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27/07/24
DIVINE METAL FEST 7
ALTERNATIVE, C.DA ULIVETELLA - MONTENERO DI BISACCIA (CB)
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ACCEPT + WHITE SKULL - Live Club, Trezzo Sull'Adda (MI), 24/02/2023
06/03/2023 (982 letture)
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I giorni più freddi sembrano finalmente alle spalle, ciò nonostante una sana colata di metallo rovente risulta comunque un toccasana. I granitici Accept, dopo un’assenza dai nostri lidi fin troppo prolungata, tornano col tour di supporto al disco Too Mean to Die del 2021. La frenetica attesa di rivedere dal vivo un pezzo di storia dell’heavy metal e testare la resa dei nuovi brani è stata ampiamente ripagata; sia la collaudata location che l’emerito supporto dei White Skull hanno contribuito a rendere lustro a quel che già si qualificava come evento imperdibile. In una cornice di pubblico elettrizzato e giulivo si è perciò svolto un concerto da assurgere fin d’ora tra i migliori assistiti in questo scorcio di inizio anno.
WHITE SKULL Coi White Skull si entra di diritto nel novero dei gruppi metal italiani più importanti delle ultime tre decadi. Esperienza collaudata si, ma anche la capacità di essersi costruiti, con sudore e determinazione, una propria reputazione ed una base di fedeli estimatori. Giova ricordare come alle loro vicissitudini sia dedicato un libro edito lo scorso anno da Arcana Edizioni, la cui recensione troverete su queste pagine. Tra i numerosi pregi, quello di aver da sempre osteggiato la pratica del c.d. “pay to play”, dedicando al tema un brano, contenuto nell’ultimo album, il pregevole Metal Never Rusts pubblicato l’anno passato. Il loro collocamento come apripista è risultato coerente e di gran pregio (un plauso agli organizzatori) in quello che era uno spettacolo attesissimo da ogni buon metalhead. I vicentini, tra i primi promotori del cantato femminile, si presentano in formazione a sei, col tastierista Alexandros Muscio stabile dal 2016 ed, in perfetto orario, aprono senza indugi le danze con la scoppiettante Metal Never Rusts che esalta le qualità tecniche dei musicisti tutti su cui risalta la voce di Federica "Sister" De Boni, graffiante ed ammaliante come di consueto. Batteria adorna con scudo e clipei, classico modello Explorer per lo storico chitarrista ritmico Tony "Mad" Fontò, tastiere al rovescio per Muscio e Charvel da shredder per il bravissimo solista Valentino Francavilla. I nostri portano avanti uno show di alto livello coi presenti che conoscono ed intonano tutti i ritornelli, un’ora di gran classe con una selezione ben calibrata dei pezzi in scaletta. Un ensemble che dal vivo viaggia col pilota automatico con padronanza assoluta di palco e strumenti, il loro heavy/power è da sempre concreto ed efficace, tira dritto al sodo e questa non è altro che un’ennesima conferma dello spessore di questo vanto nostrano, una band di cui andare saldamente fieri. Simpatico siparietto, quasi a termine esibizione, con "Mad" Fontò che calza un berretto da pirata ed invita gli astanti ad intonare “Happy birthday” per omaggiare quattro dei loro componenti che hanno compiuto gli anni nel mese in corso. Stellari.
SETLIST WHITE SKULL 1. Metal Never Rusts 2. Tales from the North 3. Ad Maiora Semper 4. The Roman Empire 5. Red Devil 6. Skull in the Closet 7. I Am Your Queen 8. Black Ship 9. High Treason 10. Asgard
ACCEPT La scenografia, come da copione, si arricchisce di pannelli laterali fino al reprise della copertina dell’ultima fatica in studio sullo sfondo. I rinati Accept hanno certamente due pregi, aver ingaggiato un vocalist in grado di sopportare la pesante eredità dell’illustre Udo Dirkschneider, la cui ugola resta una delle più poderose ed immediatamente riconoscibili della storia del metal finanche aver mantenuto una produzione di più che discreto livello qualitativo, sì da rendere tuttora compatti e godibili i loro live. Nonostante i numerosi avvicendamenti (allo stato l’unico componente storico resta Wolf Hoffmann), l’approccio e l’attitudine musicale del gruppo è rimasta sostanzialmente inalterata. Ma torniamo on stage, sestetto anche per loro ecco quindi l’apertura, quasi scontata, affidata a Zombie Apocalypse, tratta da Too Mean to Die così come la successiva Symphony of Pain, platter dal quale a conti fatti saranno estratte quattro canzoni. Ma la svolta arriva senza dubbio con la terza Restless and Wild, si torna ai vecchi fasti e il pit prende letteralmente fuoco, Mark Tornillo, col suo timbro roco, il piglio deciso e carismatico appare in ottimo stato di grazia, così come tutta la band, che saprà regalare una performance furente, portata avanti senza fronzoli e soluzione di continuità. Da metà prova in avanti, si assiste a un leggero calo vocale di Tornillo ma nulla che minimamente infici la prestazione nella sua interezza, ogni leggera titubanza viene sopperita da esperienza e raro stile, senza dimenticare che siamo al cospetto di un artista con 68 primavere sulle spalle, capace ciò nondimeno di far impallidire singer ben più giovani! Il tempo sembra scorrere alla velocità della luce, non ci si capacita essere giunti ad oltre metà concerto laddove un gasatissimo Hoffmann, vero mattatore della serata sempre più assomigliante a Bruce Willis (che speriamo riesca a migliorare le sue condizioni di salute), incita la platea sulla classica Princess of the Dawn, ma il clou arriverà di lì a poco, quando Tornillo si presenta in pedana con uno squalo gonfiabile in mano, appresso scaraventato sulla folla preludio, manco a dirlo, ad uno degli inni metal più celebri di tutti i tempi, Fast as a Shark sulla quale si scatena il pandemonio tra gli spalti, prevedibile quanto mirabile, un mosh composto da giovanissimi e fans di vecchia data come raramente è dato assistere. Due bordate del “nuovo corso”, Teutonic Terror e Pandemic vengono scagliate prima del bis finale, tre pezzi, Hung, Drawn and Quartered ma soprattutto l’immortale Balls to the Wall, cantata all’unisono anche dalle sedie e la chiusura col vecchio anthem I'm a Rebel ove il terzo chitarrista finalmente avanza e rende utile la sua presenza, sfoggiando un assolo cristallino. In totale quasi due ore per un concerto di quelli che speri non finiscano mai ed un’altra nottata da annale degli eventi cui poter dire, un giorno, “io c’ero!”.
SETLIST ACCEPT 1. Zombie Apocalypse 2. Symphony of Pain 3. Restless and Wild 4. London Leatherboys 5. The Abyss 6. Objection Overruled 7. Overnight Sensation 8. Demon's Night / Starlight / Losers and Winners / Flash Rockin' Man 9. Breaker 10. The Undertaker 11. Shadow Soldiers 12. Princess of the Dawn 13. Fast as a Shark 14. Metal Heart 15. Teutonic Terror 16. Pandemic
---Encore---
17. Hung, Drawn and Quartered 18. Balls to the Wall 19. I'm a Rebel
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6
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serata bellissima volata in un attimo...senza tregua in prima fila...commosso!!! |
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5
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Grandi Accept! Inossidabili! |
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4
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Presente, con i mei amici ci siamo esaltati parecchio, grandi accept |
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3
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Grande concerto! avevo già visto gli accept con UDO due volte (la prima nell\'82 a Roma con i Dokken) ma anche con Tornillo sono grandi! Impressionato dai White Skull (visti per la prima volta) che sono una ottima band... orgoglio italiano., DAJE! |
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2
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ottimo concerto davvero! non avevo mai visto gli Accept dal vivo e mi hanno impressionato. Il live è poi un posto perfetto per i concerti. |
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C\'ero anche io, nelle prime file, grande performance, era dal luppolo di quest\'estate che non assistevo ad un grande concerto metal e ne avevo particolare voglia. Bravi anche gli Skull |
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