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Alternative 4 - The Brink
( 3152 letture )
Non mi va di farmi fregare dall'estetica del pellegrinaggio. Che il percorso sia sempre la parte migliore è un eccesso romantico: si cerca per trovare, non per continuare a cercare. Nessuno su questa terra vorrebbe essere condannato all'eterno errare.
Per quanto riguarda Duncan Patterson la costante che ha retto l'incessante vagare dopo la rottura con gli Antimatter di questa mai dimenticata quanto tormentata colonna del gothic d'annata (quello vero, direbbe qualcuno) è stata la musica. Collaborazioni tra le più svariate, colonne sonore, progetti lasciati un po' a metà (Ion su tutti) ed una passione per il folk e l'america latina hanno portato il ragazzo di origini irlandesi costantemente in giro per il mondo.
The Brink, registrato tra Irlanda, Australia e Portogallo, è il risultato delle esperienze accumulate dall'irlandese nei suoi due più grandi progetti, Anathema e Antimatter: con i primi firmò i lavori fino, appunto, al totale Alternative 4, ossia prima della deriva alternative-psichedelica del Liverpooliani; con i secondi produsse tre album a cavallo di trip-hop (Saviour) ed elettronica-ambient (Lights Out e Planetary Confinement) prima di lasciare il gruppo nella deriva acustica voluta dal socio Mick Moss. Buona idea quindi quella di colmare in un sol colpo da una parte il vuoto “gotico” degli Anathema e dall'altra quello di chi come me (ma non credo siamo in molti) ha apprezzato molto di più la prima parte della discografia dell'antimateria.
Il progetto si dipana così in quel limbo musicale (nel senso che è tutto questo insieme ma niente di tutto ciò preso singolarmente) di ambient, elettronica, atmospheric e, ovviamente, rock e alternative. A livello di sensazioni ci troviamo invischiati in quella congestione di claustrofoia ed apatia tipica dei primi Antimatter “sconvolta” di pessimismo romantico tipicamente made in Liverpool.
Aspettatevi perciò lunghi e dilatati brani dominati da synth atmosferici (ricordate Eternity part 24?) e poche note di piano ripetute allo sfinimento così come brani guitar-oriented più diretti e carichi di oscuro appeal.
Il meglio arriva quando queste due anime, unite dal sottile filo delle ritmiche doom, convivono in perfetta simbiosi, vedi False Light, Automata e la grandiosa Still Waters, mentre il disco zoppica intorno a quei brani in cui la componente elettronica più sperimentale prende il sopravvento: Dumbing Down fa leva su paesaggi sonori inquietanti ma risulta poco incisiva (ed inoltre trovo il codice Morse alla fine del brano un'idea piuttosto irritante), Autonoma e The Brink (reprise) possiedono un discreto fascino a cavallo tra l'ambient ed il post-rock ma l'eccessivo trascinarsi dei pezzi sfianca oltremodo l'ascolto.
La splendida voce di Kelson (The Eternal, tra gli altri) è una garanzia ed è un vero peccato che il suo timbro così decadente e ricco di passione venga sfruttato a dovere solamente in pochi brani, laddove il resto è per lo più strumentale o “sussurrato”.
L'altro grosso problema legato a The Brink è la quantità abnorme di concessioni al passato pattersoniano. Perchè, ad onor del vero, i riferimenti - non so quanto voluti - al masterpiece del 1998 da cui il gruppo prende nome sono veramente parecchi, i deja vù alle vostre orecchie si sprecheranno: l'ingresso della chitarra distorta al minuto 4.45 di Still Waters è pressochè identico a quello dell'apocalittica Alternative 4 anathemiana; difficile poi non riconoscere tra le asfittiche note di Underlooked una Lost Control cucinata in salsa primi Antimatter (diciamo quelli di Lights Out)... Potrei continuare a lungo, seriamente, ma preferisco lasciarvi il piacere di questo “gioco” dei rimandi.
Facile ricadere nel pensiero maligno che Patterson, sperimentato il successo della formula, si sia rifugiato in cliché autoreferenziali, ma ogni brano propone comunque proprie peculiarità, certo tutte radicate nell'esperienza e nella sensibilità dimostrate negli album precedenti, ma riviste non senza una certa dose di coraggio; ne risulta un ascolto tutto sommato piacevole, in grado di esprimere e comunicare grandi emozioni con dolcezza e forza, quiete e impeto, anche quando sono lo straniamento e la cupa rassegnazione a farla da padrone.

Insomma, Duncan Patterson è tornato, protagonista di quel gothic contemporaneo un poco apocalittico che da tempo ha rotto lo specchio della rappresentazione classica, ma pare ripiegarsi su se stesso. Perchè nonostante diversi ascolti ancora non riesco a capire dove gli b class="verde">Alternative 4 vogliano andare veramente a parare: osano molto e spesso bene ma in troppe direzioni, con poca coesione e senza visione d'insieme.
L'irlandese sembrerebbe proprio non ce la faccia ad emanciparsi dal passato, ma forse è proprio questo il suo gioco: Duncan si dona alla sfida di coinvolgere, colmando il proprio pubblico di quelle stesse emozioni con le quali lo aveva già appagato, in maniere differenti, anni or sono. The Brink non prende distanze dal già sentito ma neanche vuole farlo: quella degli Alternative 4 è musica che non irride la materia da cui discende, è musica struggente che invece di bruciare nella sua disarmante semplicità si diletta in voli pindarici ad essa poco consoni e quindi controproducenti.
Troppa retorica forse, troppe manieristiche lungaggini anche, ma The Brink è un atto di passione, e come tale mi sento di promuoverlo.

L'eterno vagare è prerogativa delle anime dannate.
Ed il buon Patterson probabilmente fa parte di quest'ultima categoria.



VOTO RECENSORE
68
VOTO LETTORI
30.57 su 21 voti [ VOTA]
remy
Sabato 12 Novembre 2011, 10.40.38
2
Ottimo album, ben strutturato, mai noioso... Grande Duncan.
everon
Sabato 12 Novembre 2011, 2.07.06
1
Non ho ancora avuto modo di ascoltare l'album ma devo dire che mi attira moltissimo se non altro per il nome che mi ricorda un album che ho nel cuore. Inoltre nutro grande stima per Duncan Patterson e per il suo coraggio e naturalmente per la sua musica. Ho avuto modo di scambiare con lui qualche mail e devo dire che la scelta di ricollegarsi al suo periodo "Anathema" mi stupisce alquanto visto che dal 98 ad oggi non ha fatto altro che tentare in ogni modo di rimuovere il legame con quella parte della sua carriera...
INFORMAZIONI
2011
Avantgarde Music
Alternative/Gothic
Tracklist
1. The Brink
2. False Light
3. Alternate
4. Underlooked
5. Still Waters
6. The Dumbing Down
7. Automata
8. Autonoma
9. The Brink (reprise)
Line Up
Mark Kelson - Vocals, lead and rhythm guitar
Duncan Patterson - Bass, piano, acoustic & electric guitars, mandolin, synths, vocals
Mauro Frison - Drums and percussion
 
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