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THERION + LUCIFERIAN LIGHT ORCHESTRA + EGO FALL + IMPERIAL AGE - Circolo Colony, Brescia (BS), 19/01/2016
24/01/2016 (2572 letture)
Ritorna in Italia il gruppo svedese capitanato dal visionario Christofer Johnsson e Metallized non poteva assolutamente mancare. Nonostante sia già passato qualche anno dall'uscita del loro ultimo disco (Les Fleurs du Mal), i Therion si lanciano -durante questo inizio di 2016- in un tour europeo, che sembra voler celebrare la loro carriera.
Per l'occasione si fanno accompagnare dai russi Imperial Age, dagli scatenati e quanto particolari Ego Fall e infine da un'altra band creata dallo stesso Christofer, i Luciferian Light Orchestra.



IMPERIAL AGE
Facciamo appena in tempo ad entrare in un Colony che va -lentamente- riempiendosi quando sul palco compaiono gli Imperial Age, reduci da un rapido soundcheck terminato pochi momenti prima dell'apertura delle porte.
La giovane band moscovita affronta per la prima volta un tour europeo di grandi dimensioni (dopo aver aperto in patria a band come Paradise Lost ed Epica), e lo fa -non per caso- aprendo un concerto dei Therion.
Questi ragazzi russi sono infatti il primo gruppo ad essere entrato nel roster della Adulruna Records, casa discografica da poco fondata dallo stesso Christofer Johnsson, che ha abilmente sfruttato il tour dei suoi Therion per concedere loro un fondamentale spazio promozionale.
La proposta che ci investe è un symphonic power con atmosfere epiche, estremamente denso per quanto riguarda la componente orchestrale: sono infatti addirittura due le tastiere presenti sul palco, suonate rispettivamente da Alexander Osipov (mastermind e voce maschile del gruppo) e Jane Odintsova (seconda voce femminile).
Di per sé non ci sarebbe nulla di male e sicuramente due tastieristi/coristi hanno il loro grande impatto scenico, ma la forte presenza di basi registrate in aggiunta proprio alle tastiere hanno sbilanciato non poco il sound in quella direzione, chiaramente con un soundcheck migliore il risultato sarebbe stato diverso, ma gli Imperial Age hanno indubbiamente corso un rischio.
La prestazione degli altri membri infatti ne risente in termini di volume, anche se l'ottima prestazione del batterista (forse il membro più tecnico del gruppo insieme al chitarrista Alexander Strelnikov), ha permesso di bilanciare -nel complesso- l'esibizione.
I pezzi scorrono piacevoli, grazie ad una discreta prova dietro il microfono di Alexandra Sidorova, che mostra buone doti tecniche e prospettive, anche se sono palesi dei margini di miglioramento, specie in quanto a potenza ed interpretazione.
In generale si è trattata di un'esibizione piacevole di un gruppo che mostra una professionalità più elevata della media (almeno rispetto ad altri gruppi con la loro età anagrafica), ma che si dimostra ancora un po' acerbo nell'approccio alla composizione, che risente di svariate influenze (Nightwish su tutti).


EGO FALL
In tutta onestà.
In tanti anni di concerti non mi era mai capitato di vedere qualcosa di così "strano" e particolare come un concerto degli Ego Fall.
Prendiamo un gruppo di ragazzi appassionati di musica metal provenienti dalla Inner Mongolia (regione facente parte della Repubblica Popolare Cinese, ma abitata in larga parte da genti di etnia mongola) e misceliamo questa loro passione insieme alla tradizione musicale del loro paese.
Quello che ne risulta sarà un mix sorprendentemente riuscito tra un death/thrash (con qualche vago elemento core) aggressivo e trascinante grazie all'energia espressa da tutti i membri -il cantante Yu Chao su tutti- e parti melodiche suonate con strumenti tradizionali a fiato, il morin khuur (strumento cordofono simile ad un violoncello) e addirittura il celebre "throat singing" mongolo, utilizzato dal bassista Chao Luomeng per i cori insieme al suddetto morin khuur.
Il tutto condito anche da leggere punte di elettronica sempre nelle parti folk, come a voler ibridare ulteriormente una proposta che alle orecchie di noi occidentali suonava già sufficientemente strana ed intrigante.
Quello che colpisce di più è l'attitudine di un gruppo che, per quanto racchiuso in costumi tradizionali e attento alla componente tradizionale del loro sound, riesce comunque a condurre un concerto energico e con la necessaria cattiveria, anche se ha probabilmente esagerato il batterista usando le bacchette al contrario e colpendo i fusti con la parte più spessa.
Il tutto a ricordarci che -per quanto strana la loro proposta possa essere- siamo pure sempre ad un concerto metal e questi ragazzi cinesi lo sanno suonare dannatamente bene.


LUCIFERIAN LIGHT ORCHESTRA
Dopo un cambio di palco per forza di cose più lungo della media, vista la necessità di sgombrarlo dalla batteria e dal resto della strumentazione usata dai primi due gruppi, si apprestano a salire sul palco i Luciferian Light Orchestra.
Trattasi di un side-project di Christofer Johnsson (che però questa sera si limiterà a suonare con la sua band principale), in cui confluiscono tutti quei brani troppo lenti per essere utilizzati con i Therion.
Brani lenti che vengono ri-arrangiati in una forma molto settantiana di rock psichedelico e vagamente occulto (per tematiche) ed atmosfere.
Oltre a bassista e batterista sono presenti sul palco la cantante finlandese Mari Paul (autrice di una prova elegante e piuttosto intensa per interpretazione) e due chitarristi mascherati che non sono altri che Christian Vidal e Nalle Påhlsson (rispettivamente chitarrista e bassista dei Therion).
Non dev'essere facile per questi ultimi suonare due set ogni sera, ma i ritmi più lenti dei Luciferian Light Orchestra senza dubbio sono d'aiuto; in effetti c'è un certo stacco tra l'intensità delle prove dei due gruppi precedenti e quest'ultima, ma dopo qualche minuto di iniziale smarrimento si comincia ad essere piacevolmente intrigati anche da questa proposta, se vogliamo, più leggera.
Nel complesso comunque brani come Church of Camel, Taste the Blood of the Altar Wine e Dante and Diabaulus fanno decisamente presa sui presenti che pare abbiano apprezzato questo antipasto così particolare agli headliner: un tuffo indietro di quarant'anni, tra effetti e strumenti vintage, in un vortice occulto ma estremamente elegante.


THERION
Sono da poco passate le ventidue e tutto sembra essere pronto per l'entrata in scena degli attesi headliner, le luci si abbassano e a fare da sottofondo all'entrata dei musicisti è la celebre colonna sonora di 2001: Odissea nello Spazio, quasi a voler aprire ancora più platealmente e solennemente il concerto.
La setlist proposta si rivela molto varia, vengono infatti scelti brani che abbracciano gran parte della carriera dei Therion: si parte con pezzi tratti da Secret Of The Runes, i quali mettono fin da subito in mostra il gruppo al completo e in gran spolvero.
Christofer Johnsson con i suoi immancabili occhialetti rotondi e l'aria da dandy d'altri tempi mantiene sicuro le ritmiche, affiancato dall'argentino Christian Vidal che con nonchalance e un'abilità non indifferente compie evoluzioni funamboliche sul manico della sua chitarra, non mancano pulitissimi sweep picking e tapping a due mani (tanto per citare un paio di tecnicismi sfoderati dall'artista).
Le tre voci, che oltre ai cori degli altri musicisti on stage, creano armonie imponenti e intense: ottima la prova di Chiara Malvestiti con il suo cantato lirico impostato e da brividi, soprattutto in Lemuria, che non fa sentire la mancanza di Lori. Mentre Thomas Vikstrom come di consueto con il suo fare teatrale rapisce l'occhio e l'udito della folla, tanto che in Melek Taus si trasforma quasi in un predicatore con tanto di “Bibbia” apocrifa; la figliola del cantante, Linnea, con il suo look sbarazzino e la sua energia inesauribile dal canto suo si esibisce con sicurezza e costante potenza nella sua voce.
Tra una scaramuccia scherzosa e l'altra tra i vari musicisti si avvicendano brani tratti dai capolavori della band: dall'inquietante e ipnotica Invocation Of Naamah e la sognante The Siren Of The Woods all'accattivante Wine Of Aluqah e le due parti della Draconian Trilogy (Morning Star e Black Diamonds).
Non mancano pezzi come Black Fairy e Melek Taus o ancora Kings Of Edom da Sitra Ahra, invece per l'unico brano tratto da Les Fleurs Du Mal, Mon Amour, Mon Ami, la cantante dei Luciferian Light Orchestra diventa l'ospite d'onore e vittima sacrificale, uccisa (soltanto per scherzo) da Vikstrom in una scenetta ambigua, quanto ben costruita.
Siamo a quasi due ore dall'inizio del concerto che i Therion abbandonano il palco per poi ritornare acclamati dal pubblico per l'encore di rito: le immancabili The Rise Of Sodom And Gomorrah e To Mega Therion chiudono in bellezza la performance dei nostri.
Insomma un'esibizione di tutto rispetto e di grande impatto scenico: la sintonia tra i vari membri della band è palpabile, dimostrandoci, nonostante le orchestrazioni partano tutte da basi registrate, ancora una volta come va fatto il symphonic metal alla Therion.


SETLIST THERION
1.Ginnungagap
2. Schwarzalbenheim
3. Nifelheim
4. Vanaheim
5. Melek Taus
6. Invocation Of Naamah
7. Cults Of Shadows
8. The Siren Of The Woods
9. Wine Of Aluqah
10. Draconian Trilogy (Part II e III)
11. Black Fairy
12. Mon Amour, Mon Ami
13. Kings Of Edom
14. The Dreams Of Swedenborg
15. Lemuria
16. The Invicible
17. Son Of The Staves Of Time

---- ENCORE ----
18. Rise of Sodom and Gomorrah
19. To Mega Therion


Tutte le foto, introduzione e report dei Therion a cura di Giada Boaretto "Arianrhod"
Report di Imperial Age, Ego Fall e Luciferian Light Orchestra a cura di Gianluca Leone "Room 101"



uncretino
Lunedì 25 Gennaio 2016, 16.35.53
2
ho visto solo LLO e Therion.. ma che noia i LLO!!!!!!! se non fosse per caso il gruppo di Christofer non sarebbero li...
Le Marquis de Fremont
Lunedì 25 Gennaio 2016, 13.42.14
1
Mais regardez !!! I Therion ci sono ancora! Chissà cosa faranno. Setlist molto interessante, in ogni caso. Au revoir.
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Live Report
THERION + LUCIFERIAN LIGHT ORCHESTRA + EGO FALL + IMPERIAL AGE
Circolo Colony, Brescia (BS), 19/01/2016
 
 
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