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26/04/25
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LA JANARA - L'intervista ritrovata e La Casa Stregata
10/06/2023 (1540 letture)
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STORIA DI UN'INTERVISTA RITROVATA Parlando di streghe e magie niente di più facile che qualcosa di misterioso e inspiegabile finisca per accadere davvero. E' così che pubblichiamo oggi un'intervista realizzata nel 2021 con La Janara (al secolo Raffaella Cangero), all'indomani della pubblicazione della versione in cassetta di Tenebra, album di debutto della band. L'intervista finì per arrivare troppo in ritardo per la pubblicazione ed è rimasta nel cassetto fino ad oggi. Approfittando infatti del ritorno della band dopo quattro anni col loro primo brano inedito, dal titolo La Casa Stregata, che fa parte del Tributo a H. P. Lovecraft realizzato dalla Black Widow Records e in uscita in questi giorni, abbiamo contattato Il Boia (alias Nicola Vitale, chitarrista e compositore del gruppo) per riallacciare i fili del racconto e riportare alla luce anche la bella chiacchierata realizzata a suo tempo. Quella che leggerete è insomma un'intervista che proviene in parte dal passato, in parte dal presente e che ci parla del futuro di questa splendida realtà.
Lizard: Buongiorno e benvenuti su Metallized.it!! Dato che è la prima volta che abbiamo il piacere di ospitarvi sul nostro sito, vi andrebbe di raccontarci come nasce La Janara? Come vi siete conosciuti e come è nata l’idea di creare questa band? La Janara: Ciao Saverio! La band nasce nel 2015 dalle ceneri di una band che io e il Boia avevamo formato ai tempi dell’università. Eravamo un centone di sonorità heavy metal alla Maiden/Sabbath, nulla di particolarmente originale, tutt’altro… più andavamo avanti più ci rendevamo conto che quella strada non ci avrebbe portato da nessuna parte, così decidemmo di stravolgere tutto. Dopo un radicale cambio di formazione, avevamo posto alcuni capisaldi: raccontare il folklore ancestrale che popola il nostro immaginario del Sud (basta vichinghi!!!) e soprattutto la scelta dell’italiano come lingua per i testi. Per quanto riguarda il nome, volevamo qualcosa che fosse d’impatto e affascinante al tempo stesso, ma che al contempo ci inquadrasse sia dal punto di vista della provenienza che dell’immaginario che intendevamo evocare. E così la scelta è caduta sulla Janara, una sorta di strega della mitologia contadina del Sud.
Lizard: Nel 2017 avete pubblicato il vostro primo EP ufficiale, La Janara e il vostro primo video, per il brano Luce. Cosa ricordate di quell’esperienza? Cosa vi hanno insegnato questi primi passi nel mondo professionale della musica? LJ: E’ stata sicuramente un’esperienza formativa, sia nel momento in cui l’abbiamo vissuta ma anche e soprattutto dopo. Abbiamo registrato l’EP tra Grottaminarda e Napoli, con la collaborazione di Alessandro Liccardo (Hangarvain) che ci ha guidati e seguiti. Sono stati momenti fondamentali che ci hanno aiutato a capire quali erano le nostre potenzialità e i nostri limiti; tant’è che in quell’intervallo tra il 2017 e il 2019 (anno dell’uscita di Tenebra) abbiamo apportato numerosi cambiamenti, sia alla band che a livello sia di songwriting e di composizione.
Lizard: Arriviamo quindi a Tenebra, pubblicato nel 2019 e vostro primo album vero e proprio. Dieci canzoni che hanno scatenato una certa attenzione e che hanno dimostrato anche una certa ambizione da parte vostra. A distanza di due anni, siete soddisfatti dei riscontri ottenuti? Pensate di essere riusciti a comunicare il vostro immaginario e la vostra identità di band con questo disco o ancora qualcosa deve trovare un suo posto? LJ: Se devo essere sincera, era una cosa che non mi aspettavo affatto, e te lo dico senza modestia. Tenebra ha avuto un buon riscontro e a distanza di più di due anni dalla sua uscita sta facendo ancora parlare di sé e questo è qualcosa che ci gratifica molto. Tenebra ha consacrato la nostra immagine e la nostra identità, ma a parer mio, non ha ancora molto da dire… Con i prossimi lavori, tutti quei fattori che in questo album erano rimasti in sospeso o non erano stati posti sotto una giusta luce verranno sicuramente valorizzati.
Lizard: Visto che sono passati appunto due anni, vi chiedo se la pandemia ha in qualche modo rallentato o addirittura bloccato i lavori per il successore di Tenebra o se, al contrario, tutto procede nel migliore dei modi. Così fosse, a quando l’uscita del nuovo album? LJ: Per la verità, fin dall’uscita di Tenebra, avevamo deciso che non avremmo pubblicato nulla per i prossimi 2/3 anni e creare una sorta di attesa. Paradossalmente la pandemia non ci ha affatto rallentati, tutt’altro ci ha dato il tempo per riflettere e studiare il prossimo lavoro nel minimo dettaglio. Confidiamo nel prossimo anno per la pubblicazione del nuovo disco, come avevamo già immaginato…
Lizard: Tenebra è stato ristampato in formato musicassetta proprio in questi giorni. Cosa pensate di questa iniziativa? Certo il formato sembra rilanciare un po' una "operazione nostalgia", ma immagino che la cosa non si esaurisca in questo: cosa aspetta chi comprerà questa edizione limitata? LJ: Intendiamo rivolgerci ad una fetta più ampia di ascoltatori, in effetti la buona parte dei nostri estimatori sono stati ragazzi negli anni ’70. Per cui potrebbe far piacere avere un formato del nostro disco in formato “retrò”.
Lizard: La storia di Violante, protagonista del disco, è davvero potente, così profondamente radicata nel folklore irpino e in un mondo che per molti ormai appare antico come quello contadino. Cosa vi ha spinto verso questo tipo di immaginario? Sentite vicino quel mondo o in qualche modo lo rimpiangete? LJ: Non è altro che il mondo che intendevamo evocare. A parer nostro, dovevamo dare nuovo credito ad un immaginario dimenticato e lontano. La storia di Violante è radicata in questa realtà, a metà tra il reale e l’onirico. La sua storia, narrata volutamente in prima persona, conduce gli ascoltatori per mano in questo mondo dove ci si può perdere se non si è scortati da un’entità benefica…
Lizard: Colpisce davvero la profondità emotiva e il trasporto con cui interpreti i brani. Posso chiederti quali sono stati i tuoi studi in ambito musicale e come hai creato il tuo stile e il modo di approcciarti alla musica e ai testi di Nicola? LJ: Ho studiato canto per un paio di anni, acquisendo in questo modo i rudimenti della respirazione e dell’impostazione. Più che altro la mia “scuola” è stata pratica, voglio dire la mia tecnica vocalica evolveva con la musica di Nicola. Esattamente come è maturata la nostra musica, tutti noi siamo maturati ed abbiamo acquisito maggiore tecnica e padronanza degli strumenti, nel mio caso la voce. Sapevo che avrei potuto spingere di più, toccare vertici più intensi ed emozionali, e questo non lo si impara a scuola di musica… La mia voce è sicuramente esaltata dai brani che Nicola compone, adattando tonalità e musica alle mie potenzialità. Siamo molto in simbiosi dal punto di vista compositivo.
Lizard: Quello narrato in Tenebra è un mondo violento e carnale, misterioso e pericoloso, eppure anche magico e sognante. Un mondo nel quale realtà e fantasia sembrano non conoscere separazione. Come avete sviluppato questo sfondo, che poi forse è altrettanto protagonista della storia? A me personalmente ha ricordato molto la letteratura sudamericana di Garcia Marquez, Scorza e Amado. Ci sono autori che vi hanno influenzato in tal senso? LJ: Quello evocato da Tenebra non è altro che il nostro Sud. Quello che volevamo rappresentare è la realtà magica e sognante del folklore popolare irpino, un mondo popolato da entità benefiche e maligne, positive e diaboliche ed il nostro intento non era altro che esaltare una realtà colpevolmente sottovalutata, a nostro parere. Se proprio dovessimo citare un autore, questo sarebbe Ernesto De Martino col suo “Sud e Magia”, saggio che per noi è stato fondamentale. Personalmente, se dovessi citare qualche scrittore, farei riferimento a Deledda: il suo “Canne al vento” si apre proprio con uno scenario notturno, immaginifico e sognante e man mano che i raggi del tramonto lasciano il posto all’oscurità lunare, le magiche creature della notte piano piano si svegliano e animano la realtà circostante. Tra queste, non a caso, ci sono le Janas…
Lizard: Violante appare anche una figura simbolica, quella di una donna che non può conoscere una propria libertà e perseguire una propria felicità in maniera indipendente, se non appunto attraverso la trasfigurazione simbolica in strega e quindi, come tale, diventare suo malgrado simbolo negativo. E’ questo per voi il destino delle donne o esiste una strada per l’emancipazione che non consideri affatto il giudizio esterno e le pressioni culturali e sociali che ancora resistono? LJ: Dipende dalla persona. Anche in una realtà pseudo aperta e avanguardistica come la nostra le donne sono messe in secondo piano, in qualsiasi campo, dal lavoro alla musica. Ma se davvero si vuole raggiungere un obbiettivo, se davvero si aspira ad un risultato, nulla può contrastare la volontà di una “strega”…
Lizard: Domanda spero non banale: da sempre si dice che l’italiano non sia la lingua più facile da utilizzare in ambito rock e, al contempo, che in qualche modo il suo utilizzo limiti la diffusione della proposta musicale. E’ così? Avete avuto difficoltà nel comporre i testi per Tenebra? Avete avuto riscontro dall’estero per la vostra proposta? E’ stato capito il vostro messaggio al di fuori dall’Italia? LJ: A dire la verità, uno dei punti fermi della nostra proposta è stato da sempre la scelta dell’italiano. Per quanto conosca l’inglese, la mia pronuncia è pessima, inoltre l’uso di questa lingua ci avrebbe omologati alla maggior parte delle band e avremmo perso una delle nostre più importanti caratteristiche. In ultimo, noi celebriamo il folklore del Sud Italia, la scelta dell’inglese sarebbe stata fuorviante. All’inizio erano in tanti a storcere il naso, sentivano nella nostra scelta una sorta di provocazione che non ci avrebbe aiutati a distinguerci. Eppure è successo proprio il contrario! Abbiamo avuto qualche riscontro sia in Europa che oltreoceano dove siamo stati apprezzati dal punto di vista sonoro e musicale.
Lizard: Dove vi sta portando l’ispirazione per i nuovi brani? Dobbiamo attenderci un ritorno verso le tradizioni irpine o stavolta avete deciso di cambiare registro e riferimenti? LJ: Allo stato attuale dei fatti, il marchio di fabbrica è immutato. I riferimenti alla nostra terra sono più vivi che mai, ma non sarà una sorta di Tenebra vol. 2. Ci siamo spinti verso nuove sonorità e nuovi registri, ma per ora rimanete col dubbio ;)
Lizard: A livello di ispirazione musicale, invece, quali sono le band che vi hanno in qualche modo ispirato e che vi hanno spinto a comporre e registrare musica originale? LJ: Oltre che all’heavy e al doom classico, la nostra più grande fonte di ispirazione è stato il rock italiano. Abbiamo cercato di mescolare diverse sonorità, che vanno dal dark prog anni ’70 al cantautorato stile Battisti / De Andrè. Naturalmente, non possiamo non citare Paul Chain e i “nostri” Death SS!
Lizard: Immagino che l’attuale situazione pandemica vi abbia in qualche modo colpito, anche nella promozione di Tenebra. Avete intenzione di proporre i vostri brani anche dal vivo o vi considerate principalmente un progetto da studio? LJ: A parer mio, Tenebra non ha più molte altre cose da dire. Ha avuto un discreto successo ma non ha senso promuoverlo ulteriormente con dei live. Ci stiamo concentrando sul nuovo materiale, è proprio su questo che si fossilizzano le nostre energie e le nostre aspettative. Quando sarà il momento intendiamo portare in giro il prossimo album con una formazione ed uno show tutti nuovi.
Lizard: Avete girato diversi video per i brani dell’album, lavorando con un giovane regista. E’ stata una scelta dettata dalla difficoltà di promuovere in altro modo il disco causa pandemia o una soluzione che avevate già intenzione di perseguire? Come vi siete trovati in questa esperienza? Ritenete che sia un mezzo utile? LJ: Era nostra intenzione promuovere il disco con live mirati e alcuni videoclip. In totale ne sono stati girati tre; l’ultimo, Il Canto dei Morti, è stato girato in pieno lockdown a Guardia dei Lombardi, il paese del regista Giuseppe Rossi, con attori del luogo. Dal momento che per mesi non è stato possibile spostarsi, abbiamo dovuto rinunciare alle scene in cui fosse presente la band che suonava e tutto si è concentrato sul cortometraggio che inscena una tragica storia di amore e morte. Ne è uscito un bell’omaggio al cinema horror italiano di ispirazione Bava/Fulci. Inoltre, a distanza di due anni, ha permesso di far parlare ancora di Tenebra.
Lizard: Nell’album troviamo anche diversi ospiti. Come li avete contattati? Proseguirete su questa strada anche nei nuovi brani o stavolta farete tutto da soli? LJ: Alessandro Liccardo (Hangarvain) e Giulian Latte (Scuorn) sono due musicisti molto noti, non solo nella scena campana, per cui non è stato difficile incontrarli ad alcuni eventi live. Liccardo in particolare è stato vicino a noi nell’arrangiamento e nella registrazione dell’EP del 2017 ed è stato entusiasta di collaborare con i suoi soli in Tenebra. Riccardo Studer ci è stato consigliato da Giulian per gli arrangiamenti e le orchestrazioni di Tenebra, per i quali ha partecipato anche il suo collaboratore di studio Alessio Cattaneo (Onryo). Per i nuovi brani non crediamo di contattare musicisti esterni alla band dato che c’è una new entry nella formazione, ovvero il tastierista Giovanni “il Diavolo” Costabile (ex Parodos).
Lizard: Avrei altre domande, soprattutto in merito ai due brani acustici, che mi hanno davvero colpito. Ma a questo punto vi saluto e ringrazio per essere stati con noi, sperando di risentirci presto per il vostro nuovo album. Vi lascio l’ultima parola, se volete aggiungere qualcosa o salutare i nostri lettori. LJ: Nel salutarti e nel ringraziarti, termino con la mia solita massima… La Janara sta preparando nuovi, magici incantesimi nel suo calderone…
Lizard: Ciao Nicola, riprendiamo brevemente il punto della situazione, visto che nel frattempo sono passati due anni e La Janara sta per tornare col primo brano inedito dopo un lungo intervallo: La Casa Stregata farà parte del tributo a H. P. Lovecraft edito da Black Widow Records, Il Sogno e l’Incubo. Come sono nati questo brano e la vostra partecipazione? La canzone è stata pensata appositamente per il tribute album? Nicola Vitale: Nel luglio del 2020, Massimo Gasperini mi ha chiesto di partecipare con La Janara a questo progetto alquanto misterioso cui stava lavorando; ti assicuro che persino a me non ha rivelato i dettagli fino ai giorni che hanno preceduto la sua travagliata pubblicazione. L’idea di un tributo a Lovecraft mi ha subito intrigato, non trattandosi di un’ordinaria raccolta di cover ma di un progetto che coinvolge diversi artisti, cui è stato richiesto di scrivere una canzone inedita ispirata ad un racconto dello scrittore. Chiaramente, ho subito offerto la mia disponibilità. Sono un lettore accanito di Lovecraft fin da quando frequentavo le scuole medie, conosco tutti i suoi racconti e non è stato difficile pescare "Dreams in the Witch House" -che abbiamo tradotto in italiano come La Casa Stregata– per omaggiarlo con La Janara. La canzone è sicuramente la più veloce e pesante fra quelle che abbiamo pubblicato, l’ho scritta in pochi giorni rileggendo più volte il racconto e pensando ad Hank Shermann e Bill Steer, due dei chitarristi che ascolto quotidianamente e che continuano ad ispirarmi giorno dopo giorno.
Lizard: L’immaginario cosmico di Lovecraft sembra piuttosto distante dal vostro background culturale: l’approccio a questo autore vi ha portato anche a qualche innovazione a livello compositivo? Nicola: Il tipo di orrore che può emergere dall’ascolto dei miei testi, quelle volte che appare, è riconducibile ad un folclore contadino appenninico così come mutuato dal cinema italiano degli anni ’60 e ’70 (Fulci, Brunello Rondi, Bava ecc.). Se parliamo di letteratura, nelle nostre storie d’amore scandite dai cambi di stagione o dal sopravvenire di scenari oltretombali è molto più facile scorgere la fascinazione di Poe, Henry James o Le Fanu, ma ti assicuro che Lovecraft è l’autore che più ho letto nella mia vita. In Lovecraft non v’è esaltazione né passione ma un certo distacco, e la carnalità sensuale è una componente cui tengo molto nella scrittura. Ho voluto scrivere un brano sferzante e aggressivo, che favorisse l’apparire del senso di angoscia e di oppressione che il racconto ha determinato nelle mie fantasie di adolescente, e nella sezione cantata in inglese sembra che sia gli strumenti che la voce facciano bene il proprio dovere.
Lizard: La vostra partecipazione al Tributo farà probabilmente da anticipo per il vostro ritorno discografico. Le premesse anticipate da Raffaella sembravano condurvi verso nuovi orizzonti musicali: è andata davvero così? Cosa dovremo aspettarci dal vostro nuovo album? Nicola: La Casa Stregata è una canzone registrata alla fine del 2020. Son trascorsi quasi tre anni, e, anche se non sembra, ne abbiamo fatta di strada quindi certamente non può definirsi come un anticipo del nuovo album, piuttosto un episodio isolato. Talvolta le pause sono più funzionali dei lunghi periodi furiosi e affannati per riorganizzare le idee e trovare, o quantomeno cercare, nuove direzioni. Il nuovo album de La Janara (il quarto se consideriamo la demo del 2015 e il primo EP omonimo) è stato interamente registrato, mixato e masterizzato a Grottaminarda presso il Blackness Sound Studio di Rocco Minichiello (così come La Casa Stregata), e terminato, dopo una lunghissima gestazione, a dicembre 2022. È già nelle mani della Black Widow Records. Tenebra è un disco di morte, scritto e realizzato in un periodo tranquillo e (credevo) positivo della mia vita; mi piace, invece definire il nuovo album come un disco “di vita”, realizzato, al contrario, in un periodo molto difficile costellato da lutti, incertezze ma anche di grande riscoperta umana e di luce. Sono sempre canzoni d’amore e morte, di donne magiche sullo sfondo di stagioni che si susseguono senza tregua. Le influenze heavy metal e hard rock incontrano, come sempre, le chitarre acustiche e le melodie folk, la lunghezza media dei brani è superiore al passato e i ragazzi hanno suonato e cantato con hanno mai fatto prima d’ora. L’intero lavoro è dedicato ad un mio amico fraterno che non è più tra noi, ma ha creduto in questo progetto prima di chiunque altro, e ha avuto modo di ascoltare alcune bozze iniziali prima ancora dei membri del gruppo.
Lizard: Grazie per la vostra disponibilità, ci risentiamo per il prossimo capitolo de La Janara! Nicola: Non vedo l’ora, siete e sarete sempre i benvenuti alla corte della Janara.
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Band interessante del nostro panorama campano. |
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