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10/05/24
TRICK OR TREAT + NANOWAR OF STEEL
URBAN - PERUGIA
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( 4205 letture )
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SEMPLICITÀ
semplicità [sempliʧi'ta] s.f.inv. sf l'essere semplice; naturalezza modestia, schiettezza, ingenuità
La semplicità è un'arma a doppio taglio, specialmente in musica. Essere semplici in musica significa -talvolta ingiustamente- essere bollati come poco originali, tradizionalisti, stilisticamente poco impavidi o -ancor peggio- commerciali. Il fulcro della questione è proprio questo: quando finisce il raggio d'azione della genuina voglia e bisogno di creare un prodotto artistico degno di tale nome, e, quando -invece- inizia la pura speculazione economica? Da affiancare a questo cardinale quesito c'è almeno un fattore fondamentale da considerare: la credibilità dell'artista. Siccome né la genuinità di un prodotto, né la credibilità di un artista si può misurare o quantificare, ci si deve un po' lasciar guidare dal proprio istinto e dai propri gusti. Proprio questi ultimi, però, potrebbero condurvi in un vicolo cieco; una galleria degli specchi dove tutto è uguale, dove in tutte le direzioni si continua a vedere sempre la stessa immagine -magari distorta o alterata- ma pur sempre la stessa immagine. Perché? Perché l'uomo ha bisogno di certezze. Quante volte torniamo ad ascoltare un disco che conosciamo pressoché a memoria? Quante volte torniamo a leggere un passo di un romanzo che ci ha colpito? È sempre stato così e continuerà ad essere sempre così fino a che l'uomo sarà su questo pianeta. Questa tendenza dell'uomo a privilegiare il noto all'ignoto -tendenza che peraltro governa le leggi del mercato musicale- va prepotentemente a cozzare col lato più d'avanguardia della musica. Purtroppo però, oggi la critica tende a scorporare le due correnti, troncando di netto la prima e promuovendo trionfalisticamente la seconda. Spesso un prodotto di avanguardia resta tale e non lo si può certo definire un bel disco, quadro o libro che sia. In realtà, non esiste una musica di consumo e una d'avanguardia. Esiste la musica, e non un prodotto di serie A e uno di serie B. Un album non viene concepito mai nella mente di un musicista per appartenere a una delle due categorie. Questa artificiosa polarizzazione è frutto della critica, che molto spesso -per comodità- tende ad esaltare oltremodo questa tendenza.
La causa di questa tediosa riflessione è stata l'uscita del secondo album di Andre Matos, Mentalize. Il cantante brasiliano è già tornato sulle scene dopo due anni dal debutto Time To Be Free. voglio subito invitarvi a leggere la bellissima intervista a Matos (clicca qui) dal nostro Khaine; intervista che ha ispirato il mio incipit e soprattutto ha ampiamente parlato della genesi del disco e dei testi, prevalentemente ispirati alla fisica quantistica. Per cui vi rimando a quella lettura per sapere tutto ciò che c'è da sapere su Mentalize. Quello che Matos ha evidenziato è stata proprio la spontaneità maggiore di questo platter rispetto al precedente. Un aspetto che non mi avevo inizialmente colpito, salvo poi ricredermi dopo qualche altro ascolto più approfondito. Quello che traspare fin dall'inizio da Mentalize è il maggiore affiatamento dei componenti del gruppo, non più strumentisti nella loro dimensione individuale ma, finalmente, una vera e propria band.
Al solito però, questa tendenza alla semplicità rischia di sconfinare nel già sentito, e la voglia di premere stop diventa quasi sempre inarrestabile. Come al solito, credo che la verità stia nel mezzo. Mentalize non è un disco rivluzionario, non passerà certo alla storia. Ma non potrebbe nemmeno passare del tutto inosservato se amate queste sonorità. Sono convinto che fino a quando esisterà questa musica, Andre Matos avrà sempre qualcosa da dire. È così che l'incipit di Leading On vi farà rizzare le orecchie; le aperture melodiche di I Will Return vi porteranno a cantare il ritornello in men che non si dica; Shift the Night Away e Back to You vi colpiranno per l'eleganza e che le contraddistinguono, pur esprimendola su ritmi decisamente opposti: veloce la prima, una ballad la seconda. La title track vi farà battere il piedino dopo un solo ascolto al pari di The Myriad e Mirror of Me. Struttura leggermente più ardita quella di When the Sun Cried Out, e a conti fatti posso dire che sia una delle migliori del disco. La velocissima e inflazionata Powerstream chiude il disco, risultando coinvolgente nel refrain, ma eccessivamente 'dejavuistica'. Ed è proprio questo il sapore dominante che vi resterà in bocca dopo diversi ascolti di Mentalize. Restano comunque una manciata di ottimi pezzi, e altrettanti decisamente più derivativi sui quali Andre Matos e co. avrebbero potuto lavorare di più.
Prima di chiudere, permettetemi di citare A Lapse In Time, due minuti e mezzo di assoluta poesia.
I've never been The ordinary man The world begin Like every story does my friend
I won't come down To where i was back then And nice mirage of love Has matter single in my heart, my friend
But when the white fog descends Over the meadows of light And when the milking way descends And shatters the meadows of light It's time to stand up, stand up and walk Walk all alone, down the same road
I could feel again Cause i long for the answers lost And i'd change everything If i could have a lapse in time
And i could feel again Before going insane for good I would change all mistakes of mine With just a lapse in time
clicca qui per ascoltare la canzone.
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10
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Riascoltato dopo molto tempo e lo trovo ancora un ottimo disco,certo non l'apice toccato quando era negli Angra o quando registro' quel gioiello di Ritual con gli Shaman ma personalmente lo trovo melodico e bello tosto allo stesso tempo. voto 80! |
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9
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Album di una mediocrità sconvolgente. Carriera solista di Matos in caduta libera. |
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8
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Mike T. dice cose molto sagge, e condividiamo il medesimo auspicio. |
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7
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Secondo me, negli Angra come nei Queen, la vera magia c'era quando erano tutti insieme...May da solo e lo stesso Freddie non hanno mai toccato gli apici dei Queen quando componevano assieme...La stessa cosa per Andre, Kiko, Rafael, Luis e Ricardo... Questo è un buon album perché Matos è Matos, ma personalmente spero che si riunisca presto all'altra metà della mela. |
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6
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A me è piaciuto molto....non scorderò mai la prima volta che senti la sua voce con gli angra...cosi potente...cosi melodica....sarò un nostalgico,ma tuttt'ora la sua voce mi conquista e quest'album è un'ottimo esempio di maestria vocale....bravo andrè... |
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5
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Buon disco...ma niente di superlativo |
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4
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Ottimo disco. Matos non si smentisce mai. |
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3
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Si Arekusu... sono molto curioso di vedere dove siano andati a parare gli Angra col prossimo disco... |
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2
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Per me sia gli Angra che Matos solista sono due belle realtà! |
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1
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Quanto mi mancano gli Angra con Andrè ... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Leading On 02. I Will Return 03. Someone Else 04. Shift The Night Away 05. Back To You 06. Mentalize 07. The Myriad 08. When The Sun Cried Out 09. Mirror Of Me 10. Violence 11. A Lapse In Time 12. Powerstream
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Line Up
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Andre Matos - Vocals Hugo Mariutti - Guitars Andre 'Zaza' Hernandes - Guitars Fabio Ribeiro - Keyboards Luis Mariutti - Bass Eloy Casagrande - Drums www.andrematos.net
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