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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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HEAVY METAL - La storia mai raccontata, Vol.1 - 1984-1986
29/04/2019 (2106 letture)
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Una cosa è assolutamente certa: senza quel tipo di heavy metal oggi considerato tradizionale, in realtà rivoluzionario al momento del suo irrompere sulla scena, niente di ciò che ascoltiamo sarebbe come è. Eppure molto spesso chi si ostina a valutarlo come presenza viva sulla scena, viene additato come rappresentante di un tempo che fu e che non ha più diritto di essere. Niente di più sbagliato, come un autore che si presenta sotto lo pseudonimo Dwight Fry (riferimento ad uno psicopatico protagonista di una canzone di Alice Cooper) vuol dimostrare mediante una serie di volumetti molto interessanti. Partiamo allora dal primo.
FIGLI DI UN DIO REALE Cominciamo col dire che nonostante si tratti di un’opera senza una casa editrice alle spalle HEAVY METAL, La storia mai raccontata, Vol. 1 si presenta in forma assai semplice, ma curata. Un formato quasi tascabile, una copertina fondo nero con nome dell’autore, titolo, una Gibson Flying V stilizzata ed il periodo preso in esame in basso. Il tutto ad introdurre un volumetto di circa 150 pagine scritto fittamente, impaginato in modo professionale e redatto con stile diretto, asciutto e preciso. Insomma: gradevole da leggere e concepito da una persona che sembra sapere il fatto suo in tema di editoria. Una volta incominciato a sfogliare il libro e dopo aver preso atto della dedica a Dio, Lemmy e Mark Reale - altre ad hoc saranno presenti nei volumi successivi - un capitolo introduttivo spiega le coordinate filosofiche dell’operazione. In esso, il nostro Dwight Fry sottolinea dapprima come il metal classico sia stato sottoposto quasi ad una "damnatio memoriae", in primo luogo dal fronte interno, per poi stabilire esattamente di cosa si parlerà nella sua “storia mai raccontata” e più ancora, di cosa non si parlerà. Ciò in modo da fornire una guida preliminare al lettore ed evitare accuse di non enciclopedicità dello scritto. Inoltre, cosa davvero importante, si forniscono coordinate circa il metro di giudizio usato per valutare dischi e band. Un criterio che, senza voler svelare nulla di particolare, si sovrappone perfettamente a certe dichiarazioni espresse più volte dallo scrivente su queste pagine, dividendo nettamente i giudizi dettati dai gusti personali, spesso da tifo da stadio pro o contro i vari gruppi, rispetto alla critica vera e propria.
IL ROTTWEILER DEL SAMURAI Tantissime le band citate in questo primo libro della serie, esaustive le spiegazioni e buona la divisione dei brevi capitoli. Compresi quelli riguardanti le singole scene esaminate, ossia quelle di tutta Europa, Dell’Oriente e del Continente americano. Da leggere, si badi bene, tenendo sempre presente l’arco temporale cui l’autore si riferisce. Accanto ai grandi nomi ed ai "classici mancati", quindi, troviamo moltissimi gruppi che faranno battere i cuori degli appassionati (Griffin; Exxplorer e via discorrendo) e molti altri conosciuti solo da specialisti: Alta Tensao, Barren Cross, Black Rose, Obùs, Pogolkèp, Rottweiler, Samurai, Seikima II, Tyga Myra, Vavel, Zarpa e tanti altri. Un’opera "light", ma interessante e facile da leggere, che però dice molto in relativamente poco spazio, evitando sicuramente di rivolgersi solo ad un pugno di vecchi passatisti.
CRITICA DELLA RAGION PURAMENTE METAL Circa 250 gli album citati, di area N.W.O.B.H.M., speed, power, U.S. power ed epic principalmente, con l’obiettivo di trasmettere l’idea che il metal classico non sia affatto morto con l’esplosione del thrash ed il successivo arrivo sulla scena dei generi più moderni; tutt’altro. Eppure, nonostante l’impostazione dell’opera possa far pensare ad una semplice "operazione nostalgia" ad uso e consumo della categoria over 45, le cose sono in realtà almeno parzialmente diverse. A potersi, o addirittura a doversi interessare ad un’opera del genere sono infatti più i giovani che costoro. Prendere o riprendere contatto con la storia del genere e con le band che tutto hanno prodotto (a loro volta debitrici di quanto seminato in precedenza), conoscerne di nuove e leggere anche un’idea critica che superi quella del gusto personale, può essere importante soprattutto per loro.
::: ::: ::: RIFERIMENTI ::: ::: ::: AUTORE: Dwight Fry TITOLO: HEAVY METAL - La Storia mai Raccontata, Vol. 1, 1984 - 1986 EDITORE: Autoprodotto COPERTINA: Flessibile N° PAGINE: 152 PREZZO: Euro 9,90
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@ Heavy Metal Grin (n. 15): nel precedente post mi sono forse espresso male, visto che non intendevo dire che l’autore del libro scrive per una webzine. Ho semplicemente evidenziato - prendendo spunto da questa notizia – come i prodotti editoriali incentrati sul metal vengano spesso realizzati da persone che scrivono sulle webzine, il che è una cosa che mi lascia perplesso, dal momento che non sono un grande estimatore dei siti specializzati, ancorché ne riconosca alcuni indubbi meriti. Diciamo che in questo marasma mediatico apprezzo il lavoro del singolo (e dunque solo di pochissime persone), piuttosto che l’operato dei vari portali (che reputo quasi intercambiabili), per cui il fatto che determinati libri nascano o provengano da quel mondo non suscita in me un particolare entusiasmo… |
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Confermo. E ci tiene a specificarlo nelle note. |
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Perdonate la ripetizione nel messaggio |
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@Joey DeFilippi Dwight Fry, chiunque egli sia, ha dichiarato di non scrivere su alcuna webzine, rivista o altro, fatta eccezione per la pubblicazione eccezionale di qualche articolo. Correggetemi se sbaglio. Anche fosse vero il contrario, mi sfugge il motivo della tua perplessità. Personalmente non ho ancora letto i due volumi ma girano solo pareri positivi. Tieni infine conto che il testo è autoprodotto e "autodistribuito" |
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Gli argomenti trattati nel libro non suscitano il mio interesse. Mi sembra comunque di poter dire che ormai molti dei prodotti editoriali presentati al pubblico siano il frutto del lavoro di persone che fanno parte delle varie webzine operanti sul web e questa è una cosa che, sebbene in linea con i tempi che stiamo vivendo, mi lascia alquanto perplesso. |
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No, è che il "core" del libro è l'analisi del perché dopo quell'esplosione cominciò a perdere popolarità. Da qui l'analisi che inizia dall'84. Fra un po' arriverà la recensione anche del Vol. 2. |
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Come faccio a contattare l'autore? |
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Molto interessante e penso di acquistarlo.
Si parla anche di vol, 2, ma il vol. 0 1980-1983? Se lo sono dimenticato? L'HM in quel periodo è esploso! |
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Non l'ho letto ma presumo sia meglio dell'ultimo libro Metallus aggiornato..voti scandalosi e descrizioni ridicole..ci sono rimasto davvero male..passi il discorso dei voti-questi sono e sempre saranno oggetto di focose diatribe tra appassionati-ma quello vecchio era argomentato e scritto meglio. |
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Eccomi, sono io. Eccetto il passaggio "che oggi non ha ragione d'essere" le righe introduttive sotto il link nella homepage mi fanno sentire chiamato quasi per nome
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bello , meriterebbe più diffusione . |
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Sto completando la lettura del secondo volume. Pochi giri di parole: tutta sostanza tra queste pagine, cronaca obiettiva e ragionata di tanti dischi di seconda se non terza fascia. Per amanti di riviste come Classix Metal e degli approfondimenti seri in generale. Davvero consigliato. |
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Non é un libro che mi interessa, ma comunque un plauso a questo tipo di pubblicazioni adatte a chi ama approfondire in maniera completa.
Comunque in Italia chi ascolta Metal e Rock non può di certo lamentarsi sul versante "Libri"... anche solo nelle librerie da 10 anni a questa parte ci puoi trovare qualcosa come 40 volumi più o meno simili a questo sui vari sottogeneri e le biografie dei gruppi e dei solisti. |
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Vero, tra l'altro questo mi manca e sembra molto interessante. |
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Chi è un appassionato del formato cartaceo, in questo caso può solo che gioire. Oggi è tutto a portata di un click, tutto veloce e bruciato al momento. Questi volumetti sono un momento di riflessione e approfondimento, da leggere con calma e attenzione. Alcune band accennate le conosco anche io, e non mi reputo uno specialista. Certo, chi ha vissuto in diretta gli eighties probabilmente ha già una discreta visione del periodo, ma c'è anche da dire che all epoca internet non si sapeva neanche cosa fosse, e le uniche notizie utili erano già vecchie di mesi quando le si leggeva su una rivista heavy italiana ( l unica nel 1984). Ancora adesso scopro band che hanno realizzato album (all epoca) e nessuno sapeva dell esistenza addirittura della band. Sono sempre utili queste iniziative. 🤘
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Si deve contattare l'autore. |
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Avevo letto di questa uscita, in effetti sembra molto interessante. Mi esalta anche lo stile minimale della copertina. Che distribuzione ha? Si trova nelle librerie o solo sul web? |
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