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10/05/24
SLUG GORE RELEASE PARTY
LEGEND CLUB, VIALE ENRICO FERMI 98 - MILANO
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Kill Ritual - The Serpentine Ritual
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( 1666 letture )
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I Kill Ritual si formano nel 2010 da un’idea del chitarrista Steven Rice, ex Imagika, e del batterista Wayne DeVecchi, e completano la loro line-up con l’arrivo dell’ex chitarrista degli Eldritch Roberto Proietti, dell’ex bassista dei Dark Angel Danyael Williams ed infine del cantante Josh Gibson. Firmato un contratto con la Scarlet Records, i cinque realizzano in breve tempo il primo disco in studio, The Serpentine Ritual, un intrigante miscuglio di generi che vanno dal thrash sporco dei Megadeth all’heavy graffiante dei Judas Priest. Ed è proprio questo il primo tratto che si nota ascoltando il disco in questione, con tutte le conseguenze del caso. Conseguenze più negative che positive: in quasi un’ora di musica, difatti, emergono sì una buona preparazione tecnica, un’alta dose di cattiveria e grinta e a tratti anche qualche buona idea, ma per la maggior parte del tempo sembrerà di avere di fronte una band fin troppo facile da dimenticare. Troppi i punti sottotono all’interno del disco, a partire dal sound generale del gruppo che riscontra una superficialità lampante nella fase di composizione, per continuare con la pesantezza esagerata dovuta sia da suoni non ben levigati in fase di produzione sia dalla durata eccessiva del platter (un’ora circa), per finire con un dato che non può ancora essere appurato e che è la scarsa longevità del disco. All’interno dell’enorme calderone dell’heavy/thrash quante band tutte simili troviamo? Quanto è difficile evitare di finirci dentro e non uscirne più? Il mio timore è che questa band, o perlomeno questo disco, abbia i giorni contati. E non lo dico volendo fare dei pregiudizi, ma con la consapevolezza dettatami da un ascolto prolungato.
Il senso di pesantezza dovuto alla lunga durata si avverte specialmente per il fatto che non vi è una sola canzone che tenti di variare i toni, l’atmosfera fin lì creata. Salvo sporadici virtuosismi chitarristici (come in Ambush to Kill) o assoli improntati sulla melodia, infatti, quello creato dai Kill Ritual sembra un muro di cemento armato, impossibile da scalfire ed estenuante da scavalcare. L’unico momento di leggera variante si nota soltanto nella più lunga Coat of Blood, in cui l’incipit rilassato (voce distesa e chitarra in clean) ben delinea la canzone su binari diversi da quelli a cui ci eravamo abituati nella prima metà dell’album. Il brano prosegue poi accelerando e rinvigorendosi sia nel cantato che nei riff di chitarra, ma non perde quasi mai il suo appeal; non eccessiva, infine, la doppia cassa che si prolunga ininterrotta durante tutto l’ultimo minuto. Insomma, uno dei pezzi meglio riusciti, seppur non totalmente indicativo per capire appieno la proposta della band. Se proprio siete alla ricerca di una canzone simbolo, andate ad ascoltare la stupenda The Day the World Dies, penultima della tracklist -se si esclude la traccia bonus- e vero pezzo forte del disco in questione. Vista la generale somiglianza tra i pezzi qui presenti, non trovo giusto orientare il discorso più su uno che su un altro, ma potremmo lo stesso riscontrare una minore importanza di canzoni come Torn Down, Old School Thrasher, Law of the Land e Prisoner of the Flash, le meno interessanti tra tutte. Non brutte, sia chiaro, ma prive di un tratto anche solo in parte distintivo, presente invece in tutti gli altri pezzi, nonostante la loro similarità più volte da me accennata.
L’artwork, ad opera dell’artista brasiliano Jobert Mello, ben esemplifica i contenuti dell’album: dal forte impatto, ma dotati di poca personalità. Ancora niente di nuovo sotto il sole dunque. Sta a voi decidere se il calderone heavy/thrash già stracolmo di nomi di tutti i tipi dovrà accogliere bene o male i Kill Ritual e questo disco in particolare. Come prima prova non è certo del tutto negativa, almeno le potenzialità dei singoli sono ben riscontrabili. Ma basterà?
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Serpentine Ritual 2. Torn Down 3. Time to Kill 4. Ambush 5. Old School Thrasher 6. Coat of Blood 7. Cold Hard Floor 8. Law of the Land 9. The Day the World Dies 10. Prisoner of the Flash 11. My Neighborhood (Bonus Track)
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Line Up
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Josh Gibson (Voce) Steven Rice (Chitarra) Roberto Proietti (Chitarra) Danyael Williams (Basso) Wayne DeVecchi (Batteria)
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RECENSIONI |
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