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ROCKIN`1000 - THAT'S LIVE 2018 - Stadio Artemio Franchi, Firenze (FI), 21/07/2018
23/07/2018 (1712 letture)
DALLE PROVE...
Rockin'1000 mette a segno la quarta edizione del grande spettacolo che coinvolge ben mille musicisti, questa volta a Firenze, strizzando l'occhio all'idea proposta a Cesena nel 2016. Tuttavia sono tante le novità di questo anno: la band si allarga a quasi 1500 musicisti considerato anche l'innesto di fiati e percussioni, il maestro Sabiu lascia il posto al noto maestro Peppe Vessicchio e -grazie alla Only The Brave Foundation- anche Courtney Love raggiunge sul palco i mille per lo show. Organizzare qualcosa in una città importante come Firenze, con delle infrastrutture come lo stadio Artemio Franchi è stato senz'altro più facile rispetto alla grande impresa di Courmayeur dell'anno passato. Sicuramente la vista sulla meravigliosa Val Veny è mancata ai musicisti, ma senz'altro non si può dire la stessa cosa delle difficoltà logistiche. Non si può dire che quest'anno Fabio Zaffagnini -general manager dell'organizzazine- ed il suo team non abbia organizzato un evento con il botto. L'evento è stato, a partire dalle prove che si sono svolte nei giorni 19 e 20 fino ad arrivare all'esibizione del 21, decisamente più coinvolgente e organizzato dell'edizione del 2017. Il sottoscritto, come l'anno passato ha partecipato da chitarrista, cogliendo anche l'occasione per fare qualche giorno di campeggio e vacanza musicale. I primi giorni sono passati nel montaggio degli strumenti e delle postazioni sul campo verde dello stadio, provando in diversi turni tutti i vari pezzi proposti dalla scaletta. Nelle prime prove siamo stati divisi per strumento, successivamente ne son state fatte altre con basso e batteria ed infine le generali con anche i cantanti. Ad arricchire l'evento è stato allestito il Rock Village, una piacevole area adiacente allo stadio -forse un po' poco Rock nell'apparenza e nella proposta musicale- dove chiunque poteva andare a usufruire di stand di street food (ottimi!) e diverse attività tra le quali il karaoke. A mettere la ciliegina sulla torta in quest'area è stato uno stage (chiamato Rotation Stage e già presente a Courmayeur l'anno passato) nel quale a rotazione piccoli gruppi dei mille potevano esibirsi con delle cover. Quest'anno il livello di difficoltà nella preparazione dei pezzi si è alzata ulteriormente rispetto all'edizione precedente, tuttavia una cosa che mi ha stupito è stata la preparazione generale e la bella atmosfera che si percepiva in campo. Non che siano mancate delle sbavature e dei punti più ostici durante le prove, tuttavia il mood della grande band era veramente alto. Colgo l'occasione -prima di passare al report dell'evento vero e proprio- di ringraziare nuovamente per la bella esperienza Alessio, Andrea, Pablo, Mattia, Emir, Riccardo e diversi altri colleghi musicisti che ho avuto il piacere di incontrare nuovamente o conoscere sul palco. Alla fine Rockin'1000 è soprattutto questo: condividere e suonare.

...AL CONCERTO
Dalle 19 in poi di sabato -poche ore prima del concerto- il tenore dell'evento si è alzato drasticamente. I fiati provavano molti brani nel backstage dell'Artemio Franchi, i cantanti ripassavano le parole e nell'aria si percepiva una generale fibrillazione. Vedere, dalla tribuna opposta a quella degli spettatori, riempirsi lo stadio è stato senz'altro un'emozione molto forte. La luce del giorno si è trasformata in quella del crepuscolo, fino a lasciare definitivamente spazio alla sera dove le molte luci del Franchi si sono accese lasciando spazio al nostro ingresso. Fin da subito ho percepito un pubblico molto caldo, che è definitivamente esploso all'ingresso di Fabio Zaffagnini, accompagnato da Federico Russo e Nikki di Radio Deejay. Ancora più grande è stata l'esultanza tuttavia, da parte di pubblico e musicisti per il tanto acclamato maestro Peppe Vessicchio. La sua aria classica e pacata è stata benzina sul fuoco per dare modo al pubblico di inserirlo nel mondo del rock tra cori da stadio e grandi rullate di batteria per il suo arrivo. Poche parole, prima che nelle nostre cuffie da musicisti risuoni il classico "song start" che annuncia l'inizio del primo brano, con il conteggio del tempo e il click. Parte così il Preludio in Do Maggiore di Sebastian Bach, tributo alla musica classica nuovamente arrangiata in vesti rock in onore di Vessicchio. L'esecuzione è stata precisa e un po' composta per essere il primo brano di un concerto, ma senz'altro di grande effetto grazie anche alle belle luci blue che hanno invaso il Franchi. È subito tempo di novità grazie all'ingresso dei percussionisti, che si intromettono sul campo con grande spirito e con un bell'assolo di percussioni. Tamburi, shaker e altri strumenti aprono Sympathy for the Devil dei Rolling Stones, accolta con gran calore da tutto il pubblico. Successivamente il brano si trasforma in Hush dei Deep Purple, dove il coinvolgente ritornello fa cantare davvero tutti. Uno dei brani più attesi, almeno dal lato chitarristi dove suonavo, è stato Shoot to Thrill, grande classico degli AC/DC che ha letteralmente buttato litri di benzina sul fuoco della nostra carica. Si passa per momenti prettamente punk con Blitzkrieg Bop dei Ramones e per altri più pacati con la bellissima Don't Look Back in Anger degli Oasis. Ad un anno ed un giorno dal suicidio di Chester Bennington viene proposta anche Numb dei Linkin Park. Il brano è stato eseguito con un arrangiamento abbastanza aggressivo e forse, come qualcuno ha fatto notare, dare più spazio alle tastiere e al pianoforte anche considerata l'occasione sarebbe stata un'alternativa molto valida. Le teste ricominciano ad oscillare al ritmo incalzante di Smell Like Teen Spirit dei Nirvana e di Won't Get Fooled Again dei The Who. Soprattutto in quest'ultimo pezzo, nonostante la sua maggiore complessità rispetto ad altri brani, c'è stato molto coinvolgimento da parte dei musicisti ed è risultata particolarmente ben riuscita l'alternanza fra le due porzioni di batteristi nella sezione finale del brano. Un bell'omaggio a Keith Moon, prima di interrompere momentaneamente il concerto. I pianoforti lasciano spazio a Fabio Zaffagnini di spendere due parole sulla serata, in un discorso che tocca tanti punti differenti: dal concetto di confine, proprio di chi ha paura di vedere oltre, all'omaggio alla diversità e ai tanti musicisti che sono venuti da più di 30 paesi di tutto il mondo, passando per un augurio a tutti i presenti di vivere una vita piena di emozioni e piena di rock. La lunga introduzione di pianoforte che accompagna il discorso del general manager di Rockin'1000 non è altro che una bella apertura a Where is my Mind, iconico pezzo alternative dei Pixies, che di certo non brilla per bellezza musicale ma che viene senz'altro cantato meglio dell'originale dai cantanti dei mille. Ad ogni modo, il bel discorso di Zaffagnini ha reso emotivamente carico anche questo brano, salvando l'unico traccia della scaletta che aveva destato qualche perplessità fra le fila dei musicisti. Dopo questa prima metà di concerto, Courtney Love raggiunge i mille per un breve set di canzoni tratte dalla discografia delle Hole: a detta del pubblico sugli spalti è stata scadente la performance vocale (sia da parte della cantante che per l'acustica) su Olympia, decente quella sulla piacevole Malibu e buona quella di Celebrity Skin. L'idea di coinvolgere una guest di questa portata è stata senz'altro apprezzata e in parte -considerato il legame che l'organizzazione ha con lo scenario alternative rock- la scelta della vedova di Kurt Cobain ha avuto senso, tuttavia la performance non è stata delle migliori. Ad ogni modo a riparare qualche incertezza lasciata da Courtney Love, ci pensano quelle che a mio avviso sono state le vere star della serata, ovvero i fiati. L'ingresso sulle note di Whola Lotta Love dei Led Zeppelin riarrangiata per tromboni, trombe e sassofoni è stato solo l'inizio della seconda parte di concerto, dove quest'ultima sezione entrata in campo è stata fondamentale. Quest'anno anche un po' di funky è entrato fra le note del Rockin'1000 e Hard to Handle di Otis Redding ne è un fantastico esempio. Tra musicisti e pubblico quasi tutti non hanno potuto fare a meno di muovere qualche passo. Grandi esplosioni e applausi scoppiano invece dopo la rullata iniziale di Born to Run di Bruce Springsteen, altro brano carico di emozioni dove i fiati hanno svolto un ruolo fondamentale. Tocca successivamente ad Uptown Funk, brano scritto da Mark Ronson e reso celebre da Bruno Mars. Anche questo pezzo nelle primissime fasi di prove è stato accolto in maniera contrastante dai musicisti in quanto troppo commerciale e poco rock. A distanza di mesi, il pezzo è stato uno dei più amati e forse quello con la resa live migliore: sia per le parti dei due schieramenti di batteria, le parti di voci e chitarra che si davano botta e risposta, sia per le prestazioni superlative dei fiati che hanno fatto ballare chiunque sugli spalti del Franchi. Siamo alle battute finali della performance e il concerto sulle note di Uptown Funk si trasforma in un autentico party. Arriva poco dopo un altro dei momenti più alti dell'esibizione con una versione di Killing in the Name dei Rage Against the Machine riarrangiata con fiati e qualche tempo diverso rispetto all'originale. Ad ogni modo, soprattutto nella sezione dei chitarristi della quale facevo parte, l'entusiasmo è stato travolgente e ci si è divertiti da morire nell'esecuzione di un pezzo del genere. Un po' a sorpresa anche per noi musicisti, sono stati successivamente eseguiti due pezzi considerati "in riserva" come Gold on the Ceiling dei The Black Keys e l'energica Suck my Kiss dei Red Hot Chili Peppers. Il gran finale viene infine lasciato alla canzone che ha segnato l'inizio di tutto. Learn to Fly dei Foo Fighters è la celebrazione del Rockin'1000, dove il caos più totale divampa. Chitarristi che si scambiano posto con i batteristi, chi stacca la chitarra e si mette a correre per il campo e chi approfitta dell'entusiasmo generale per alzare testate Marshall JCM2000 al massimo. Personalmente, ho trovato a dir poco esaltante correre e saltare su un container sotto la curva Fiesole a festeggiare la riuscita di un concerto -soprattutto nelle fasi finali- a dir poco esaltante. Per la prima volta, ho sentito quel contatto musicista-spettatore, guardando da pochi metri le persone presenti nella curva ed è stato bellissimo. Tra foto, ringraziamenti e caroselli con i fiati lungo le tribune, si spegne lentamente la grande festa dei tanti musicisti.

Il giorno prima ti torvi a suonare in uno stadio di Serie A di una delle più importanti città italiane davanti a migliaia di persone e il giorno dopo sei in macchina per tornare alla routine di tutti i giorni. Il Rockin'1000 per tanti versi è un evento molto chiacchierato e molto vario, essendo di fatto composto di tante persone diverse. Inevitabile dire che come in ogni edizione ci sono individui che vengono armati di una strumentazione esagerata e a dir poco superflua, altri che si conciano in modi stravaganti pur di strappare qualche foto o altri che in generale cercano più visibilità che altro. Cronicamente poi quest'ultima categoria combacia perfettamente con quelli che tra una canzone e l'altra durante le prove si mettono a suonare a volumi devastanti cose a caso nonostante le molteplici richieste di non suonare quando non si deve e di essere professionali. Tuttavia d'altro canto ci sono anche tante persone che partecipano per il gusto di divertirsi, di ballare e di incontrarne altre che vengono da tante nazioni diverse per fare qualche giorno di solo musica e provare un approccio vero e professionale al suonare live. Personalmente sono stato molto contento di partecipare a quest'evento, al di là delle persone che ho conosciuto e incontrato, anche per la sola e semplice emozione di poter suonare al Franchi davanti a migliaia di persone con la mia fedele Ibanez che da ormai dieci anni mi accompagna ovunque. Nell'umiltà più totale, mi sento di dire che al di là delle chiacchiere che ci sono intorno al Rockin'1000, questo That's Live 2018 sarà una bella esperienza da raccontare e che spero vivamente di rifare.

SETLIST ROCKIN'1000
1. Preludio in Do Maggiore - J.S. Bach
2. Sympathy for Hush - Rolling Stones + Deep Purple Medley
3. Shoot to Thrill - AC/DC
4. Blitzkrieg Bop - Ramones
5. Don't Look Back in Anger - Oasis
6. Numb - Linkin Park
7. Smell Like Teen Spirit - Nirvana
8. Won't Get Fooled Again - The Who
9. Where is my Mind - Pixies
10. Olympia - Hole (con Courtney Love)
11. Malibu - Hole (con Courtney Love)
12. Celebrity Skin - Hole (con Courtney Love)
13. Hard to Handle - Otis Redding
14. Born to Run - Bruce Springsteen
15. Uptown Funk - Mark Ronson feat. Bruno Mars
16. Killing in the Name - Rage Against the Machine
17. Gold on the Ceiling - The Black Keys
18. Suck my Kiss - Red Hot Chili Peppers
19. Learn to Fly - Foo Fighters



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