AL1974 ha scritto:@BETA: ma toglimi una curiosità, quale è la percentuale di persone che riesce ad uscire dalla terapia intensiva e a migliorare? per caso sai se stanno facendo progressi su vaccino o altri tipi di cura? grazie mille
ps. hai un mio MP
Letto! A breve ti rispondo
Bene, intanto sedetevi, che arriva il papiro
Allora, sull'esatta percentuale di persone che escono dalla terapia intensiva non ti saprei dire, purtroppo; io momentaneamente lavoro in una medicina interna, quindi non ho avuto l'occhio sulla rianimazione (più sul PS perché ho un amico che lavora nel PS del mio stesso ospedale, quindi mi teneva aggiornata). Di certo molto dipende dalla forma contratta e dalla risposta individuale di ciascuno. Abbiamo imparato alcune cose su questo virus:
- Non è solo respiratorio. Può dare manifestazioni cosiddette sistemiche, coinvolgendo molti organi e tutto l'organismo. Per esempio, pare che sia in grado di alterare la coagulazione, causando trombi ovunque (per esempio nel polmone, portando ad embolia polmonare anche mortale);
- ha uno spettro di sintomatologia molto molto ampio. La maggior parte della gente lo contrae in modo totalmente asintomatico, poi si passa da febbre per pochi giorni, raffreddore, spossatezza, tracheobronchite, polmonite, insufficienza respiratoria, ARDS (sindrome da distress respiratorio acuta), embolia.
Una persona che viene ricoverata già di base ha contratto una malattia più severa, perché ha insufficienza respiratoria (molte persone stanno a casa senza dover essere ospedalizzate), però, se si limita alla sola insufficienza respiratoria e non ha altre complicanze gravi, ha ottime chances di uscirne (ovviamente, se ha un sistema respiratorio perfettamente funzionante). Il problema sono le persone che contraggono le forme più severe e hanno complicanze gravi; quelle fanno fatica ad uscire dalla terapia intensiva. Abbiamo avuto parecchi pazienti giovani (gente tra i 50 e i 60), altrimenti sani o con pochi fattori di rischio, che hanno sviluppato quadri molto severi e non hanno risposto nemmeno all'intubazione (questa è una perifrasi molto elegante che noi medici utilizziamo per dire "sono morti anche se li hanno intubati" ... chiaramente questa è più cruda, scusate
). Morale: se contrai una forma non grave e/o hai un'ottima risposta del tuo organismo, va bene. Se contrai una forma molto grave e non hai la capacità di risposta adeguata, non ce la fai. Purtroppo, non abbiamo ancora capito quale sia questa risposta, perché, come dicevo, abbiamo avuto pazienti giovani senza fattori di rischio che hanno contratto una forma molto grave e sono morti; vorremmo capire se c'è anche una predisposizione dell'organismo a prendere questo virus o a rispondere in modo meno efficace all'infezione. Esempio di cronaca: nel mio ospedale un collega chirurgo di 48 anni perfettamente in salute è ricoverato da inizio marzo per una forma molto grave di COVID19, ha avuto ogni genere di complicanza e attualmente ha una polmonite necrotizzante (tradotto: stanno andando in necrosi i polmoni). Inutile dirvi che non sappiamo se esce.
Per quanto riguarda le terapie, Silvia (non fare complimenti, è il nostro lavoro
) è stata precisa e (a differenza di me, ma ormai avete imparato a sopportarmi
) concisa. Sono stati provati diversi farmaci. Gli antivirali già disponibili ed utilizzati per patologie tipo l'AIDS sembra che non abbiano effetto su questo virus. Sembrano invece avere effetto: il cortisone ad alte dosi, perché riduce l'infiammazione (che sembra il principale responsabile del danno causato ai tessuti); l'eparina (per chi non lo sapesse, è un anticoagulante, in pratica fluidifica il sangue e fa in modo di evitare la formazione di trombi) per i problemi legati allo sviluppo di trombosi di cui vi ho parlato prima (appena abbiamo capito questa cosa, in reparto abbiamo messo eparina a tutti); l'idrossiclorochina, un farmaco utilizzato per modulare la risposta immunitaria nelle malattie autoimmuni (ve le spiego un'altra volta, se no vi suicidate
), su cui in realtà non siamo certi (però la abbiamo fatta a tutti perché si ipotizza che abbia un effetto positivo; non vi so dire di preciso quanto abbia inciso, però una mia amica la prende in cronico per una malattia autoimmune e non ha preso l'infezione, chissà XD). Sono stati studiati altri farmaci che modulassero la risposta immunitaria (sempre per il discorso che si pensa che l'infiammazione faccia la maggior parte dei danni) o la coagulazione (sempre per il discorso dei trombi), ma non abbiamo risultati certi né definitivi. A spanne, ci sembra che i pazienti che hanno fatto cortisone ad alto dosaggio e farmaci che impediscono la formazione di trombi siano andati complessivamente meglio. Quindi forse questa è la giusta strada terapeutica, ma c'è ancora tantissimo lavoro da fare. Senza considerare che in emergenza è difficile fare "esperimenti" fatti bene, perché hai altre priorità: le provi tutte per cercare di salvare la gente.
Sul vaccino, onestamente, so esattamente quello che sapete voi XD penso che ci vorrà ancora un bel po' prima di averlo. Ho sentito al TG che ci sono dei trial abbastanza avanzati e che stanno già sperimentando sull'uomo, bisogna capire se poi questi trial confermano la bontà del vaccino o diranno che è tutto da ripensare.
Scusate la mia solita lungaggine
se ci sono punti non chiari, chiedete pure, non so se sono riuscita a spiegarmi bene