|
23/05/24
UNDERTAKERS + EKBOM + ESTINZIONE
CIRCOLO DEV , VIA CAPO DI LUCCA 29/3G - BOLOGNA
|
|
Jon Lord - To Notice Such Things
|
( 4234 letture )
|
Chi di voi è rimasto fermo ai Deep Purple “classici” potrebbe forse rimanere spiazzato da To Notice Such Things, ultima fatica di Jon Lord, ex tastierista della storica formazione che ha reso l’Hard Rock un fenomeno di massa, dato che il Cd in questione si muove in ambito assolutamente classico in senso stretto ed è registrato assieme alla Royal Philarmonic Orchestra di Liverpool, ma i più attenti cultori musicali ricorderanno certamente un album come Concerto for Group and Orchestra del 69, inciso su iniziativa proprio di Lord assieme alla Royal Philarmonic Orchestra di Londra, a testimoniare la relazione strettissima tra Rock e Classica che da sempre Jon ha –giustamente- sponsorizzato.
Il disco che oggi analizziamo è inciso dal tastierista in memoria ed onore di John Mortimer, suo intimo amico scomparso nel 2009 e noto drammaturgo ed autore ed è tratto dall’opera teatrale Mortimer’s Miscellany le cui musiche sono appunto di Lord e qui ampliate alla bisogna, mentre il titolo è tratto da un poema di Thomas Hardy intitolato Afterwards, posto a chiusura dello show, ed è articolato in una serie di movimenti poggiati in buona parte sulla sezione di fiati –col flauto traverso in grande evidenza- che non per niente hanno un sapore profondamente “visuale” con il piano di Lord ad organizzare il tutto e con una sezione d’archi a completare. Anche selezionando a caso una qualsiasi parte di un qualsiasi movimento di To Notice Such Things si nota con chiarezza come la musica sia concepita in origine per legare e sottolineare situazioni sceniche, e si presta in teoria moltissimo a fare da colonna sonora per ogni tipo di prodotto visuale, cinema compreso, anche se ovviamente non può essere scissa dall’opera originale.
Il primo movimento si intitola As I Walked Out One Evening, ed è tratto da un poema di W.H. Auden riguardante il trionfo del tempo su ogni cosa. La musica si sviluppa in maniera suadente e misurata, basata sui fiati e su pizzicati degli strumenti a corda, per poi salire di tono e di incisività nella seconda parte. Poi At Court, un affresco che dipinge la parte della vita di Mortimer in cui, avvocato d’assalto contro il sistema, infiammava le corti della capitale dividendosi tra legge e donne. Musica giustamente briosa e fiati più fascinosi. Terzo movimento, (Turville Heath), dedicato al luogo in cui lo scrittore viveva –quattro chilometri circa dalla casa di Lord- fiati garbati e lo stesso ad arrangiare dolcemente l’immagine di un vecchio stanco alle prese col proprio giardino, tutto molto British. Poesia pura per The Stick Dance, con fiati ed archi a sostenere Jon nella descrizione musicale dell’immagine di un vecchio senza più l’uso corretto delle gambe, ancora amante della danza, che si fa accompagnare da una giovane donna in un ballo appoggiato al bastone. Un’immagine che meriterebbe di essere vista e sentita davvero assistendo ad uno spettacolo all’altezza della composizione.
Ma il tempo a disposizione di Mortimer è ormai quasi scaduto, e The Winter of a Dormouse preannuncia la morte imminente. Un flauto struggente imita e sostituisce la voce dell’anziano amico ormai vicino alla fine, nel tentativo di comprendere come lui si possa essere sentito in quell’ultimo estremo frangente. Si chiude con l’ultimo movimento, Afterwards, poema che Mortimer usava per chiudere il proprio show, e che descriveva proprio le sensazioni ipoteticamente post-mortem, tutta l’orchestra si fonde per comunicare una sensazione di distacco e –forse- col flauto, di continuazione, ma la malinconia rassegnata emerge con chiarezza, è la fine.
Tre le bonus track: Evening Song, for Example e Air on the Blue String. La prima scelta su input del direttore Andrew Cornall e qui presente in versione strumentale con flauto e corno a sostituire le parti vocali con risultati interessanti rispetto all’originale per oltre nove minuti di grande musica; la seconda è dedicata a The Trondheim Soloists ed al loro Direttore Øyvind Gimse e mette ancora in mostra Lord ed il suo piano che ha pochi paragoni in questo settore musicale; così come la terza, tratta da Bach e dedicata al violoncellista Matthew Barley. Nel disco è presente Jeremy Irons come narratore.
Un album per ascoltatori già iniziati alla classica ed alle colonne sonore a sfondo classico in particolare, che però –ascoltato a mente aperta- non mancherà di soddisfare sia questi che i vecchi estimatori di Lord, a patto di relegare i Deep Purple tra i ricordi.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
3
|
Album che apprezzo molto. 75 |
|
|
|
|
|
|
2
|
Grazie |
|
|
|
|
|
|
1
|
Bella recensione per un artista immenso! |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
To Notice Such Things - a six-movement suite for solo flute, piano and string orchestra (As I Walked Out One Evening [4:15]; At Court [5:33] Turville Heath [3:01] Stick Dance [4:45] Winter of a Dormouse [5:33] Afterwards [3:56]) (2009)* Evening Song [8:16]; For Example [9:12]; Air on a Blue String [6:33] Jon Lord (piano); Cormac Henry (flute)*; Jeremy Irons (narrator) Royal Liverpool Philharmonic Orchestra/Clark Rundell
|
|
Line Up
|
Jon Lord - Piano Royal Liverpool Philarmonic Orchestra - Direttore Clark Rundell Cormac Henry - Flauto
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|