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27/07/24
DIVINE METAL FEST 7
ALTERNATIVE, C.DA ULIVETELLA - MONTENERO DI BISACCIA (CB)
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Dead Congregation - Graves of the Archangel
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17/03/2018
( 2159 letture )
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Compie già dieci anni il debutto che indubitabilmente ha consacrato una delle band più apprezzate nel panorama death metal del nuovo millennio – e si sta parlando di death metal vero, suonato e composto con maestria, lontano dai trend che inconsapevolmente avrebbe settato, oscuro, che non dà tregua. I Dead Congregation con questo disco mettono d’accordo tutti, perché in questo Graves of the Archangels c’è tanto death metal anni ‘90, sublimato da un compositore che deve averne ascoltato ad oltranza e poi suonato con l’approccio tecnico del decennio successivo.
Se da una parte penso che il lavoro di Anastasis su questo disco, in termini di riff, sia tra i migliori nella storia del genere per l’efficacia delle idee e la puntualità di realizzazione dell’arrangiamento più funzionale, dall’altra sono praticamente certo che la sezione ritmica degli Inveracity abbia avuto il suo peso nel rendere questo disco il capolavoro che è. Prendete pure Diabolical Conquest ed Here In After (non sono due titoli scelti con leggerezza, ma confronti ben ponderati), direte che la lezione qui è stata appresa: avete tanto la tensione che accompagna i crescendo degli Incantation, quanto l’attenzione degli Immolation alla costruzione ritmica e melodica del riff e delle sue armonizzazioni, avete la loro stessa atmosfera cupa attraverso cui la luce non filtra. Ora però permettevi di aggiungere una batteria che non vi dia tregua per velocità, intensità, per il modo in cui ogni fill chiude magistralmente sia il discorso ritmico della chitarra che quello melodico e strutturale del pezzo.
Impossibile ascoltare un disco come Extermination of Millions, il secondo e ultimo, eccellente, full-length degli Inveracity (stilisticamente molto vicini a Deeds of Flesh e Suffocation), e non accorgersi del talento tecnico e del gusto del batterista Vangelis – mentre meno banale potrebbe essere considerare quanto forte è la sua impronta stilistica su Graves of the Archangels. Sull’EP di debutto dei Dead Congregation – Purifying Consacreted Ground, di tre anni più vecchio, pare ancora più aggressivo e impietoso, ma la prestazione sul full è da premiarsi per la netta maturazione e per un contributo più omogeneo e meno invasivo: un tale apporto ritmico è magistralmente sfruttato a vantaggio di un disco che come ogni album death metal di matrice novantiana è chitarristico in primis, e tale vuole rimanere (basti anche sentirne il bilanciamento dei volumi).
Il punto di forza di questi pezzi sono e rimangono i riff, tanto accuratamente scelti da sbalordire. Lontano sia dalla semplicità che dalla facile fruibilità, il punto di equilibrio dei pezzi di questo album si sposta tra frequenti evoluzioni ritmiche senza mai accusare segni di cedimento, senza che l’incedere delle composizioni si affatichi, benché non riconoscerete troppe ricorrenze nella loro struttura. E sempre a proposito delle chitarre è da promuoversi a pieni voti la scelta di un taglio medio-basso molto arioso, che sacrifica parte della chiarezza delle frequenze più alte e parte della pesantezza delle frequenze più basse (che ritornano protagoniste sul successivo Promulgation of the Fall, anche in virtù di un rinnovato approccio stilistico). In entrambi i sensi Graves of the Archangels si distacca dal trend del tempo e inaugura la tendenza di quel filone di death metal odierno che privilegia la componente di “canto” (passatemi il termine) delle chitarre.
Il tutto è confezionato con l’estetica (in senso ampio) che concerne ad un disco death metal purosangue come questo. L’unica idea che ci si più fare è che sia stato pensato e realizzato da musicisti che respirino l’essenza di questo genere fino a dosi da assuefazione perché un’opera così ben architettata risulti un prolungamento a tal punto naturale ma puro, necessario ma nuovo, di un sentimento di morte allora ormai più che ventenne.
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6
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Senza dubbio uno dei migliori dischi di death metal usciti dopo il 2000 |
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5
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La Martyrdoom lo ha recentemente ristampato. Lo si trova da loro sia in digi che jewel. Bella bomba! |
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4
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Di questa band ho solo un mini. Mi piacerebbe recuperare prima o poi anche i due album. Sono davvero bravi. |
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3
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Uno dei più bei dischi estremi da 10 anni a questa parte. Voto 94 |
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2
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Davvero bello, mamma mia che mazzata sto disco! Giusto il voto. |
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1
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Grande band, grande disco...Ho faticato a trovarlo ma ne è valsa la pena. Death metal con i controcazzi, band da non perdere per chi ama il genere. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Martyrdoom 2. Hostis Humani Generis 3. Morbid Paroxysm 4. Vanishing Faith 5. Voices 6. Graves of the Archangels 7. Subjugation 8. Source of Fire 9. Teeth Into Red
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Line Up
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A.V. (Voce, Chitarra) A.A. (Chitarra) T.K. (Basso) V.V. (Batteria)
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RECENSIONI |
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ARTICOLI |
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