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PIER GONELLA - La voce della musica!
19/05/2023 (960 letture)
In occasione del release party dell’album avvenuto il 29 aprile nel locale La Moucca di Genova abbiamo scambiato due parole con Pier Gonella, che era accompagnato nientemeno che dal suo compagno di band nei Necrodeath Peso, il quale in questo nuovo progetto affianca nuovamente il chitarrista suonando ovviamente la batteria, e troviamo anche il bassista Giulio Belzer che è collega dei due nell’accademia Music Art di Rapallo, e che oltre a suonare il basso si occupa anche della voce in alcune cover presenti nelle scalette dal vivo.

Horror Maniac: Ciao Pier, eccoci qua per parlare un po’ del tuo nuovo disco su Metallized!
Pier: Grazie mille a te per questa chiacchierata! Il nuovo album è 667 ed è il secondo di questo progetto che è nato ormai già da qualche anno. Nel periodo pre-Covid è uscito Strategy, il primo album, e da fine aprile è disponibile questo 667 che si può trovare tramite il mio portale. E anche in questa uscita c’è la riconferma di Peso alla batteria, che tutti conoscono per i Necrodeath, e Giulio Belzer al basso.

Horror Maniac: Da cosa nasce il titolo 667?
Pier: Innanzitutto devo dire che fa strano dare titoli a brani strumentali, di solito ci serviamo un po’ di ironia oppure piccoli aneddoti che capitano durante la produzione dell’album. La maggior parte dei brani sono partiti da mie idee, mentre altri sono nati da Giulio e Peso. In particolare Floor 666 era nato da un pattern di batteria di Peso, che ha suonato un po’ di ritmi e mi disse: “tienili e quando non hai sonno ci scrivi un brano sopra”.
Peso: Floor 666 perché i ritmi che gli ho registrato sono sul floor tom, ovvero il timpano, e allora da lì è nato quel titolo.
Pier: Poi io gli ho mandato il brano finito che evidentemente non se l’aspettava non avendo più sentito nulla a riguardo. Mi rispose in maniera entusiasta “bellissimo, ne sappiamo una più del diavolo” e allora il 666 è diventato 667 da cui il nome del disco.

Horror Maniac: A presentare l’album è il pezzo Margarita che è accompagnato da un video che vi vede suonare in mezzo al verde, com’è nata l’idea e dov’è stato girato?
Peso: La location è nell’entroterra di Rapallo, in un luogo dove io lavoro come insegnate del laboratorio di percussioni per bambini in un “asilo nel bosco”, c’è appunto questo spazio di fianco ad un ruscello dove facciamo attività con i bambini e quando Pier mi aveva proposto di fare un video all’aperto mi è venuta in mente questa location e ho chiesto alla direttrice del posto se ci dava l’opportunità di usare lo spazio e così è stato. La cosa buffa è che abbiamo dovuto montare la batteria su queste rocce ed era veramente incastrata, per cui la difficoltà più che durante la registrazione era cercare di non cadere io in primis da non far cadere i pezzi della batteria stessa nel ruscello.
Pier: Il video è stato girato da Jay Be che è un giovane regista molto bravo con cui avevo già collaborato in passato e anche in questa occasione è stato molto disponibile e di solito ultimamente anche con i video si fa tutto un po’ di corsa, invece lui è stato molto appassionato al progetto e ha voluto curare ogni dettaglio.

Horror Maniac: Ascoltando il disco si sente una bell’amalgama di suoni, si passa dall’hard rock a tinte più prog molto interessanti. In fase di composizione hai avuto qualche influenza in particolare?
Pier: In particolare no, a parte il solito Joe Satriani che è uno dei chitarristi che mi ha sempre affascinato in questo contesto. L’idea è quella di realizzare un album di canzoni quindi non un disco autocelebrativo con il fatto che sia strumentale. La fortuna di avere Giulio e Peso è che oltre a essere due professionisti che con i loro progetti hanno il loro trademark hanno saputo fondere il loro stile con l’intenzione del progetto adattando i loro ritmi in funzione del brano questo penso coadiuvato dal fatto che siamo al secondo album quindi l’amalgama è molto più forte e secondo me ha portato a un ottimo mix tra noi tre.

Horror Maniac: 667 esce anche abbastanza a ridosso con Singin’ in the Pain il nuovo album dei Necrodeath, quando hai iniziato a lavorare a questa tua nuova uscita solista e quanto ci hai impiegato?
Pier: Be’ iniziato direi anche un paio di anni fa, non ti dico subito dopo l’uscita di Strategy ma neanche tanto distante perché abbiamo lavorato con molta calma. Quindi piano piano ho iniziato a tirare giù qualche idea, poi sono venuti fuori i primi brani e tutto veniva gestito in base ai nostri tempi, eravamo anche presi dalla produzione dell’album dei Necrodeath che in effetti è uscito pochi mesi prima, però al momento dell’uscita di Singin’ in the Pain anche 667 era più o meno pronto.Peso: Al momento dell’uscita di Singin’ in the Pain mancavano ancora un paio di pezzi per completare il disco di Pier al cento per cento.Pier: Esatto. Quindi più di un paio di anni in totale ma lavorando con molta calma e senza ostacolare il nuovo album dei Necrodeath.Pier: Diciamo che le partenze di questi due album sono state tutte e due date dal momento in cui c’è stato il lockdown nella primavera del 2020 per cui le prime bozze di entrambi sono partite in maniera parallela in quel periodo. Poi abbiamo lavorato con molta tranquillità negli studi della Music Art di Rapallo a seconda delle idee che ci venivano.

Horror Maniac: Hai in programma altre date in Italia con questo tuo progetto solista o è riservato principalmente ad occasioni legate alla città di Genova?
Pier: Al momento abbiamo due date, cioè quella di questa sera (al locale La Moucca di Genova il 29 aprile) e un’altra data dalle nostre parti a Santa Margherita Ligure a maggio, poi c’è in ballo una data nel padovano e altre che dovranno essere confermate. Diciamo comunque che l’intenzione sarebbe di girare il più possibile quindi uscire naturalmente dalla Liguria, non è facile con un progetto strumentale, poi per quanto ci sia il potere del logo e la presenza dei Necrodeath comunque questo è un progetto nuovo e nello strumentale o sei veramente a livello grosso oppure è più difficile, vedremo cosa riusciremo a costruire con il tempo.

Horror Maniac: Inoltre hai composto anche diverse colonne sonore per videogiochi, quindi tra le tue tante attività e considerando i tanti gruppi con cui hai suonato sei passato da generi molto diversi tra loro. Come ti trovi a comporre musica in questa chiave?
Pier: In questo caso l’aiuto di Peso e Giulio e un chiaro pensiero musicale fanno sì che si concentrino le idee in un certo genere e quindi in funzione di questo progetto. In generale nel mio piccolo sono abbastanza eclettico, poi lavorando tanto in Music Art che è la scuola in cui siamo attivi tutti e tre, quindi a contatto con giovani e coinvolto per questioni musicali lavorative in situazioni di ogni genere, mi sono abituato e alla fine apprezzo ogni tipo di musica. Perciò di volta in volta, per esempio quando mi trovo con i Necrodeath a scrivere brani e mi guida Peso o quando scriviamo come Pier Gonella e do io l’apripista, ho imparato a cercare di immedesimarmi in base alla band o al progetto in cui sono coinvolto.

Horror Maniac: Qual è secondo voi tra le nove canzoni del lavoro quella che rappresenta meglio il disco?
Giulio: Io credo che Margarita sia veramente il brano che ha insieme le caratteristiche del progetto e della scrittura di Pier, che sono caratteristiche bellissime. Ovvero la melodia, perché sono brani che puoi cantare anche se sono strumentali in quanto le parti di chitarra hanno una melodia così forte che letteralmente le canti, poi c’è l’energia perché la batteria di Peso sorregge e porta avanti i brani in maniera molto forte e poi l’unione che si è creata tra noi tre in questo progetto che nel giro di pochi anni ha dato vita a una bella alchimia tra di noi.

Horror Maniac: Interessante poi anche la presenza di una cover dei Ramones nella tracklist, realizzata con tanto di chitarra che “canta” al posto di Joey Ramone, qual è lo spunto da cui è nata l’idea di recuperare questa canzone?
Pier: Era un brano che conoscevo già, non mi ricordo se per via dei corsi musicali o se perché mi fosse capitato su YouTube, e quindi la scommessa è stata proprio dare questa vesta cantata anche a una cover, quindi con l’idea di realizzare un disco strumentale ma cantabile come canzoni, la sfida è stata proprio “far cantare” la chitarra su questo brano. Il risultato alla fine ci ha soddisfatto parecchio e poi è anche un jolly dal vivo, perché Giulio oltre ad essere un bassista è un polistrumentista e anche un supercantante, perciò eseguiamo qualche cover cantata e così questa cade a fagiolo perché la possiamo suonare metà strumentale e metà cantata.Giulio: Tra l’altro sull’album c’è anche il primo pezzo di Pier Gonella cantato in qualche modo, è solo un coro, però ci sono delle parole cantate da me e da altri cantanti che si sono prestati a fare questo coro grosso in Make It Rock, quindi c’è anche questo aspetto interessante.Pier: Sì, l’idea è nata forse da Peso che alla fine dei lavori per il disco ha detto di aggiungere un altro brano, “realizziamo qualcosa che sia cantato ma che allo stesso tempo non sia cantato”, una cosa particolare e abbiamo trovato questo compromesso con questo coro che io chiamo “coro da stadio” che realizza dei piccoli interventi.

Horror Maniac: Come vedi musicalmente 667 rispetto al precedente Strategy? C’è una linea che li unisce e porta avanti quanto fatto in precedenza o i due lavori hanno delle identità diverse?
Pier: Io vedo un naturale proseguimento del cammino e senza essere di parte, perché chiaramente ogni band dice “l’ultimo è una cosa pazzesca, il più bello, il più pesante, il più tecnico e il più melodico” (ride - NdA) vedo dei passi avanti anche dal punto di vista della produzione, penso che suoni ancora meglio di Strategy e che come si diceva c’è una migliore amalgama tra di noi e i brani siano più strutturati, il filo conduttore e il trademark però sono sempre quelli del disco precedente.

Horror Maniac: Ascoltando l’album si sentono delle atmosfere molto particolari, hai usato una strumentazione particolare per creare alcuni degli effetti del disco?
Pier: Particolare no, però è vero che in qualche… chiamiamoli ritornelli… in qualche “chorus” in effetti ci sono dei suoni di tastiera e non mi sono dato limiti in termini di sovraincisioni quindi effettivamente ci sono dei brani dove si trovano tante linee di chitarra dove magari a volte lo strumento suona anche solo delle parti tipo tastiera o tipo d’ambiente, soprattutto nei punti come nell’intro di Floor 666 dove sul pattern di batteria di Peso ci sono dei suoni di tastiera quasi new age, molto ambient e però si tratta solo di campioni di tastiera. Per il resto ci sono tante chitarre, è un disco fatto per goderselo quando lo ascolti. Dal vivo chiaramente i brani sono leggermente più arrangiati e siamo convinti di compensare la mancanza di quello che c’è nell’album con la presenza scenica.Peso: Arrangiati o semplificati a seconda della situazione perché comunque la nostra intenzione è di rimanere noi tre senza musicisti aggiuntivi dal vivo, quindi senza per esempio un chitarrista ritmico o un tastierista, per cui i pezzi una volta registrati li abbiamo poi rivisti e riarrangiati in una maniera più agile per essere in tre a suonarli.Giulio: Il modello è quello dei power trio diciamo, in cui si spinge un po’ di più sull’energia e ci si riarrangia per coprire un po’ le mancanze, per esempio io non avendo le chitarre ritmiche sotto a volte faccio delle armonie e anche bicordi con il basso per coprire delle mancanze armoniche, quindi cerchiamo di compensare.Peso: Anche Pier stesso le parti che fa dal vivo sono riviste in prospettiva proprio del fatto che su disco ha fatto delle ritmiche, diverse sovraincise, altre soliste o arpeggiate e invece dal vivo è da solo, non c’è trucco e non c’è inganno quindi sceglie in quel momento lì che cosa deve fare. Per cui è anche un po’ una sfida quella che stiamo facendo perché ci sono delle cose che magari potrebbero risultare un po’ troppo essenziali però preferiamo lavorare su questa linea più agile come detto prima.

Horror Maniac: Allora grazie mille per quest’intervista e se ci saranno occasioni ci si vedrà dal vivo anche con questo progetto con i fan in giro per l’Italia.
Pier: Naturalmente, grazie a te per quest’intervista! E speriamo di vederci presto con i fan a in occasione di qualche concerto!


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Copertina dell\'intervista
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La locandina della serata
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La copertina di 667
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Una foto dall\'intervista
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Intervista
PIER GONELLA
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