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IN FLAMES + AT THE GATES + IMMINENCE + ORBIT CULTURE - Alcatraz, Milano (MI), 01/12/2022
04/12/2022 (1290 letture)
Serata targata Svezia quella che si è svolta in una Milano sempre più avvolta dai freddi invernali, ed è perciò che simil colata di metallo ardente si rivelerà un toccasana! Prima dell’ingresso, consueta tappa da Siggy cafè, poi rapidi verso i cancelli, aperti quest’oggi con quattro minuti di ritardo, non certo uno scandalo ma il clima rigido rendeva ogni secondo di attesa un preludio all’ibernazione. Pubblico variegato, fila ordinata e massima attenzione nel velocizzare gli ingressi, a parte il cambio di politica sul beveraggio su cui abbiamo già obiettato, l’Alcatraz resta una garanzia. Il profilo di interesse era duplice, da un lato la medesima provenienza geografica dei complessi, dall’altro tal sorta di doppio headlining tra due band apparentemente interscambiabili. Ultimo appunto anzi, disappunto su cui purtroppo si deve tornare in argomento, riguarda il fumo passivo. La struttura è dotata di area fumatori, discende perciò irriguardoso fumare al di fuori e per di più, sigaretta elettronica compresa, espellere ad altezza uomo. Non si pretendono certamente chierichetti a un concerto né addetti alla security che debbano tramutarsi in cani da guardia ma, perlomeno, l’accortezza di svapare verso l’alto.

ORBIT CULTURE
Giovane quartetto proveniente dal sud della Svezia, spetta a loro l’apertura delle danze. Un intro epico dà il via all’esibizione, giunta in perfetto orario e in uno spazio un po’ sacrificato in quanto erano montati gli altri set di batteria, una proprio a fianco. Primo a entrare in scena è il batterista, che utilizza una grancassa singola con logo della band e doppio pedale, segue il resto della band che scarica la prima bomba aprendo col nuovo singolo Vultures of North che palesa potenza, ritmiche serrate e stoppatissime ove, rispetto al disco, nelle parti più thrashy il cantante ricorda sovente il buon Chuck Billy. La struttura dei pezzi, cinque in totale, è abbastanza semplice e lineare ma invero trascinante. Su tutti si distingue il bassista, che vilipendia un 5 corde con l’uso del plettro e contribuisce di quando in quando alle parti vocali. Non esattamente originali né tecnicamente memorabili (il batterista ha mostrato qualche, seppur tenue, imprecisione), col loro metal groove di facile presa si collocano agevolmente quali buoni apripista ma, allo stato, nulla più.

IMMINENCE
Gran lavoro della crew del locale, che provvede a un celere cambio del palco sicché anche la successiva proposta, ugualmente proveniente dalle lande svedesi, perviene in impeccabile orario. Particolarità del giovane quintetto, che propina un metalcore con ampi tratti melodici, è l’utilizzo del violino da parte del frontman Eddie Berg. Ancora una volta è il batterista a calcare per primo lo stage laddove, al completamento della formazione, tra cui spicca l’invidiabile foltissima chioma del chitarrista Harald Barret, viene eseguito il singolo Ghost del 2021. Sarebbe stato bello raccontarvi di un succedersi, in crescendo, della qualità della rappresentazione musicale, ma purtroppo siamo innanzi alla prova più debole e scialba della tornata. La dimensione live differisce da quella in studio, ed è la prima che prevale, rivelando le reali potenzialità del musicista. Orbene, nel caso specifico ci troviamo innanzi al “festival del già sentito”, eseguito con scarso mordente. L’ossatura dei brani è smorta e piatta, rendendoli fin troppo simili l’uno l’altro e gli inserti di violino, strimpellato in maniera non esattamente virtuosistica, risultano nella sostanza inutili. Da annotare il singer, dotato di discreto timbro e padronanza nell’alternare parti growl ad altre più nitide nonché l’eccellente equalizzazione del tom di batteria, purtuttavia la performance nel complesso appare soporifera, non presenta elementi d’interesse né gli atteggiamenti da rockstar di Berg, che a un tratto scende sotto la transenna, ne risollevano le sorti. Tecnicamente parlando, ci troviamo nella media, si ode qua e là qualchedun tapping, veramente basilare, e poco altro. Abbiamo decisamente di meglio dalle nostre parti.

SETLIST IMMINENCE
1. Ghost
2. The Sickness
3. Erase
4. Chasing Shadows
5. Paralyzed
6. Heaven in Hiding
7. Temptation


AT THE GATES
Finalmente si sale di livello, e che livello! Manco a dirlo, siamo al cospetto di una delle band simbolo della brughiera melodic death svedese che verrà via via denominata “scena di Göteborg”. E così vengono scaldate le valvole dei due combo testata/cassa Peavey per le chitarre, Ebs per il basso (scelta coerente, essendo un brand quasi interamente svedese), mentre la batteria anche in questo caso è a cassa singola costantemente martellata dal doppio pedale. Sullo sfondo, campeggia lo striscione gigantesco raffigurante l’ultimo album The Nightmare of Being. Dopo un breve intro la partenza è al fulmicotone con Spectre of Extinction, track d’apertura della menzionata ultima fatica discografica.
Maglietta degli Hüsker Dü e immancabile berretto per Tomas Lindberg, oggi in gran spolvero che sul secondo pezzo, Slaughter of the Soul sprona al circle pit trovando resistenza alcuna da parte degli astanti! Compatti come non mai, indefessi, nessuna pausa tra un brano e l’altro, scaletta poderosa e tiratissima eseguita senza tregua tutta d’un fiato potrebbe ben riassumere il loro show. Si tratta pur sempre di suonatori sopraffini, precisi come orologi svizzeri e con strumenti affilati come lame di rasoio. Il pubblico di qui in avanti si infiamma oltremodo ed ancor più quando al termine della quinta To Drink From the Night Itself vengono preannunciati due ulteriori sciabolate da quel Slaughter of the Soul del 1995, ovvero Cold e Under a Serpent Sun. I tetri inserti melodici arpeggiati degli At The Gates, finora implacabili, in questa sede prendono vita e costruiscono un tessuto sonoro roboante e d’impatto. Si sussegue frattanto il crowd surfing, con un gran lavoro della sicurezza nell’accompagnare fuori i funamboli di turno. Gran spettacolo e un Lindberg sempre sul pezzo, scagliano l’ultima bordata di una setlist fin troppo oltranzista con The Night Eternal. Massiccissimi.

SETLIST AT THE GATES
1. Spectre of Extinction
2. Slaughter of the Soul
3. At War With Reality
4. Der Widerstand
5. To Drink From the Night Itself
6. Cold
7. Under a Serpent Sun
8. Heroes and Tombs
9. El Altar del Dios Desconocido
10. Death and the Labyrinth
11. Blinded by Fear
12. The Night Eternal


IN FLAMES
Ecco quindi che il palco si ingigantisce, arricchendosi in scenografia e impianto luci. Due pedane sopraelevate sorreggono rispettivamente una batteria Pearl a doppia cassa e la sezione tastiere. In anticipo di circa 8 minuti, partono anche loro con l’acceleratore sfoderando l’ultimissimo singolo The Great Deceiver, antipasto del nuovo album la cui pubblicazione è in fremente attesa da parte della base. Maglietta dei Clutch per l’urlatore Anders Fridén, che anima un pubblico il cui fervore, dalla seconda Pinball Map in poi, diverrà inarrestabile. Scaletta più variegata rispetto agli At The Gates e consueta acustica d’eccezione mettono in luce l’ottima tecnica del sempreverde Björn Gelotte alla prima ascia, il quale adotterà un campionario di chitarre Epiphone mentre dall’altro lato il divino Chris Broderick, in scuderia dal 2020, con la fida Jackson a 7 corde. Superfluo aggiungere come la sua presenza conferisca ulteriore lustro ad una band già galattica di suo, così come ogni riferimento alle sue immense qualità tecniche, solo una giusta menzione: mostruoso anche oggi. In evidenza anche il bassista Bryce Paul Newman, che suona con le dita e il terremotante Tanner Wayne alle pelli, dallo stile talvolta prossimo a Eloy Casagrande unito alla possanza di Tommy Clufetos. Nel divenire, in decima posizione viene presentato un altro estratto dall’album Foregone di prossima uscita, Foregone Pt. 1, traccia granitica che pur non aggiungendo nulla di nuovo rispetto al lodevole repertorio, si colloca a proprio agio nella lista. Prestazione impeccabile di Fridén che prima della penultima I Am Above presenta i compagni di viaggio per poi congedarsi, a coronamento di un concerto memorabile, con Take This Life. Dopo decadi di gavetta il quintetto finalmente troneggia da headliner, ruolo più che meritato e che gli appartiene appieno, anche alla luce di quanto visto stasera (a detta di altri colleghi presenti, il miglior concerto degli In Flames che abbiano visto). Anche se è difficile stabilire un termine di preferenza assoluta coi compaesani che li hanno preceduti, sicuramente hanno offerto una scelta maggiormente oculata e musicalmente multiforme delle canzoni risultando talché i vincitori della serata.

SETLIST IN FLAMES
1. The Great Deceiver
2. Pinball Map
3. Cloud Connected
4. Behind Space
5. Graveland
6. The Hive
7. Colony
8. Only for the Weak
9. Leeches
10. Foregone Pt. 1
11. Wallflower
12. State of Slow Decay
13. Alias
14. The Mirror's Truth
15. I Am Above
16. Take This Life



MadEo
Martedì 13 Dicembre 2022, 23.18.53
11
...mmm...sugli In Flames..."Dopo decadi di gavetta il quintetto finalmente troneggia da headliner..." non so, io è dal WOA 2015 che non li vedevo live...e sinceramente seguivo più di tanto visto gli ultimi album che mi avevano lasciato un pò perplesso...comunque negli anni addietro li ho sempre visti headliner...concerto memorabile WOA 2009...ma devo dire che sono stato piacevolmente sorpreso dal concerto di Milano...molto sopra le mie aspettative...soprattutto il buon Anders...
Numbered Days
Sabato 10 Dicembre 2022, 14.33.20
10
Ho assistito allo stesso concerto ma a Parigi, al Bataclan, venue stupenda e che ha fatto molto la differenza sulla resa sonora dell'evento. Vorrei poi fare un piccolo appunto sul suddetto report, soprattutto in virtù del fatto che le due band di apertura chiaramente non nei gusti del recensore vengano sminuite in questa maniera, in particolare riguardante gli Imminence, una musica più puntata sul lato emozionale che quello di potenza (e ci vedo un perfetto ibrido nella serata tra ATG e IF) riassunta in questo report in maniera superficiale. Definire inutile il violino in una band dove è l'elemento di accompagnamento principale, beh la dice lunga. In ogni caso l'importante è che si poghi
Stefano
Venerdì 9 Dicembre 2022, 15.49.28
9
Se quella litania asettica e monocorde è stata "spaccare il culo ai passeri", siamo proprio malridotti.
SPSL
Venerdì 9 Dicembre 2022, 14.14.57
8
ora va di moda dire che Linberg non ha voce eh? peccato che a parte 'no scecco come te tutti abbiano visto uno che a 50 anni spacca ancora il culo ai passeri
Stefano
Venerdì 9 Dicembre 2022, 10.00.04
7
Tomas Lindberg in gran spolvero? Ma se non aveva voce. 😅 è stato pessimo, peccato. La prestazione strumentale è stata devastante. Un plauso agli Orbit Culture, davvero intensi e potenti.
Elluis
Giovedì 8 Dicembre 2022, 9.41.30
6
La Redazione di Metallized lo sa di sicuro, dato che può vedere tutti gli indirizzi IP di chi scrive
El Malparido
Giovedì 8 Dicembre 2022, 8.11.00
5
@Uomo Tigre: non so quanti nick hai cambiato in circa 48 ore, ma volevo dirti che hai rotto il cazzo. Buon weekend.
Elluis
Mercoledì 7 Dicembre 2022, 21.09.45
4
@Uomo Tigre stai imperversando su diverse pagine di questo sito continuando a scrivere una sequela di idiozie senza senso: gli "energumeni zelanti" come li definisci tu, è gente che lavora, e lavora per la sicurezza degli spettatori (quindi anche la tua, se sei mai stato ad un concerto...) che vengono a vedersi uno spettacolo e giustamente non vogliono avere problemi. Sequestrano le bottiglie d'acqua all'ingresso, perchè in passato qualche genio ha avuto la bella idea di gettarla sul palco, creando delle situazioni pericolose, e hanno il metal detector per evitare che qualcuno possa portare dentro armi o oggetti pericolosi (come già successo in passato). Cerca magari di avere un pò di rispetto, e magari riesci a capirlo anche tu questo concetto...
Uomo Tigre
Mercoledì 7 Dicembre 2022, 13.12.14
3
Discorso fumo: una cosa veramente odiosa, oltre che vietata per legge all'interno di una sala concerti. Non è questione di chierichetti o quant'altro. È una questione di buon senso e rispetto reciproco. Che si facciano intervenire gli zelanti energumeni che ti passano il metal detector addosso agli ingressi e ti fanno lasciar fuori una bottiglietta d'acqua e un panino. Capaci solo a far quello
AL
Mercoledì 7 Dicembre 2022, 12.19.39
2
sarei venuto solo per gli ATG. Sempre spettacolari. Però vedo che praticamente non suonano nulla del disco nuovo, a parte un pezzo. Peccato. Forse se li tengono per il prossimo tour, sperando che ne facciano uno incentrato su Slaughter
Marco
Mercoledì 7 Dicembre 2022, 0.43.59
1
Grandi At The Gates, massicci e potenti con una manciata di pezzi da urlo! In Flames davvero in gran serata, con una setlist variegata supportata da impianti audio e luci superlativi. Immensi! D'accordo con il recensore sulla questione fumo, ma siamo in Italia e purtroppo tutti fanno quello che vogliono...
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