Ho controllato sul forum e, per quanto si sia parlato qua e là di questa band, mi pare che un topic apposta non ci sia, quindi lo apro
So che sono già partite le bestemmie, quindi quelle le so già, perciò mi auguro che anche i commenti negativi siano su uno standard di civiltà per lo meno accettabile
Il topic lo apro non solo per parlare di questa band, ma anche per farla conoscere un po', perché molte persone (sia che la apprezzino, sia che la detestino) conoscono solo alcuni aspetti e ne ignorano veramente molti altri. Perciò, questo post sarà lungo. Vi ho avvisati
Gli Evanescence nascono dall'idea della cantante/pianista Amy Lee e dal chitarrista Ben Moody. Con questa formazione pubblicano nel 1998 il loro primo EP, intitolato semplicemente "Evanescence". Il sound è un puro e semplice Gothic Metal, che si distanzia da quello europeo per la voce, che non è growl, ma è quella cristallina di Amy Lee. Le atmosfere sono decadenti (richiamano molto le atmosfere della musica gotica propriamente intesa, come quella dei Dark Sanctuary), i tempi lenti e trascinati, i testi gotici e malinconici; l'EP si chiude con una traccia strumentale, "The End", formata solo da un tappeto di tastiere e cori eterei. Gotica è anche la copertina, per cui la band ha utilizzato una foto della statua dell'Angelo del Dolore, ubicata nel Cimitero Acattolico di Roma; è la stessa statua che, qualche anno più tardi, i Nightwish useranno in versione stilizzata per la copertina dell'album Once.
E' proprio un brano di questo primo EP il primo degli Evanescence ad essere trasmesso alle radio americane e si intitola "Understanding", uno straziante pezzo di oltre 7 minuti.
Nel 1999 esce il secondo EP, "Sound Asleep", che propone una versione ridotta di "Understanding", quella del precedente album e quattro pezzi inediti e il sound è assolutamente sovrapponibile a quello del precedente disco. Anche questo si chiude con un pezzo strumentale, di oltre 11 minuti, intitolato "Ascension of the Spirit", in cui sono i pad a farla da padrone.
Non è prima del 2000 che arriva il primo full lenght, cioè Origin. Nel frattempo, però, la band è stata completata dal tastierista David Hodges; con questa formazione arriva appunto Origin, un album che mantiene le atmosfere decadenti, ma cambia un pochino la rotta, preferendo dei minutaggi più corti e una struttura più canonica dei brani (strofa-ritornello-strofa) che permette di renderlo più ascoltabile rispetto agli EP precedenti. Oltre a riproporre alcuni brani degli EP in questa nuova versione (Whisper, Imaginary e Where will You go?) il disco contiene brani inediti: è la prima volta che il pubblico ascolta My Immortal e nell'album sono presenti canzoni molto belle, ma che purtroppo non sono molto conosciute. Alcune sono Even in Death (dalle tinte molto fosche e che presenta un bridge con voce maschile che definirei harsh, non essendo growl ma nemmeno un vero e proprio scream), Lies (che parte con dei vocalismi di Amy Lee decisamente spettrali e che si caratterizza per l'alternanza della voce di Amy a una voce maschile effettata che rende il brano cupo) ed Anywhere (un brano triste, che comunque è un pochino più arioso degli altri, quindi fa prendere un attimo di respiro).
Nel 2002 esce il famoso album Fallen, che vede per la prima volta la formazione storica della band: Amy Lee alla voce e al piano, Ben Moody ala chitarra, Rocky Gray alla batteria e John LeCompt come seconda chitarra. Il sound di questo album è diverso dai precedenti: si tratta di un rock più vivace, che però mantiene comunque l'aura dark che caratterizza la band fin dal principio. Ed è proprio da questo disco che sono tratti i singoli più famosi: Bring Me to Life, My Immortal, Everybody's fool, Going Under. Le melodie sono più accattivanti, la voce di Amy più potente (nei dischi precedenti era molto più trasognata) e la struttura più canonica. La cosa interessante del disco è, comunque, che accanto ai brani succitati, che sono quelli più famosi proprio perché più accessibili, ce ne sono altri meno facili da approcciare, come le nuove versioni, molto più heavy di quelle presente negli EP, di Whisper e Imaginary o la straziante ballad Hello, dedicata dalla cantante alla sorellina morta annegata, costruita solo sulla voce e sul piano e che si tiene su toni bassi quasi per intero, riportando un po' alle atmosfere degli album pre-Fallen.
Nota interessante: Amy Lee ha dichiarato, per questo disco, esserci stato un conflitto con la casa discografica, la Wind-Up. Il brano Bring me to Life, che tutti conosciamo per l'intermezzo con la voce maschile, in realtà non era stato concepito da Amy per avere tale voce. La casa ha costretto la band ad inserirla perché altrimenti non avrebbe pubblicato il disco. La band è scesa a compromessi e ha accettato di inserire questa caratteristica, ma è ormai da diversi anni che nei live questo pezzo viene suonato come era originariamente inteso, cioè senza quell'intermezzo e cantato solo da Amy Lee.
A questo punto la band subisce la perdita del principale chitarrista e membro fondatore Ben Moody, a causa della diagnosi di disturbo bipolare. Viene sostutuito da Terry Balsamo e al basso arriva Will Boyd. Amy Lee diventa la sola autrice di tutti i brani e nel 2006 esce The Open Door, da molti (e anche da me) considerato inferiore a Fallen, ma comunque valido. Mantenute le atmosfere gotiche, tant'è che abbondano cori (fino al campionamento dei cori del Requiem di Mozart per la canzone Lacrymosa), gli archi (come in Your Star, anch'essa che sfoggia dei bei cori verso la fine), restano comunque quei brani di approccio più facile, che non a caso diventeranno singoli: Call me when you're Sober, Lithium, Sweet Sacrifice (abbastanza heavy) e Good Enough (il "meno singolo" tra tutte, una ballad molto malinconica). Tra i brani più heavy: Weight of the World, Lose Control e la già citata Sweet Sacrifice.
Tra The Open Door e l'album eponimo passano cinque anni (infatti "Evanescence" verrà pubblicato solo nel 2011), in cui succede il cosiddetto finimondo. A causa di diverbi e incomprensioni interne, Amy Lee licenzia John LeCompt e, di conseguenza, anche il batterista Rocky Gray abbandona. Questi poi entreranno a far parte della nuova band di Ben Moody, i We Are the Fallen, chiaramente ispirata (forse anche in modo polemico, ma questa è un'idea mia) agli Evanescence di Fallen fin dal nome. Anche la cantante, Carly Smithson, ricorda fin troppo sia fisicamente che vocalmente Amy Lee. Forse è per questo che non hanno avuto molto seguito e sono riusciti a pubblicare solo un disco, Tear the World Down, a mio parere decisamente troppo "scopiazzante" gli Evanescence per poter essere apprezzato di per sè.
Noncurante di tutto questo, Amy chiama alla batteria Will Hunt e alla chitarra Troy McLawhorn (questo è stato caldamente incoraggiato ad entrare in questa band da un certo Lemmy Kilmister, il quale ha dichiarato di avere una certa ammirazione per gli Evanescence) e, con questa nuova formazione, pubblica, come dicevo, "Evanescence" nel 2011. A quanto dice Amy, il titolo è dovuto al fatto che lei non è stata la sola autrice delle canzoni, ma il disco è stato un vero e proprio processo creativo che ha coinvolto tutta la band. Purtroppo, il disco che abbiamo in mano non è quello che aveva in mente Amy: lei voleva passare ad un genere più elettronico e prog, ma la Wind-Up gliel'ha impedito e la band ha dovuto ripensare da capo a tutto il disco, salvo un paio di brani. Ad ogni modo, l'album è veramente buono e, francamente, penso che si senta il lavoro di squadra: le chitarre sono molto più presenti, il suono in generale è più pesante, ogni strumento è valorizzato (nel precedente le chitarre più che altro tenevano il ritmo, qua invece costruiscono delle vere e proprie melodie portanti, per esempio in Never Go Back). Resta una certa aura triste e malinconica, ma le atmosfere gotiche non sono più presenti, così come i cori. Di questo disco esiste anche una versione a 16 tracce, di cui 4 sono bonus (il disco normale ne ha solo 12), che non sanno per niente di scarto, ma sono delle tracce molto valide che nulla hanno a che invidiare a quelle presenti nel resto del disco.
Gli eventi più recenti degli Evanescence comprendono: una causa, poi vinta, alla Wind-Up per aver costretto loro a prendere delle decisioni che non condividevano (prima fra tutte, quella di scartare l'idea elettronica di Amy Lee) e altri disguidi, cosa che ha portato la band a cambiare casa discografica che, a detta di Amy, permette loro di essere artisti del tutto liberi di fare quello che vogliono; l'abbandono del chitarrista Terry Balsamo e la sua sostituzione con Jen Majura, ex bassista degli Equilibrium, entrata a far parte degli Evanescence come seconda chitarra; la pubblicazione a breve di un nuovo disco, Synthesis, che è una rivisitazione in chiave sinfonica (non solo con l'orchestra, ma anche con sintetizzatori) dei loro pezzi più famosi. Uscita forse inutile, forse interessante, di certo possiamo sapere che i brani degli Evanescence con l'orchestra rendono molto bene, basta guardare il live al premio Nobel per la Pace del 2012, in cui hanno eseguito Lost in Paradise (dall'ultimo disco) e Bring me to Life, con una resa davvero bella.
Dunque, alla fine di tutto questo, cosa ne ricaviamo? Assolutamente la cosa più importante ( ) è che a me gli Evanescence piacciono molto, li ho sempre seguiti e trovo che siano un'ottima band. Ho tutti i loro dischi e dico senza ripensamenti: soldi spesi bene. Stare qui a farsi pipponi su quale sia il loro genere lo trovo francamente fuori luogo: loro la chiudono semplicemente definendosi Rock, e a me sta bene. Un rock particolare, con le proprie caratteristiche che rendono questa band unica (come molte altre lo sono, del resto) e che non vuole imitare nessuno. Musicisti validi, ottime idee e ben congegnate. Piacciano o non piacciano, sanno fare musica, e anche bene. Aggiungo che la loro "commercialità", nell'economia della band, è, per me, un pregio e non un difetto: ascoltando i loro dischi per intero ci si rende conto di come siano in grado di fare brani di più facile appiglio e brani più complessi, brani più easy listening e brani più heavy. Per me il fatto di saper fare brani più piacioni e brani più complessi è una bella qualità che non tutti hanno, quindi gli Evanescence sono molto versatili nelle loro composizioni.
Se a qualcuno è interessato questo papiro, sono contenta; se non ve ne è fregato niente, pazienza, mi sono divertita a scriverlo Se a qualcuno interessa parlare di questa band, beh ... il topic c'è apposta