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Hexenhaus - The Edge of Eternity
02/04/2016
( 1847 letture )
Nella storia del metal mondiale esistono band e musicisti che hanno un successo planetario e vivono di rendita per tutta la vita e di contro ne esistono di altri che per tutta la loro carriera devono sapersi reinventare, dimostrando però ai primi che tale operazione è segno di versatilità e completezza artistica, non di certo un modo per sbarcare il lunario. Emblematico è il caso di Mike Wead, chitarrista svedese classe 1967, che dal 1990 a oggi è uno dei fidatissimi collaboratori live e studio di Sua Maestà (è proprio il caso di scriverlo) King Diamond, non solo nel progetto solista della band del “Re” ma anche nei seminali Mercyful Fate, band nella quale suona e compone da ormai vent’anni. Un curriculum dunque di primo livello quello del biondo crinito chitarrista scandinavo, il quale all’inizio della propria carriera, e in contemporanea al suo impegno nelle band già citate, ha fondato sul finire degli anni ’80 una technical-thrash band denominata Hexenhaus (letteralmente “cottage delle streghe”, a riportare alla mente un episodio di tortura ed esecuzione di streghe nella tedesca Bamberg ai primi del Seicento), che nel corso della sua storia ha anche cambiato per qualche anno il proprio monicker in Memento Mori, ensemble in cui militò anche un certo Messiah Marcolin di “candlemassiana” memoria. Il disco in oggetto qui, The Edge Of Eternity, è il secondo della discografia della band di Stoccolma ed è davvero disarmante constatare che in quel periodo florido intercorso a cavallo tra anni 80 e 90 ci siano state band di valore e spessore assoluti ma mai prese davvero in considerazione perché poco mainstream.

Entrando nel merito specifico di questa release si può notare una perfetta commistione di thrash teutonico, techno thrash americano e puro heavy metal europeo, il tutto interpretato in maniera puramente empatica, senza preconcetti o schemi in cui rimanere imbrigliati. Dopo la breve e barocca intro di Prelude tocca ad una superlativa Toxic Threat mettere subito in chiaro che qui si fa davvero sul serio, per la perizia esecutiva dei musicisti coinvolti, per il tiro ipertecnico che il brano propone e per il tema di denuncia quanto mai attuale su quanto possa essere mortale fidarsi di chi ti manipola sfoggiando un sorriso immacolato. Prime Evil è indubbiamente uno delle punte di diamante dell’intero album, con notevoli influssi heavy metal ottantiani, passaggi repentini dal thrash più tecnico al metal classico più sulfureo, con l’accoppiata Mike Wead/Marco A. Nicosia alle chitarre davvero da urlo e un fin troppo sottovalutato Tommie Agrippa alla voce, anche se qui la medaglia d’oro va indubbiamente all’instancabile piovra dietro le pelli che risponde al nome di Billy St. John, già in forze ai seminali Parasite. La successiva Home Sweet Home (Ward Sweet Ward) è decisamente schizoide, con un mid tempo spezzato da ritmi sincopati, bridge acustici meticolosamente fusi da un assolo acido ma incastonato alla perfezione nel brano: ci sono continue e mutevoli sfumature che non danno coordinate precise se non nel ritornello comunque atipico. The House of Lies ci offre un altro brano eccezionale carico di tecnica e thrash a profusione in un mix perfetto di gusti musicali riscontrabili anche in band quali i tedeschi Mekong Delta e gli americani Toxik, cioè due assoluti mostri scari del tecnicismo thrash mondiale che qui vengono però uguagliati da una performance da standing ovation sotto tutti gli aspetti. Nonostante tutti questi elementi, che potrebbero far pensare ad un album pesante da seguire e capire, la musica degli Hexenhaus scorre che è un piacere, tanto che alla strumentale A Temple for the Soul, dal mood molto arabeggiante e sognante ma al contempo carico di epicità, fa subito seguito il miglior brano dell’album, ossia quella The Eternal Nightmare - Act One che avrà la sua seconda parte pubblicata l’anno successivo nell’altrettanto splendido Awakening: una piccola opera d’arte che fonde alla perfezione il metal dei Mercyful Fate con il thrash di Coroner e Witchhammer, in un caleidoscopico tornado di emozioni fatate e bastonate sonore che solo un periodo magico come quello, di continua scoperta e salti nel buio, poteva regalarci. Chiude l’album una lunghissima (ben 13:19 minuti!) e articolatissima At the Edge of Eternity, praticamente un album nell’album, una rappresentazione teatrale degli ultimi attimi di vita di un uomo la cui anima, uscita dal corpo ormai ridotto a un involucro insignificante, tenta in ogni modo di intraprendere il proprio viaggio di redenzione verso il reale perdono divino (per chi ci crede ovviamente) e non di certo verso l’effimero perdono umano; una costruzione progressiva di influenze classiche, thrash, power, cambi di tempo e di ambientazione in continua evoluzione, senza apparente schema ma che in verità mostrano poco alla volta un percorso ben preciso, forse lo stesso che l’anima deve percorrere prima della vera e propria ascesa alla vita eterna.

In sostanza questo The Edge of Eternity è una stupenda gemma perduta nei meandri del tempo che va assolutamente riscoperta, in totale silenzio, per assaporare ogni singolo dettaglio esecutivo e strutturale, perché così si componeva technical thrash di qualità nell’epoca d’oro e a tante di queste band, Hexenhaus compresi, si ispirano molte band del genere dei giorni nostri, Vektor su tutti: studiare il passato per capire il presente e migliorare il futuro, così si creano i capolavori in grado di resistere alle sabbie del tempo e alle sirene del volubile successo mediatico. Onore e gloria ad artisti veri come Mike Wead.



VOTO RECENSORE
81
VOTO LETTORI
89.6 su 5 voti [ VOTA]
Kenor
Martedì 29 Novembre 2022, 13.06.39
9
Disco spettacolare, adoro la produzione, le canzoni sono tutte incredibili, uno dei miei album preferiti di sempre, band sottovalutata
legalisedrugsandmurder
Domenica 4 Agosto 2019, 17.52.37
8
a quando una recensione dei grandi memento mori di mike wead e messiah marcolin? non valevano meno dei candlemass
hard`N`heavy
Mercoledì 6 Aprile 2016, 19.39.33
7
non mi dilungherò molto nel descrivere questa geniale formazione (HEXENHAUS) vi dico solo fate vostri iloro album: ''A Tribute to Insanity'', ''The Edge of Eternity'', ''Awakening'', ''Dejavoodoo''.
Masterburner
Mercoledì 6 Aprile 2016, 14.45.52
6
Ascoltato sul tubo devo dire che è molto migliore rispetto al primo, che era anche appiattito da una pessima produzione. Buon album di quel techno thrash europeo che c'era una volta. Forse all'epoca non è stato recensito bene, ma se ora mettiamo sulla bilancia il piattume attuale (anche a livello di produzione, tutti con gli stessi suoni! Per non parlare dei cantanti di oggi...) ecco che l'81 ci sta tutto.
Metal Shock
Sabato 2 Aprile 2016, 19.35.56
5
Io mi chiedo come fanno certe recensioni oggi. AHAHAHAHAHAHA Tornando seri purtroppo quando ci sono tanti dischi che escono ogni mese, oggi come in passato, è possibile che un buon album passi inosservato, tanto più che bisogna vedere chi recensisce il disco. Mi ricordo quando uscì Slave to the grind degli Skid Row e Beppe Riva su Metal shock gli diede una bella insufficienza, quando invece è forse il miglior loro album. Succede. Quanto all'album qui recensito, devo dire che non conosco il gruppo, ho solo ascoltato qualcosa su Youtube e non sono male, ma con tuttto quel che esce è difficile stare dietro a tutto.
rik bay area thrash
Sabato 2 Aprile 2016, 15.46.47
4
Ho ancora la recensione su un vecchio flash, e non era un gra che. Viene da pensare, ma come recensivano i dischi all'' epoca ? Diciamo meglio non farsi queste domande .... Tornando a noi, su un classix metal ebbi modo di riscoprirli come si deve. Beh ho provato a cercarli in formato cd ancora mesi addietro ed è tutto fuori catalogo ! Un vero peccato perché a chi piace il tecno thrash, come a me, sarebbe stato bello reperire almeno uno dei loro primi due album. Peccato .....
LAMBRUSCORE
Sabato 2 Aprile 2016, 13.11.25
3
Li conosco grazie a una vecchia compilesssion, l'ho poi ascoltato alcune volte ma non mi ha mai preso molto, per me è un disco da 65, non di più..
Metal Shock
Sabato 2 Aprile 2016, 12.43.27
2
Col senno di poi oggi si rivalutano band che all'epoca nessuno considerava. Magari fra trent'anni si farà lo stesso con tante di oggi.
Agnostico
Sabato 2 Aprile 2016, 10.23.00
1
Mai sentiti,ma mi ispirano moltissimo,devo assolutamente procurarmi quest'album
INFORMAZIONI
1990
Active Records
Thrash
Tracklist
1. Prelude
2. Toxic Threat
3. Prime Evil
4. Home Sweet Home (Ward Sweet Ward)
5. The House of Lies
6. A Temple for the Soul
7. The Eternal Nightmare - Act One
8. At The Edge of Eternity
Line Up
Tommie Agrippa (Voce)
Mike Wead (Chitarra)
Marco A. Nicosia (Chitarra)
Marty Marteen (Basso)
Billy St. John (Batteria)
 
RECENSIONI
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