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Sinlust - Sea Black
26/10/2017
( 1383 letture )
Non è certamente frequente imbattersi nella discografia di un’emergente act del circuito heavy metal estremo dove i contenuti testuali sono l’oggetto di pubblicazioni editoriali scritte di pugno da uno dei propri membri sotto la nobile forma del romanzo.
Il caso di cui si parla in questa sede è quello dei francesi Sinlust, il cui singer Firefrost è attivo anche sul fronte letterario con lo pseudonimo di Nicolas Skinner. Il racconto di cui il nostro è autore si configura come un interessante e originale concept dark fantasy incentrato sui misteriosi accadimenti succedutisi nell’isola di Isulgaar in seguito ad un devastante cataclisma.
Il percorso di questo particolare progetto comincia nel 2011, con la realizzazione della prima parte dal titolo Noire Neige, da cui saranno poi tratte le liriche per Snow Black, il primo full-length autoprodotto. Forte dei buoni feedback ricevuti, il poliedrico artista decide dunque di prendere nuovamente in mano la penna per lavorare sul seguito. Vede così la luce Noire Mer, il secondo atto della storia che andrà a ispirare la realizzazione del nuovo album Sea Black, recentemente dato alle stampe dalla M&O Music. Presentata da un bellissimo packaging grafico che sintetizza con grande impatto visivo il titolo scelto, la musica che va a fare da soundtrack all’ambiziosa opera viene univocamente identificata come epic black metal. Tuttavia, come emergerà dall’analisi degli otto capitoli che costituiscono la tracklist, fra le loro note c’è parecchio di più.

Una breve introduzione in arpeggio, accompagnata da un drumming scandito, è il preludio di Red Priestess. L’opener si sviluppa su un guitar work piuttosto articolato in cui si riconosce il nome degli Immortal fra le influenze dichiarate, riferimento ulteriormente suggerito dal timbro abrasivo di Firefrost, similare all’inconfondibile screaming di Abbath. L’interazione tra i tamburi percossi da Infernh e il basso di Rain Wolf offre un massiccio supporto ritmico alle tracce, dotate di potenza e compattezza.
La successiva Sea Conquerors si caratterizza per il suo impianto che molto deve alla scuola death svedese contemporanea, Amon Amarth su tutti, opportunamente sorretto da camaleontici pattern di batteria in oscillazione tra mid tempo e repentine accelerazioni in blast beat. Le linee vocali sono equamente distribuite lungo il corso del brano, lasciando adeguato spazio all’apprezzamento delle ottime partiture tecniche, il reale punto di forza di questo disco.
Dawning of the Volcano God mette invece in mostra il lato più epico dei Sinlust, una componente non esplicita ma saldamente presente nel bagaglio stilistico, in particolar modo in certe soluzioni melodiche adottate e nel loro incedere solenne in doppia cassa. Il così versatile approccio alla composizione è ribadito in Cannibal Beast, che nel suo svolgersi non accenna a cali di tensione per via dei numerosi e brillanti spunti inanellati in serie come perle di una nutrita collana. Volendo azzardare un paralellismo con un’illustre formazione del presente e del passato, questo processo di stesura basato su intelligente e illuminata imprevedibilità fu proprio dei norvegesi Emperor, di cui un orecchio attento non potrà non riconoscere una forse involontaria citazione nel solo eseguito nella parte centrale.
La successiva Stream Attraction si regge su un’unica linea melodica principale, riproposta in varie possibili declinazioni, grazie all’eccellente guitar work di Chris in Lust, meritevole di particolare menzione. Il combo francese dà inoltre dimostrazione di essere a proprio agio anche negli ambiti quasi totalmente strumentali di Sea of Trees, eccezion fatta per un’affascinante parentesi interpretata in clean voice. Un pezzo da gustare nella sua interezza, corposo e progressivo nel senso più ampio del termine.
Con l’incipit acustico di Trilateral Conflict ci si affaccia in territori quasi pagan, cui seguono intrecci e sovraincisioni di riff a riportare ancora una volta alla memoria il tipico sound che fu della creatura del duo Abbath-Demonaz.
Il lotto si chiude con il mood catchy di Forgotten’s Master che nella sua atipicità conserva i già manifestati echi scandinavi, sfumando un ispirato motivo di chitarra nel finale di grande classe.

Come da premessa, e alla luce di quanto ascoltato, la comoda etichetta di epic black metal è tanto semplice quanto eccessivamente puntuale. Una più appropriata definizione che tenga conto delle numerose influenze e divagazioni stilistiche, non necessariamente direttamente riconducibili alla sfera del metallo nero, è semplicemente quella di extreme metal, l’associazione di due parole espressive di un concetto sì generico, ma che al tempo stesso elude qualsiasi approssimativa catalogazione. Sono, infatti, parecchi gli elementi estrapolati dalle frange più intransigenti, a cominciare dalla tipologia di cantato, il punto di maggiore contatto con il black metal, passando per le impietose rasoiate inferte dalle sei corde senza ovviamente tralasciare il fondamentale contributo di una sezione ritmica che sa essere insieme devastante e creativa. Il tutto si arricchisce sapientemente di notevoli spunti di marchio classico, strizzando l’occhio a sonorità epiche e avantgarde.
In aggiunta a ciò, una prestazione tecnica di primissimo livello e una produzione cristallina incrementano il peso di un giudizio più che positivo.

È altresì importante tenere in considerazione che questo non è un album che va alla ricerca del facile consenso commerciale. Se le peculiarità sopra elencate rappresentano il primo verso di una medaglia di assoluto valore, dall’altro si cela un lavoro che proprio per tali caratteristiche risulta tutt’altro che immediato o easy listening e che, perlomeno in prima istanza, potrebbe indirizzare l’opinione dell’ascoltatore verso una valutazione avvolta da più di qualche dubbio. Sea Black è un album che necessita di tempo e fiducia, come si conviene per ogni lavoro profondamente articolato e razionale, non rivolto ad un pubblico di tradizionalisti, ma per coloro che amano saziarsi di metal a trecentosessanta gradi sarà un acquisto senz’altro pienamente soddisfacente.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
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INFORMAZIONI
2017
M&O Music
Black
Tracklist
1. Red Priestess
2. Sea Conquerors
3. Dawning of the Volcano God
4. Cannibal Beast
5. Streams Attraction
6. Sea of Trees
7. Trilateral Conflict
8. Forgotten’s Master
Line Up
Firefrost (Voce)
Chris in Lust (Chitarra)
Rain Wolf (Basso)
Infernh (Batteria)
 
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