Dopo una lunga assenza un po' per mancanza di tempo, un po' perché non ero riuscita ad identificare un disco vincitore per i mesi precedenti, ritorno con quello che è stato il disco più ascoltato (nonché quasi l'unico) da fine febbraio ad ora:
Marzo 2020:
Se non lo avete ancora ascoltato, fatelo. Mappazzone? Probabile. Di certo complesso: lo stile compositivo dei Bardi è di per sè complesso (sappiamo tutti che le strutture dei loro brani sono spesso "anomale" e non seguono lo schema strofa-ritornello-strofa-ritornello-bridge-ritornello, cosa che li rende unici ed originali) ed in questo disco si associa agli arrangiamenti sofisticati e finemente cesellati di un'orchestra. Ma tali arrangiamenti sono veramente raffinati, ben congegnati e ben composti, con il risultato di essere ampollosi (come giustamente deve essere un'orchestra e come a me piace ) o, se preferite, magnificenti, e tremendamente epici. Il pathos creato nei brani è unico ed ogni pezzo è esaltato dall'arrangiamento. Consiglio di seguire bene la storia (nell'album c'è un foglietto con le note dello scrittore del libro prequel al disco, con una specie di narrazione riassuntiva di quanto sta accadendo) e di gustarsi i testi.
Hansi? Che ve lo dico a fare?