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27/07/24
DIVINE METAL FEST 7
ALTERNATIVE, C.DA ULIVETELLA - MONTENERO DI BISACCIA (CB)
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Order from Chaos - Stillbirth Machine
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21/01/2017
( 1895 letture )
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Nacquero nel 1987 a Kansas City, Missouri, gli Order From Chaos, una delle formazioni statunitensi che maggior importanza nell’approfondire l’incontro tra due generi che all’orecchio non potevano che suonare distinti: emergendo dal background thrash più imbastardito dall’estremo, sviluppando quindi affinità con la scena death metal e raccogliendo poi l’asprezza musicale e la visione semi-mistica del black metal, gettando così le fondamenta per un ulteriore impenetrabile accoppiamento esoterico. Le origini del gruppo sono da ricercarsi sotto il segno di Bathory, Venom, Hellhammer/Celtic Frost e primi Voivod: per questo il debutto Stillbirth Machine (e a maggior ragione i demo che lo precedono) è ancora pregno di quell’anima metallica indomita dello speed metal infernale, e non sarà raro trovarci qualche macchia di punk. Negli anni in cui fu composto e registrato, vale a dire tra la fine degli anni ‘80 e la primavera del 1991, l’underground di tutto il mondo assistette ad una massiccia sommossa di estremismo accecato, che portò alla nascita di una forma primordiale di metal propriamente estremo, che ibridava black metal, death metal, thrash, grind e ancora doom: differenziandosi tuttavia tra loro, si videro emergere negli stessi anni Beherit, Blaspemy, Sadistik Exekution, Nuclear Death, Grotesque, Carbonized, etc. Gli Order From Chaos avevano evidenti caratteristiche in comune con ciascuno dei gruppi prima citati, seppur non somigliando propriamente a nessuno di questi nello specifico. Le influenze del thrash teutonico, nella sua essenza un’estremizzazione dell’hardcore, sfumavano nei caratteri del deathrash di fine decennio, raccogliendo l’eredità di Sarcofago, Slaughter Lord, Morbid, Treblinka: i tempi veloci, il drumming punkeggiante, le vocals rabbiose, lo shredding continuo e la sensazione di declino e angoscia. Ma il suono degli Order From Chaos passava nei primi anni della demo-era attraverso l’inferno musicale del death metal statunitense nella sua fase più embrionale, tanto che arrivati al loro primo full, è quasi impossibile non vedere punti di contatto con Necrovore, Possessed, primi Morbid Angel, Mantas, Master/Death Strike: ritmiche più serrate, strutture dei pezzi più articolate rispetto alle coordinate musicali prima citate, cambi di tempo non infrequenti. Il quadro è completato dal gusto chitarristico singolare dell’axeman Chuck Keller (proficiente compositore, oltre che in Order From Chaos, nel suo progetto Volpecula e attualmente negli Ares Kingdom, gruppo retro-thrash/black), che non solo segue pattern piuttosto imprevedibili considerato il genere, ma dimostra un piglio melodico ispirato e saldamente ancorato ad un background heavy, come emergerà costantemente nella sua carriera. L’accezione di black-oriented, parlando di Stillbirth Machine, è quella ancorata alla primogenita definizione, antecedente a quella di matrice scandinava che da metà anni ’90 avrebbe monopolizzato l’immaginario collettivo. Certo, le vocals in scream fortemente riveberate, le chitarre taglienti ed impostate sulle medio alte, l’iconografia sinistra e il taglio mistico dei testi di un Pete Helmkamp ai suoi blasfemi esordi (prima della nascita degli Angelcorpse, della sua permanenza nei Revenge) sono certamente da riconoscersi tra le coordinate tipiche del genere. Il drumming di Mike Miller (anch’egli oggi negli Ares Kingdom) è di fatto ancora molto ottantiano, per quanto tecnicamente all’altezza del disco su cui figura, ma il blast non viene impiegato, ad esempio, piuttosto sarebbe più facile permettervi di immaginarlo paragonandolo a quello dei Voivod di Rrroooaaarrr: sobbalzante, irrequieto, imprevedibile, impietoso sui piatti e mai stancante, ma ancora parecchio metal-punk, se intendete passarmi il termine. Passare alla disamina di ciascun pezzo sarebbe decisamente tediante, soprattutto contando il fatto che si tratta di un ascolto di limitata durata, ma estremamente intenso e che facilmente cattura l’attenzione, sia per il suo carattere irrequieto che per la non trascurabile facilità con cui i pezzi fanno presa sull’ascoltatore (cosa non esattamente scontata per il genere) – spero quindi che vi ritroverete con la disamina, ascoltandolo per la prima o ennesima volta. Come per molti, diciamo troppi album di estrazione underground, anche la release di Stillbirth Machine ha una storia un po’ travagliata. Sebbene fosse stato registrato tra l’aprile e il maggio 1991, fu rilasciato soltanto nel 1993 dalla Wild Rags, benché l’etichetta avesse troncato i rapporti con la band nel novembre del 1992. Così, contemporaneamente, fu pubblicato anche dall’etichetta greca Decapitated Records, in una versione che differisce da quella della Wild Rags per artwork e layout, oltre a contenere numerosi errori di battitura, ed è infatti considerato un bootleg dalla band. Le uniche ristampe ufficiali sono quindi quella dell’Osmose del 1998 in CD (che include anche l’ottimo demo Crushed Infamy) e quella di Nuclear War Now! circa 10 anni più tardi, in vinile. Inutile dire che se ne voleste una copia, qualche ricerca attenta è indispensabile.
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5
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Magnifico album! Gli Order From Chaos sono tra le varie band americane (ma anche in generale) a meritarsi seriamente l\'appellativo di \"culto\". Una band davvero UNICA nella scena underground death/black, che è riuscita, nonostante tutto, ad influenzare anche varie band venute negli anni seguenti. Fautori di un sound davvero particolare, dove al thrash/black ottantiano di nomi come Bathory, Sodom, Celtic Frost, Voivod, univano un\'irruenza death metal tutta particolare. Questo album probabilmente è il mio preferito, anche se compositivamente il must lo raggiungeranno col terzo! Comunque qui ci son pezzi come \"The Edge Of Forever\", \"Iconoclasm Conqust\", \"Forsake Me This Mortal Coil\" e \"Blood And Thunder\" che sono gioielli della loro produzione. Ma comunque l\'intero album in sè è un piccolo capolavoro della scena estrema americana dei primi anni novanta! |
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4
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L'unico disco della band che mi piace e l'unico prodotto di Pete e Chuck che ritenga un lavoro di alta qualità, dopo hanno rilasciato buone cose sia gli Angelcorpse che gli Ares Kingdom, ma questo è esaltante. |
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3
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L'unico disco della band che mi piace e l'unico prodotto di Pete e Chuck che ritenga un lavoro di alta qualità, dopo hanno rilasciato buone cose sia gli Angelcorpse che gli Ares Kingdom, ma questo è esaltante. |
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2
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Avevo dei loro dischi ai tempi. Sempre trovati di una mediocrità assoluta. Che poi siano "cult" e' un altro mistero. Dopo de gustibus... |
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1
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Uaooo...questo si che e' un ripescaggio! Album bello marcio e grezzo che ha fatto scuola insieme ad altri in quel calderone Black-Death-Thrash che poi e' andato in voga successivamente. Purtroppo la produzione e' quello che e'...Da sottolineare che dalle loro ceneri sono nati un altra ottima band Death come gli Ares Kingdom se non sbaglio.. E hai fatto bene a nominare gli Angelcorpse, altra band da ri-recuperare ( anche perché ricordo che una volta c'erano le recensioni). Voto mio a questo 7,5 pero' non di piu..il 9 lo lascio per altri album meglio riusciti nel genere, ma per "storia" non si discute. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Aion 2. The Edge of Forever 3. Power Elite 4. Iconoclasm Conquest 5. Forsake Me This Mortal Coil 6. Stillbirth Machine 7. Blood and Thunder 8. As the Body Falls Away
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Line Up
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Pete Helmkamp (Voce, Basso) Chuck Keller (Chitarra) Mike Miller (Batteria)
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RECENSIONI |
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