di SkullBeneathTheSkin il lun feb 17, 20 17:20
Non saprei che cosa dire di “state of flow” e “low rider”, sarei in difficoltà ad esprime un giudizio… non mi sono piaciuti, al punto tale da non ricordarmene , al punto tale da non volerli ricordare impilati su “no straight angles”, “out of bounds” oppure “the big knockover”… il nuovo millennio sembrava aver bagnato definitivamente le polveri del punk rock che tanta fortuna aveva avuto negli anni precedenti, cavalcando l’onda di “dookie” o “smash”. Quell’onda però col senno di poi è andata ad infrangersi molto lontano ed ha visto restare a galla solo i big names, non più di un paio, che ancora oggi riempiono i palazzetti. Nel frattempo dei tantissimi alfieri/gregari di quel sound si sono perse le tracce. Forse non è del tutto corretto parlare di sound, ugualmente non lo sarebbe parlare di attitudine, tuttavia il punk-core sottointendeva qualcosa di diverso dal metal, cui peraltro un po’ somigliava soprattutto in certe accelerazioni ed in certe ritmiche… la distanza si aveva nel contenuto prima ancora che nella forma di esposizione: il metal voleva mostrare per forza il muso duro, il punk aveva un brutto muso ma sorrideva mostrando il dito medio.
Punkabbestia e metallari, due mondi diversi punto e basta.
Dei tanti ritorni a cui abbiamo assistito, fra alti e bassi, quello dei NFAA è stato davvero sorprendente. Lo è perché il disco non è un “vorrei ma non posso”… come forse potremmo dire dei comunque maiuscoli Refused… non è un “faccio cover di me stesso dato che piacevo” come forse potremmo dire dei comunque seminali Sepultura… questo disco è un benedetto “adesso vi faccio vedere io”. Quindi levatevi da sotto!
Spirit parte a bomba senza neppure il classico giro di basso, come fu per Catch Me Running Round, una chiara dichiarazione di intenti. Pezzo semplice, quel riff già sentito in mille varianti non sembra perdere un grammo di energia ed il ritornello ce l’hai già in testa prima di capire se il brano è troppo derivativo rispetto al passato… semplicemente no. Il singolo che ha anticipato l’album ne è anche l’opener… niente di completamente inedito fin qui, ma il buongiorno si vede dal mattino e la successiva No Fun Intended lo conferma, con un riff ed un attacco belli potenti che introducono le (prime) armonizzazioni vocali stile BR tanto care alla titolare del thread, … meglio Spirit, ma ancora gravitiamo ben sopra il 7 di ipotetico voto. La prima sorpresa, almeno per me, arriva con la più cadenzata Runner’s High che si apre così “I don’t know if I told you, I got to keep the pace”. Una riflessione nelle cui parole si rinnova il patto fra giovani non più giovani, che non hanno mai smesso di credere in qualcosa di cui cominciano a sentire il peso… e quindi? Dopo questo “cicchetto” fra vecchi amici? Una rinnovata voglia di pestare: The Humdrum Way è una delle migliori dell’album, la “dissonanza” di Perfection (sul podio della loro produzione, imho) direttamente da out of bounds si stempera con un ritornello in perfetto stile la stangata, trovando un mix ben equilibrato. Gran pezzo. Se non la migliore dell’album, di certo sugli scudi.
Fortunate smile mi ricorda vagamente “wow and I say wow” forse più per il ritornello che altro… tuttavia da qui in avanti, per circa quattro song, si avverte un minimo di autocelebrazione… bisogna essere onesti… ciononostante “Sucker” mi acchiappa, sarà per il testo.. quasi “narrato” in alcuni passaggi.
Wonderful affair è attualmente in quarantena presso i “laboratori skull” in quanto sembra addirittura un outtake dalle registrazioni di out of bounds… geneticamente impossibile, ma tant’è, ascoltare per credere!
Lonely stranger l’avrei preferita in chiusura, ariosa e poco impegnativa, conclude l’album a mio avviso meglio di “you’re in control” che certamente non è un brutto pezzo, ma non mi piace moltissimo e credo incarni bene le due metà di questo intero: la prima parte del disco è semplicemente maiuscola e fa esultare per il ritorno dei pinguini, la seconda –pur buona- è un po’ meno trascinante… dovessi dare un giudizio il più possibile obiettivo sarebbe 76 e lode. Lode strameritata perché dopo un periodo così lungo di inattività o quasi, animati solo un paio di uscite sfortunate, molti avrebbero mollato il colpo e molti in effetti o lo hanno mollato. Lode strameritata da Ingemar che sembra non aver perso che una frazione infinitesimale della sua voce… e che più lo guardo e più mi ricorda Graffin!
Chitarra, basso, batteria e qualcosa di urgente da dire. Divertimento? Proprio un c…