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Rawlerz - Raw Ways
30/10/2016
( 874 letture )
Il primo vagito e anche il canto del cigno, Raw Ways dei toscani Rawlerz ha questa doppia personalità: trattasi infatti del debutto della band e allo stesso tempo, probabilmente, dell’unico disco che vedrà la luce sotto questo monicker poiché i componenti hanno dichiarato che il gruppo si fermerà a tempo indeterminato dopo questa pubblicazione. La storia di questi ragazzi parte alcuni anni fa con la classica gavetta nei locali della loro zona, con cover dei loro artisti preferiti, a cui vengono affiancati pian piano pezzi originali che vengono raccolti nelle prime demo, accompagnati da alcune registrazioni live.

Queste composizioni insieme ad alcune novità vengono incluse in Raw Ways che è un prodotto artigianale, con i lati positivi e negativi che questo si porta dietro, poiché è stato interamente registrato, prodotto e mixato dal singer e principale compositore Leonardo Trevisan. Per stessa dichiarazione della band, non si sono cercati i suoni cromati e rifiniti tipici di tante produzioni moderne, ma un sound più naturale e tipico degli anni gloriosi dell’hard rock visto anche un budget per forza di cose limitato. Obiettivo raggiunto, forse un po’ troppo alla lettera, dato che Raw Ways perde moltissimo del suo potenziale a causa di una registrazione eccessivamente grezza, in cui ad essere penalizzata è soprattutto la batteria di Francesco Cocchetti il cui rullante ben figurerebbe su un disco Swedish death della prima ora, insieme al basso che sparisce nel mix e alle chitarre estremamente confuse ad esclusione dei riff portanti. Da un punto di vista dello stile i punti di riferimento sono ben chiari e ampiamente annunciati, hard rock che più classico non si può, con un pizzico di heavy ottantiano: Edge of the Legend, ha un’apertura e un riffing incalzante alla AC/DC con un interessante intermezzo più votato all’atmosfera; Werewolves Night vira invece su registri più pesanti, ma il refrain è un po’ debole rispetto all’ottimo lavoro di chitarra; Then You’ll See è il pezzo più assimilabile al concetto di “power ballad”, con melodie più dolci e la comparsa delle chitarre acustiche, prima della letterale esplosione dell’assolo elettrico. Rest with the Gods si ispira al romanzo “Il dio del fiume” di Wilbour Smith, con una buona alternanza tra parti più atmosferiche e momenti più hard ben guidati dalla batteria, Fastway già dal titolo fa immaginare che cosa aspettarsi, la band spinge forte sul gas con buoni risultati; la conclusiva Alatar The Blue Wizard con i suoi riferimenti tolkieniani e gli oltre sei minuti è lo sforzo compositivo più complesso per la band, che introduce numerosi cambi di tempo e atmosfera, perdendo un po’ il filo della forma canzone, ma riuscendo comunque a confezionare una traccia evocativa.

Raw Ways è senz’altro un titolo molto azzeccato per questo disco, nel bene e nel male. Da apprezzare la genuinità e spontaneità delle composizioni che sono autentiche al 100% mostrando indubbiamente tanta passione e buona volontà, d’altro canto però ci sono alcuni aspetti decisamente rivedibili, in primis la produzione di varie spanne al di sotto della sufficienza anche per un disco autoprodotto e in secondo luogo il classico difetto di gioventù del voler inserire troppo idee nelle canzoni che porta spesso a composizioni un po’ disomogenee e confuse. Probabilmente con un po’ di esperienza supplementare e il supporto di una label e di un produttore professionista questi difetti potrebbero essere facilmente limati per ottenere qualcosa di valido, ma, se la band effettivamente si scioglierà, difficilmente avremo occasione di scoprire le sue reali possibilità.



VOTO RECENSORE
58
VOTO LETTORI
92.54 su 11 voti [ VOTA]
ANGELO DE LUCIA
Martedì 1 Novembre 2016, 14.31.17
3
Bravi ragazzi, un piacevole lavoro è un peccato che il progetto non vada avanti e non veda la luce con una produzione migliore che sicuramente avrebbe dato lustro ad un prodotto, che nonostante i limiti, mostra di avere molte carte in regola. IN BOCCA AL LUPO!
Leonardo Trevisan
Lunedì 31 Ottobre 2016, 20.33.04
2
Ciao e grazie per il tempo dedicatoci. Leggere il nostro lavoro recensito nel vostro database è assolutamente un piacere. Il parere del recensore mi trova su alcuni punti d'accordo, ho avuto anche piacere nel vedere che nonostante la produzione e il sound non sia piaciuto se ne sia scorto l'intento. Sono inoltre contento che alcuni dei pezzi si siano rivelati gradevoli e ribadisco che il budget è stato veramente ristretto rispetto agli intenti della band. Detto questo sono felice del lavoro finale (pur con alcune rinunce un po' dettate dalle circostanze) che rispecchia almeno in parte quanto ci eravamo prefissati di realizzare. Inoltre sottoscrivo quanto detto da Francesco, ci siamo divertiti molto nel coltivare questo hobby insieme nel tempo che abbiamo avuto a disposizione e questo è l'importante.
Francesco Cocchetti
Lunedì 31 Ottobre 2016, 19.42.32
1
Salve, sono il batterista sopracitato nella recensione. Per me è stato un grande piacere essere stato recensito e criticato, insieme alla band, da un sito trattante prettamente Heavy metal. Sono molto contento del lavoro che abbiamo fatto col gruppo nonostante logicamente qualche soddisfazione sfuggita per mancanza di un budget convincente, però siamo fieri del nostro risultato. Riguardo al sound ci abbiamo lavorato molto, specialmente per la batteria, provando in ogni gruppo di 2-3 canzoni varie soluzioni e idee differenti di suoni che si adattassero anche al contesto e alla melodia della canzone. Abbiamo cercato di avvicinarci al sound cromato e pompato degli anni '80 non sempre con risultati eccellenti, anche perché in qualche canzone il sound doveva per forza essere indirizzato verso la pulizia per esaltare le parti più tecniche, più che quelle da hits Billboard 1987. Grazie mille, Saluti e buon lavoro.
INFORMAZIONI
2016
Autoprodotto
Hard Rock
Tracklist
1. Edge Of The Legend
2. Animalize
3. Werewolves Night
4. Then You'll See
5. Leaving This Planet
6. Rest With The Gods
7. Fastway
8. Alatar The Blue Wizard
Line Up
Leonardo Trevisan (Voce, Chitarra)
Davide Martini (Chitarra)
Paolo Pruneti (Chitarra)
Mirko De Angelis (Basso)
Francesco Cocchetti (Batteria)
 
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