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29/04/24
EYEHATEGOD
LEGEND CLUB VIALE ENRICO FERMI, 98 - MILANO
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Wolfbrigade - Progression / Regression
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05/08/2023
( 370 letture )
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WOLFBRIGADE – PROGRESSION/REGRESSION (CRUST, 2002)
“Senti? Questo non è proprio hardcore punk, è contaminato con altri generi più estremi, fanno crust, ma ci sono di mezzo tante cose il metal, il grind…
Così un amico interruppe la riproduzione su youtube di Prey to the world dei Wolfbrigade. Erano momenti in cui fare esplodere questa musica nelle orecchie liberava la negatività che ci si portava dietro nei primi pomeriggi universitari.
Approcciarsi alla “brigata dei lupi” era come ricevere un calcio sul volto e reagire con la medesima violenza, per cui bisognava approfondire la discografia sin dalla prima incarnazione del gruppo sotto il nome Wolfpack. L’anno dei cambiamenti per gli svedesi risulta però il 2002, il cui taglio parziale con il passato avviene con Progression/Regression, il primo disco con il nuovo monicker. Il nome Wolfpack viene infatti ripudiato per una omonimia con un gruppo di bikers svedesi con tendenze neonaziste. Alle pelli si accomoda Dadde in sostituzione del vecchio batterista Frank.
Si poggiano le cuffie sulle orecchie e si innesca la miccia. La cieca violenza della brigata arriva con la potenza di un treno in corsa, 32 minuti che vengono introdotti da This Is Life, nero hardcore punk, caratterizzato da delle chitarre sinistre e dalla voce demoniaca di Michael Dhan. La breve EU e My Escape mantengono un tiro violento, in cui la estremizzazione del genere passa per contaminazioni grindcore. Il metal influenzato da band come Celtic Frost emerge prepotentemente in Chemical Straight Jacket e si ravvisa nelle sfuriate ritmiche di Gasping For a Breath, pesantemente ispirate da uno speed metal motorheadiano. A seguire un brano hardcore punk fondamentalmente diviso in due parti The Life Cycle Will Turn in cui si assapora lo scenario di un moshpit, atmosfera che viene ripresa anche nella successiva Archetype of Society e in Feeling You Don’t Want to Feel, brani che sembrano essere collegati tra di loro come un’evoluzione concettuale: La trasformazione, la consapevolezza della nascita di una società e i sentimenti sovversivi derivanti dal rapporto con la stessa. Il tenore cambia a partire da un intro malvagio e da una batteria in pieno tiro, Crucify appone una leggera variazione al sound dei Wolfbrigade, l’hardcore torna prevalente mentre tappeti sinistri reggono le urla disumane di Dahn. Il richiamo alla patria è presenta già dal titolo in lingua madre con Välfärds Land, canzone dai richiami punk che preannuncia l’aggressività di Makes Me Choke. Un trittico finale di pura violenza composto da Ugly Stains, Mind Unleashed e Media Sight, mette fine a un buon disco, difficile da recensire.
Non particolarmente ostile all’ascoltatore come album, Progression/Regression è sicuramente un full length complicato per l’omogeneità delle composizioni, e ciò può essere un bene o un male che per chi vi si approccia. Tuttavia, se valutiamo il lavoro come un album crustcore tra la moltitudine uscita in quell’anno ci rendiamo conto di come sia un lavoro onesto e di come ogni membro della band svolga il proprio lavoro bilanciando l’istintività con una compattezza di suoni che permette alla brigata di rendersi distinguibile, ma che purtroppo non gli permette di prevalere sugli omologhi dello stesso genere. Per chi è attento alle sonorità è piacevole individuare i vari tipi di influenze a cui la band fa riferimento, per gli appassionati dell’hardcore è sicuramente un disco più che valido, ma se dobbiamo considerarlo nel suo complesso Progression/Regression non è propriamente una pietra miliare del genere, che permette di avere una chiara visione di quella corrente musicale. E’ un buon disco, aggressivo al punto giusto, in grado di distendere i nervi nei momenti di stress e con ciò non si vuole sminuire il lavoro dei Wolfbrigade, ma si vuole valorizzare alla musica come strumento in grado di convogliare le proprie emozioni negative e trasformarle in energia positiva.
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2
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Buon disco di crust-hc punk, concordo che non sia una pietra miliare né in ambito hc né in ambito crust, ma sicuramente come qualità è buona e sicuramente non è un disco che può deludere nessun appassionato del genere. |
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1
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Grandi, anche quando si chiamavano Wolfpack. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. This Is Life 2. EU (European Union) 3. My Escape 4. Chemical Straight Jacket 5. Gasping for a Breath 6. The Life Cycle Will Turn I 7. The Life Cycle Will Turn II 8. Archetype of Society 9. Feelings You Don't Want to Feel 10. Crucify 11. Välfärds Land 12. Makes Me Choke 13. Ugly Stains 14. Mind Unleashed 15. Media Sight
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Line Up
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Mikael Dahl (Voce) Jocke Rydbjer (Chitarra) Erik Norberg (Chitarra) Marcus "M. Psykfall" Johansson (Basso) David "Dadde" Stark (Batteria)
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RECENSIONI |
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