Avete tirato in ballo un discorso molto interessante
Anche io sono abbastanza d'accordo con voi (in particolare mi ritrovo molto nel discorso fatto da Fabio). Però non credo che il rock e il metal stiano stagnando. In realtà io penso che siano dei generi che si stanno rinnovando e ci sono svariate band che propongono sound nuovi, ma il problema è proprio quello che dicevate voi: a quanta gente interessa? Io ascolto un sacco di band validissime che non vivono di musica, perché con qul tipo di proposta non si fanno i soldi (mi riallaccio al discorso di robocoppola). Il problema quindi è, a mio avviso, la gente: l'interessante c'è, ma pochi hanno voglia di andare a cercarlo.
Io penso che tutte le piattaforme che abbiamo a disposizione siano una miniera d'oro, perché, se bene usate, ci permettono di conoscere gruppi inusuali e di arrivare a scoprire le proposte più interessanti del ventunesimo secolo; il problema è che, purtroppo, spesso vengono usate male. Spotify è fantastico, ma ci sono due modi per usarlo: l'uno è ascoltare la musica lì e basta; l'altro e farne uno strumento per conoscere gruppi e poi, se piacciono, andare a comprare il disco (preciso che io faccio spesso come Fabio, cioè prima ascolto un disco e, se poi mi prende e regge, lo vado a comprare). Poi il mercato si adatta ai gusti della gente, e ne segue tutto quello che dicevate voi (cioè il fatto che l'innovativo interessa poco, quindi non viene incentivato, e, allora, la casa discografica punta più sul live degli Iron, che resta un incasso sicuro), il che, per quello che vedo io in giro, è fomentato da un lato dalla mancanza di volontà dei più giovani di comprare dischi (io conosco un sacco di gente della mia età che i dischi non li compra
cosa per me inconcepibile, perché io piuttosto mi faccio insultare da mia madre con un "ma compri un altro disco???", ma lo prendo) e dall'altro dalla mancanza di volontà da parte dei più maturi di staccarsi dal paradigma de "il metal andava bene fino agli anni '80, poi declino".
Ovviamente ci tengo a precisare che non sto facendo di tutta l'erba un fascio: esattamente come non tutti i giovani non comprano (oltre a gente che non compra, ne conosco anche molta altra della mia età che risparmia sulla birra per comprare il disco, e io sono una di queste
), nemmeno tutti i maturi non si aprono al nuovo. Mio padre, per esempio, si ascolta tranquillamente i Led, i Muse, i Nightwish e gli Iron Maiden (tanto per fare qualche nome a caso). Qui che vince, purtroppo, è la legge dei grandi numeri, la quale è a sfavore dell'innovativo. Ma secondo me tutto questo è da attribuirsi a chi ascolta, non tanto al genere in sè che, come dicevo all'inizio di questo topic col mio post, della roba bella, valida e che (almeno a mio parere) verrà ricordata ce ne abbiamo eccome ... basta saperla cercare e trovare.
Chiudo con una piccola riflessione che si riallaccia al titolo de topic: la roba innovativa di cui parlo sopra probabilmente non verrà ricordata proprio perché nessuno si fila la roba innovativa. Quindi il fatto di ricordare un album tra 30 anni e il fatto che quell'album sia o meno fresco, seminale o innovativo penso che siano due cose scollegate. Magari ci ricorderemo di 13 semplicemente perché è l'ultimo dei Sabbath (indipendentemente dalla qualità, che, ripeto, per me c'è) piuttosto che di un All is One per le sue qualità musicali intrinseche, e questo proprio perché ultimamente gran parte della platea guarda di più l'apparenza che l'essenza. Ovviamente spero di sbagliarmi e spero che tra 30 anni ci ricorderemo ancora di dischi che hanno detto davvero qualcosa in questo periodo che stiamo vivendo, anche se magari adesso stanno passando più in sordina, perché finora la storia ha dato ragione ad album più difficili, ma che avevano qualcosa di interessante (The Wall, tanto per dirne uno), piuttosto che album più facili all'ascolto e spopolanti sul momento che poi adesso vengono ricordati di meno.