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11/05/24
NWOIBM FEST VOL VI
DISSESTO CULT, VIA DEL BARCO 7 - TIVOLI (RM)
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05/07/2018
( 1914 letture )
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Non succede sovente di mettere su un disco e apprezzarne freschezza e solidità, sin dal primo solco. Con i Lipz accade tutto ciò, e più si procede nell’ascolto e più si scoprono dettagli positivi. Chi sono mai questi pazzi nordici con il face-painting in pieno 2018? La storia del combo vede le sue origini nel 2011, quando i fratelli Klintberg, Alexander (voce, chitarra) e Koffe (batteria), decidono di fondare una nuova band insieme al loro migliore amico Conny Svärd (Chitarra). Il trio inizia subito la ricerca di un frontman adatto al progetto, ma dopo alcuni tentativi falliti, Alexander decide di prendere posto dietro al microfono, rivelandosi immediatamente l'uomo giusto. Con questa formazione, il terzetto glam entra in studio per iniziare le registrazioni del proprio materiale. Il primo singolo Ghost Town vede la luce nel settembre del 2012, seguito tre anni dopo dal EP Psycho. La ricerca infinita di un bassista da inserire in pianta stabile, rallenta il processo di realizzazione del primo full-length album in studio, che richiede un triennio per essere finalmente completato, con Alexander ad occuparsi del basso in sala d’incisione. Ed ecco il debutto pronto, titolato Scaryman, formato da 9 tracce più un intro, edito dalla Street Symphonies Records. L’entusiasmo del label manager Stefano Gottardi è palpabile:
Dal 2008 anno di fondazione dell’etichetta, non abbiamo mai abbandonato la ricerca nel sottobosco glam/sleaze di giovani e promettenti band in possesso di un buon prodotto discografico, giusta attitudine e bella immagine, un’osservazione costante. Nel 2011 ci siamo imbattuti per la prima volta nei Lipz, erano ancora un po’ acerbi, ma oggi sono fra i pochi giovani esponenti del movimento, a risultare credibili: i ritornelli, il look e un mix di teatralità e follia che, ascoltando le loro canzoni, riesce a catapultarti indietro nel tempo.
Vero che le etichette devono vendere al meglio il proprio prodotto e spesso ingigantiscono metafore e paragoni, per gli svedesi in questione, invece, le parole riportate, fotografano fedelmente l’essenza della band. Look killer, perizia musicale ed esecutiva di prim’ordine e una costruzione/scrittura dei brani di sicuro livello. Il gruppo, infine, ha perfezionato il proprio organico, inserendo alle quattro corde il platinato Chris Y, ragazzo brasiliano, trapiantato in Svezia. The Awakening è l’intro, poi si comincia subito a fare sul serio con la titletrack, Scaryman, primo singolo editato, che risulta un coacervo di cori che squarciano l’aere, strumenti tirati a lucido, ritmica sostenuta, un cantato graffiante e una registrazione con le giuste dinamiche senza eccedere in pulizia, sustain e ipertrofismi da studio: un sound bilanciato che pervade l’intero disco, ottimale la chitarra solista incastrata tra ritornello e coralità virili, bella alabardata senza fronzoli. Star fila via granulosa e poderosa nel chorus, fatto di melodie, orecchiabilità e potenza, break d’atmosfera con il basso in evidenza e solismo sofferente della sei corde, altra botta da kappaò, Get Up On The Stage sfiora produzioni hard de luxe, con una song di rock duro senza compromessi, che dimostra ancora una volta come i Lipz sappiano scrivere musica d’impatto e di estrema piacevolezza. Ottimo l’assolo delle due asce che s’intersecano. Fight è molto settantiana nel riff iniziale e ricorda un pochino i Kiss, periodo Rock And Roll Over, ma la conduzione del pezzo non è derivativa anche se la carica delle ultime leve nordiche nel genere si appalesa, con spessore e ascendente strumentale. Get In On, secondo singolo, dotato di un video live in studio, riporta alla memoria l’inizio dell’epopea glam rock di Los Angeles nei primi anni ottanta, scampolo impreziosito da cori ficcanti che determinano l’andatura del pezzo impregnato di compattezza e quadratura della line-up, solismo delle chitare tiratissimo e asfaltante. Falling Away conferma le qualità della band, dall’alto di un brandello mai banale, un gran lavoro delle guitar e le coralità che elevano lo scheletrato, Tick Tock pesta sul pedale del gas senza ritegno, reticolato di chitarre circolare e un inciso energetico e magmatico, con coralità immancabili e scuotenti, un vero e proprio marchio di fabbrica del ensemble. Siamo al terminare del disco; Trouble In Paradise mostra la pacca batteristica di Koffe K, un cantato deragliante che travolge anche gli scettici di Alex K, il resto esplode letteralmente negli ampli con un solo fischiato e arrapante, chiude l’acustica Everytime I Close My Eyes, una buona traccia fatta di romanticismo ma anche di piglio rock senza smielature superflue.
I Lipz sono realmente una bella sorpresa nel panorama, un combo coeso, che suona bene, tecnicamente di livello, e soprattutto non sono cloni di nessuno: troppo spesso accade che i giovani virgulti si appoggino a idee già ampiamente cavalcate nelle decadi. Il loro background proviene dagli anni 70-80 e non potrebbe essere altrimenti, quello è il periodo aureo del glam rock, ma il complimento più bello che gli si può affibbiare è una sorta di originalità e grande personalità nel comporre sullo spartito, e i solchi di questo disco lo testimoniano senza oscuri dubbi. I ragazzi truccatissimi suoneranno il 15 luglio a Cremona, nel neonato Luppolo in Rock festival, di supporto agli Headless di Goran Edman, e ai mitologici D-A-D come headliner: questa sarà la loro prima data italiana, con nomi nei tre giorni di festival come Primal Fear e Geoff Tate tra gli altri. Un’occasione per vedere la loro carica live, che si sprigiona selvaggiamente sin da questo Scaryman. Un debutto di lignaggio, una band che farà parlare molto di sé, ma che già oggi tiene altissima la bandiera del glam e del hard rock. Lipz, segnatevi questo nome con il rossetto.
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visti al luppolo rock a cremona.....mmmm....poco convincenti perche' troppo acerbi...in piu' dal vivo non hanno tiro...distanti anni luce ad esempio dai crashdiet al tempo del debutto!!!....a mio avviso una band si dovrebbe sempre vedere prima in sede live...tutti son buoni di fare discreti cd da studio oggi giorno!!!...cio' non toglie che abbiano margine di crescita per il futuro!!!! |
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Come dicevo è tutta una questione di approccio. Se uno prende delle sonorità e la rende proprie, allora mi sta tutto bene, se uno crea qualcosa di citazionistico e basta non mi va giù. Il look non conta? Per me conta abbestia proprio. Fondamentale, se c'è. Se non c'è tampis... |
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@Metal Shock, ma io invece non penso proprio di sbagliarmi... questi hanno un look Visual Kei, che seppur fosse ispirato a quello Glam/Hair delle band Americane comunque era diverso, più effimminato e fine se vogliamo... penso ai Malice MIzer della Gackt era o primissimi Dir en grey.
Poi... per me questi sono derivativi, lo sono anche i Reckless love in maniera minore e più personale e i Crashdiet e i Buckcherry sono riusciti a diventare sempre più personali riprendendo si una cosa anni 80 ma facendola anche in modo moderno di volta in volta. |
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Ah, e tra l'altro mi sembra che Area ha detto una cosa leggermente diverse e cioè che questa musica è furori tempo massimo, "é roba uscita nel periodo giusto" le sue parole, ma lo sono allora anche i Reckless Love, i Crashdiet i Crazy Lixx e compagnia andante, nel suo ragionamento tutto oggi è passato quindi mi dovrei fermare al 1990 giusto? Per quel che serve questa band ha preso discreti, buoni voti da tante parti così scadenti non mi sembrano. Poi ripeto, non piace e ci mancherebbe!! |
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Lasciando perdere Vox, Galilee io non parlo di questo gruppo in particolare, ma del fatto che tu hai scritto che un disco oggi contiene le stesse linee melodiche di trent'anni fa, anche i gruppi da te citati lo fanno da anni, quindi la differenza dov'è??? Sempre linee saccheggiate sono giusto?? Lascia perdere il look, quello che conta è la musica, tutti i gruppi che hai citato sono derivativi, quindi allora se sono derivativi ma piacciono a te, giustamente i gusti non si discutono, va bene, se lo sono ma non piacciono sono ridicoli?? Ma la cosa potrebbe valere per chiunque, quindi magari di dire che sono ridicoli basterebbe dire che non piacciono giusto. Poi, ripeto ognuno la pensa come vuole, ma i Crazy Lixx al primo disco furono tacciati di copie dei Guns da tanti, quindi come vedi tutto il mondo è paese. |
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@ Galilee.. per cortesia non discutere con metal shock.. lui e' piuttosto permalosino... |
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Eh si, concordo. Voto 10 e lode al commento 15. Come ho scritto è in parte questione di "genere", nessuno chiede di reinventare la ruota, la differenza la fanno "dettagli" come songwriting, talento, voce, abilità strumentale, presenza scenica non ridicola...questi a parer mio sono indifendibili |
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Tu dirai son gusti. Certo ma quando ascolto un gruppo non devono venirmi in mente altri 100 pezzi e nemmeno guardando una band devono venirmi in mente le mutande di Nikki sixx. Ognuno dovrebbe saperci mettere dei suo. Ovvio che 30 anni dopo è più difficile, ma si può. Visto che alcuni ci riescono. Il risultato finale è figlio di un mix ben calibrato di ingradienti. |
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Il fatto è che sembra che tu faccia di tutta l'erba un fascio. Butti tutti nello stesso calderone. Invece la differenza sta nel talento. Qua siamo lontani anni luce. Per ora. |
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Ti ripeto c'e modo è modo di fare revival. I Reckless love hanno una produzione moderna, un songwriting superiore, un Olly che vocalmente spacca di brutto, una presenza scenica come pochi, una strizzata al pop di oggi, e un' immagine piu classicamente rock n roll o da ragazzi californiani senza tempo. Non sono 4 tizi che sembrano catapultati in sala prove con le mutande di Nikki Sixx in testa e la gonnellina delle baby metal. Qualunque gruppo nordico che ha avuto successo negli ultimi anni in questo genere o in qualcosa di simile se l'è meritato. Dai Reckless love ai Crazy lixx , al Babylon bombs ai Crasdiet. Tutte queste band hano scritto pezzi memorabili con una loro personalità in un genere di 30 anni prima. Questi Lipz sono ridicoli confrontati alle band sopracitate. In tutto. A partire dal look. |
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@Area: innanzitutto sul look sbagli, perché furono le bands di Visual Kei ad essere ispirate dal look glam, X Japan in primis, quindi è il contrario di cosa dici.
Secondo, e rispondo a Galilee, in base a quel che dici io per glam, sleaze o hard rock in generale, ma anche thrash ed heavy metal classico dovrei fermarmi ad inizio anni 90' o giu di lì perché tutto quel che è venuto dopo è derivativo (ma poi Galilee tu apprezzi i Reckless Love che sono anche loro derivativo, quindi???). Quindi se devo ascoltare qualche gruppo che non conosco dovrei andare a cercare qualche band sconosciuta del periodo, solo perché sono gli anni giusti, mentre oggi sono fuori tempo massimo i gruppi che fanno musica ispirata a quei anni?? Ma cosa cambia, se esce nel 1988 o nel 2018?? Poi Galilee, riff e melodie erano già stra usate in quei anni, ma allora aveva senso oggi no, non capisco il nesso sinceramente. Quindi se oggi uscisse un disco del livello di Appetite sarebbe derivativo e da escludere a prescindere?? Io questo non lo capisco: se un disco è bello, e qui ovviamente si parla di gusti personali, anche per questo gruppo, cosa cambia se esce negli anni ottanta od oggi?? In pratica oggi non ascolterei più niente di nuovo, niente Ghost o The Night Flight Orchestra, ma mi fermo a Use your illusion???
Se non piace questo disco è un conto, ma certi discorsi mi sembrano anacronistici. |
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Se devo dirla tutta ho amici che suonano in band hadrock decisamente migliori...😉 e che non si caca nessuno. Per modo di dire... Ma piuttosto di spendere i soldi in un prodotto così derivativo, preferisco supportare qualche band italiana, magari meno considerata dal media ma musicalmente superiore. |
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Ho sentito le 3 canzoni presenti sul tubo, e devo dire che concordo in gran parte con Galilee. Gruppi cosi hanno possibilità di emergere/stupirmi oggi o per un songwriting di livello superiore, pur restando nell'ambito circoscritto del genere, oppure per qualità individuali fuori dalla norma. Qua non trovo ne l'uno ne l'altro aspetto. Sono un gruppetto discreto, inoffensivo, purtroppo devo dire che non spenderei mai i miei soldi per un gruppo del genere. Ovviamente IMHO |
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Si e aggiungici pure che qualcosa di completamente nuovo e' pura utopia, sia nelle diverse diramazioni del metal, sia a musica fuori del range metal, secondo me puoi solo reinventare sulla scorta di cose già fatte |
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Vedi metal shock, lo stesso disco uscito 30 anni dopo non è la stessa cosa. Perché quella linea melodiche e ritmiche sono state saccheggiate. 30 anni prima no. Come dico c'è revival e revival. Questo per come la vedo io, è di serie c. Ognuno ha il suo approccio con la musica. |
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@jaw, beh ma questo é ovvio...
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Ma non mi farei troppe menate, ci sono gruppi che sono legati alla tradizione e non cambiano, una volta c erano i Ratt oggi ci sono gli heat, cambiano un po' i suoni ma sempre hard melodico e' ed il look puo' essere piu o meno sofisticato. Stessa cosa per il Black o altro. Piu che altro leggevo una intervista a Bob Rock: le canzoni sono buone o no? |
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@Metal Shock, Ma vedi... io oggi vedo gente che suona e si veste come negli anni 80... io non ci vedo la personalità in tutto questo.
Questi tizi della recensione come ho già commentato nel primo post a me sembra che abbiano un look ispirato alla scena Visual Giapponese ma suonano come i gruppi anni 80 Americani... ho anche ascoltato qualcosa e mi sembrano derivativi, volutamente non moderni.
Se fosse uscito all'epoca sarebbero potuti essere delle superstar o forse no... chi può dirlo? Di sicuro sarebbe stata una gran cosa per loro esserci al tempo.
Ah infine... un disco di 30 anni fa e quindi venuto fuori nel momento in cui il genere spopolava oggi funziona ancora perché o é un classico oppure perché magari non é un classico ma é invecchiato bene... però appunto é roba uscita nel periodo giusto. |
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@Galilee e Area: una domanda: ma se questo disco fosse uscito nel 1985 come lo avreste commentato? Perchè al di là del look, che c'entra zero con la musica, un disco di quel periodo è grande e oggi, trent'anni dopo, magari no? Erano già derivati allora tanti gruppi come oggi, la differenza? |
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Per me qualsiasi genere del passato può avere senso anche oggi, se al tutto ci si aggiunge un po di personalità e una contestualizzazione che lo renda al passo coi tempi. Tutti i gruppi fotocopia ai quali ti riferisci tu possono anche estinguersi per i miei gusti. Ma visto che è molto piacciono è giusto che ci siano. |
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@Galilee, si sono d'accordo, così come non ha senso per me ancora isnistere col black e il death e parlare della solita roba... questi qua sono simili a quei gruppi thrash di adesso che si vestono e suonano anni 80 e pretendono di esserlo. |
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Troppo derivativi , troppo ridicoli, bocciati in tutto. Anche se le canzoni non fanno proprio così schifo. Comunque è parer mio non ha senso far musica così oggi, ma proprio zero. |
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Gran bel disco di esordio di questa nuova formazione scandinava. Nove canzoni di puro glam, pizzico di hard rock, che risulta essere uno dei migliori del genere in questa annata. Il disco decolla con Star e sopratutto da Fight in avanti dove la band tra ottimi riff, grandi cori e buonissimi assoli riesce a tirare fuori canzoni che prendono subito. Un'altra band da aggiungere alla New Wave of Scandinavian Hair Metal. Voto 80 |
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Mai sentiti... a vederli mi sembrano un mix tra i gruppi Visual Giapponesi e i Kiss...
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INFORMAZIONI |
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Street Symphonies Records
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Tracklist
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1. The Awakening 2. Scaryman 3. Star 4. Get Up On The Stage 5. Fight 6. Get In On 7. Falling Away 8. Tick Tock 9. Trouble In Paradise 10. Everytime I close My Eyes (Acoustic Version)
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Line Up
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Alex K (Voce, Chitarra) Conny S (Chitarra) Koffe K (Batteria)
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RECENSIONI |
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