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IMPERIUM DEKADENZ + SEDNA + UNVIĂR + NUCLEAR STORM - Lupus In Fabula, Nimis (UD), 27/10/2023
07/11/2023 (731 letture)
A questa serata, durante questo lungo periodo che continua a rivelarsi irto di sfortune, ostacoli e gente che continua a mettermi i bastoni fra le ruote, non potevo assolutamente mancare. Quale migliore occasione di assistere a della buona musica dal vivo per dimenticare per un attimo tutto quanto ed immergersi in un altro mondo, altri mondi, quelli che solo la musica è in grado di sprigionare ed evocare? Essere lì insieme ad altre persone, con le quali magari per timidezza o per chissà quale motivo, non scambierai nemmeno una parola, eppure sentire chiaramente di essere parte di un qualcosa che per tutta la serata ti farà stare tranquilla e a tuo agio. L'occasione è il ritorno in Italia dei tedeschi Imperium Dekadenz per due date in Italia, una a Nimis e un'altra a Biella. Io, che avevo già avuto la fortuna di assistere a un loro concerto nella primavera del 2017, con un dopo concerto che si era rivelato fantastico, forse uno dei più belli della mia vita, per la disponibilità della band di chiacchierare e fare foto (peccato che all'epoca non facevo ancora parte della famiglia di Metallized), ho preso questa serata come un'occasione per prendere una boccata d'aria e rilassarmi un po'.
Non faccio mistero che siano una delle band black odierne che apprezzo di più sia per le tematiche, sia per la capacità di rinnovarsi, ma anche di suonare un black più atmosferico e onirico, più ragionato, oltre che ovviamente per la loro provenienza. Diciamo che dopo lo scioglimento degli immensi Lunar Aurora, hanno preso il posto nel mio cuore.

Venerdì sera, per fortuna, il tempo si era un po' calmato e anche se minacciava ancora di scatenarsi un nubifragio da un momento all'altro, sono salita in auto con il mio fidanzato Simone e ci siamo avviati verso Nimis, un comune di circa 2500 abitanti a circa 20 km a nord di Udine.
Appena arrivati il locale era ancora semivuoto, probabilmente perché tanti stavano ancora rientrando dal lavoro. Così ne ho approfittato per dare un'occhiata al banchetto del merch, e come al solito per mia grande gioia vengo scambiata per una germanofona doc. A fine serata il mio bottino sarà una toppa grande degli Imperium Dekadenz, visto che ho già due canotte e una maglia a maniche lunghe, adesivi, e la t-shirt degli Unviăr, band locale e di recente formazione, ma che sembra promettere bene.

NUCLEAR STORM
Verso le 21, con un po' di ritardo sulla tabella di marcia, fa il loro ingresso sul palco una band proveniente da Udine, i Nuclear Storm attivi dal 2014, che suonano un thrash piuttosto estremo, di scuola tedesca, contaminato da influenze black, con i testi che trattano di storia e soprattutto guerra. L'impressione è in generale positiva, l'energia tanta, ma soprattutto quello che colpisce è l'interazione con il pubblico del cantante Francesco Pesante, invogliando così a informarsi sulla band o almeno sicuramente ad avere un ricordo piacevole dell'esibizione.

UNVIĂR
È il turno degli Unviăr, band anch'essa friulana, il cui nome significa inverno, con all'attivo un EP Faliscjis (trad.Faville) cantato interamente in friulano, pubblicato lo scorso aprile e composto da due tracce della durata di 19 minuti suonate interamente durante la serata. Alla voce e chitarra Daniele Tollon, musicista già inserito ampiamente nella scena underground friulana, essendo anche membro della storica band death Chronic Hate (chitarrista e seconda voce), e questo infatti si percepisce nel cantato molto contaminato da influenze death. Purtroppo, vista la natura della proposta estremamente dilatata, che prevede molti momenti contemplativi, non è facile per il pubblico capire quando finisce un pezzo e comincia un altro, e proprio anche causa di questa formula estremamente atmosferica non ci può essere molta interazione col pubblico, il che mi fa sembrare che non sia molto coinvolto. Da segnalare la giovanissima batterista Giulia Zuliani, che con nonchalance e senza mettersi in mostra fa il suo sporco lavoro, pur con qualche limite.

SEDNA
È giunto il turno dei co-headliner della serata, i SednA, di Cesena in Emilia Romagna. Dopo qualche momento di troppo nel settare gli strumenti, si percepisce che qualcosa non va, e infatti quando si comincia, il cantante e chitarrista Alex Crisafulli annuncia che il batterista non è purtroppo presente alla serata. Nonostante le basi di batteria pre-registrate fossero perfettamente sincronizzate, questo ha fatto inevitabilmente perdere punti all'esibizione, ma a pensarci sarebbe stato molto peggio che l'esibizione non si fosse svolta.
Un'esibizione singolare, scenica e d'impatto, in quanto siamo stati investiti da una nube densissima di fumo scenografico che non ha cominciato a dissolversi fino al momento in cui i ritmi sono improvvisamente mutati. Dopo Alex che si è messo a suonare la sua chitarra con un archetto in modo decisamente straziante, sono stata scossa da un'esplosione di suoni e riverberi meravigliosamente bassi e rallentati a cavallo fra doom e post metal, che mi hanno cullato le orecchie fino a che non ho percepito chiaramente un dolore fisico prendere forma per poi piano piano calmarsi e diradarsi, come il fumo addensato nella sala e credo che questa sensazione non l'abbia percepita solo io. Ed è questa la magia dei concerti dal vivo, poter vivere in prima persona queste sensazioni fortissime, magari perdendo altri dettagli, dall'ascolto del semplice disco. Ma soprattutto l'incantesimo, che col passare del tempo e delle esibizioni fa salire nell'aria un palpabile eccitamento e senso di calore che si innalza sempre più e la tensione diviene fendibile con un coltello. Sì, mi era mancato stare lontano dall'emozione di un concerto e spero che questa sia solo la prima serata di tantissime altre.

IMPERIUM DEKADENZ
Il momento più atteso della serata è arrivato e prontamente mi avvicino quanto più possibile al palco per godermi lo spettacolo in santa pace e cercare di fare qualche foto e video ricordo della serata, anche se non è un'impresa affatto facile, visto che il locale è buio e le luci installate per la serata non rendono facile la visione nitida.
Il concerto comincia con gli strumenti che cominciano a scaldarsi e i musicisti, in particolare Horaz che sono girati di spalle come sono soliti fare per creare più suspance e appunto, per restare in tema, atmosfera. Ad affiancare Horaz al microfono e Vespasian alla batteria ci sono come al solito, alla chitarra e al basso i due fratelli Brüderer, di un'altra band tedesca i Vargsheim e alla seconda chitarra un nuovo misterioso tedesco biondo e riccio mai visto prima.
La cosa più bella di queste serate è il senso di intimità e di distensione che si crea, tanto che prima dell'esibizione si potevano notare gli Imperium Dekadenz tranquillamente uscire e passeggiare tra il pubblico e godersi le esibizioni precedenti. La scaletta della serata ha previsto brani dall'ultimo album Into Sorrow Evermore, che ha amplificato ancora di più il sound atmosferico, arricchendolo di maggior eleganza ed enfasi emotiva. Non mi vergogno a dire che ero totalmente rapita e in estasi dalle vibrazioni sprigionate, ma soprattutto contenta che la scaletta fosse incentrata sugli ultimi lavori When We Are Forgotten e Into Sorrow Evermore, che sono gli album che hanno permesso loro, anche probabilmente per il passaggio totale al cantato in lingua inglese e un rinnovamento ed evoluzione del sound di ampliare il pubblico, anche se ammetto che non mi sarebbe dispiaciuto anche un pezzo da Dis Manibus, album meraviglioso dedicato alla storia antica dell'Italia. Aue Der Nostalgie è riuscita a placare la mia anima assetata di sangue e romanticismo tedesco, un classico ormai della band che risale al 2013. Per concludere in bellezza il ripescaggio di una chicca The Night Whispers To The Wise, che sinceramente non mi aspettavo, mi aspettavo in conclusione un pezzo più di impatto ed infatti dopo il finto fine concerto e finto ritiro, il bis ovviamente già preparato di Schwarze Wälder, il loro cavallo di battaglia dei primi tempi, direttamente dal debutto ...Und Die Welt Ward Kalt Und Leer. Mi ha esaltato non poco l'annuncio di Horaz, che ha urlato dal palco il titolo! Che dire il cantante sa tenere il palco in maniera perfetta, muoversi con disinvoltura, forse anche grazie all'imponenza e ad un certo orgoglio tutto teutonico e incitare il pubblico quando serve, oltre a salutare e ringraziare in italiano. Alla batteria Vespasian, è come al solito terremotante ma meticoloso come lui sa fare per tutta la durata del concerto; mi sono piaciute tantissimo le due maschere presenti sulla copertina dell'ultimo album, appese ai lati dello strumento. Il chitarrista Bastian Brüderer bravo a sostenere Horaz alla seconda voce, le sezioni strumentali perfette, sorrette da un'acustica perfettamente bilanciata, anche se purtroppo (o per fortuna) essendo troppo vicino al palco, in alcuni momenti i suoni mi giungevano un po' impastati e confusionari.
A fine concerto, un po' dispiaciuta, ma allo stesso tempo irradiata dentro da una bellissima esperienza, mi sono avviata a malincuore fuori dal locale: era molto tardi, il tempo di qualche acquisto e purtroppo non mi sono potuta trattenere oltre.

SETLIST IMPERIUM DEKADENZ
1. Trauma
2. Bis Ich Bin
3. Aue Der Nostalgie
4. Aurora
5. Transcendence
6. Awakened Beyond Dreams
7. Memories…A Raging River
8. The Night Whispers To The Wise
10. Schwarze Wälder



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