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10/05/24
SLUG GORE RELEASE PARTY
LEGEND CLUB, VIALE ENRICO FERMI 98 - MILANO
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Thine - The Dead City Blueprint
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( 1039 letture )
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I Thine hanno una singolare biografia. Formatisi nel lontano 1993, hanno all’attivo appena un demo e due album, l’ultimo dei quali distante ben dodici anni da questo The Dead City Blueprint. La Perfida Albione cui appartengono per nazionalità definisce anche i loro canoni musicali di riferimento: troviamo in questa loro ultima release nuance che derivano senza alcun dubbio dal lessico dei connazionali Anathema, Paradise Lost e My Dying Bride. D’altronde i Thine hanno in comune con queste band l’appartenenza anche cronologica alla stessa “wave”: flutti distinti tra loro hanno dato vita ad una corrente che trova in un progressive mai troppo involuto ed iper-tecnico, dai toni cupi e depressi che si alternano a sferzate rabbiose il suo comune denominatore, declinandolo poi in modo sanamente individualista.
I Thine hanno fin da subito optato per una proposta non appariscente, sobria e piana, permeata di una malinconia soffusa che a tratti si apre in passaggi più aspri eppure mai propriamente violenti. Un sound molto poco metal ed in tutta onestà anche poco prog (se non per una certa lunghezza delle song), ma non per questo incapace di trasmettere attraverso una vasta gamma di tenui, seriche sfumature il complesso e cangiante sentimento della Melancholia. Un disco che non ha apici emotivi né highlight significativi ma che scorre con costanza trasportandoci nel suo flusso, avviluppandoci nelle sue spire con delicatezza e garbo, quasi senza che ce ne accorgiamo. Fin dal primo brano colpiscono le chitarre sghembe che a tratti s’impennano senza mai tracimare o che creano momenti fragili come cartilagini, spezzandosi in minuscoli frammenti sonori che formano poi miracolosamente un insieme saldo e caratterizzato, un tappeto mai soverchiante, mai opulento. Chitarre che rafforzano il senso d’inquieta malinconia che aleggia sul disco, che tuttavia non è avaro di aperture ariose enfatizzate dalla voce di Gaunt.
In definitiva, un disco onesto e piacevole, composto con autentica ispirazione da una band fedele a sé stessa senza risultare retriva.
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Condivido non male, ma senza picchi particolari. 70 ci può stare come voto. forse prò mi aspettavo qualcosa di più "malinconico" e "depresso" |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Brave Young Assassin 2. Flame To The Oak 3. Out Of Your Mind And Into A Void 4. The Precipice 5. The Dead City Blueprint 6. A Great Unknown 7. The Rift 8. The Beacon 9. Scars From Limbo 10. Adrift Through The Arcane Isles Of Recovery
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Line Up
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Alan Gaunt (Voce) Paul Groundwell (Chitarra) Dylan Rhodes (Chitarra) Richard Swift (Basso) Dan Mullins (Batteria)
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RECENSIONI |
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