|
29/03/24
500 HORSE POWER + GAIN OVER
BORN TO BE WILD MC PADOVA, VIA GUIDO NATTA 14 - RUBANO (PD)
|
|
SLIPKNOT + KING 810 - Mediolanum Forum, Milano, 03/02/15
08/02/2015 (3635 letture)
|
PROLOGO Dovessi inserire la mia storia personale all’interno del racconto di questa serata per parlare, raccontare e proporzionare questo a qualsiasi altro spettacolo dei sette (più due) dell’Iowa occuperei un numero infinito di caratteri. Mi limiterò per cui a raccontarvelo superpartes, cercando di analizzare buone e cattive sensazioni della serata. Iniziamo col dire che già all’approdo al Mediolanum Forum la coda si prospetta chilometrica: la fila per il parterre è una serpe che sparisce all’orizzonte, gli spalti laterali sono stracolmi e il freddo inizia a salire. Ovviamente ci sono ragazzi e ragazze che attendevano dalle prime ore del mattino (come per il sottoscritto al suo primo concerto della band, oramai 13 anni prima) e, purtroppo, l’apertura delle porte è stata posticipata di diverse ore a causa del blocco del pullman delle band in Svizzera, dovuto alla forte nevicata (questo, almeno, secondo le fonti ufficiali). Panino, coca cola e via che si salgono le scale per deliziarsi del vasto panorama umano che colmerà man mano il 90% dell’intero palazzetto. Ottimo segnale, perché dal Gods of Metal, con fischi e urla, di acqua ne è passata sotto i ponti: gente di ogni ceto sociale, in un'eterogenea folla di punk-brutallari-thrashers-emo-newbies-fighetti-giovani-bambini-cinquantenni-famiglie intere, si dimostra questa sera insospettabilmente amante della tentacolare creatura a nove facce. Il concerto doveva iniziare da programma alle 20:00 e, a dispetto di tutto, in effetti si comincia con pochissimo ritardo: alle 20:15 circa i King 810 salgono sul palco con già il 50% del pubblico presente. Pronti? Via, che si parte a raccontare.
KING 810 Un album all’attivo, un contratto con una delle case discografiche più criticate degli ultimi anni (Roadrunner Records), supporting act costante degli Slipknot ovunque e dopo il concerto mi chiedo: perché? In sordina, i quattro si piazzano sul palco accompagnati da loschi figuri con bandana a seguito, stile trafficanti di droga da telefilm. Il motivo della presenza di queste tre personalità dietro alla batteria non l’ho capito e poco mi interessa, perché in fin dei conti stanno lì dietro a guardarsi intorno per il 90% del tempo. I promoter e la casa discografica li hanno descritti come i nuovi astri nascenti del nu-metal (sempre che esista ancora, ovviamente): musiche spaccaossa e ritmiche che portano il futuro sempre più vicino, e cose del genere; peccato che, a conti fatti, nella mezz’ora a loro disposizione quello che si è riuscito a percepire è un copia ed incolla di idee provenienti da Korn, System of a Down e Slipknot stessi. Il cantante (David Gunn) passa metà del tempo a scimmiottare Jonathan Davis tra un salto e l’altro, attraverso una prestazione monocorde e priva di mordente. Bassista non pervenuto, mentre per la chitarra solista, che si districa tra tutte le sei corde, e le tastiere con atmosfere “raccapriccianti”, si può parlare di una prestazione nella media. Il batterista penso non sia riuscito a suonare una canzone a tempo, sbagliando tutto il possibile: quando c’è da fare scena, non bisogna pensare al risultato finale? Sbaglio io? Il pubblico salta e applaude, che vuoi mai, in fin dei conti siamo sempre ad un evento di grande portata e ci sarà sempre chi apprezzerà certe sonorità, ma da un “bravi” detto in sede live, trasportati dall'atmosfera, ad una promozione completa ne passa di strada, e parecchia. A loro discolpa va comunque ricordato che la potenzialità dell’audio non era al 100%: tutto era leggermente ovattato e graffiante ed ha sicuramente reso in certi passaggi difficoltosa l’analisi del tutto, ma questo mi sembra un aggrapparsi agli specchi, diciamocelo. C'è una piccola pausa verso metà, tanto sentita che la direzione pensa bene di far partire le solite canzoni tappabuchi in filodiffusione; il frontman però torna sul palco e urla: "Dobbiamo ancora finire, ne abbiamo altre da suonare". Peccato! Risultato finale? Poco oltre alla dimostrazione della costruzione a tavolino di questa giovane realtà: non si sa bene cosa abbiano pagato o a chi abbiano fatto favori per essere in questo tour, avendo la possibilità di suonare di fronte a migliaia di persone. Questa formazione regala ad ogni esibizione dal vivo un bel dito medio a chi veramente dovrebbe stare lì sopra.
INTERMEZZO FANTASIA Il concerto dei KING 810 finisce intorno alle 20:45, suppergiù, e da quel momento ci aspettano tre quarti d’ora di vuoto completo dove, tra una chiacchierata con i vicini di transenna, giro al merchandising, birretta, paglietta e noia totale il palco viene allestito, seguito dal soundcheck completo. Il grande tendone viene calato di fronte al palco e gli AC/DC suonano in cassa. Il palazzetto intanto si è riempito, siamo nell’ordine delle oltre 10.500 persone con le platee stipate e il parterre pieno per l’80%: a conti fatti sembra una scommessa vinta in pieno quella di avere ospitato l'evento in questa location, grazie ad un’ottima risposta, per una volta su mille, del pubblico italiano. “A che ora iniziano?”, “Quanto manca?”, “Per me alle nove e mezza si parte”, “No impossibile sono le 21:28”… Le ultime parole famose…
SLIPKNOT Ore 21:32, si spengono le luci: il tendone ancora copre tutto ma XIX prende forma e via che si inizia a fotografare, accendere i led e sbattere sulla spalla dell’amico o della morosa per dire: “Ehi, guarda-guarda”. Come da previsione, si parte con la traccia d’apertura dell’ultimo nato: Sarcastrophe accende gli animi e in quattro secondi il pogo prende vita, fuoco alle polveri e il circense palco demonizzato si accende come paglia al sole. In ottima forma, i nostri si presentano tutti belli agghindati, con il solo Clown (Mr. Shawn Crahan) a porsi con una maschera differente da quella tipicamente usata dalla presentazione del nuovo disco. La cosa che salta subito agli occhi è come i due nuovi membri stiano nelle retrovie, silenziosamente, svolgendo il loro compitino senza mai avere nulla a che fare con gli altri sette, incrociandoli solamente con lo sguardo o facendo qualche tipica “movenza da rockstar” verso il pubblico. Loro sono un mondo a parte che si terrà defilato per tutta la durata del concerto. Regole interne o altro, poco importa, dato che gli occhi e i pensieri sono tutti diretti verso Corey, il quale proferisce parole in italiano a destra e a manca, ringraziando e facendo animare la folla come in pochi sanno fare. Ad ogni brano c’è un piccolo discorso, di breve durata, per annunciare o raccontare qualcosa di futile. Siamo arrivati in un battibaleno alla terza e quarta traccia: The Heretic Anthem prima e My Plague dopo non hanno fatto prigionieri. Inspiegabilmente calano buio e silenzio in aula, e questa sarà la prima delle molteplici pause che verranno effettuate, una ogni tre brani in media. Ora accade l’inspiegabile, qualcosa di atipico per un concerto di tale portata: il frontman, in piedi sulle spie in prima linea, chiede al pubblico di tornare un po’ indietro, fare qualche passo a ritroso per consentire agli uomini della sicurezza di rimettere a posto le transenne, che inspiegabilmente si erano staccate e avevano aperto un mini varco in prima fila. Ci sono voluti all’incirca cinque minuti d’orologio perché si riuscisse a ripartire.
Fatelo come una grande famiglia, vi chiedo di fare un passo indietro, altrimenti non continuiamo il concerto. Ripeto di fare un passo indietro, come una grande famiglia.
Anni fa avrebbe detto loro ogni brutta parola, mentre ora il sapore di pacifico e sereno è percepibile anche da queste piccole frasi. Tempo di qualche traccia più orecchiabile per ammorbidire il clima e rendere omaggio anche alla fase più melodica della band: The Devil in I e Psychosocial (si vedono pure i tom su Fehn e Crahan, quelli che oramai tutti conoscono) si riconfermano purtroppo due tra le peggiori composizioni mai create dal combo statunitense, non per tutti, sia chiaro, ma confrontate con altre più o meno conosciute il distacco è grande. Di punto in bianco, tra fumi, fuochi, luci tutti ci ritroviamo sbattuti indietro di 16 anni: Eeyore, Liberate e Purity, anticipata dall’immancabile Frail Limb Nursery, sono un inno alla violenza fisica e mentale. Ti viene proprio da tirare fuori gli accendini per bruciare quello che hai accanto con effetto romantico. You all stare but you’ll never see, there’s something inside me.
Ammetto che appena sentita partire l’amata Eeyore ho subito pensato quanto potesse tenere la voce del frontman, ma inspiegabilmente e a sorpresa il risultato, quando percepito, è stato pressoché ottimale. Quasi, direi, perché per tutta la durata del concerto ci si è ritrovati (parlo per la mia postazione, con settore laterale da platea) con un suono ovattato e non all’altezza, che ha mancato tutto il tempo della famosa “pacca” da farti indietreggiare con la botta sonora. Peccato, perché a conti fatti l’esibizione in sé dei musicisti è stata una delle migliori che sia mai riuscito a vedergli compiere, se rimaniamo all’interno dell’ambito prettamente prestazionale. Già che ci sono, spendo volentieri due note in merito ai due nuovi membri: il batterista misterioso, all’anagrafe Jay Weinberg, è bravo, non si può negare, ma mancano la follia pura, il colloquio costante col pubblico e il famoso assolo di batteria con il 360 completo: in pratica il compitino è svolto senza però farsi volere distinguere dal passato, la cui ombra è immensa è perenne. Alessandro Venturella è messo in androne, proprio sotto la batteria del suo collega, senza mai interagire e muoversi dal suo metro quadrato; peccato, perché le potenzialità viste all’interno di Nachash dei Krokodil sono grandi… ma tant’è. Andiamo avanti con l’esibizione, che propone due dei brani più standardizzati e commerciali mai eseguiti, ovvero Before I Forget e Duality, che vengono inneggiate a più non posso dai presenti cantando in coro i differenti ritornelli. Arriva il classico, quella Spit it Out che come da costante fa di Corey regista di un pubblico inginocchiato e delirante. Come una ola l’intero parterre salta nello stacco centrale e via di corsa ad una delle canzoni più amate dell’ultimo disco: Custer, che porta delirio. Probabilmente è la migliore composizione dell’intero nuovo concepimento, che riassume in toto le differenti influenze della band, e viene eseguita perfettamente. Saluti e baci dietro le quinte, ma tutti sappiamo che tornano, oramai è un classico atteggiamento. A sorpresa, nell’ encore vengono proposte tre tra le canzoni più violente mai eseguite da loro, che vengono cantate a squarciagola da tutti. Il trittico (sic)-People=Shit-Surfacing viene introdotto da 742617000027 (codice a barre del primo, vero album, in fondo mai dimenticato, cioè Mate.Feed.Kill.Repeat). Fuochi di scena e dopo 140 minuti, sei pause ed una transenna lo spettacolo finisce. Soddisfatti?
SETLIST SLIPKNOT 1. XIX 2. Sarcastrophe 3. The Heretic Anthem 4. My Plague 5. The Devil in I 6. Psychosocial 7. The Negative One 8. Eeyore 9. Liberate 10. Frail Limb Nursery 11. Purity 12. Before I Forget 13. Duality 14. Left Behind 15. Spit It Out 16. Custer Encore: 17. 742617000027 18. (sic) 19. People = Shit 20. Surfacing
GREY CHAPTER Il capitolo grigio, quello dove non c’è né luce né ombra: un’esibizione buona ma tutto sommato standard per loro, per chi li ha visti diverse volte, e un’esperienza sicuramente da ricordare per chi era lì per la prima volta, ed erano in molti. La prestazione dei singoli è stata buona, e lamentarsi sarebbe come sputare in faccia ad un cieco, poveretto. I suoni non all’altezza, una setlist che porta dentro vecchi classici e lascia fuori altri… insomma, non si può avere tutto. La migliore scenografia mai avuta dalla band, giunta per ora al suo zenit in quanto a pubblico e visibilità. Torniamo a casa soddisfatti quel tanto che basta per farci pensare che quei 46 € a testa siano stati legittimi (i prezzi variavano in base alla posizione scelta, e questi erano i miei). Chiudo con un pensiero personale: in molti, nel privato, mi han chiesto perché andassi a vederli un’ennesima volta e soprattutto ora che non hanno più la line-up originale. L’unica risposta è che dentro di me so che non li andrò mai più a vedere: questa sarà la mia ultima volta e con questa chiudo un ciclo, 4 Febbraio 2002-3 Febbraio 2015, senza farlo apposta. Volevo vedere per ricordare e raccontare: Slipknot, io vi dico addio in sede live, ma ricorderò sempre questa splendida serata, forse troppo poco metallara? Non importa, non presenziando me ne sarei pentito.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
20
|
Gli Slip, sono un gruppo per il quale non stravedo, ma dal vivo sono davvero forti! I King 810, invece mi fanno proprio cagare |
|
|
|
|
|
|
|
|
18
|
dopo questo voglio il live report dell'ultima data live di jerry calà |
|
|
|
|
|
|
17
|
Sicuramente non sono più le bestie di un tempo e rispetto a qualche anno fa si ha la netta sensazione di artefatto, ma rispetto a Imola (dove fu veramente pogo assassino e basta) li ho visti e sentiti molto meglio: allora all'aperto e con suoni da festival fu un gran casino, questa volta hanno fornito un concerto tecnicamente ottimo. Io mi sono divertito tantissimo. |
|
|
|
|
|
|
16
|
A me piaciuto molto...rispetto a due giorni prima coi Korn ho notato la differenza di acustica, non so se dipeso dalla mia posizione (anello B, un p spostato di lato) o dal fatto che comunque un palazzetto rende le cose pi difficoltose di un (buon) locale...sul concerto, a me sinceramente piaciuto, gli Slipknot possono piacere o no, possono essere bordellari, per gente che sul palco ci sa stare...buona la scaletta (mi dispiace che non ci si siano state Vermillion e Wait and Bleed)...imparegiabile poi lo stop di qualche minuto per la troppa calca, roba da bei vecchi tempi...certo che la gente gi nel parterre ha fatto un bel casino!!! |
|
|
|
|
|
|
|
|
14
|
@Hellion: sono stra-d'accordo! |
|
|
|
|
|
|
13
|
Li sentivo per la prima volta, ma ho trovato i King810 abbastanza noiosi e inutilmente ripetitivi. |
|
|
|
|
|
|
12
|
Al concerto avevo davanti il singer dei Destrage, li avessero messi al posto dei king 810, sarebbe stato molto meglio. |
|
|
|
|
|
|
11
|
Ma i king 810 sono piaciuti a qualcuno? |
|
|
|
|
|
|
10
|
al palavobis c'ero e non mi ha entusismato per nulla, anzi quasi me l'ero dimenticata. mi divertii a padova.... anche se oggi non hanno più istinto distruttivo (inteso da palco) come quello di un tempo... sembra a tratti tutto costruito dove, come riccardo giustamente dice, la band è formata da 5 persone che suonano mentre le altre cazzeggiano tutto il tempo. |
|
|
|
|
|
|
9
|
Era il 2009, erano co-headliners con i Dream Theater. Gran concerto quello lì, quella volta spaccarono davvero, e fu la prima volta in cui notai finalmente suoni nitidi. La volta precedente, all'Unholy Alliance con gli Slayer al Palavobis avevano pessimi suoni e l'esecuzione stessa dei brani era spesso confusa e caotica. |
|
|
|
|
|
|
|
|
7
|
Per me la miglior scenografia che ho visto ad un cencerto degli Slipknot è stata a Monza al GoM (che anno era?). Quella con lo sfondo che ricordava il retro della copertina di Slipknot (almeno, dell'edizione che ho io...). Ricordo le luci sparatissime sul pubblico durante una lunghissima e terribilmente ipnotica 742617000027. Troppo figo. |
|
|
|
|
|
|
6
|
è vero, la migliore scenografia mai avuta dalla band, imponente, maestosa e tutto quanto, ma quasi spudoratamente copiata dagli show di rob zombie... per il resto anch'io ho storto un po' il naso su "the devil in I" e "psychosocial"... passi per la prima, che continua a non piacermi un granchè seppur sia cresciuta rispetto ai primissimi ascolti, ma la seconda è uno dei classici della band, una delle canzoni più belle della loro carriera, e forse la più bella del non riuscitissimo "all hope is gone"... |
|
|
|
|
|
|
5
|
Ah, quasi dimenticavo, le nuove machere non mi piacciono molto. Preferivo quelle all'epoca di Subliminal Verses. |
|
|
|
|
|
|
4
|
Errata corrige: "ma è importante che qualunque cosa facciano venga giudicato in base al "mi piace/non mi piace" e non in base a posizioni stupidamente preconcette." |
|
|
|
|
|
|
3
|
Grazie per il report Andrea. Io mi sono divertito moltissimo. Alla fine ero soddisfatto da morire (e la prossima volta ci sarò di nuovo... ) e così anche mio figlio, 17enne (34 anni di media, insomma... ), alla sua prima assoluta con gli Slipknot (io ero alla mia 4a volta). Anch'io come te ho individuato alcuni punti in chiaroscuro, su tutto i suoni e l'afflusso al Forum organizzato in modo quantomeno dilettantesco: io avevo i biglietti per il parterre e ho dovuto farmi tutta la coda fino all'entrata delle gradinate prima che qualcuno mi spiegasse a grugniti che avevo sbagliato fila. Ormai musicalmente la baracca la tengono su in 5, come una normalissima band heavy metal: voce, chitarre, basso e batteria. Il resto è proprio solo più contorno folkloristico (ho sempre indicato gli Slipknot come una straordinaria idea contro la disoccupazione giovanile e ne sono sempre più convinto. Se per caso se ne rende conto Renzi ce la troviamo nel programma di governo: "ogni band deve avere almeno 9 membri di cui la metà di dubbia utilità..."). Questa volta almeno il basso ce lo hanno fatto vedere sul palco, anche se in posizione defilata, perché sinceramente l'ultima volta che li avevo visti avevo trovato assurdo nascondere un elemento importante nel suono della band solo perché sostituiva il defunto Grey. Corey Taylor è il vero e proprio leader sul palco e lo fa veramente bene. E' una questione di gusti (tranne per qualcuno per la quale diventa guerra di religione) però le tracce che hai indicato come meno convincenti a me piacciono moltissimo (e stravedo per Devil in I). Trovo una cosa incredibile di questa band il fatto di saper far convivere melodia e brutalità all'interno dello stesso concerto. Se devo indicare i pezzi più riusciti devo dire Before I Forget (che roba! Avete visto il video su YouTube preso dalle ultime file in alto? Fantastico!), Duality e (sic). E poi vorrei aggiungere a titolo personale che per la prima volta sono riuscito ad urlare "Here comes the pain!" all'unisono con il resto del Forum... Come commento finale vorrei dire che, si, gli Slipknot stanno cambiando. Senza Grey? Taylor ha preso il sopravvento con il suo lato "Stone Sour"? La pancia piena nuoce all'immediatezza della musica? Boh? Non sono nemmeno sicuro che mi interessi il perché. Io sono dell'idea che a qualsiasi gruppo debba essere data la possibilità di evolvere nella direzione che crede più opportuna, tranne quella della svendita commerciale (chi ha detto Genesis?), ma io non credo che si tratti di ciò nel caso degli Slipknot. Non è obbligatorio che ci piaccia tutto quello che fanno, ma è importante che qualcosa facciano venga giudicato in base al "mi piace/non mi piace" e non in base a posizioni stupidamente preconcette. (Amici di Roma e dintorni: non fatevi sfuggire l'occasione è andata a vederli insieme agli At The Gates: saà una serata epica, vedrete.) |
|
|
|
|
|
|
2
|
Ero lontano. L'obbiettivo riusciva a catturare il massimo con lo zoom a mia disposizione ma la foto sono uscite con un leggero rumore... Per ovviare al tutto ho deciso dargli l'effetto rovinatura. I colori ad ogni modo sono quelli del momento in la foto é stata scattata. |
|
|
|
|
|
|
1
|
scusate una domanda al fotografo, non sono un esperto ma le foto hanno quell'effetto vecchio e logorato perché ha usato qualche tecnica oppure era roba tipo fumo o altro tipo luci strane che avevano sparato? in ogni caso belle le foto cosi. |
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
|
|
|
|
|
|
|
|