la definiamo garanzia, e i due chitarristi certo non la pasticciano, rimanendo fedeli alla spietatezza perfettamente equilibrata con l’orecchiabilità dei riff, per questo per me è incontestabile che si tratti di un buon death, dai, avanti è fottutamente combattivo ed altrettanto piacevole da ascoltare, per non parlare dell’ennesima conferma del vocalism di Glen, nulla da dire sul suo growl, lucido, netto, definito, piace anche perché è uno dei pochi growl dove si capisce ciò che canta senza necessariamente avere bisogno dell’aiuto del booklet, che onesta onesta a me dopo un po’ stanca anche perché cosa vuoi, mi toglie il piacere di schiaffarmi nelle orecchie le cuffione, inclinare la testa dietro, chiudere gli occhi ed ascoltare la musica, se devo anche seguire i testi scritti, non passa niente, e quindi cosa stavo dicendo ah sì il cantato di Benton, per me rimane uno dei migliori cantati death perché racchiude tutto quello che deve essere un esemplare cantato growl, dalla chiarezza del suono espresso, alla ferocità vomitata sul microfono e poi anche se forse ti rosica un po’ dirlo, a te che sei dalla parte disfattista dei Deicide, la voce di Glen la riconosceresti su mille, per quante tu possa dirne sulle sue bizzarrie, e poi c’è lui, c’è Steve Asheim, ma che te lo dico a fare, lui si sa, è ormai la motrice dei Deicide, lui che ha scritto quasi interamente questo undicesimo capitolo, lui che a quanto pare si è battuto per poter avere una produzione più naturale e meno asettica rispetto alle precedenti, lui che è rispettato anche dai Deicide-nichilisti per la sua serietà, per la sua incontestabile e manifesta bravura, per la sua professionalità, per la sua instancabile dedizione, sì, dai cos’altro posso aggiungere al già detto su questo grande batterista, nulla, nulla oltre quello che si sa, lui è un caposaldo del drummin’ death e tanto basta, e allora in definitiva, sai che c’è, quest’album suona bene, è un soddisfacente lavoro di buon death metal, è un intenso stratificarsi di quelle sonorità che noi deathster tanto apprezziamo, e checché se ne dica, i Deicide li ho trovati in forma, gli acciacchi dell’età si sono sentiti ultimamente ma ora sono tornati in piedi, come un’auto sportiva d’epoca, con la scocca un po’ passata e sicuramente già vista, ma con un motore che si lascia ancora ben godere, sia dai nostalgici, sia dalle nuove reclute, ed è proprio questo In The Minds Of Evil, sì, è proprio questo, anche ora mentre chiudo la recensione, costretta a mettere l’unico punto finale di tutto il pezzo, di questo mio flusso continuo di pensieri, sì, mi dico, come una macchina d’epoca che fa ancora girare la testa alle persone quando sgasa sulle strade perché l’animo ruggente ancora affascina, sì dai, è indubbio, affascina, diamine, altroché se affascina e ti giri ancora quando passa un’auto del genere ed allo stesso modo il tastino stop non lo schiacci finché l’album non ha finito di suonare.
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Wow, una recensione degna di Joyce. |
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a quando la recensione di Overtures Of Blasphemy.? |
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non capolavoro ma ci siamo vicini. assolutamente nella loro top 3. |
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Band in gran forma!!! Glen Benton sempre uno dei migliori growls e Steve Asheim devastante. Migliori songs la title-track, la conclusiva End the Wrath of God e la fantastica Godkill !!! 80 pieno |
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disco decente, voto 90 |
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Un ottimo lavoro, sicuramente non il secondo Legion ma comunque buono. |
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Sono felice che i Deicide dopo certe cagate(coffcoffIn torment in hellcoff)si stiano riprendendo,dopo 4 dischi ottimi 1 pessimo,1 decente ecco che arrivano questi 3 album che risollevano ottimamente le sorti di una grandissima band Death |
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secondo me questo ultimo dei deicide è un buon lavoro. chiaramente non eccelso e inevitabilmente dal sapore un pò di già sperimentato, ma tuttavia si mantiene su un livello più che accettabile. |
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Sicuramente la miglior prova dei deicide post the stench of redemption. Granito puro, bel discone! |
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Disco veramente scialbo e inutile di un gruppo bello che finito. |
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Li ho abbandonati al loro destino ormai tanti tanti anni fa...suonerò snob, ma per me i Deicide si sono sciolti dopo Serpents of the Light...Gli omonimi che verranno dopo li considero da sempre i cugini scemi. Poi, de gustibus |
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'sto disco è come gasparri, scemo e senza alcuno sguardo all'orizzonte. |
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Mah... 'sto disco è come Alfano: gli manca il quid. 55/100 |
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Mia personale opinione: gruppo morto e sepolto dopo i primi tre capolavori ma forse anche di Serpents si salva qualcosa, sul resto è meglio non parlarne e stendere un velo pietoso. Bella invece la recensione, dopo aver letto settecento disamine identiche è sempre piacevole trovarsi difronte a qualcosa di "originale". |
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Complimenti per la recensione anche se qualche punto in più avrebbe fatto la differenza (un attimo di pausa ) ritornando ai Deicide penso proprio che sia arrivato finalmente il momento di dire che si son ripresi. Non è un capolavoro, sia chiaro, ma un buon album di ritorno. Il paragone coi primi (capo)lavori non regge, ma son cambiate tante cose da allora. Qualcuno parla degli Hoffman ma , sinceramente, Liars in Wait degli Amon non è poi tutto sto lavorone. Ottimo il lavoro della coppia Owen/Quirion e un plauso al lavoro di Asheim. Benton , rimarrà per sempre un ridicolo (nemmeno lui crede più ai testi che scrive), ma ha una signora voce. L'unica nota negativa è il suono, che non è male ma un suono un po più old school avrebbe fatto al caso loro. Non mi nominate i Gorguts per un confronto ... I Deicide cercano di fare almeno quello per cui sono nati mentre i Gorguts ,per quanto può essermi piaciuto l'ultimo lavoro, hanno un po scopiazzato da Ulcerate/Deathspell Omega!! Scopiazzato nel senso buono della parola. Cambiare strada è un po più facile dal rifare la stessa in modo differente. Comunque Voto 75! |
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Non mi aspettavo di più, anche se la speranza è l'ultima a morire, e sinceramente lo trovo più bello del precedente, ma sono sul 60/65 per ora...il growl di Benton mi fa ancora impazzire, ma ormai sono onesti mestieranti che fanno death solo per pagarsi le bollette e mantenere la famiglia (come ammette lo stesso Glen), e questo si sente. Bella la recensione, grande Irastrana, ma concordo con satanasso, un po di difficile fruibilità... |
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Per me non ci siamo, proprio per niente. Riff piatti, solos troppo abusati, "allegrotti" e infilati totalmente a casaccio. Uniche note positive il drumming di Asheim come sempre e l'artwork. Vado a riascoltarmi con gusto gli ultimi Amon. |
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@lucydark: no, cerchiamo di non passare alle provocazioni per favore! |
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ma quanti ha questa ragazza che recensisce? 15? |
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@ Satanasso: Vedo che qualcuno la pensa come me! Non è una cosa che ho notato solo in questa recensione ma anche in tante altre... Comunque non ti preoccupare che non lo nomino invano ma lo nomino perché l'ho letto e so di cosa parlo. |
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Ammiro sinceramente il fatto che Irastrana ed altri colleghi redattori spesso si cimentino con la lingua italiana mettendo alla prova le loro capacità letterarie; credo però che allo stato attuale i risultati siano negativi, probabilmente perché il "format" recensione difficilmente si presta a simili esperimenti senza che ne venga minata la funzionalità... a parer mio non ci si approccia ad una recensione musicale nello stesso modo con cui si affronta un racconto breve o un saggio; si legge una recensione semplicemente per avere un'idea del disco e generalmente ci si aspetta una lettura rapida e scorrevole, caratteristiche opposte alla recensione presente e a tante altre simili... ripeto, complimenti vivissimi per le intenzioni e le qualità ben visibili... credo però che andrebbero utilizzate in altri contesti, dove sarebbero più valorizzate. PS: non nominate Joyce invano! |
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Rece originale ma non per tutti,ascolterò l'album con un pizzico di curiosità in più. |
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disco noioso, recensione anche... allora mi leggo i commenti, magari sono più avvincenti... No comment. |
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disco decisamente meglio del predecessore. receabbastanza fuoriluogo a mio parere. |
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Non concordo col discorso riguardante la produzione, tutto suona piatto e perfetto come in un qualsiasi disco di death core dove ogni colpo di batteria è passato al beat detector e tutto risulta asettico e plasticoso. Poi a qualcuno piacciono questi suoni e questo approccio alla registrazione, questione di gusti a me dopo 2 canzoni viene voglia di spegnere..i Gorguts con l'ultimo album hanno dimostrato che si può ancora fare Death ed esprimere qualcosa usando soluzioni innovative...i deicide è dal '95 che ad eccezione di qualcosina sparsa nei vari album non si fanno valere. |
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ci vuole una reunion , i musicisti che hanno preso negli ultimi anni anche se molto bravi non hanno l'impatto visivo dei fratelli hoffman e neanche la cattiveria di loro grandi deicide |
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noiosi sia l'album che la recensione. |
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L'ho trovato, piatto e anonimo, non c'e' un riff che mi dica qualcosa o che mi si stampi in testa. |
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Recensione geniale, il disco non l'ho sentito npn apprezzando i Decide dopo Serpents. |
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disco arrivato da una ventina di giorni....all'inizio esaltato in male...ora sta salendo paso passo....saro di parte ma a me dei deicide piace tutto...pure insineratehymn.... |
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ciao Luca, personalmente penso che Till The Death Do Us Part concluda il periodo più nero e vergognoso dei Deicide: dopo quella porcheria è finalmente iniziata la loro ripresa, prima con To Hell With God e ora continuando con In The Minds of Evil. Mi viene in mente un treno che riparte, pachidermico nel lento recupero della velocità ma in progressivo incremento; quindi io tra i due preferisco quest'ultimo rilascio. Sono però due lavori dalle qualità molto simili, quindi è davvero questione di qualche manciata di punto  |
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Che dire , pur amando il death Metal ho sempre disprezzato questa band, non l'avrò mai capita. Però sono contento di sapere che si sono tirati un pò su musicalmente parlando. La recensione è ottima invece. Brava Ilaria. |
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Mah, non so. La title track è scontatissima e non mi piace, il resto un pochino meglio ma finora non mi ha convinto. Secondo me non vale un 78, ma lo ascolterò meglio prima di votare. |
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bella recensione e concordo con il voto. Irastrana volevo sapere invence cosa ne pensi dell'album precedente dei Deicide(To hell with god) e che voto gli avresti dato? |
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il disco non l'ho ancora sentito...ma la recensione mi è piaciuta un botto...originale...sembra un insieme di tanti pensieri "scritti di getto" le prime sensazioni che da un disco....e tutto sommato mi sembra molto esaustiva...inoltre mi sembra di vedere una bella apologia di una band dai più criticata....bella bella...e soprattutto originale  |
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rispondo in generale, giusto per mettere in chiaro la cosa una recensione così fatta, diversa dalle solite, può benissimo piacere o meno, (come anche l'album), ed è lecito esprimere il proprio parere; a patto che questo non sia semplicemente denigratorio (dire che il recensore si è fumato qualcosa o che la recensione sia inutile ad esempio, non è esprimere un parere, ma insultare). Anche perchè, la recensione di per sé, non è fatta male, ed ha richiesto comunque tempo ed impegno da parte di chi scrive. Ilaria, con il mio beneplacito, ha pensato che uscire dal solito tran tran delle recensioni, proponendo una struttura diversa, potesse essere stimolante sia per chi scrive che per chi legge; insomma, ogni tanto cambiare fa bene Poi ripeto, ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero, anzi, le vostre indicazioni sono molto importanti per noi per capire se abbiamo fatto un buon lavoro, per migliorare e proporre nuove forme e contenuti, qindi ben vengano interventi educati e motivati. |
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Il migliore degli ultimi 3 a mio avviso, il disco è piacevole e la potenza non manca. Inutile fare paragoni col passato... Nessuna band reggerebbe il confronto. L'unica cosa è il voto 78 a questo e 85 a quella palla di to hell with god?? Mah... Vabbuó de gustibus... |
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@EdoargoG. "Comunicare dei pareri": celo. "Meglio comunica il tuo parere": celo. "Ciò che pensi dell'album": celo. Edoardo, direi che ci siamo. Poema epico: non celo, grazziaddio, visto che la struttura di un poema epico c'entra con questo stile come il gelato c'entra con la ferrovia, ma tant'è. Lo sperimentare nuovi stili è presto spiegato: uno stimolo per me che scrivo e forse, come mi sembra di capire dagli altri commenti, anche per qualcuno che legge. Se vuoi però in privato posso farti la sinossi della recensione in modo del tutto distaccato e cronistico. Ne sarò in grado. Che poi la recensione ti faccia cagare, prendo e porto a casa. |
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suvvia non litigate!! il recensore deve accettar le critiche e il lettore non deve criticar solo la recensione!qua si dovrebbe parlar del disco che a me sembra buono e concordo con voto recensione!poi ognuno ha la sua opinione che va rispettata |
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Per quanto riguarda l'album la penso come il caro Radamanthis qui sotto (tant'è vero che non ho votato l'album). Per quanto riguarda lo stile per recensire è ovvio che non ce ne sia uno che bisogna usare per forza, ma il fine e lo scopo di una recensione e di un recensore dovrebbero essere comunicare dei pareri e, una recensione, meno è "comunicativa" e peggio è fatta, secondo il mio modesto parere di recensore. Meglio comunica il tuo parere e ciò che pensi dell'album e meglio è fatta. Se un lettore qualunque si cimenta in una recensione che gli fa passare la voglia di essere letta, vuol dire, di nuovo a mio personalissimo avviso, che la recensione non è fatta bene. Poi sei liberissima di fare una "recensione" sotto forma di poema epico dove Glen Benton è Ulisse (o Odisseo, come dir si voglia e giusto per rimanere in tema) e tu la sua donna che lo aspetta a Itaca, ma sempre secondo me, non è una buona recensione. Se ti diverti a sperimentare vari stili non dovresti farlo scrivendo recensioni ma, magari, scrivendo racconti o romanzi; poi sei liberissima di fare ciò che vuoi. |
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Non saprei, dopo pochi ascolti questo nuovo mi sembra superiore al precedente To Hell With God che si è beccato un 85. Vedremo con i prossimi ascolti. |
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ciao Edoardo, c'è uno stile che "serve" più di un altro in una recensione? E perchè, sentiamo. Altra cosa: questo stile danneggia la resa della recensione stessa? E perchè, sentiamo. Altra cosa: che stile avrebbe reso meglio? E perchè, sentiamo. Altra cosa: ti pare che questa non sia una recensione? E perchè, sentiamo. Purtropppo l'Ulisse non menziona i Deicide, altrimenti sì, si andrebbe a leggere anche quello. Ah, giusto, per non andare troppo off topic, tu cosa ne pensi dell'album? E perchè, sentiamo. |
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Vabbè...non concordo! Sennò si limiterebbe tutto a un track by track che in alcune rece ci sta in altre no o meglio, si può impostare una recensione in più modi...A volte è anche bello leggere le stesse cose scritte in modo divero no? Certi aneddoti o parti personali ben figurano in una rece e io stesso scriverei in un certo modo piuttosto che un altro (o comunque varierei di rece in rece il modo di scrivere per non essere prevedibile o scrivere sempre nello stesso modo). Inoltre, non avendo ascoltato il disco e non avendo comunque neppure intenzione di ascoltarlo perchè non mi piace la band in questione, capisco comunque il parere ed il giudizio dato dal recensore (indipendentemente dal numerino sotto), quindi non vedo quale sia il problema. |
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Quando mi diranno a cosa serve il flusso di coscienza in una recensione forse potrò apprezzarne certe. Se qualcuno si volesse leggere l'ultimo capitolo dell'Ulisse dovrebbe semplicemente andare in biblioteca e non su Metallized.it, sito che, in teoria, dovrebbe proporre recensioni di album. |
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Non mi pronuncio sul disco che non ho sentito e sulla bandche non mi piace per niente ma la recensione che ho letto è fatta bene...non capisco i primi due post sinceramente... |
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a me piace..un bel 8 e mezzo se lo merita, non sarà come i primi ma spacca, lo trovo personalmente superiore agli ultimi due..grandi!! |
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Niente da fare, anche questa volta i Deicide mi hanno deluso. Non che pretenda chissà cosa eh, però... Le canzoni le ho trovate veramente scialbe, noiose e prive di mordente. Ok, non nego che qualche guizzo c'è, ma nel complesso si tratta di pochissima roba. Alcuni riff inoltre, si somigliano un po' tra di loro (quelli più melodici), così come le strutture delle canzoni mi sono sembrate troppo simili tra loro. Non posso negare che qualche pezzo riesce anche a fissarsi in testa dopo pochi ascolti, ma è comunque roba da poco, secondo me. Quirion non mi ha convinto affatto, tanto che non saprei neanche se è stato meglio prenderlo al posto di Santolla (che comunque trovavo inopportuno e fuori luogo), boh! L'unica cosa che mi convince, è il growl di Benton, ma ad essere pignoli avrei qualcosina da ridire pure questo: perché ha eliminato del tutto le sovrapposizioni con lo scream? Alla fine facevano parte del suo stile, e facendo così, secondo me, ha reso la sezione vocale più monocorde e noiosa (nonostante io ami alla follia il suo growl e lo ritengo uno dei migliori, sia chiaro). La produzione poi, a tratti mi risulta davvero fastidiosa, ma questa sarà solo una cosa mia, e tirando le somme è forse la pecca minore del disco. In conclusione, per me è un 55 (arrotondato...), e no, non pretendo album tipo "Legion", pretendo solo un disco che non crolli dopo 2/3 brani... |
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ciao Masterburner, ne sei sicuro? Io non credo. L'album è descritto nelle parti fondamentali utili a capire e a portersi fare un'idea del lavoro stesso. Dell'irastrana cos'è che dico? Che sono di parte, che mi gaso quando lo vedo sul palco, che mi stanco a seguire i testi sul booklet. 3 cose. Mh, un po' riduttivo per dire che parlo più di me che dell'album. ma tant'è. |
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Ciao Flavio, no, onesta onesta non ho fumato niente prima di scrivere. La quantità di virgole, come avrai immaginato, è voluta e doverosa, visto che questa tipologia di scrittura non prevede punti nè interruzioni di discorso. |
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2
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Una recensione che dice più cose a riguardo del recensore di quante ne dica dell'album! |
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1
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Fumato peso per caso? Hai fatto il record di virgole.. |
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Tracklist
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1. In the Minds Of Evil 2. Thou Begone 3. Godkill 4. Beyond Salvation 5. Misery Of One 6. Between The Flesh And The Void 7. Even The Gods Can Bleed 8. Trample The Cross 9. Fallen To Silence 10. Kill The Light Of Christ 11. End The Wrath Of God
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Line Up
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Glen Benton (Voce, Basso) Kevin Quirion (Chitarra) Jack Owen (Chitarra) Steve Asheim (Batteria)
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RECENSIONI |
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ARTICOLI |
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