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KORPIKLAANI + ARKONA + HEIDEVOLK + TROLLFEST - Magazzini Generali, Milano, 05/03/2018
08/03/2018 (1778 letture)
È una fredda giornata di marzo quella che accoglie, in quel dei Magazzini Generali a Milano, il Folk Metal Superstars Tour. Mentre Burian comincia a lasciare a poco a poco la presa sul nostro Paese, ecco presentarsi per riscaldarci ed intrattenerci quattro tra i migliori esponenti del folk metal. Quando raggiungo la location, dopo un viaggio che farebbe impallidire l'Anabasi di Senofonte, hanno appena aperto le porte e la gente, tra zelanti controlli e qualche coda al guardaroba, lentamente si avvia all'interno del locale ed io concludo tutto l’iter, giusto pochi minuti prima che il concerto inizi.

TROLLFEST
Ad aprire le danze non potevano che essere loro, i norvegesi TrollfesT. Devo ammettere che non ero affatto preparato alla loro essere così scanzonati, ai loro outfit improbabili che li facevano assomigliare ad un gruppo scout impegnato in una giornata all'insegna dell’archeologia, al loro trucco che spaziava da un rimando a Pikachu (il tastierista/fisarmonicista Fjernkontrollet) a uno più gheisha oriented (il chitarrista Mr. Seidel); e non si può non citare il fatto che il cantante Trollmannen porti in testa, durante la prima parte del concerto, un cappello gigantesco fatto di palloncini che poi voleranno tra il pubblico per il resto del tempo. L’apertura è affidata a un estratto dall'ultimo album Helluva, ovvero la tiratissima Professor Otto. Con la cover di Toxic di Britney Spears compare una specie di pistola sparabolle che non fa altro che confermare quanto i nostri Troll si divertano e vogliano far divertire un locale, anche organizzando coreografie danzerecce e persino un trenino, che andrà in giro per tutta la location che comincerà a riempirsi davvero solo verso la fine del loro slot.
Veramente un peccato che alcuni li abbiano persi.

SETLIST TROLLFEST
01. Professor Otto
02. Brakebein
03. Toxic (Britney Spears Cover)
04. Brumlebassen
05. Steel Sarah
06. Kaptein Kaos
07. Die Grosse Echsen
08. Renkespill
09. Solskinnsmedisin
10. What A Good Idea!
11. Helvetes Hunden GARM


HEIDEVOLK
Dopo un breve cambio di palco ecco salire il backdrop raffigurante Vuur Van Verzet, l’ultima fatica degli olandesi Heidevolk, che ci immerge in un racconto dove le protagoniste sono le tribù germaniche dei Sassoni, degli Angli, degli Juti e dei Frisoni nel pieno del loro cammino attraverso gli ultimi secoli dell’Impero romano, per poi marchiare indelebilmente la storia delle moderne Olanda ed Inghilterra. Durante tutto il concerto, leggermente tagliato per motivi di tempo, si alterneranno canzoni che vanno a pescare dalla loro ormai consistente discografia, alternando brani dal nuovo album con canzoni più datate. L’apertura è affidata al primo singolo del loro nuovo album Ontwaakt, che con il suo ritmo serrato ha il compito di narrare la crisi del III° secolo dell’Impero Romano e la pressione che le varie tribù barbare esercitavano. Si prosegue con Ostara e il pogo, che accompagna tutte le band come un moto perpetuo, non accenna minimamente a diminuire mettendo a dura prova le prime file. A Wolf In My Heart, cantata parzialmente in inglese e parzialmente in olandese, mostra una band in grande forma e contenta di essere tornata nel nostro Paese dopo un biennio. La canzone è vagamente basata sulla vita del re Offa degli Angli e di come, tenendo un basso profilo, sia balzato sul seggio regale dei Myrging, antenati dei Danesi e degli Angli, quando era necessario. Wapenbroeders è la perfetta canzone da live durante la quale scatenarsi ed anche la summa maxima di quello che questi ragazzoni provenienti dalla Gheldria sanno fare. Dopo un altro dei loro classici come Nehalennia, è il momento di una breve pausa che serve a riprendere fiato dopo una prima metà di scaletta eccellente. Il compito di spartiacque è affidato a Yngwaz’ Zonen, ovverosia i "Figli di Yngwaz" (o Ingaevoni), brano estremamente evocativo e marziale, grazie alle doppie voci pulite dei due cantanti Jacco Buhnebeest e Lars Nachtbraecker, alla batteria di Joost Den Vellenknotscher e ai cori di tutti gli altri che ci accompagnano nel racconto delle tribù sopracitate nel mezzo del loro processo migratorio. Con Britannia, invece, ritorniamo immediatamente su lidi per loro più classici con un altro estratto esaltante tratto da Vuur Van Verzet, prima di fare una visita al secondo album Walhalla Wacht, con la openingSaksenland. Ci stiamo avvicinando inesorabilmente alla fine del concerto, ma prima di lasciarci la band ci propone, introducendola con la domanda più scontata del secolo "Do you like beer?", la loro versione di una drinking song che, a differenza di quelle più caciarone dei Korpiklaani, è più tranquilla e ci trasporta, insieme a Gungnir, al brano più atteso di tutta la serata: la sempre magnifica Vulgaris Magistralis.
Purtroppo il loro tempo è scaduto e la band ci lascia con il sottofondo di Drink Op De Nacht e a me non resta che augurargli buona fortuna per questo tour, con la speranza che le loro migrazioni li riportino da noi prima di altri due anni, con le loro stesse parole.
"Yngwaz’ zonen, vaart uit naar de horizon / Ver van ons huis op zoek naar nieuwe grond
Yngwaz’s sons, sail to the horizon / Far from our home searching for new land
".

SETLIST HEIDEVOLK
01. Ontwaakt
02. Ostara
03. Een Wolf In Mijn Hart
04. Wapenbroeders
05. Nehalennia
06. Yngwaz’ Zonen
07. Britannia
08. Tiwaz
09. Saksenland
10. Drankgelag
11. Gungnir
12. Vulgaris Magistralis


ARKONA
Dopo una breve pausa per la preparazione del palco, è il turno degli Arkona di offrirci una prestazione estremamente energica che sprigiona tutta la voglia di pogo da parte del pubblico. Forti del loro nuovo album Khram, in cui ritornano più verso lidi black metal, la prima metà di scaletta è incentrata esclusivamente su questa loro release e l’impressione che ne ho ricavato è molto buona. Masha, con la sua asta del microfono decorata con tamburi e teschi, con il suo vestiario e con il suo muoversi incessante, riesce a trasportarci in un’epoca lontana dove gli echi sciamanici erano un pilastro della vita rurale di tutti i giorni. Tornando alla musica, i brani del nuovo album si presentano molto bene dal vivo per compattezza ed energia, al di là di qualche minimo problema con i flauti di Vladimir Wolf. Shtorm e Khram sono tra i brani più partecipati da molti nel pubblico, con persino qualche coraggioso che canta incessantemente insieme alla band.
La seconda parte della scaletta, invece, è dedicata al resto della corposa discografia dei russi, spaziando da album come Slovo da cui sono tratte Az’, Arkaim, Zakliatie ed una Stenka Na Stenku che fa sempre la felicità dei fan insieme a Goi, Rode, Goi! e Yarilo (tratte dall’album Goi, Rode, Goi!). Qui la vena più folk e allegra della band prende il sopravvento e rende l’atmosfera più gioiosa, prima di congedarsi definitivamente.

SETLIST ARKONA
01. Mantra (Intro)
02. Shtorm
03. Tseluya zhizn
04. Khram
05. V Pogonye Za Beloy Tenyu
06. Mantra (Outro)
07. Az’
08. Arkaim
09. Goi, Rode, Goi!
10. Skvoz’ Tuman Vekov
11. Zakliatie
12. Stenka Na Stenku
13. Yarilo


KORPIKLAANI
Sarò sincero. Nelle ultime due esibizioni dei Korpiklaani a cui ho avuto la possibilità di partecipare, ero uscito a fine concerto decisamente insoddisfatto, avendoli trovati stanchi e soporiferi, tanto da non godermi nemmeno i loro cavalli di battaglia. Questa premessa era necessaria per poter spiegare quanto il mio hype e le mie aspettative fossero limitate nei loro confronti, ma a fine serata ero pienamente soddisfatto, probabilmente anche perché una location meno dispersiva ha favorito una resa sonora migliore.
Ma andiamo con ordine.

Sono le note di Happy Little Boozer quelle che aprono i circa 75 minuti a disposizione dei finnici, seguite subito da Pilli On Pajusta Tehty, che ci consegna una band che ha ritrovato molto dello smalto perduto con uno Jonne Jarvela in gran spolvero e molto coinvolto con il pubblico. A seguire ha inizio la parte più tranquilla della setlist, con Lempo a farla da padrona, permettendo ai fortunati posizionati sui lati di prendere fiato mentre nel mezzo della platea il pogo è quasi incessante. Dopo qualche brano è il momento di A Man With A Plan di riportare l’atmosfera verso lidi più festaioli, con l’aiuto dell’inglese che permette a molti di cantare ed essere più coinvolti. Siamo a metà esibizione ed è la seconda parte della setlist quella che riserva più sorprese rispetto alle loro ultime esibizioni, con i nuovi ingressi di brani come Cottages And Saunas, dell’anticipazione dal nuovo album di Henkseli Poika e della cover di Juodaan Viinaa degli Hector, prima di ritornare su binari più classici con il quartetto conclusivo formato da Sahti, e le drinking songs Tequila, Beer Beer e Vodka. A seguire c’è giusto il tempo di un ultimo encore con Crows Bring The Spring, prima di concludere un’ottima serata con qualche minuto di anticipo e la curiosità di sentire la loro prossima release prevista per quest’anno.

SETLIST KORPIKLAANI
01. Happy Little Boozer
02. Pilli On Pajusta Tehty
03. Tuonelan Tuvilla
04. Wooden Pints
05. Lempo
06. Ruumiinmultaa
07.Petoelaimen Kuola
08. Vaarinpoolkka
09. A Man With A Plan
10. Metsamies
11. Cottages And Saunas
12. Rauta
13. Henkseli Poika
14. Juodaan Viinaa (Hector Cover)
15. Hunting Song
16. Sahti
17. Tequila
18. Beer Beer
19. Vodka

Encore
20. Crows Bring The Spring



Raffaello Brivio
Giovedì 21 Giugno 2018, 20.57.26
2
Mah, a dire la verità, l'impianto audio ha fatto un po' pena, la chitarra era quasi inesistente ed il violino era a malapena udibile, per non parlare della fisarmonica, l'unico strumento prevalente era la batteria
Doomale
Sabato 10 Marzo 2018, 11.14.30
1
Fenomenali i Korpiklaani dal vivo..non si risparmiano minimamente. A prescindere se piaccia o meno il genere e a patto di avere a dispozione delle Birrozze ghiacchiate.
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08/03/2018
Live Report
KORPIKLAANI + ARKONA + HEIDEVOLK + TROLLFEST
Magazzini Generali, Milano, 05/03/2018
 
 
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