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André Matos - Mentalize
( 4205 letture )
SEMPLICITÀ

semplicità [sempliʧi'ta]
s.f.inv.
sf
l'essere semplice; naturalezza modestia, schiettezza, ingenuità


La semplicità è un'arma a doppio taglio, specialmente in musica. Essere semplici in musica significa -talvolta ingiustamente- essere bollati come poco originali, tradizionalisti, stilisticamente poco impavidi o -ancor peggio- commerciali. Il fulcro della questione è proprio questo: quando finisce il raggio d'azione della genuina voglia e bisogno di creare un prodotto artistico degno di tale nome, e, quando -invece- inizia la pura speculazione economica? Da affiancare a questo cardinale quesito c'è almeno un fattore fondamentale da considerare: la credibilità dell'artista. Siccome né la genuinità di un prodotto, né la credibilità di un artista si può misurare o quantificare, ci si deve un po' lasciar guidare dal proprio istinto e dai propri gusti. Proprio questi ultimi, però, potrebbero condurvi in un vicolo cieco; una galleria degli specchi dove tutto è uguale, dove in tutte le direzioni si continua a vedere sempre la stessa immagine -magari distorta o alterata- ma pur sempre la stessa immagine. Perché? Perché l'uomo ha bisogno di certezze. Quante volte torniamo ad ascoltare un disco che conosciamo pressoché a memoria? Quante volte torniamo a leggere un passo di un romanzo che ci ha colpito? È sempre stato così e continuerà ad essere sempre così fino a che l'uomo sarà su questo pianeta. Questa tendenza dell'uomo a privilegiare il noto all'ignoto -tendenza che peraltro governa le leggi del mercato musicale- va prepotentemente a cozzare col lato più d'avanguardia della musica. Purtroppo però, oggi la critica tende a scorporare le due correnti, troncando di netto la prima e promuovendo trionfalisticamente la seconda. Spesso un prodotto di avanguardia resta tale e non lo si può certo definire un bel disco, quadro o libro che sia. In realtà, non esiste una musica di consumo e una d'avanguardia. Esiste la musica, e non un prodotto di serie A e uno di serie B. Un album non viene concepito mai nella mente di un musicista per appartenere a una delle due categorie. Questa artificiosa polarizzazione è frutto della critica, che molto spesso -per comodità- tende ad esaltare oltremodo questa tendenza.

La causa di questa tediosa riflessione è stata l'uscita del secondo album di Andre Matos, Mentalize. Il cantante brasiliano è già tornato sulle scene dopo due anni dal debutto Time To Be Free. voglio subito invitarvi a leggere la bellissima intervista a Matos (clicca qui) dal nostro Khaine; intervista che ha ispirato il mio incipit e soprattutto ha ampiamente parlato della genesi del disco e dei testi, prevalentemente ispirati alla fisica quantistica. Per cui vi rimando a quella lettura per sapere tutto ciò che c'è da sapere su Mentalize. Quello che Matos ha evidenziato è stata proprio la spontaneità maggiore di questo platter rispetto al precedente. Un aspetto che non mi avevo inizialmente colpito, salvo poi ricredermi dopo qualche altro ascolto più approfondito. Quello che traspare fin dall'inizio da Mentalize è il maggiore affiatamento dei componenti del gruppo, non più strumentisti nella loro dimensione individuale ma, finalmente, una vera e propria band.

Al solito però, questa tendenza alla semplicità rischia di sconfinare nel già sentito, e la voglia di premere stop diventa quasi sempre inarrestabile. Come al solito, credo che la verità stia nel mezzo. Mentalize non è un disco rivluzionario, non passerà certo alla storia. Ma non potrebbe nemmeno passare del tutto inosservato se amate queste sonorità. Sono convinto che fino a quando esisterà questa musica, Andre Matos avrà sempre qualcosa da dire. È così che l'incipit di Leading On vi farà rizzare le orecchie; le aperture melodiche di I Will Return vi porteranno a cantare il ritornello in men che non si dica; Shift the Night Away e Back to You vi colpiranno per l'eleganza e che le contraddistinguono, pur esprimendola su ritmi decisamente opposti: veloce la prima, una ballad la seconda. La title track vi farà battere il piedino dopo un solo ascolto al pari di The Myriad e Mirror of Me. Struttura leggermente più ardita quella di When the Sun Cried Out, e a conti fatti posso dire che sia una delle migliori del disco. La velocissima e inflazionata Powerstream chiude il disco, risultando coinvolgente nel refrain, ma eccessivamente 'dejavuistica'. Ed è proprio questo il sapore dominante che vi resterà in bocca dopo diversi ascolti di Mentalize. Restano comunque una manciata di ottimi pezzi, e altrettanti decisamente più derivativi sui quali Andre Matos e co. avrebbero potuto lavorare di più.

Prima di chiudere, permettetemi di citare A Lapse In Time, due minuti e mezzo di assoluta poesia.

I've never been
The ordinary man
The world begin
Like every story does my friend

I won't come down
To where i was back then
And nice mirage of love
Has matter single in my heart, my friend

But when the white fog descends
Over the meadows of light
And when the milking way descends
And shatters the meadows of light
It's time to stand up, stand up and walk
Walk all alone, down the same road

I could feel again
Cause i long for the answers lost
And i'd change everything
If i could have a lapse in time

And i could feel again
Before going insane for good
I would change all mistakes of mine
With just a lapse in time


clicca qui per ascoltare la canzone.



VOTO RECENSORE
72
VOTO LETTORI
64.17 su 35 voti [ VOTA]
progster78
Martedì 22 Gennaio 2019, 17.25.14
10
Riascoltato dopo molto tempo e lo trovo ancora un ottimo disco,certo non l'apice toccato quando era negli Angra o quando registro' quel gioiello di Ritual con gli Shaman ma personalmente lo trovo melodico e bello tosto allo stesso tempo. voto 80!
Luca "Diablo"
Venerdì 6 Settembre 2013, 18.12.11
9
Album di una mediocrità sconvolgente. Carriera solista di Matos in caduta libera.
Khaine
Giovedì 19 Maggio 2011, 15.01.52
8
Mike T. dice cose molto sagge, e condividiamo il medesimo auspicio.
Mike T.
Giovedì 19 Maggio 2011, 14.45.54
7
Secondo me, negli Angra come nei Queen, la vera magia c'era quando erano tutti insieme...May da solo e lo stesso Freddie non hanno mai toccato gli apici dei Queen quando componevano assieme...La stessa cosa per Andre, Kiko, Rafael, Luis e Ricardo... Questo è un buon album perché Matos è Matos, ma personalmente spero che si riunisca presto all'altra metà della mela.
space_85
Lunedì 18 Ottobre 2010, 22.05.10
6
A me è piaciuto molto....non scorderò mai la prima volta che senti la sua voce con gli angra...cosi potente...cosi melodica....sarò un nostalgico,ma tuttt'ora la sua voce mi conquista e quest'album è un'ottimo esempio di maestria vocale....bravo andrè...
horrorifico
Mercoledì 24 Marzo 2010, 11.27.42
5
Buon disco...ma niente di superlativo
Callaghan
Sabato 20 Marzo 2010, 0.41.40
4
Ottimo disco. Matos non si smentisce mai.
Rob
Giovedì 18 Marzo 2010, 17.00.15
3
Si Arekusu... sono molto curioso di vedere dove siano andati a parare gli Angra col prossimo disco...
Arekusu
Giovedì 18 Marzo 2010, 12.48.56
2
Per me sia gli Angra che Matos solista sono due belle realtà!
Painkiller
Giovedì 18 Marzo 2010, 8.31.39
1
Quanto mi mancano gli Angra con Andrè ...
INFORMAZIONI
2010
SPV
Power
Tracklist
01. Leading On
02. I Will Return
03. Someone Else
04. Shift The Night Away
05. Back To You
06. Mentalize
07. The Myriad
08. When The Sun Cried Out
09. Mirror Of Me
10. Violence
11. A Lapse In Time
12. Powerstream
Line Up
Andre Matos - Vocals
Hugo Mariutti - Guitars
Andre 'Zaza' Hernandes - Guitars
Fabio Ribeiro - Keyboards
Luis Mariutti - Bass
Eloy Casagrande - Drums

www.andrematos.net
 
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