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Ordita Trama - Basta Soltanto Resistere
26/03/2017
( 1341 letture )
Gli Ordita Trama nascono nel 2008 inserendosi in quel movimento definito la “new wave of new wave” (o post-punk revival, come si preferisce) ovvero band moderne che riprendevano a piene mane il sound dei vari Cure, Bauhaus, Joy Division e via discorrendo. Seguendo questo percorso, pubblicarono un lavoro omonimo in inglese, accolto molto positivamente. Questo secondo lavoro, Basta Soltanto Resistere, si discosta drasticamente dall’impronta iniziale che la band aveva seguito, prediligendo un sound più vicino all’hard rock e al progressive anni 70.

Dalla prima canzone, la title track, si capisce già il mood che permea l’intero album: un rock duro, coadiuvato da un guitarwork sopraffino (merito condiviso sia dal cantante Carmine Maffei che dal chitarrista solista Alfredo D’angelo), una voce calda e potente e una sezione ritmica precisa e competente, che però raramente dimostra di avere la fantasia che serve a lasciare un’impronta profonda nella mente dello spettatore. I gruppi di riferimento sono i soliti: Led Zeppelin, Aerosmith, Deep Purple, ma durante l’ascolto risulta evidente una fonte d’ispirazione tutta nostrana: i Litfiba, specialmente del periodo fra El Diablo e Mondi Sommersi; ciò è causato soprattutto dalla voce di Carmine Maffei, che ricorda veramente tanto quella di Piero Pelù. Curiosamente, gli Ordita Trama sembrano percorrere la stessa parabola stilistica che compì la band fiorentina fra fine anni ottanta e inizio novanta, passando da un sound new wave ad uno più hard rock, mantenendo la capacità di essere orecchiabili senza cadere nel troppo commerciale.

Normalità Infinita risulta essere una delle migliori canzoni del lotto: la band dimostra di saper padroneggiare un sound rock duro e alternarlo con momenti più acustici, condendo il tutto con un ritornello catchy e un epico crescendo che sublima in un assolo puramente heavy metal. Sicuramente molto valida. Il Giovane Amory (dedicato a Francis Scott Fitzgerald) si adagia su una struttura più riflessiva, composta da docili arpeggi puliti e tempi medi, per sfociare ancora una volta in un susseguirsi di riffoni distorti e vocalizzi potenti che fanno quasi gridare al miracolo. Purtoppo This Is Reality e Maybe You Can Save My Day risultano essere le più deboli dell’album, proponendo ancora una volta la struttura delle canzoni precedenti ma con l’aggravante dell’uso dell’inglese, che le banalizza e fa crescere ancora di più nell’ascoltatore la sensazione di già sentito che permea tutto il disco. L’uso dell’italiano è una scelta coraggiosa e la presenza di queste due episodi è un’ingenuità che una band che vuole costruire un album omogeneo non può permettersi. Nell’Attesa (Interludio) è un passaggio acustico di poco meno di tre minuti, che conferma ancora una volta le doti del chitarrista Alfredo D’angelo e concede un attimo di riposo all’ascoltatore. Il vero picco dell’album lo raggiunge Centrifughi Vortici, dotata di alternanza fra parti dure e riflessive che non ci si aspetterebbe da una band così giovane. Menzione d’onore per il testo, forse l’unico veramente interessante e sentito dell’album.
Se Questo Non Ha Un Senso (Folk) si adagia su ritmiche più mediterranee e acustiche quasi totalmente strumentali (il cantato si limita a vocalizzi quasi arabeggianti), mostrando un lato della band insospettabile che però aggiunge varietà all’album, che altrimenti nel complesso sarebbe risultato troppo monotono e prevedibile. L’ultimo episodio (Se Questo Non Ha Un senso) purtroppo è l’ennesimo hard rock fotocopiato con lo stesso tipo di struttura delle altre canzoni, che risulta stancante ed evitabile.

Basta Soltanto Resistere è nel complesso abbastanza godibile e scorrevole; pur essendo un lavoro autoprodotto la produzione è ottima e ci sono due o tre canzoni veramente da applausi. Non bastano però solo un paio di canzoni ad elevare un abum dalla media: Basta Soltanto Resistere è purtroppo penalizzato da episodi evitabili, dalla mancanza di originalità e da un’eccessiva pedissequità nel seguire le orme dei maestri che stonano con le grandi capacità tecniche che la band dimostra di avere, pur restando una mancanza comune a molte band che esordiscono sulla lunga distanza. La speranza è che questi ragazzi trovino al più presto un sound più personale, distaccandosi maggiormente dalle influenze iniziali, dato che hanno dimostrato di averne tutte le capacità, e completando la scelta intrapresa in merito alla lingua.



VOTO RECENSORE
64
VOTO LETTORI
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INFORMAZIONI
2017
Autoprodotto
Hard Rock
Tracklist
1. Basta Soltanto Resistere
2. Normalità Infinita
3. Il Giovane Amory
4. Cambia Il Vento
5. This Is Reality
6. Nell’Attesa (Interludio)
7. Maybe You Can Save My Day
8. Centrifughi Vortici
9. Se Questo Non Ha Un Senso (Folk)
10. Questo Non Ha Un Senso
Line Up
Carmine Maffei (Chitarra, Voce)
Alfredo D'Angelo (Chitarra)
Giuseppe Nocito (Basso)
Flavio Montervino (Batteria)

Musicisti Ospiti:
Raffaello Pisacreta (Tastiera su tracce 4,6)
Rocco Zambrano (Ciaramella su traccia 9)
Walter Konnen (Santur persiano su traccia 9)
Giancarmine Pacelli (Basso)
 
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