L'HEAVY METAL SECONDO SIR MORRIS

Iron Maiden? Helloween? Savatage? Non è che l'inizio...

L'HEAVY METAL SECONDO SIR MORRIS

Messaggiodi Sir Morris il gio ago 10, 23 21:04

Forgiato verso la metà degli anni '70, l'Heavy Metal è la forma musicale “per eccellenza”, grazie alle sue composizioni molto accese rispetto ai canoni abituali, colme di grinta e intrise di rabbia.
Anche strumentalmente (doppia chitarra in funzione ritmico-solista) questo fenomeno si prospetta originale e indipendente e al suo sviluppo concorrono non solo l'America o l'Inghilterra, ma anche alcuni paesi europei come l'Olanda, la Danimarca, la Svizzera, la Germania, la Francia e l'Italia.
I brani molto serrati e corposi sono caratterizzati da grandi spazi di tecnica strumentale e da un cantato che assume perfino un colore decisamente più intenso.
L’ H.M. ha percorso una parabola ascendente, assumendo sempre maggiore importanza nel mondo musicale, ma soprattutto espandendosi a macchia d’olio sul mercato discografico.
Tuttavia .sarebbe riduttivo riferirsi, come punto di partenza, a quel cosiddetto che proprio nella prima metà degli anni ’70 esaurì il suo ciclo, poiché l’heavy rappresenta uno dei tanti prodotti della storia del rock e nel rock fonda le sue radici.
Di conseguenza è opportuno risalire al vecchio rock’n’ roll degli anni ’50, Presley e Little Richard su tutti, ma anche, marginalmente, al blues, cui diversi chitarristi heavy fanno riferimento; non a caso Angus Young, il celebre folletto guitar-hero degli AC/DC non perde occasione per dichiararsi fedele cultore di sua maestà B.B. King.
L’H.M. è un fenomeno che ha il grande vantaggio dell'innovazione, nonostante le sue radici storiche possano già ritrovarsi nella Detroit infuocata dei tardi anni '60 con gli MC5.
E' un'impresa ardua commisurare la forza scardinatrice di un gruppo rispetto ai tempi in cui ha realizzato la propria opera, e album del tipo “ Kick out the Jams” degli MC5, il cui suono è ancora miracolosamente vivo, il taglio metallico netto e affilato ed i musicisti lucidi e puntuali, seppur lanciati sulla cresta di ritmi assassini, ne è la prova inconfutabile, considerando che per subire un’offensiva fonica devastante tale si sia dovuto attendere “Overkill” dei Motorhead (1980).
Se i fans del thrash-metal vogliono costruirsi un background storico ed informativo, non possono davvero ignorare “Kick out the Jams” datato 1969.
Gli MC5, con questa opera prima, sono portavoce di un'ideologia rivoluzionaria e l'avanguardia della “generazione più dura d’America”, i rockers del Michigan: Stooges, Amboy Dukes, Frost, Grand Funk....
Il centro catalizzatore è Detroit, la “città dei motori” perché letteralmente invasa dalle catene di montaggio delle industrie automobilistiche: i tassi d’inquinamento e di criminalità sono fra i più alti negli States, l’ambiente urbano scandito in modo desolante da successioni di fabbricati operai.
Le cronache degli anni ‘70 riporteranno, a più riprese, notizie dei membri della band sciolta nel ‘72: le più clamorose riguardano la morte del bassista Mike Davis, stroncato da overdose, la condanna al carcere di Wayne Kramer per detenzione di stupefacenti, e il matrimonio di Fred “Sonic” con Patty Smith nel 1980.
I kids metropolitani hanno un eterno veicolo di identificazione, di speranza, un modo sempre nuovo per reagire al mutare costante delle cose.
Purtroppo c'è anche un grande pericolo, il genere infatti ha ormai un proprio mercato, anche abbastanza esteso, il che comporta continui e squallidi tentativi di contrabbandare per hm false figure e paccottiglia di varia specie.
Bisogna attentamente distinguere il buono dal cattivo e soprattutto impedire che quest'ultimo soffochi il primo.
L'H.M. è, ancor prima che una musica, una filosofia di vita che richiede un impegno continuo; non basta sfoggiare un giubbotto di pelle con borchie e catene, assumendo un'aria torva nei confronti degli altri, se poi non si è convinti interiormente di ciò per cui si ha fede.
La musica Heavy esercita un ruolo innegabilmente cruciale sulle sorti del rock contemporaneo, nonostante gli sforzi, sempre più inattendibili, di chi cerca di offuscarne il valore.
Quante volte il Rock duro ha fatto da colonna sonora ideale a film d'azione e a celebrati movies?
Un mondo di suoni ed immagini che troppo spesso la stampa ufficiale ha snobbato.
Senza alcuna presunzione possiamo affermare che l’ H.M. è l’unica forza al mondo in grado di stimolare i 5 sensi vitali, a tal punto da far nascere dentro di noi il cosiddetto e affascinante “sesto senso”.
E' musica primitiva, le sue sonorità stridenti e selvagge affondano, infatti, le loro radici musicali in quelle che sono state le prime forme di espressione sonoro-artistiche del genere umano: due sassi o due conchiglie fatti cozzare rumorosamente tra di loro, una pelle di animale essiccata, battuta ritmicamente con un osso durante una cerimonia tribale, urla apparentemente indecifrabili ma che già tendevano a diventare le prime canzoni.
La prima star musicale H.M. della storia è stato lo sciamano della tribù che per garantire il benessere della propria gente, con le sue cantilene dai ritmi ossessivi, entrava in contatto con invisibili spiriti e divinità della natura.
C’erano ovviamente le divinità buone da pregare, ma anche quelle maligne da tenere alla larga, e il suono, la “musica”, doveva servire ad entrambi gli scopi.
Proiettando all’esterno il male che probabilmente aveva già dentro di sé, l’uomo primitivo creò poi mostri e demoni, che talvolta diventarono le sue divinità devianti.
Erano nati streghe e stregoni, ed i loro ritmi di evocazione degli spiriti del male ancora più sfrenati, caotici e deliranti, in una sola parola: demoniaci.
Nacquero quindi gli eroi, spesso destinati a sconfiggere il male incarnato dalle streghe e stregoni e dai loro servitori, forti nella mente e nel fisico, armati di spade leggendarie e dei quasi immancabili insegnamenti di qualche maestro e mago buono e saggio.
Siamo ormai praticamente dalle parti dell'immaginario mondo dell'era hiboriana, creato nel 1932 dallo scrittore americano Robert Erwin Howard per ambientarvi le imprese della sua creazione: Conan il Cimmero, ed anche di quello altrettanto immaginario della “Terra di Mezzo”, nato nel 1937 dalla penna inglese John Ronald Reuel Tolkien, (a cui si ispirano i tedeschi Blind Guardian) l’autore de “Il Signore degli Anelli”.
In quest'opera il conflitto fondamentale riguarda Dio e il diritto che Lui solo ha di ricevere gli onori divini, non riguarda il potere e il dominio, come si potrebbe supporre, ma il loro effetto propulsivo e scardinatore che mette in moto gli avvenimenti.
La morte, l'immortalità, le scappatoie, la longevità e la memoria, ne sono i principali protagonisti.
Il tentativo di sfuggire alla morte è sbagliato perché innaturale, e sciocco perché la morte è un dono di Dio, una liberazione dal tempo che consuma.
La morte non deve essere vista come una punizione, non bisogna averne timore e riluttanza.
La Terra di Mezzo non è una terra che non c’è, senza relazione con il mondo un cui viviamo, non è un mondo immaginario, ma un momento storico immaginario su una Terra di Mezzo che è la terra dove viviamo.
Qui tutte le suggestioni provenienti dalla realtà circostante vengono sublimate nel linguaggio eterno del mito, quello che sa raggiungere il cuore dell’uomo di ogni tempo e che sa parlargli degli argomenti che più contano: la bellezza, l'amore, l'amicizia, la fedeltà, la dedizione, la gioia, la libertà, il sacrificio, la morte, la verità.
Non viviamo nel migliore dei mondi possibili, ma altre realtà, apparentemente inaccessibili, sono alla nostra portata, se solo avessimo lo sguardo abbastanza limpido per scorgerle e la volontà sufficiente per cercarle.
Per ritrovare il vero significato della realtà dobbiamo sottoporla ad un processo di sub-creazione, rivendicando il ruolo della fantasia sub-creatrice come diritto umano: creiamo alla nostra misura e in modo derivativo in quanto siamo stati a nostra volta creati, e per di più a immagine e somiglianza del Creatore.
La fantasia è un mezzo di recupero dell'immediatezza della visione della realtà, come rimedio all'ovvietà con cui affrontiamo il vivere quotidiano.
La fantasia è evasione, consolazione, ristoro; ovvero il recupero e il rinnovamento della salute che consiste nel ritrovare una visione chiara della realtà, nel vedere le cose come siamo destinati a vederle.
La via dell'immaginario, del paradosso, del mistero velato, ci porta a liberarci dai vari orpelli che nella vita ordinaria mascherano il volto della verità.
E' saggezza riconoscerne la necessità e il valore quando tutte le altre vie sono state soppesate, benché possa sembrare follia a chi si appiglia a false speranze.
Ebbene, che la follia sia il nostro manto, un velo dinanzi agli occhi del Nemico!
Egli è molto sapiente, e soppesa ogni cosa con estrema accuratezza sulla bilancia della sua malvagità, ma l'unica misura che conosce è il desiderio di potere, ed egli giudica tutti i cuori alla stessa stregua.
La sua mente non accetterebbe mai il pensiero che qualcuno potesse rifiutare il tanto bramato potere o che, possedendolo, volesse distruggerlo.
Dunque, Il paradosso e la follia sono le caratteristiche della fantasia guaritrice, ristoratrice che consente l'evasione dal carcere di un'esistenza condotta tra formalismi, convenzioni, condizionamenti e menzogne.
Il nemico peggiore è dentro di noi, nella nostra debolezza di fronte alle seduzioni del male.
Gli uomini, durante la loro vita, possono assumere qualità nascoste (elfiche, hobbittiane) o addirittura nascervi senza saperlo per poi scoprirlo in futuro.
Ebbene, l'HM, figlio del già “trasgressivo” rock, trova un'affinità ideologica con questo genere di letteratura classificata sotto il nome di origine anglosassone “Heroic Fantasy”.
Entrambi infatti rifiutano l'ordine, se lo si può definire tale, tecnologico, borghese e benpensante della società moderna.
Lo sostituiscono con l'anarchia primitiva, selvaggia e rivalutano la forza bruta dei muscoli ben in evidenza o la forza della volontà e della coscienza, quali mezzi spontanei ed originali di affermazione o comunicazione personale.
Assume, poi, posizioni definibili “maledette”, privilegiando, come i suoi antenati dal misticismo deviante, il culto del lato più oscuro, irrazionale, dissacratorio e gratuitamente distruttivo della psiche umana, ma questo è un discorso un po' complesso che ha anche le sue motivazioni: non si può ignorare nulla se si vogliono conoscere tutti gli aspetti della vita; la nostra mente è in grado di decidere la strada da percorrere e se vogliamo star dentro il percorso a lungo, dobbiamo essere consapevoli di ciò che c’è oltre i margini.
Se perciò alcuni protagonisti dell’HM preferiscono mostrarsi di Conan il Barbaro, brandendo la chitarra elettrica come una spada di Cimmeria, altri invece praticano il travestimento orrorifico, maschere di uomini lupo e simili.
Di conseguenza possiamo distinguere due filoni culturali e musicali che talvolta tendono a miscelarsi tra loro, quello che si rifà all’Heroic Fantasy complessivamente intenso e quello che di più malefico c’è in questo genere letterario, ovvero diavoli, demoni, streghe ed il loro credo oscuro.
Da questi ”villains” (cattivi) che popolano l'Heroic Fantasy all'horror vero e proprio il passo è poi breve.
Anche il cinema fantastico non ha potuto evitare che questo rapporto preferenziale esistente tra musica heavy-metal, heroic-fantasy ed horror, sfociasse nella realizzazione di film di questi due generi, ormai non più soltanto letterari, utilizzanti musiche heavy come loro colonna sonora, impieganti personaggi borchiati e di nero vestiti, o ispiratisi a situazioni tipiche di questo ambiente.
Esempio significativo in questo senso è stato il singolare film a cartoni animati ad episodi “heavy-metal” del 1981, trasposizione cinematografica della defunta rivista americana di fumetti fantastici all'omonimo titolo, filiazione d'oltreoceano della francese “Metal Hurlant”.
Si tratta di una produzione canadese (il suo produttore è Ivan Reitman, regista di “Ghostbusters”), diretta dall'animatore, sempre canadese, Gerald Potterton.
L’HM opera anche, per esempio, in “So Beatiful and so dangerous”, il più raro connubio tra hm e fantascienza, che si avvale della colonna sonora “classica” di Elmer Bernstein, affiancata a pezzi dei Black Sabbath, Sammy Hagar, Nazareth, Blue Oyster Cult e Cheap Trick.
Pioniere nello sviluppare i rapporti artistici tra hm e cinema horror è stato il nostro Dario Argento, che tra gli altri ha utilizzato nella colonna sonora del suo “Phenomena” brani degli Iron Maiden; in “Demoni” e “Demoni 2”, diretti dal suo pupillo Lamberto Bava, si sentono per esempio i Cult e i Dead Can Dance.
Pronti raccoglitori dell'idea di Argento sono stati gli americani, che hanno ulteriormente approfondito il rapporto tra hm e cinema horror in due significanti film per i quali questo genere musicale non funge più soltanto da contorno, ma entra a farne parte nella veste di importante elemento della loro sceneggiatura.
Parliamo di “Morte a trentatré giri” di Charles Martin Smith (“Trick or Treat”, del 1986), con la partecipazione di personaggi del calibro di Gene Simmons (Kiss) e Ozzy Osbourne e, come colonna sonora, brani originali dei Fastway.
Poi “Non aprite quel cancello” del Canadese Tibor Takacs (“The gate”, del 1987) che si ispira ad un gruppo heavy immaginario i “Sacryfyx” i cui componenti periscono in un incidente aereo, forse ricordando ciò che accadde realmente ai primi Lynyrd Skynyrd il 20 ottobre 1977.
L’avvenimento fondamentale, ai fini della consacrazione del Metal è stata la vocazione giunta nel cuore e nella mente di un giovane vichingo svedese, tale Yngwie J. Malmsteen - pseudonimo di Lars Johan Yngve Lannerbäck - (Stoccolma, 30 giugno 1963) chitarrista dal virtuosismo incredibile che grazie alla notevole velocità esecutiva ed abilità tecnica ha saputo legare la musica Classica all’Heavy Metal, facendo finalmente capire al mondo intero che quest’ultima ne è la naturale ed evoluta continuazione.
Se notiamo bene, i direttori d'orchestra della “Classica” hanno i capelli lunghi proprio come i musicisti metal; fanno dei movimenti apparentemente inconsulti e appassionati con la testa e con il corpo, proprio come loro, insomma, cambia soltanto la strumentazione: nella prima, “leggera e naturale”, mentre nella seconda, “pesante e tecnologica”: probabilmente” Dio” ci ha donato un po’ più di potenza e volume per arrivare a Lui, e Lui giungere a noi.
In conclusione, Il Metal , questa inesauribile fonte aurifera, ha partorito diversi tipi di metallo prezioso. Sarà sempre un mondo a sé che attingerà nutrimento per l'eternità dalle proprie produzioni minerarie, protette da una membrana magmatica impenetrabile.
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Re: L'HEAVY METAL SECONDO SIR MORRIS

Messaggiodi natalie321 il mar nov 07, 23 3:51

Non avevo mai sentito parlare di questa storia affascinante prima, pokedoku ed è intrigante conoscere le radici e l'evoluzione della musica Heavy Metal e il suo significato culturale.
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Re: L'HEAVY METAL SECONDO SIR MORRIS

Messaggiodi Sir Morris il dom nov 12, 23 11:38

natalie321 ha scritto:Non avevo mai sentito parlare di questa storia affascinante prima, pokedoku ed è intrigante conoscere le radici e l'evoluzione della musica Heavy Metal e il suo significato culturale.


Grazie infinite, Natalie321! Molto gentile!
In effetti, tale scritto, andrebbe ampliato e approfondito, ma credo che, già così, possa essere da sprone e guida per i più giovani! Un saluto affettuoso! O=O
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Re: L'HEAVY METAL SECONDO SIR MORRIS

Messaggiodi sarausa il mer nov 22, 23 3:24

L'heavy metal è un ottimo genere musicale, ma solo per chi ama composizioni molto vivaci, grintose e intrise di rabbia.
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Re: L'HEAVY METAL SECONDO SIR MORRIS

Messaggiodi Sir Morris il lun dic 04, 23 11:14

Se mi trovo in codesto sito è soltanto perchè il Metal è il genere musicale migliore, in assoluto!
Mozart è stato il Metallaro dell'800! E' lui il vero fondatore dell'Heavy, e non i Led Zeppelin! ;)
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